Parametri UTM: come tracciare il traffico web proveniente dal podcast

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I parametri UTM sono uno strumento importante in fase di analisi della strategia di marketing. Servono a capire la reale efficacia dei canali di comunicazione usati nel proprio business. Ci consentono di monitorare l’impatto di ciascuno di essi, conoscere gli interessi del proprio target, valutare le performance dei contenuti pubblicati e persino misurare le conversioni. 

Il podcast è uno dei canali di comunicazione che completano l’ecosistema comunicativo di un brand, piccolo o grande che sia. Come tale, se usato come strumento di marketing, contribuisce a sostenere il business portando traffico verso i canali di conversione, come ad esempio il sito web. 

Tuttavia, essendo il podcast un contenuto audio e per certi versi quasi più immateriale di un contenuto visivo e testuale, come si fa a misurarne l’efficacia, a tracciarne l’impatto e a isolarlo rispetto a tutti gli altri canali di comunicazione? Usando i parametri UTM.

In questo articolo ti spiegherò cosa sono e come usarli per tracciare il traffico verso il tuo sito web, proveniente dal podcast.

Tracciamento dei dati: a cosa serve

Se hai un sito web e questo è anche il tuo canale di conversione diretta, è importante capire anche quali sono le fonti di traffico in entrata, ovvero è importante capire da dove le persone arrivano verso il nostro sito web.

Il traffico in entrata potrebbe arrivare da:

  • motori di ricerca, magari in risposta a una query di ricerca
  • dai social, se hai condiviso link diretti verso il tuo sito
  • newsletter
  • campagna di advertising.

Ma in che misura ciascun canale di comunicazione contribuisce al traffico in entrata verso il nostro sito? Quali pagine visitano gli utenti? Sono tutti aspetti importanti da conoscere perché ci consentono di misurare l’efficacia della nostra strategia di marketing e monitorare le aree di miglioramento.

Google Analytics per tracciare i dati

A questo proposito, Google Analytics (G.A.) è uno strumento potentissimo, anzi direi LO strumento di analisi per eccellenza: è gratuito ed è messo a disposizione da Google per monitorare il proprio sito web. Ti consente di analizzare tutte le tue fonti di traffico e il comportamento degli utenti. 

Infatti sulla base di alcune logiche di aggregazione, G.A. classifica in modo schematico la provenienza del traffico, permettendoti di analizzarli in modo mirato. 

Può capitare che G.A. non riesca a determinare in modo corretto alcune fonti di traffico o non abbia elementi sufficienti per classificarle e quindi alcune informazioni confluiscono tutte in una voce di traffico indiretto che, di fatto, fa perdere la capillarità delle analisi.

Tra questi dati “non censiti” potrebbero esserci anche quelli provenienti dal podcast, ovvero dai link inseriti nelle descrizioni del podcast. 

Ti ho già parlato dell’importanza delle descrizioni degli episodi del podcast sia per il posizionamento sui motori di ricerca, sia per il coinvolgimento degli ascoltatori, che per canalizzare il traffico verso i tuoi canali di conversione diretta.

Il podcast infatti è un ottimo strumento per raggiungere un pubblico in target e fidelizzarlo. Ma poi per poter convertire concretamente quegli ascolti in qualcosa di più, è necessario convogliare gli ascoltatori verso un sito web o un altro canale.

Tutto questo è possibile farlo, appunto, attraverso i link diretti inseriti nelle descrizioni.

Ora, e qui arriviamo al fulcro dell’argomento di oggi: come si fa a isolare l’impatto di queste fonti di traffico e monitorarne l’efficacia?

Parametri UTM: cosa sono

I parametri UTM non sono altro che tag, o pezzettini di codice che, se aggiunti alla URL da monitorare, consentono di tracciare in maniera corretta la provenienza del traffico web.

Infatti gli UTM sono spesso usati per monitorare le singole campagne di advertising. Per individuare quali specifici annunci portano maggiori conversioni e quali campagne invece presentano scarse performance.

Se non mastichi molto questo tipo di informazioni, ti aiuto facendoti un esempio semplice.

Immagina di attivare due campagne di advertising su Facebook con parametri diversi tra loro (ad esempio per grafica o copy differenti, oppure gruppi di target diversi), che puntano entrambe sulla stessa pagina web del tuo sito. 

Su GA, il traffico proveniente da queste campagne sarà identificato tutto come fonte Facebook, senza la spaccatura per singola campagna. Come fai a sapere quale delle due campagne ti ha portato più traffico? Qui intervengono i tag UTM che ti consentono di personalizzare la URL e isolare il traffico di ogni singola campagna.

Questo in sostanza il loro funzionamento.

In modo simile, i parametri UTM possono essere usati anche per tracciare il traffico web proveniente dagli ascoltatori del podcast. In che modo? Come si creano QUESTI parametri?

Impostare i parametri UTM per il podcast

Lo strumento gratuito più comunemente usato per impostare gli UTM, si chiama Campaing URL Builder.

Funziona in modo semplice perché è una struttura guidata attraverso la compilazione di un modulo online. Ti basta inserire l’URL della pagina web che vuoi monitorare e aggiungere le informazioni inerenti la fonte di traffico alla quale collegarla. 

Una volta che hai compilato questo modulo, lo strumento ti genera una nuova URL che tu potrai copiare e incollare nelle note degli episodi in corrispondenza della pagina web che stai comunicando agli ascoltatori.

Facciamo un esempio. Se volessi tracciare il traffico web di uno dei miei articoli di blog e inserire il link nelle note dell’episodio corrispondente, dovrò copiare la URL originale e inserirla nel modulo come primo elemento. Dopodiché dovrò identificare gli estremi della destinazione del link.

Nell’immagine qui sotto vedi un esempio di compilazione.

Come vedi, alcuni campi sono contrassegnati da un asterisco perché obbligatori. Altri invece sono opzionali e puoi compilarli se li reputi applicabili al tuo caso. Sembra tutto complicato ma, una volta capito il meccanismo è super semplice. 

Il toocreerà un link personalizzato, come puoi vedere nell’immagine sottostante, che sarà tracciato da GA in modo corretto e separato dalle altre fonti di traffico. Questo ti permetterà di capire quanti utenti hanno visitato il tuo sito web provenendo proprio dal podcast. 

Il consiglio che posso darti è di usare uno standard per tracciare il traffico proveniente dal podcast. Raccogli i dati dei tracciamenti in un foglio excel per costruire e mantenere un format chiaro.

È un lavoro aggiuntivo da fare, non lo nego. Ma se vuoi sapere quanto il podcast incide sul tuo traffico web e capire se sta funzionando come strumento di marketing, è tempo ben speso. 

Come dico sempre, non sono gli ascolti il parametro per capire se il tuo podcast sta avendo successo. Gli ascolti sono una condizione necessaria per raggiungere i tuoi obiettivi. Ma il vero successo si misura in KPI.

Sapere che azioni compiono gli ascoltatori dopo averti ascoltato, ti aiuterà a capire se il podcast sta portando valore al tuo business e sta funzionando come canale di comunicazione.

Il tracciamento dei dati è un ottimo modo per canalizzare queste informazioni ed è gratuito.


