User experience cos’è
Chiamata anche esperienza utente, la UX User Experience è la qualità dell’esperienza globale che una persona sperimenta quando usa un servizio o un prodotto fisico o digitale. Spesso è un termine associato alla navigazione di un sito web.
Visto che il concetto ha a che fare con le percezioni e le sensazioni provate dagli utenti, per estensione mi piace parlare di user experience anche quando ci si riferisce al podcast. Io la definisco esperienza di ascolto, ed è un termine che uso per descrivere le emozioni che gli ascoltatori vivranno durante l’ascolto del podcast.
Con questa definizione non mi riferisco alla Overall Listening Experience (OLE) che invece è una misura di valutazione specifica dell’audio, che mira a includere tutti i possibili fattori che possono influenzare il piacere dell’utente durante l’ascolto (dalla qualità audio ai metodi di riproduzione, tanto per citarne alcuni).
E non mi riferisco neppure all’esperienza di utilizzo delle piattaforme di ascolto podcast, come Apple Podcast, Amazon Music, Spotify, Google Podcasts, Spreaker ecc. Sulla loro modalità di fruizione non possiamo intervenire e dunque di fatto non è sotto il nostro controllo.
Con esperienza di ascolto faccio riferimento a tutte quelle componenti del podcast che possiamo controllare e che rendono piacevole il momento dell’ascolto e che includono:
- qualità del contenuto
- qualità dell’audio
- facilità di interazione.
Ciò che voglio fare in questo articolo è aiutarti a capire cosa puoi fare tu per rendere l’esperienza di ascolto del tuo podcast ancora più piacevole per il tuo pubblico.

Perché l’esperienza di ascolto è importante
Come abbiamo detto, la user experience rappresenta il grado di soddisfazione di un utente dopo aver navigato su un sito web o in generale dopo aver interagito con un prodotto digitale.
La finalità è quella di rendere più fluida e piacevole possibile l’esperienza complessiva dell’utente affinché si raggiungano due obiettivi:
- aumentare le conversioni
- fidelizzare gli utenti in modo che tornino da noi in futuro.
È un parametro talmente importante che Google lo ha introdotto tra i fattori di ranking e per misurarlo usa delle metriche ben precise, come ad esempio il tempo di permanenza sul sito, la frequenza di rimbalzo e la percentuale di clic dai motori di ricerca.
La user experience mira a rendere più fluida e piacevole l’esperienza complessiva dell’utente per raggiungere due obiettivi:
- aumentare le conversioni
- fidelizzare gli utenti in modo che tornino da noi in futuro.
Allo stesso modo, quando un ascoltatore vive un’esperienza di ascolto podcast piacevole è più propenso ad ascoltare fino in fondo e a continuare ad ascoltare altri contenuti.
Dunque non è un aspetto di poca importanza.
Tanto più considerando il fatto che Il pubblico oggi è molto più attento di qualche anno fa a ciò che ascolta. Non siamo più agli albori del podcasting quando bastava mettersi al microfono, improvvisare qualcosa e magari avere anche dei discreti risultati.
Con l’ingresso nel mercato di aziende e realtà più o meno grandi, il numero delle produzioni podcast è aumentato ed è aumentata anche la qualità sia dei contenuti che dell’audio.
L’utente non si accontenta più. Cerca qualcosa di gradevole da ascoltare, che lo faccia emozionare e non lo disturbi dal punto di vista uditivo.
Migliorare l’esperienza di ascolto, dunque, non è più un’opzione, ma una necessità, se vuoi combattere la guerra dell’attenzione ad armi quanto più possibile pari.
Cosa puoi fare per migliorarla? Eccoti una check-list di punti su cui agire.

La Check-list per migliorare l’esperienza di ascolto
Se hai già un podcast, prova ad analizzare il tuo contenuto alla luce di questi 9 punti e valuta su quale aspetto hai bisogno di migliorare.
1. C’è un filo conduttore?
Di cosa parla il tuo podcast? Il messaggio di fondo è chiaro ed sempre coerente in tutto il tuo progetto oppure spazi tra argomenti tra i più disparati senza una logica comune?
Avere un unico filo conduttore non significa dover parlare sempre e solo di un unico argomento. Significa dare un senso chiaro e definito agli argomenti di cui parliamo in modo da poterli racchiudere sotto un comune denominatore.
Se questo aspetto non è chiaro per te, non lo sarà nemmeno per i tuoi ascoltatori.
2. C’è coerenza tra Value Proposition, titolo e contenuto?
Di Value Proposition ne ho già parlato in un altro articolo. È uno dei pilastri di un buon progetto editoriale. Definire e dichiarare la proposta di valore serve a te podcaster per mantenere la rotta lungo tutto lo sviluppo del contenuto, e aiuta il tuo pubblico a seguire il fil-rouge che lega insieme le varie puntate.
Per cui, quando prepari un episodio chiediti sempre: questo contenuto in che modo risponde alla value proposition? Il contenuto è coerente con questa dichiarazione?
Il titolo, per definizione è la sintesi estrema di questa dichiarazione e deve trasmetterla in modo chiaro.