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Qualche settimana fa, quando ho letto la storia di Tim Ferriss che dal suo blog ha fatto nascere uno show podcast da milioni di ascolti, mi sono convinta ancora di più delle potenzialità di questo mezzo di comunicazione. Creare un podcast per blogger non solo è possibile, ma è addirittura un boost per la propria presenza online. Certo, di Tim Ferriss ce n’è uno solo ma il punto è un altro. Anche i professionisti del web copywriting possono usare il podcast per promuovere il proprio personal branding, differenziandosi da un mercato già saturo e intercettando un nuovo pubblico, diverso dai lettori. Infatti, i contenuti audio soddisfano un bisogno utente sempre più consistente: ottimizzare il tempo. Essendo il podcast uno strumento nomadico, chi ti ascolta può imparare, informarsi e divertirsi mentre svolge altre attività. Apre quindi le porte dei tuoi contenuti anche a chi dedica poco tempo alla lettura ma ti ascolterebbe volentieri mentre porta a passeggio il cane. 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Gli ingredienti sono tanti: immagina di essere lì con lui, portalo a esplorare le strade, svelagli un aneddoto legato a un luogo, riscopri un momento storico che ha reso glorioso una piazza o un monumento, aggiungi una musica di sottofondo che richiama quell’epoca.Intervistare persone del luogo per raccontare la vita del posto dalla voce di chi ci vive.Promuovere un turismo di nicchia insieme a enti locali.Raccontare il viaggio per come lo hai vissuto tu, portando l’ascoltatore a vedere gli angoli nascosti, scoprire la cucina e la gente del luogo, lasciando che immagini ciò che non può vedere con i suoi occhi. Solo alcuni esempi di ciò che si può realizzare con un podcast per travel blogger. Non c’è limite alla fantasia. Puoi mettere a frutto la tua esperienza, creatività e voglia di sperimentare. Anche se l’audio si ascolta in cuffia e, per lo più da soli, crea prossimità: ascolto e immagino di essere proprio lì, nel luogo di cui parla il podcast. Lo vedo di fronte a me. 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Partendo dalla proposta più semplice fino alle porte alla tua creatività, ti do qualche idea podcast: Audio ricette: un concept semplice ma non scontato, se consideri che non tutti possono leggere una ricetta e sarebbe tutto più facile se qualcuno ti guidasse mentre ti destreggi tra pentole e fornelli. Con la tua voce, sarà come cucinare insieme.Dalla ricetta alla storia: intersecare blog e podcast lasciando le ricette sui post e portare il lettore ad ascoltare la storia di quel piatto, le radici, la cultura, il tuo tocco magico.Collaborazioni: creare puntate con altri food blogger, chef, produttori enogastronomici per avvalorare e arricchire ciò di cui parli nel tuo blog. Raccontare i libri con l’audio Conosco delle bravissime book blogger che con i loro testi scritti riescono a recensire saggi e manuali, all’apparenza emotivamente poco coinvolgenti, con grande maestria. Ispirano, incuriosiscono, invogliano i propri lettori ad avvicinarsi a quel libro. Se questo è il potere che può nascere dalla loro penna, pensate quanto possa esserlo la loro voce. Raccontare i libri con l’audio potrebbe andare oltre la semplice recensione. Ti faccio qualche esempio di podcast per book blogger: intervistare gli autori: conoscere un libro dalla voce di chi l’ha scritto è sempre emozionante. Si scoprono i retroscena, gli antefatti, le vicissitudini e dai l’opportunità al tuo lettore di ascoltare “dal vivo” chi ha scritto quel testo. L’intervista dà sempre un vantaggio in termini di visibilità: le audience, tue e dell’autore, si mischiano e si ampliano, portando traffico aggiuntivo sia al tuo blog che al tuo podcast.Creare un salotto letterario da ascoltare: commentare un libro insieme a qualcun altro citando passaggi significativi che vi hanno colpito, inserirlo in un contesto storico, raccontare le proprie esperienza di lettura e unire il tutto dal sound giusto per quel genere letterario.Mixare libri e passioni: se oltre ai libri hai altri interessi, potresti accostare una recensione ad nuovi contesti come viaggi, musica, stili di vita, cultura; una divagazione piacevole e molto creativa. Come inserire il podcast sul blog Integrare un file audio nel blog è semplicissimo. Gli host e le piattaforme di ascolto consentono l’embedding dell’intera serie o di un singolo episodio nei backend dei CMS più conosciuti, come WordPress. Basterà recuperare il link o lo shortcode del podcast. In questo modo farai cross marketing e faciliterai l’ascolto e la discovery del podcast stesso. Da una parte, chi non è abituato a fruire di podcast dalle app dedicate, può ascoltarlo direttamente dal tuo sito web. Dall’altra chi scopre il podcast dalle piattaforme di ascolto, potrebbe arrivare al tuo blog grazie ai link che inserisci nelle note degli episodi. Se hai già una community consolidata sul tuo blog, sarà facile far scoprire ai lettori il tuo podcast. E, viceversa, convogliare un nuovo traffico al tuo sito dalle piattaforme di ascolto. Conclusioni Da sempre penso che creare relazioni autentiche e ampliare i propri orizzonti comunicativi siano la chiave per crescere e sviluppare la propria presenza online. Non c’è mai un solo e unico canale in grado di farci raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati. È il contributo di più giocatori a rendere vincente una partita. Il podcast è uno dei giocatori in campo con caratteristiche e peculiarità distintive che non possiedono altri mezzi. Ci avvicina alle persone e apre nuove strade. Per questo si affianca molto bene all’interno della strategia di marketing di aziende e liberi professionisti. Pensa ai contenuti come a un modo per affermare la tua identità: più sarai vicino alle persone, più aumenterà il ricordo di te nella loro mente. Hai già pensato a come integrare il podcast nella tua strategia marketing? Se questo articolo ti ha incuriosito e vuoi approfondire l’argomento, contattami. Sarò lieta di aiutarti a sviluppare la tua idea e farti entrare nel mondo del podcasting. Ester MemeoPodcast Coach e Producer. Curiosa tanto per cominciare, ma anche volitiva e tenace. Motociclista per passione, milanese per nascita. Ha stravolto la sua carriera aziendale per dare vita a un suo progetto personale che poi è diventato molto altro. Oggi il podcast è il suo lavoro e aiuta chi inizia da zero a realizzare il suo progetto. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
C’è una frase che dico spesso: “dietro ogni porta c’è tutto quello che ancora non sai di essere“. È questo il mio perché. Oltrepassare la soglia per vedere quali altri talenti possiamo scoprire di avere. Se solo una manciata di anni fa mi avessero detto che avrei iniziato a fare podcast non ci avrei creduto. Il mondo della comunicazione e del marketing mi ha sempre affascinata ma il mio percorso di studi, in realtà, aveva preso una strada totalmente diversa. E anche le mie iniziali scelte professionali: numeri, budget, analisi di bilancio, business plan, tutte cose che con le parole e i suoni avevano poca o nessuna affinità. Spesso mi domandavo se ciò che stavo facendo era davvero quello che avrei voluto (e potuto!) fare per tutto il resto della mia vita. La risposta era sempre no, ma non trovato l’ispirazione giusta per cambiare. In quei momenti di riflessione ripensavo alla fatidica domanda “come ti vedi tra 10 anni” ma, lo ammetto, non avevo alcuna risposta. Sono una persona curiosa e mi piace acquisire nuove competenze, cimentarmi in qualcosa di diverso. Ho bisogno di continui stimoli per trovare l’entusiasmo in ciò che faccio. Per molti il cambiamento è sinonimo di indecisione. Io lo reputo una fonte di rinnovamento. Il mio perché Perché fare podcast? Finché non ho varcato io stessa la soglia del mio “mondo ordinario”, non sapevo di poter realizzare qualcosa di più di quanto già stavo facendo. Avrei voluto scrivere un libro di racconti (in realtà è un sogno che non ho mai abbandonato e, chissà, magari un giorno…) perché la scrittura mi è sempre piaciuta, fin da ragazza. A scuola amavo tutte le materie umanistiche e a detta delle insegnanti ero anche piuttosto portata. Poi dall’adolescenza e per buona parte della mia vita, misi da parte la scrittura senza neanche rendermene conto. Mio padre voleva che mi dedicassi a cose “più concrete”, qualcosa che potesse diventare un lavoro vero e mantenermi una volta adulta. Avrei voluto studiare comunicazione o lettere e invece studiai economia. Ero anche brava e finì per piacermi. Almeno fino a che non scattò qualcos’altro. Il bisogno di scrivere tornò a sorprendermi come un vecchio pacco ritrovato in soffitta di cui non ricordavo l’esistenza. Una volta aperto, non riuscii a richiuderlo. Per questo mi rimisi a studiare e scelsi un master in comunicazione e marketing. Poi scoprii i podcast e mi resi conto che erano un’affascinante “tres d’union” tra scrittura e musica. Le storie sapientemente narrate con un’atmosfera sonora di accompagnamento, mi rapivano. Ricominciai a scrivere taccuini di pensieri, a riscoprire ciò che credevo di non possedere più. E volevo dirlo al mondo, con la mia voce. Fare un podcast coniugava scrittura e creatività, voce e musica. Volevo comunicare ed essere ascoltata, trasformarmi, creare qualcosa che ritenevo concreto per me, distinguermi. Quello è stato il mio “varcare la soglia“. “Cambiare cappello significa cambiare idee, avere un’altra visione del mondo”C.G. Jung I miei valori, la mia identità Il simbolo che mi identifica è la farfalla, come il logo stilizzato che racchiude la mia identità. Questi sono i valori che associo a questo elemento e che mi rappresentano. Cambiamento Evolvo e miglioro a contatto con le persone con cui lavoro, professionisti nel loro ambito che mi fanno entrare nel loro mondo per poi poterlo raccontare, cambiando prospettiva ma mantenendo la loro autenticità e identità. Libertà La libertà può essere conquistata solo a patto di sapersi sciogliere dai conformismi e dal coraggio di guardare oltre. Il mio lavoro è legato alla creatività, alle idee. E le idee nascono dove si ha la forza di pensare in modo differente, di sperimentare qualcosa di nuovo. Con il podcast si apre un nuovo modo di comunicare. Diversità Del mio lavoro amo la personalità di ciascuna storia, le sfumature che la rendono unica. È l’elemento distintivo che esalta la propria identità. Come ho iniziato a fare podcast Non amo improvvisare e prima di fare una cosa voglio studiarla, comprenderla. Il podcast mi affascinava per l’intimità che trasmetteva e la possibilità di mettere a frutto la propria creatività, vederne il risultato finale. Ma era un mondo sconosciuto come alla maggior parte delle persone. Così mi iscrissi a un corso di podcasting e poi a un altro e un altro ancora fino a conoscere le dinamiche che ci sono dietro la creazione di un progetto complesso. La mia formazione continua tuttora perché questo media è in costante evoluzione. Le conoscenze di copywriting e di narrazione mi hanno aiutata nella stesura dei testi del mio primo podcast. Ho sperimentato il viaggio dell’eroe in una storia autobiografica senza veli. Mi sono cimentata con l’editing della voce e con il sound design adatto a ciò che volevo esprimere. Mi sono scoperta, a me stessa e al mondo. Quel progetto è stato un nuovo inizio. Il desiderio di cambiare era più forte della paura di sbagliare. Da ascoltatrice e poi da podcaster, compresi il potenziale comunicativo del podcast e lo rapportai a tutte le tecniche di marketing che già adottavo. Era di gran lunga il modo più interessante per avvicinare le persone e creare una relazione. Dunque perché fermarmi a un solo podcast? Con il secondo mi spinsi oltre, e fu branded podcast. Come superare le difficoltà di fare podcast È senza dubbio complesso fare un podcast, richiede diverse abilità e tanta organizzazione. Non solo, richiede pianificazione, visione strategica, analisi del mercato, progettualità, specie se lo scopo è usarlo per promuovere il proprio business. Ma spesso l’ostacolo più grande siamo noi e ci facciamo prendere dalle paure che accomunano chi vuole iniziare a fare un podcast. All’inizio ignoravo tutto questo e se non fosse stato per la formazione e la consulenza podcast a cui mi sono affidata, mi sarei arresa prima del previsto. A volerla dire tutta, avevo grande motivazione ma brancolavo nel buio. Come Podcast Coach e Producer vorrei portarti a varcare quella soglia e scoprire ciò che ancora non sai di poter realizzare, riscoprire un modo nuovo di comunicare che tu sia libero professionista o azienda. Con la consulenza podcast ti aiuto a creare il tuo progetto con il piede giusto, anche se parti da zero. Sono diventata freelance per scelta, lasciando un impiego a tempo indeterminato, perché credo nella libertà di esprimere ciò che siamo. Per i brand che hanno voglia di innescare un cambiamento nella loro comunicazione, di andare oltre la solita storia, io ci sono. Vuoi far parte di questo cambiamento? Se hai qualche curiosità e vuoi conoscermi meglio, sono qui! Scrivimi a contattami@estermemeo.it e sarò lieta di risponderti. Ti aspetto! Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati [...] Read more...
Home » Podcast » Parametri UTM: come tracciare il traffico web proveniente dal podcast Le descrizioni degli episodi podcast sono spesso trascurate. A volte le si scrivono con poca attenzione, a volte non sono nemmeno presenti. Questo è un vero peccato, perché le descrizioni di un podcast sono uno strumento potente per attirare l’attenzione degli ascoltatori, aumentare l’engagement e, cosa più importante, per migliorare il proprio posizionamento sui motori di ricerca. In questo articolo ti spiegherò a cosa servono, cosa devono contenere e come utilizzarle per ottenere il massimo dei risultati. A cosa servono le descrizioni del podcast “A cosa servono le descrizioni episodi del podcast se poi nessuno le legge?”Una volta mi sono sentita rivolgere questa domanda. Mi sono stupita di questa generalizzazione. Si dava per scontato che le persone non leggono le descrizioni dei podcast né tanto meno quelle dei singoli episodi. “Forse non leggono quelle poco interessanti o poco utili” ho risposto. In ogni caso, questo non è un buon motivo per non scriverle, né tanto meno per non scriverle bene. Vorrebbe dire non sfruttare questo elemento descrittivo per ingaggiare l’utente e ottimizzare i risultati ottenibili dal podcast. A maggior ragione se il podcast è il tuo strumento di marketing. Dunque le note descrittive degli episodi podcast servono a: Creare engagement Orientare l’ascoltatore Dare accesso a informazioni utili e aggiuntive Migliorare il posizionamento sui motori di ricerca del tuo contenuto e del tuo brand. Insieme al titolo e alla copertina, la descrizione del podcast è uno dei tre elementi visivi che non si devono sbagliare in un podcast. 3 elementi visivi che non puoi sbagliare in un podcast Leggi tutto Il podcast è un contenuto che si fruisce in modo attivo, in seguito a un’attività di ricerca e selezione da parte degli utenti sulle app di ascolto. Se un utente non ci conosce e sta cercando un contenuto da ascoltare sulla base di una categoria di suo interesse, a maggior ragione la prima cosa che farà è leggere le descrizioni per poter decidere cosa ascoltare. Per cui, è ancora più importante sfruttare tutti quegli elementi che si hanno a disposizione per attrarre l’attenzione dei potenziali ascoltatori e dare loro ottime ragioni per ascoltarci. Una volta fatto questo, la seconda finalità delle descrizioni degli episodi di un podcast è quella di orientare l’ascoltatore. Cosa significa orientare l’ascoltatore? Significa dire subito di cosa parlerà quell’episodio per metterlo in condizione di capire velocemente se ci sono argomenti che possono interessare. Descrizioni episodi e meta description: le analogie Possiamo paragonare le descrizioni dei singoli episodi alle meta description di un articolo blog. La meta descrizione è un campo specifico che ti consente di personalizzare una piccola sezione della pagina web, in modo che venga letta dai crawler dei motori di ricerca e apparire poi nella SERP. In pratica è quella breve descrizione che leggiamo sotto i titoli degli articoli che Google ci propone tra i risultati di ricerca e sulla base della quale decidiamo se cliccare o meno su quel contenuto. Facendo questa analogia ho estrapolato dei punti in comune tra le due dimensioni. Una buona meta descrizione deve fornire: la sintesi sull’argomento della pagina di riferimento e un motivo convincente per fare clic sul title tag. Se l’utente legge una parola o un elemento ingaggiante che lo attira e lo porta a soddisfare la sua curiosità, la meta description converte. Il processo avviene in qualche secondo: l’utente scorre i risultati e clicca. E il tutto in uno spazio limitato di massimo 160 caratteri. Quindi si tratta di scrivere descrizioni semplici, sintetiche e efficaci. Nel caso delle descrizioni del podcast non ci sono limiti di spazio simili a quelli della meta description. Gli hosting provider più usati in Italia come Spreaker e Anchor ti permettono di inserire anche 4000 caratteri per ciascuna descrizione. Tuttavia è utile sfruttare questo spazio in modo strategico. Come scrivere una descrizione puntata podcast efficace Le prime righe della descrizione sono le più importanti, esattamente come l’incipit di un articolo blog o come le righe di una meta description. È qui che si concentra l’attenzione dell’ascoltatore e che farà scattare l’interesse o meno sull’episodio. Inoltre, visto che abbiamo citato le meta description, le prime righe della descrizione dell’episodio sono quelle che Google rende visibili sulla SERP quando indicizza i singoli episodi del podcast. Per cui giocati bene queste prime due righe. Per cui non fare giri pindarici sugli argomenti. Concentra in due o tre righe ciò che serve: argomento punti principali domande a cui si darà risposta nell’episodio beneficio per l’ascoltatore riferimenti utili. Se si tratta di un’intervista, inserisci anche il nome dell’ospite e in che veste è parte della puntata.  