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3. Stai rispettando le aspettative del pubblico?
Questo punto richiama il precedente ma amplia ancora di più il concetto. Quando dichiariamo la value proposition, facciamo una promessa all’ascoltatore. Il pubblico si aspetta di trovare contenuti in linea con quanto dichiarato, sia per contenuto, sia per target.
Se dico che mi rivolgo al pubblico generalista non posso poi usare un linguaggio troppo tecnico che nessuno comprende se non gli addetti ai lavori.
Quando le aspettative sono disattese, perdiamo ascoltatori.
4. Com’è strutturato il tuo piano editoriale?
A prescindere dal format e dal concept che hai scelto di adottare per il tuo podcast, l’intero piano editoriale deve essere pensato per accompagnare l’ascoltatore in un viaggio virtuale all’interno del tuo mondo.
Non puoi pensare di iniziare con argomenti complessi senza prima aver preparato il terreno e introdotto concetti di base. Struttura il piano editoriale come se fosse un funnel: crea consapevolezza, educa e nutri il tuo pubblico gradualmente.
5. Com’è strutturata la tua puntata tipo?
Gli ascoltatori sono ciechi per definizione. Non possono vedere il percorso che hai preparato per loro, ma puoi aiutarli ad immaginarlo.
Lo fai creando contesti sonori e schemi ricorrenti che guidano l’ascoltatore e lo aiutano ad orientarsi all’interno delle tue puntate podcast. Qual è il tuo schema interno?

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6. Titoli e descrizioni sono chiari ed esaustivi?
Questo è un argomento che richiama le aspettative e la coerenza dei contenuti.
Titoli clickbait e descrizioni delle puntate che disattendono il reale contenuto del podcast non aiutano a fidelizzare il pubblico. Puoi fregarlo una volta, ma poi non ci casca più.
7. Quanto è facile interagire con te?
Si dice che il podcast sia una comunicazione a senso unico. In realtà questo è vero fino a un certo punto. Se inseriamo Call to Action chiare e semplici da ricordare, rendiamo più facile per l’utente contattarci.
DON’T MAKE ME THINK (non farmi pensare) è il concetto di fondo della User Experience. Voglio trovare subito ciò che cerco e nel modo più semplice possibile. Questo significa che oltre a dirle a voce, bisogna inserire le CTA nelle descrizioni degli episodi, con tutti i riferimenti diretti per entrare in contatto con noi.
Chi ascolta non sempre può prendere appunti e di sicuro non può ricordare a lungo tutti gli indirizzi email o i contatti social che diciamo. Aiutiamo il pubblico a raggiungerci con dei link in descrizione.
8. Com’è la tua performance al microfono?
Ci ho dedicato un intero articolo a questo punto. Anche se non siamo professionisti della comunicazione orale, ci sono delle regole che è bene rispettare per far sì che l’esperienza di ascolto sia piacevole.
Il valore del contenuto si esalta quando c’è una buona performance al microfono. Sto parlando di:
- ritmo, tono e modulazione della voce
- enfasi e punti principali messi in risalto
- uso corretto delle pause
- esposizione chiara e logica dei contenuti.

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9. Com’è la tua qualità audio?
Chi pensa che sia sufficiente fare un buon contenuto per coinvolgere gli ascoltatori tralasciando di fatto la qualità audio, si sbaglia. La qualità del suono è importante tanto quanto quella del contenuto. Solo che per mancanza di conoscenze, competenze, tempo e risorse, a volte si sacrifica.
Fatto è meglio che perfetto si dice, e io sono d’accordo, se l’alternativa è non fare nulla. Ma fino a un certo punto.
Un minimo di attenzione alla qualità audio è, non solo opportuna, ma necessaria per rendere gradevole l’ascolto e non costringere il pubblico a sorbirsi un suono disturbato e fastidioso. A lungo andare le persone si stancano e abbandonano.
Per cui mi spiace deluderti, ma la qualità dell’audio fa la differenza. La user experience del podcast contempla le emozioni che il pubblico vive durante l’ascolto. Se il sound è sporco, confuso e crea frizioni, le emozioni saranno tutt’altro che positive.
Non serve spendere tanti soldi in attrezzatura sofisticata per fare la differenza, a volte basta saper usare gli strumenti nel modo giusto per migliorare il risultato.
Perciò, se il podcast è uno strumento a supporto del tuo brand, fai attenzione alla qualità dell’esperienza di ascolto che offri al tuo pubblico. La voce è il nostro biglietto da visita, e al pari di un sito web, di un logo, di un feed sui social parla di noi e del nostro brand.
Se vuoi sfruttare al meglio questo strumento per fare marketing e vuoi fare un level up del podcast, contattami e valuteremo insieme come migliorare la user experience del tuo podcast.

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