Ecco le tre caratteristiche di una descrizione episodi podcast efficace: Persuasiva: scritta con un tono attraente ed energico, accattivante, usando parole che convertono per far cliccare sul tuo link. Stuzzicare la curiosità di un potenziale ascoltatore con qualche anticipazione del valore che riceveranno. Soprattutto per ingaggiare chi non è già un tuo ascoltatore. Pertinente: non fuorviante. Non puoi scrivere che parli di mele se poi parli di pere. Non disattendiamo le aspettative dell’utente. Completa: deve contenere tutta una serie di elementi che aiutano l’ascoltatore ad accedere subito a ulteriori informazioni che riguardano il tuo business o argomenti correlati. Cosa devono contenere le descrizioni degli episodi podcast A volte è proprio la mancanza di alcuni dettagli a farci perdere delle opportunità. Dettagli che basterebbe integrare o curare con una maggiore attenzione per migliorare drasticamente certi risultati. Gli elementi che deve contenere una buona descrizione episodio podcast sono: BIO: nome, cognome e ruolo. In poche parole presentati brevemente. Fatti conoscere dalla tua audience. Fai capire di cosa ti occupi e in che veste parli di quell’argomento. Contatti: dove ti possono raggiungere gli ascoltatori? Hai un sito web? Qual è il link? Assicurati di inserirli in modo corretto e che siano cliccabili. Risorse aggiuntive: hai menzionato ulteriori risorse nella puntata a cui l’ascoltatore può accedere? Metti tutti i riferimenti utili (bibliografia, citazioni di fonti, ecc.). Link interni: ci sono puntate o articoli correlati all’argomento che citi nell’episodio in questione? Inserisci i link diretti per aiutare l’utente ad accedervi e approfondire altri argomenti. Riferimenti degli ospiti: hai inserito i contatti di un tuo eventuale ospite? Citalo, presentalo brevemente e spiega in che veste lo hai ospitato. Parole chiave o intenti di ricerca pertinenti all’argomento che hai affrontato. Formattazione chiara e che agevoli la lettura. No muri di testo. Riepilogando: come utilizzare le descrizioni degli episodi podcast per ottenere il massimo dei risultati? Sostanzialmente curando il contenuto della nostra descrizione, non trascurando nessun dettaglio.  Dettagli che riguardano lo stile di scrittura, il tipo di informazioni che inseriamo, i link di riferimento, i contatti e tutto ciò che può servire per convertire l’utente in ascoltatore, e trasformare l’ascoltatore in potenziale cliente.  Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Tutto Montemagno di Marco Montemagno è l’ultimo libro appena uscito! Anzi, no. In realtà non lo trovi ancora in libreria né online. Questa volta lo zio Monty ha deciso di pubblicarlo in anteprima per il suo seguito su 4books. Ecco, essendo un’abbonata, non ho aspettato un secondo a leggerlo (questa è la parte in cui me la tiro un po’ ma permettimelo, per questa volta) e voglio raccontartelo. Questo libro ha lo scopo di riassumere tutti i suoi pensieri, nel corso degli anni, senza avere la pretesa di enunciare verità assolute. Come farebbe lui, vorrei dirti dico subito per chi è questo libro, così puoi decidere non solo se leggere il libro ma anche il mio articolo. Anche se, in cuor mio, io spero proprio che tu rimanga qui ancora per due minuti (giusto il tempo di lettura).  È infatti un libro per chi vuole scegliere una via diversa e puntare su sé stesso. Tema ahimè attuale. L’ahimè è dovuto al fatto che in questo periodo cambiare attività sta diventando per molti una necessità più che una scelta. È anche un libro rivolto a chi vuole esplorare una via parallela, chi magari ha invece un lavoro stabile e ne è felice ma vorrebbe sperimentare e capire cosa offre il mondo del digitale.  Trama di Tutto Montemagno di Marco Montemagno La trama di Tutto Montemagno te la racconto, così come Marco Montemagno l’ha raccontata a me. Esatto, perchè su 4books puoi leggere il libro così come ascoltarlo. Se ti dicessi che la narrazione audio è direttamente dalla voce di Marco, con le sue divagazioni mentre cerca la posizione sulla sua poltrona o guarda fuori i lavori dalla finestra o se la ride perchè è inciampato nella lettura cosa mi diresti? Correresti ad iscriverti per sentirti l’audio credo. È stato come se stesse riscrivendo il libro del libro. Non è una lettura pedissequa, cosa che rende l’audio ancora più coinvolgente e vale già tutto il canone di 4books! Così come piace a Marco Montemagno, questo libro non dev’essere letto necessariamente dall’inizio alla fine. Ci sono al suo interno 8 capitoli che non tengono il filo di un racconto bensì ognuno può essere letto come inizio o fine. Essere approfondito, studiato e riletto in quanto ogni capitolo tratta un argomento: essere, agire, comunicare, comprendere e via dicendo. ” Agire” è il mio preferito in assoluto perché se poi non fai, cosa leggi a fare? La trama di Tutto Montemagno di Marco Montemagno è un filone di insegnamenti su come affrontare il mondo del web, per rilanciarsi e creare una propria attività online. I capitoli sono mini guide per dei temi chiave per iniziare a strutturare ed organizzare la propria attività online (e da remoto): stop agli alibi che ci ritraggono senza tempo e senza soldi;la scelta dei collaboratori: appassionati, capaci di scrivere email concise; comunicare verso informare: oggi tante aziende lanciano comunicati ma pochi messaggi e spesso scelgono male i canali attraverso i quali farlo. Le storie conquistano;cosa significa vendere e come gestire una trattativa (passaggio che mi ha vista appassionata);reali opportunità oggi di lavorare e guadagnare nel mondo digitale;haters e truffe: si, ci sono eccome! Come le gestiamo?ultimo solo in ordine cronologico, innovare. La magia della Mucca Viola. La mia recensione di Tutto Montemagno Inizio la mia recensione di Tutto Montemagno con una domanda che rivolgo a te: “Che differenza vuoi che faccia per lui se domani io e te ci mettiamo in proprio oppure no?” Nessuna, esatto. Credo che quella di Marco sia più un’azione di risveglio delle coscienze. Mettersi in proprio sta diventando un’alternativa che molti devono valutare, coi suoi pro e contro. Il messaggio riguarda la velocità con cui il mondo del lavoro sta cambiando e nel frattempo alcune persone non si sono rese conto che il loro lavoro è già sparito o sta per essere sostituito dalla tecnologia. Pensare di cercare una nuova certezza in un nuovo posto fisso, è di fatto l’unica azione certa che porterà ad avere un futuro instabile.  Attualmente, la più grande garanzia che si possa avere è proprio quella di sviluppare competenze parallele in modo da avere le giuste abilità per cavalcare le onde del mercato del lavoro.  Nel mio caso, caro Monty, sappi che è stata tutta colpa tua. O merito tuo. Tutti i libri che leggevo, sul marketing e la crescita personale, mi stavano mettendo in realtà sul binario del “freelancismo” :-). Quando, inaspettatamente, la mia vita ha subito una di quelle che io chiamo curve a gomito, ho dovuto tirare una riga e decidere in fretta. Continuare o cambiare? Ed ecco che ho messo su quel foglio tutto quello che sapevo e ho capito che non avevo (più) niente da perdere. Ed eccomi qua, scrivere è parte di quel progetto. Detto tra noi Monty, oramai… visto che siamo in ballo… che ne diresti se io scrivessi anche per 4books?!? In definitiva la presa di coscienza ci sta tutta ed è bene tenerla in tasca, pronta all’uso insieme alle nostre competenze T. Gioca d’anticipo come dice Marco e sviluppale oggi. Ti torneranno comunque sempre utili. Chissà che non diventino un’alternativa valida nel momento in cui riesci ad unirle ad una passione. L’emergenza del 2020 ha radicalmente modificato il nostro modo di lavorare e di questi cambiamenti dobbiamo prenderne atto. Alcuni di questi tuttavia potrebbero essere le anticamere di nuove opportunità.  In uno schioccare di dita, lo smart working, che sembrava appannaggio solo di alcuni big player del mercato, è diventato ordinario. È la nuova modalità agile di lavorare.  La domanda che più mi ha fatto riflettere è che lascio qui aperta, nel finale di questa recensione è la seguente: “saresti pronto a scommettere che eventi simili al Covid non succederanno più?”. Frasi indimenticabili di Tutto Montemagno  “Non abbiamo il controllo assoluto su ogni variabile, ma possiamo gestire le più importanti: dedizione, studio, vocazione”. “Quando apri un libro cosa ti aspetti? Vuoi immagazzinare informazioni o vuoi sentirti diverso quando avrai finito il libro?”. “Non siamo mai stati allenati a pensare in modo intraprendente”. Letture e podcast consigliati Se ti piace lo stile coinvolgente e analitico di Marco Montemagno, non puoi perderti “Lavorability” che racconta delle 10 abilità da sviluppare per tenere il passo con il mondo del lavoro che cambia. Sempre di Marco, il mio consiglio va su “Codice Montemagno”, una guida per diventare imprenditore di te stesso nel mondo del digital.  Un altro caso studio degno di nota nel mondo digital è Salvatore Aranzulla. Nel suo libro “Il metodo Aranzulla” ci racconta la sua esperienza. Non è solo la storia di successo di chi ha saputo sfruttare le potenzialità del web per reinventarsi ma di chi l’ha fatto, trasformando la propria passione per l’informatica in un’impresa redditizia, tra le più seguite in Italia. Un podcast che ha attirato la mia curiosità è Entreprneur on Fire che ad oggi conta oltre 2.000 episodi tra cui le interviste del lunedì ad un imprenditore di successo. Tra quelli già intervistati vi sono Tony Robbins e Tim Ferriss. Compito di ognuno di loro è condividere il momento memorabile e il più grande fallimento della loro carriera, dando delle risorse utili agli ascoltatori, imprenditori in erba. Francesca LucenteInnamorata della mia famiglia, del digital marketing e dei libri. Bookblogger per passione. Attraverso il mio blog sulla lettura voglio diffondere l’amore per la cultura, i libri e la formazione. I miei valori sono la condivisione e la collaborazione, soprattutto fra donne. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast » Parametri UTM: come tracciare il traffico web proveniente dal podcast Alcune competenze chiave sono necessarie per fare un podcast e non avrebbe senso dire il contrario. Per questo motivo a volte dico che “il podcast non è per tutti“. Ciò non vuole etichettarlo come un mezzo di comunicazione esclusivo, complesso o costoso. Anche se alcune competenze tecniche sono indispensabili, le competenze chiave a cui mi riferisco sono altre. Te ne parlo nella puntata 5 di Podcast per il Business e in questo articolo. Una premessa su competenze e mindset Riconosco di aver lanciato una provocazione fino a qui. Segui però il mio ragionamento, per favore. Tralasciando la questione del talento innato o delle risorse economiche più o meno ingenti che alcuni progetti richiedono, credo che il podcast possa apparire come un mezzo piuttosto democratico.  È infatti vero che si possono creare contenuti interessanti e coinvolgenti anche con una limitata conoscenza tecnica e con un investimento contenuto. Il mio obiettivo, durante la puntata numero 5, non è giudicare o emanare sentenze. Tutt’altro. È quello di indurre a riflettere e chiedersi “Il podcast fa anche per me?”.   Dalla mia esperienza posso dirti che l’efficacia di un progetto non è data solo dagli strumenti o dalle competenze tecniche che metti in campo (come ad esempio saper usare bene le attrezzature, saper costruire una narrazione, sapersi occupare di un montaggio audio o creare una strategia di comunicazione). C’è qualcos’altro. Serve quello che io definisco il giusto approccio o, come lo definiscono quelli bravi: il mindset. Il podcast è una forma di comunicazione molto attiva, che coinvolge intimamente le persone. Con la nostra voce entriamo letteralmente nelle orecchie del nostro ascoltatore e trasmettiamo delle emozioni.  Chi dall’altra parte ci ascolta, riceve delle suggestioni. Sai, un podcast potrebbe essere impeccabile in quanto tecnicamente perfetto, magari con un sound design ricercato… Vogliamo metterci anche una dizione professionale? Va bene, ma mancherebbe quella che io chiamo l’essenza. Chi per primo deve essere coinvolto non è il pubblico che ascolta. Deve esserlo in prima persona chi vuole fare un podcast. Potrebbe sembrarti una cosa ovvia, lo so. Eppure nella realtà non lo è affatto. Quali sono dunque le competenze chiave di cui parlo? Diventare un ascoltatore.Avere voglia di condividere. Diventare un ascoltatore  Lo so che oggi sono in vena di domande e tu invece cerchi delle risposte. Voglio farti sapere, però, che quando ricevo una richiesta di collaborazione da parte di qualcuno interessato a creare un proprio podcast, la prima cosa che chiedo è: “Che tipo di podcast ascolti?”. Mi aiuta a inquadrare il genere, lo stile di comunicazione che trova coinvolgente. Al contempo, talvolta succede che la risposta sia: “No, non ascolto podcast. Mai ascoltato uno”.  Non che tutti debbano amare i podcast, tuttavia mi chiedo: un aspirante scrittore può dichiarare di non aver mai letto un singolo libro?  È difficile fare un podcast e coinvolgere gli ascoltatori se per primi non ne siamo fruitori. Secondo te, può questa persona crederci a sufficienza affinché anche il pubblico creda in lui/lei?  Se hai avuto modo di ascoltare la puntata 4 di Podcast per il Business, ho avuto l’opportunità di intervistare Elena Bizzotto, autrice di ben 4 podcast! Lei ha deciso di investire nel proprio personal branding attraverso il podcast, proprio perché era un’ascoltatrice seriale. Si era innamorata del podcast a tal punto da volerlo utilizzare in prima persona. [Intanto ti lascio qui anche l’articolo della puntata 4 😉] Ecco quella che per me è la prima competenza da sviluppare se già non ce l’hai: ascoltare podcast. Si tratta di una competenza chiave perché ci permette di: immergerci in quella dimensionescoprire a cosa ci sentiamo affiniriconoscere ciò che non ci piaceconoscere cosa c’è già sul mercatolasciarci contaminare da stili differenti. Quando ho iniziato ad interessarmi di podcasting, ero già un’ascoltatrice seriale. Mi piaceva ascoltare le storie, mi piaceva imparare cose nuove sul marketing, seguire le notizie di attualità. Ricordo di aver passato un’intera vacanza studio ad ascoltare podcast di ogni genere. Ed è stato in quel momento che ho iniziato a capire quanto potente fosse il dialogo “a tu per tu”. Nella mia vita erano entrate persone nuove attraverso l’ascolto, che avevo voglia di conoscere, ascoltare e da cui imparare. Soprattutto avevo voglia di fare altrettanto. Quella è stata la leva che ha fatto scattare in me l’interesse di diventare a mia volta podcaster. A stare dall’altra parte del microfono. L’ascolto fa parte del mindset, dell’approccio di chi ne è per primo fruitore. Non credi? C’è un’altra competenza che a mio avviso è fondamentale.  Avere voglia di condividere Sì, parlo esattamente del desiderio di condividere, di donare agli altri qualcosa. C’è una frase che mio padre mi diceva sempre: “Dall’abbondanza del cuore, la bocca parla”.  Beh, nel caso del podcast è letteralmente così. Quando sei appassionato di qualcosa, sei tu stesso trascinato dal tuo entusiasmo e non vedi l’ora di raccontarlo a qualcuno. Ti sei mai trovato in questa situazione? Avrai notato come e quanto sei riuscito a trasmetterlo agli altri. L’entusiasmo è contagioso! Qui si vede realmente la differenza tra chi usa il podcast per seguire una moda e chi vuole farlo perché ci crede.  Sai, nessuno ci obbliga a fare un podcast. Possiamo benissimo continuare a scrivere blog post bellissimi o messaggi sui social.  Metterci la voce però è diverso. Un po’ più intimo, a modo suo, del metterci la faccia. Ammetto di essere di parte affermando ciò. Non tanto perché sono una Podcast Producer & Coach, bensì perché amo lavorare con persone che credono per primi in ciò che vogliono realizzare.  In definitiva, quindi, quando si hanno queste due competenze chiave: essere ascoltatori innamorati del podcast;essere entusiasti di condividere con gli altri qualcosa in cui crediamo; le competenze tecniche che mancano si possono acquisire nel tempo.  Puoi seguire un corso, dei tutorial oppure puoi rivolgerti a un Podcast Coach che ti aiuti nel tuo progetto. Tutto a quel punto avrà un altro sapore.  Dunque, se stai pensando di avviare un tuo progetto audio, prima di buttartici a capofitto, prova a chiederti perché vuoi davvero farlo.  Qualunque sia la tua risposta, sono felice di averti dato uno spunto di riflessione. E se vuoi seguirmi per altre tips, ci vediamo su Linkedin e su Instagram. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast » Parametri UTM: come tracciare il traffico web proveniente dal podcast Il corso di podcast marketing Da Zero a Podcast ha questo obiettivo: insegnarti a progettare un podcast che possa diventare l’asset strategico del tuo business. Che tu sia imprenditore o libero professionista o marketer, con questo corso metti le basi per integrare la comunicazione audio nella tua strategia di marketing a supporto del tuo brand. Non è l’ennesimo corso di podcasting che puoi trovare online. Da Zero a Podcast punta all’uso del podcast come strumento di marketing, aiutandoti a definire contenuti che rafforzino il tuo posizionamento. È completo: parti dal mindset, costruisci il progetto, definisci il piano d’opera, impari a usare la voce e a scrivere contenuti adatti all’audio. E porti tutto questo alle orecchie dei tuoi ascoltatori imparando a mettere in piedi un piano promozionale adatto al tuo contesto. Perché un corso di podcast per il business Negli ultimi due anni il mondo del podcasting in Italia è cresciuto parecchio. Il numero di ascoltatori è aumentato, il numero di produzioni è cresciuto, ma soprattutto è cresciuta la qualità dei podcast, sia come contenuto che come esperienza di ascolto. Molte aziende e molti liberi professionisti hanno colto il grande potenziale del podcast come strumento di marketing e iniziano ad avvicinarsi ad esso con grande interesse. Dopotutto si presta molto bene per fare divulgazione, formazione e intrattenimento offrendo al pubblico un’esperienza di fruizione completamente nuova rispetto agli altri canali. Se stai leggendo questo articolo, probabilmente sei interessato a saperne di più. Tuttavia, non basta solo saper creare un podcast. Perché sia efficace per il tuo business è importante che sia progettato sulla base delle tue specifiche esigenze in termini di obiettivi, target, KPI, risorse e budget. Non solo, deve poter contribuire al tuo posizionamento, amplificare l’efficacia degli altri tuoi canali di comunicazione in modo da creare una sinergia vincente. In tal caso, sappi che avrai bisogno di creare un podcast professionale che sia coerente con la tua strategia di comunicazione e avvicini il pubblico giusto.  Su queste premesse nasce il corso di podcast marketing Da Zero a Podcast, che ti aiuterà a sviluppare il prodotto audio giusto per il tuo brand. Chi sarà la tua docente La tua docente sarò io, Ester Memeo. Ho ideato e preparato personalmente tutti i contenuti del corso. In qualità di Podcast Coach e Producer specializzata in podcast per il business lavoro già con liberi professionisti e aziende nella creazione di podcast professionali e nella creazione di strategie di marketing audio. Lavoro e collaboro con importanti brand e agenzie di comunicazione. Uso un approccio strutturato che coniuga progettazione, creatività e marketing, frutto del mix di competenze acquisite in oltre vent’anni di lavoro in aziende multinazionali. Mi sono specializzata in Digital Project Marketing e applico queste conoscenze per sviluppare contenuti audio mirati alla promozione del proprio brand. Sono autrice del podcast Podcast per il Business e co-autrice del libro Come fare Podcast in Biblioteca edito da Editrice Bibliografica. Nel 2022 ho presentato la sezione live del Festival del Podcasting di cui sono anche parte dello staff organizzativo.  Nel corso porto tutta la mia esperienza e competenza unita a un’accurata selezione per i moduli di focus e approfondimento che accrescono il valore dei contenuti stessi. Com’è strutturato il corso podcast Nella versione più completa, il corso di podcast online è composto da 12 moduli complessivi suddivisi in 130 lezioni video, oltre a 7 audio interviste fatte a professionisti esperti su temi attinenti il podcasting. A completare il tutto workbook e materiale pdf di supporto per esercitarsi e lavorare al proprio progetto.  Il video corso segue un approccio metodico e strutturato per fornirti tutti gli strumenti necessari per partire da zero a progettare il tuo podcast. Sono oltre 13 ore di formazione che spaziano dalla strategia fino alla promozione e monetizzazione. Ogni modulo è focalizzato su una specifica area del podcast: definizione della strategia piano di progettazione e struttura del podcast produzione dei contenuti testuali per l’audio uso della voce ed esposizione al microfono uso e scelta degli strumenti piano promozionale strumenti di monetizzazione. Il programma Il programma include anche un focus specifico su: SEO e Podcast, per migliorare il posizionamento dei tuoi contenuti sui motori di ricerca un modulo dedicato all’uso di Reaper, un software professionale di editing audio un modulo per imparare a creare un set professionale low budget per creare i tuoi video podcast.  Il tutto in lezioni video che puoi seguire da qualunque device, tutte le volte che vuoi. E per completare la proposta formativa, troverai anche 7 audio interviste a professionisti esperti per approfondire tematiche come: diritto d’autore e aspetti legali gestione delle interviste in modo professionale uso dell’advertising per promuovere il podcast come creare un libro partendo dal podcast e due casi studio su: come promuoversi usando LinkedIn con l’autore di LinkedIn Mindset, Luca Bozzato come usare il podcast per lanciare un proprio servizio con l’autrice di Diventare Wedding Planner, Elisabetta Bilei. Cosa saprai fare dopo il corso Da Zero a Podcast è pensato soprattutto per aiutarti a creare un prodotto di marketing e a progettarlo in funzione della tua dimensione professionale. Non è un tutorial prettamente tecnico, perché non basterebbero tredici ore di formazione per diventare esperti di editing e montaggio audio. Al suo interno, tuttavia, troverai due moduli sull’uso degli strumenti: per poter scegliere l’attrezzatura giusta e imparare a fare un semplice montaggio audio usando Reaper come Digital Audio Workstation.  Ecco quali sono le attività che imparerai seguendo il corso Da Zero a Podcast: Costruire da zero la strategia per il podcast adatta al tuo business Creare un progetto sostenibile e in linea con gli obiettivi di marketing Sviluppare l’idea e creare l’intera struttura del podcast Impostare un piano editoriale in ottica SEO Scrivere contenuti adatti all’audio Usare le tecniche per parlare al microfono Analizzare dati e statistiche Registrare e montare un file audio da caricare online Gestire le interviste in modo professionale Districarti tra gli aspetti legali in tema di copyright Creare un set low budget per video podcast Scegliere la strumentazione Promozione e monetizzazione del podcast. Insomma strategia e pratica per sviluppare il tuo primo podcast marketing.  Come ottenere il corso di podcast marketing Trovi tutto il programma, i dettagli e le specifiche del corso in questa pagina dedicata dove potrai scegliere uno dei 3 livelli proposti: Livello Start: i primi 9 moduli del corso con tutte le basi per creare e pubblicare il tuo podcast Livello Pro: tutti e 12 i moduli del corso oltre a 7 audio interviste Livello Top: tutti i contenuti del modulo Pro oltre a due ore di consulenza one-to-one con me e l’accesso al gruppo Telegram riservato ai miei studenti per tutto il 2023. Convenzioni Se sei socio Assipod, Associazione Italiana Podcasting, allora ti farà piacere sapere che a te è riservata una convenzione speciale. In questo caso, scrivimi direttamente e ti darò tutte le informazioni per ottenere l’offerta a te riservata. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast » Parametri UTM: come tracciare il traffico web proveniente dal podcast La value proposition è forse l’aspetto di comunicazione marketing più importante per il tuo business. In essa sono contenuti tutti gli elementi che determinano in cosa ti differenzi nel mercato e perché i potenziali clienti dovrebbero scegliere te anziché i tuoi competitor. Parte sempre da una vision chiara del tuo business ed è il punto di incontro tra la tua offerta e il pubblico a cui ti rivolgi. È una delle primissime analisi che ogni imprenditore e libero professionista deve fare prima di posizionarsi sul mercato.  Dalla sua definizione derivano di conseguenza le scelte strategiche in termini di comunicazione, relazioni e investimenti. Ciò significa che si riflette in ogni singolo prodotto o servizio che proponi, e a loro volta essi concorrono a concretizzare la tua value proposition.  Il podcast è un prodotto che offri al mercato e perché sia uno strumento di marketing efficace deve avere una sua value proposition chiara ed essere esplicita. A maggior ragione se stai usando il podcast per promuovere il tuo business. In tal caso, la proposta di valore dovrà essere allineata a quella del tuo brand. In questo articolo vedremo insieme il significato di value proposition nel podcast, quali strumenti usare per costruirla e un esempio per capirla bene. Cos’è la value proposition Prima di declinare la definizione nel podcast, partiamo dal concetto generale. Ci servirà per comprendere meglio l’applicazione specifica. Letteralmente, value proposition significa proposta di valore e indica quali sono i benefici che il tuo brand offre ai tuoi clienti. È una vera e propria dichiarazione di intenti che racchiude in sé i punti di forza del tuo brand, gli elementi caratterizzanti e la risposta ai bisogni o ai desideri del tuo target di riferimento. In pratica, spiega in modo sintetico la tua unicità e risponde a quella domanda pungolante, a cui tuttavia devi saper rispondere se hai (o vuoi lanciare) un business:  “Perché una persona dovrebbe acquistare qualcosa proprio da te e non da altri?”. Non importa se hai appena aperto la partita IVA o se sei in attività da tempo. Se non lo hai già fatto, ora è davvero il momento di determinare quale sia la tua promessa di valore. Sappi però che se non hai ben chiara qual è la tua vision, beh… difficilmente potrai farla percepire ai tuoi futuri clienti.  Definire la value proposition richiede un lavoro di analisi e di ricerca, di sé e del proprio mercato. Capire, in sostanza, quali sono i tuoi punti di forza e il tuo elemento differenziante.  Sulla carta sembra una cosa piuttosto semplice da fare, ma ti assicuro che è una delle cose che mette più in crisi quando si inizia a lavorare a un proprio progetto. E sai perché? Perché anche quando siamo consapevoli del nostro valore facciamo una gran fatica a comunicarlo.  Eppure è necessario farlo perché è uno dei fattori più importanti per la conversione. Serve a: far capire immediatamente ai tuoi clienti cosa offri;puntare su ciò che ti differenzia dai tuoi competitor;uscire dalla morsa della “leva del prezzo”;attrarre i clienti “giusti”, che condividono i tuoi valori e probabilmente ti seguiranno nel tempo;incrementare di conseguenza le tue vendite. Per farti capire l’importanza di definire la value proposition, considera questo: la percezione del valore che una persona attribuisce a un prodotto o servizio va sempre oltre le caratteristiche intrinseche degli stessi. È legata ai significati che ad essi conferisce sulla base dei personali bisogni e desideri. Riguarda le emozioni che prova, l’esperienza che vive e l’impatto che quel prodotto o servizio avrà nella sua vita.  Nota: l’impatto che i tuoi prodotti hanno nella vita delle persone… cioè cosa appaga? e in che modo lo fa? Facciamo qualche esempio: sentirsi più al sicuro, più in forma, più esclusivi, avere la sensazione di risparmiare tempo o denaro. Questi sono esempi calzanti delle sensazioni che può evocare una value proposition ben definita. Ora, tenendo a mente tutti questi aspetti, trasliamo la definizione di value proposition nel podcast. Linee guida per scegliere bene il format del podcast Leggi tutto Proposta di valore nel podcast Fin qui tutto bene, ma… se parlo di podcast cambia qualcosa? No. La value proposition del podcast indica in modo chiaro e sintetico qual è il beneficio per l’ascoltatore. È la promessa trasformativa che offri con i tuoi contenuti audio. Include l’essenza del messaggio, il target a cui si rivolge e il motivo per cui dovrebbe ascoltarlo.  Il podcast può essere un ottimo canale di comunicazione per far conoscere il tuo brand. È un prodotto di marketing a tutti gli effetti e, in quanto tale, anch’esso deve avere la sua value proposition. Per quale motivo? Facciamo un gioco: immagina che il podcast sia una prodotto novità esposto in mezzo agli altri sullo scaffale del supermercato. Se il packaging è studiato bene probabilmente catturerà la tua attenzione e poi, se stuzzica il tuo interesse, prima di acquistarlo leggerai tutti i lati della confezione per capire di che si tratta e se è adatto a te. In pratica valuterai la proposta di valore che quel prodotto sta dichiarando. Darai un occhio al prezzo e se per te il valore percepito è superiore, lo acquisterai.  Ora, a parità di tipo di prodotto, perché compreresti o non compreresti proprio quello? È chiaro. Esattamente come succede per qualunque altra cosa in vendita sul mercato, una persona sceglie di ascoltare un podcast quando è chiara la sua proposta di valore. Dunque, ecco cosa succede quando dichiari esplicitamente nel podcast la tua proposta di valore: i tuoi ascoltatori capiscono subito cosa offri;in cosa ti differenzi da altri podcast dello stesso argomento;riesci ad attirare gli ascoltatori giusti;puoi incrementare più facilmente i tuoi ascolti. Ecco perché possiamo dire che definire la tua value proposition è il primo passo per creare un podcast efficace.  Come puoi costruirla e con quali strumenti? Usando anche in questo caso lo stesso metodo applicato per definire la value proposition di un brand. Value proposition canvas Il modello che sta alla base della definizione di una proposta di valore è il Value Proposition Canvas. Si tratta di uno strumento che ti permette di analizzare in modo sintetico i tuoi segmenti di clientela e la tua offerta per trovarne i punti di incontro. Questo schema ti aiuta ad avere una visione d’insieme e focalizzarti su come rispondere ai bisogni dei tuoi clienti. È spesso usato per la definizione di uno dei blocchi del Business Model Canvas in fase di analisi strategica di un business. Vediamo come declinare la versione originale di questo modello per ricavare la value proposition del tuo podcast. Specifico che il metodo che ti propongo è pensato in modo particolare a un podcast marketing di supporto al tuo business. Tuttavia, i principi su cui si basa sono validi per qualunque tipo di podcast. Parti sempre dalle tre sezioni del cerchio, cioè dal profilo dei tuoi potenziali ascoltatori. Questo è un passaggio fondamentale. Il podcast funziona quando mette al centro l’utente, non noi stessi. Per cui tutto ciò che decidi di realizzare va pensato per essere a loro utile, in funzione di bisogni, desideri ed emozioni (paure) che li muovono.  Un suggerimento: parti pensando a chi sono i tuoi attuali clienti, che caratteristiche li accomuna, cosa cercano nei tuoi servizi e cosa acquistano. Dopo di che esplora eventuali profili correlati a cui potresti dedicare il tuo podcast. Nel compilare le sezioni del quadrato, lavora su questi tre aspetti: il modo in cui il messaggio del podcast risponderebbe alle esigenze del tuo pubblico, come la tua specifica esperienza sull’argomento potrebbe fare la differenzache tipo di benefici ne ricaverebbe l’ascoltatore in termini di maggiori vantaggi o minori problemi. Ora traduci in una o due frasi il succo della tua analisi. Immagina la value proposition del podcast come l’elevator pitch del tuo progetto: cosa diresti al tuo potenziale ascoltatore per convincerlo ad ascoltarti? Attenzione, proprio perché si chiama elevator perché dev’essere breve come una corsa in ascensore! Esempio di proposta di valore podcast Per comprendere bene cosa si intende per value proposition di un podcast, prendiamo come esempio il mio Podcast per il Business. Quando ho iniziato a progettarlo volevo che per i miei ascoltatori fosse ben chiaro il messaggio che intendevo trasmettere.  La promessa che stavo facendo sarebbe stata un vantaggio per loro? E se sì, in quale misura? In una sola frase sintetica, ho racchiuso tutto: messaggio e beneficio. “Podcast per il Business è lo spazio in cui condivido idee e spunti pratici per aiutarti a rendere il podcast un alleato strategico per il tuo business.” Di cosa parlo? di un podcast, lo strumento che ho scelto per comunicare;di come farlo diventare anche il tuo alleato;lo farò utilizzando nozioni ma anche spunti concreti e pratici;di come puoi integrarlo nel business e quindi nella tua strategia di marketing;strategico per il business, per far crescere la tua attività. Momento tips: se stai affrontando un blocco nel tradurre in parole la tua proposta di valore, prova ad ascoltare altri podcast o quelli che ascolti abitualmente. Scoprire qual è la loro value proposition, ti sarà di aiuto.  Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast » Parametri UTM: come tracciare il traffico web proveniente dal podcast Le descrizioni degli episodi podcast sono uno strumento potente per attirare l’attenzione di nuovi ascoltatori e stimolare il loro interesse. Ma sono anche molto importanti per i motori di ricerca, in quanto aiutano i crawler a capire la natura del contenuto dell’episodio e a indicizzarlo correttamente nei risultati di ricerca. Una buona descrizione quindi può, non solo portare nuovi ascoltatori, ma aumentare la visibilità del tuo podcast. Il che significa aumentare la brand awareness, generare più lead, aumentare le conversioni, la reputazione del brand e la sua authority. E se mi segui da un po’ sai anche che il podcast è uno dei canali di comunicazione che se integrato in una strategia di marketing, concorre a posizionare il brand anche sui motori di ricerca. Uno degli elementi che aiutano il podcast a posizionarsi nei motori di ricerca è la descrizione degli episodi. E ora vedremo in che modo. Come ottimizzare le descrizioni podcast Sono due i fattori da tenere in considerazione per ottimizzare le descrizioni degli episodi podcast: la lunghezza del testo descrittivo le parole chiave pertinenti inserite al suo interno. Proprio come ho spiegato nell’articolo sulle descrizioni efficaci, prendendo come similitudine le meta description delle pagine web, è molto importante sfruttare i primi 160 caratteri della descrizione per spiegare subito la natura del contenuto e spingere l’utente a fare clic. Infatti questa dimensione equivale alle prime due righe di testo che sono visibili e leggibili sotto al titolo del contenuto che compare sulla SERP di Google. Tutto ciò che supera questo spazio è troncato. Analogamente, perché siano efficaci per ingaggiare l’utente, tutti i testi descrittivi degli episodi podcast devono usare lo stesso criterio, cercando di sfruttare al massimo quelle prime due righe per: dire subito di cosa tratta la puntata indicare perché dovrei ascoltarla usare parole chiave pertinenti. Quando Includiamo le parole chiave appropriate nella descrizione stiamo aiutando il crawler dei motori di ricerca a capire il contenuto dell’episodio e a indicizzarlo correttamente. Così quando un utente digita sulla barra di ricerca l’argomento o la domanda di suo interesse se esiste un nostro contenuto podcast che risponde a quell’intento di ricerca, e Google lo ha indicizzato correttamente, lo proporrà tra i risultati. Questo è lo scopo primario dell’ottimizzazione SEO delle descrizioni podcast per i motori di ricerca. Come usare le descrizioni per aumentare le visualizzazioni e i download del tuo podcast? Puoi usare le descrizioni podcast per aumentare le visualizzazioni e gli ascolti del tuo podcast in tre modi: distribuendo il podcast su tutte le piattaforme e canali disponibili inserendo link interni per altri episodi correlati e tutti i tuoi canali inserendo link di approfondimento e/o degli ospiti se presenti. Distribuzione sulle piattaforme podcast Se hai distribuito il tuo podcast su tutte le piattaforme di ascolto, la tua descrizione comparirà su ciascuna di esse e quindi i link che Google ti mostrerà nella SERP saranno tutti quelli riferiti alle app di ascolto su cui il contenuto è presente. Quindi ci sarà il link di Apple Podcast, di Spotify, di Spreaker se lo usi come host, di Anchor, di Amazon Music, ma anche del tuo sito web, se hai creato una pagina ad hoc, o di Youtube se hai fatto la distribuzione sul tuo canale. Insomma tutto ciò che può aver indicizzato il motore di ricerca sull’argomento. Avere la possibilità di comparire sulla SERP con più risultati è un grosso vantaggio. Ti aiuterà ad aumentare la visibilità e a posizionarti meglio per specifiche chiavi di ricerca, non solo per il titolo dell’episodio che hai scelto ma anche per la descrizione.  Qui ti riporto un esempio dei risultati di ricerca relativi al mio Podcast per il Business. Digitando la parola chiave podcast e seo in modalità anonima compaiono una serie di risultati che riportano: il carosello di Google Podcasts con 2 episodi del mio Podcast per il Business in 1a posizione dopo il carosello, il link di Soundcloud in cui ho distribuito l’ep. 27 in 2a posizione il link a un mio articolo blog in 3a posizione il link di Apple Podcast con uno dei miei episodi podcast in 4a posizione il link all’articolo del blog di Luisella Curcio con cui ho fatto un’intervista nel podcast. Query estratta in data 28/01/2023 Inserire link nelle descrizioni episodi podcast Inserire link cliccabili e parlanti nella descrizione dell’episodio aiuta l’ascoltatore a far scoprire altri contenuti da ascoltare, altre risorse da leggere o approfondire ed entrare così all’interno del nostro funnel marketing.  A quali link mi riferisco? Link di contatto, link ad altri episodi correlati, link a fonti e/o articoli blog, call to action pensati per portare l’ascoltatore verso altri strumenti strategici per il nostro business.  Insomma, tutto quello che serve per portare l’ascoltatore a un livello successivo, a farlo entrare nel nostro mondo attraverso altre porte. Se non inserisci i contatti o i tuoi riferimenti diretti, sarà difficile convertire gli ascoltatori in clienti.  Descrizioni degli episodi podcast esempio Ti riporto due esempi di descrizioni episodi podcast da cui puoi prendere spunto per la tua ottimizzazione: il podcast Strategia Digitale di Giulio Gaudiano Podcast per il Business, il mio podcast personale. Nella descrizione di di Strategia Digitale c’è subito un trafiletto ingaggiante che riporta le parole chiave contenute anche nel titolo, le fonti che vengono citate e i relativi link di riferimento, e una call to action a seguire tutti i canali dell’autore per approfondire altre tematiche o accedere a delle aree riservate come Patreon. Nelle note dell’episodio di Podcast per il Business trovi gli stessi elementi di cui sopra, ma in aggiunta un uso appropriato dei grassetti per evidenziare le parole chiave e/o i riferimenti principali, i link parlanti e cliccabili, una BIO dell’autrice, il link di approfondimento e una playlist Spotify con il mio portfolio.  Se hai fatto un bel lavoro di ottimizzazione delle descrizioni e il contenuto è indicizzato, è importante aggiungere tutte queste informazioni aggiuntive. Saranno i tuoi strumenti per convertire gli ascoltatori in potenziali clienti. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast » Parametri UTM: come tracciare il traffico web proveniente dal podcast Il titolo di una serie podcast non viene iscritto ad alcun registro che ne tuteli l’uso esclusivo. Per cui, in termini puramente operativi, è possibile pubblicare un podcast con lo stesso nome di un altro. Non esistono controlli che ti blocchino la pubblicazione. Tuttavia è altamente sconsigliato. Le ragioni sono diverse e ora le vedremo insieme. Prima di tutto: perderesti la capacità distintiva, quindi l’avere un nome che distingue il tuo podcast da un altro e lo identifica come unico e originale. disorienteresti il tuo pubblico: quando in fase di ricerca gli ascoltatori cercheranno il tuo podcast si troverebbero due contenuti diversi ma che rispondono allo stesso nome e potresti perderti per strada degli ascoltatori potresti vincolarti in caso di un eventuale acquisto di dominio web: se mai desidererai aprire un sito web con lo stesso nome del tuo podcast, potresti non avere la disponibilità del dominio.  l’autore o gli autori del podcast già pubblicato potrebbero non essere felici della tua scelta e avanzare delle richieste di rettifica. In conclusione, il titolo del podcast è come come il naming di un nostro prodotto. È importante che sia scelto accuratamente e possa essere un elemento distintivo, specie se lo usiamo come strumento di marketing.  7 regole per scegliere un titolo podcast efficace Leggi tutto Che fare per tutelarsi ed evitare che altri usino lo stesso nome del nostro podcast? Se ritieni che il podcast sia uno strumento strategico nella tua comunicazione e è parte di un progetto più ampio, potresti valutare di registrarlo come marchio. A questo proposito puoi rivolgerti a un legale che possa seguirne la registrazione e tutte le analisi del caso.  Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast » Parametri UTM: come tracciare il traffico web proveniente dal podcast Quando parliamo di obiettivi di marketing e di obiettivi di podcast non sempre si pensa che debba esserci una correlazione. Eppure questo vale sia nel caso in cui si stia creando un podcast aziendale che di personal branding. Visto che vorrei spiegarti il motivo per cui la penso così, ho deciso di dedicare una puntata di Podcast per il Business proprio a quest’argomento. “La strategia senza la tattica è la più lenta strada per raggiungere la vittoria. La tattica senza strategia è il rumore che precede la sconfitta”.Dal libro “L’Arte della Guerra”. Non parleremo di arte militare oggi. Dunque, cosa c’entra tutto ciò? Te lo racconto subito, nel prossimo paragrafo.  La strategia giusta per ogni obiettivo di marketing  La strategia e la tattica sono due pilastri fondamentali di ogni business… o perlomeno di ogni imprenditore che abbia ben chiaro quale obiettivo raggiungere! Il libro da cui è tratta la citazione risale alla notte dei tempi (VI secolo a.C.) ed è stato attribuito al noto stratega e filosofo cinese SunTsu.  È considerato il più antico manuale strategico della storia e, ancora oggi, è fonte d’ispirazione per chi si occupa di fare impresa. Più in generale, per chiunque voglia raggiungere un obiettivo, in qualsiasi ambito della propria vita. Devi sapere che, nella cultura orientale dove affonda le sue radici, è ritenuto un manuale di studio obbligatorio per i Manager d’azienda. Questo proprio perché i concetti espressi si adattano in modo calzante alle realtà tipiche di un business.  La citazione descrive molto bene i termini strategia e tattica. Nel linguaggio quotidiano vengono, tuttavia, spesso usati erroneamente come sinonimi l’uno dell’altro. In realtà non lo sono e racchiudono concetti diversi, benché affini e fortemente connessi tra loro. È importante comprendere la differenza perché ci aiuterà a rispondere all’argomento di questa puntata: perché gli obiettivi del podcast devono essere allineati agli obiettivi di marketing?  La strategia è il piano d’azione di quella visione, o ancora meglio, la pianificazione di tutte le azioni che dobbiamo compiere per arrivarci. Viene strutturata lungo un lasso di temporale, solitamente di medio-lungo termine. La strategia opera su larga scala e riassume il perché facciamo una determinata cosa.  La tattica è invece la modalità con cui rendiamo concreta la nostra strategia o una parte di essa. È, in sostanza, l’azione specifica che dobbiamo compiere. Per tirare le somme, possiamo dire che la somma delle tattiche porta a compimento la nostra strategia.  Nelle puntate precedenti di Podcast per il Business ho analizzato i motivi per cui il podcast è un utile strumento da integrare nella propria strategia di comunicazione.  Per l’appunto, è un canale di comunicazione al servizio di un piano ben più ampio e strategico. Ecco come farlo diventare tale.  Ah! Intanto, se non hai mai ascoltato una puntata, qui puoi recuperare la prima. Obiettivi e strumenti tattici insieme creano una strategia vincente Se il tuo obiettivo di marketing è raccontare il tuo brand ma, non solo, è quello di far sì che si affermi, attraendo le persone giuste, il podcast è sicuramente uno strumento tattico. Mi spiego meglio.  Quel che voglio dire è che, per la sua modalità di fruizione e per l’impatto che la nostra voce ha nell’avvicinare le persone, è altamente coinvolgente.  Ecco perché lo ritengo uno strumento tattico per fare content marketing o brand awareness. Quando parlo di strumenti immagino sempre un attrezzo vero e proprio. Un cacciavite, un martello o una penna. Insomma, un oggetto attraverso cui operare concretamente per attuare ciò che abbiamo deciso (in anticipo!) di realizzare.  Ciò presuppone l’esistenza di un’idea di progetto, una missione da compiere, degli obiettivi (anche di marketing). Obiettivi che realizzeremo anche grazie a quegli strumenti.  Facciamo un esempio. Immaginiamo che tu voglia posizionare il tuo brand in un mercato nuovo. Decidi quindi di creare un’immagine che ti permetta di farti conoscere ed apprezzare da un nuovo pubblico, differenziandoti dai tuoi competitors. Questo è il tuo obiettivo di business.  La tua strategia sarà quella di lavorare alla costruzione della tua immagine, andando a rafforzare la tua brand awareness. Tradotto, significa permettere alle persone di identificarti in modo unico nella loro mente, apprezzandoti per quelli che riconoscono in te come i tuoi punti di forza. Le tattiche che puoi usare per raggiungere questo obiettivo e attuare la tua strategia possono essere molteplici: lo storytelling, per diffondere tuoi valori attraverso i contenuti;l’influencer marketing, affinché le persone parlino di te;il blog, per attrarre traffico organico da Google, grazie al posizionamento di specifiche chiavi di ricerca;creare sinergie con partner di settore;il podcast, per comunicare in modo innovativo, trasmettendo la tua autenticità e personalità, ampliando la tua audience. Bisogna proprio fare tutte queste cose?  Queste tattiche possono (e a mio avviso dovrebbero) coesistere per lavorare, su più fronti, all’attuazione della tua strategia. Ciascuna di esse opera, in modo allineato e sinergico, per raggiungere obiettivi di breve termine.  Dunque è così che micro obiettivi e strumenti tattici ti permetteranno di raggiungere i tuoi obiettivi strategici e di business. Prova ad immaginare una sorta di piramide degli obiettivi, suddividendola in fasi. Tutto questo ragionamento è utile per arrivare finalmente a rispondere alla nostra domanda iniziale.  Infatti, se tutti questi micro obiettivi tattici non sono coerenti con l’intera strategia, non avranno alcun effetto sul raggiungimento dei tuoi obiettivi di business.  Un bellissimo spreco di tempo Obiettivi di podcast disallineati, saranno solo “un bellissimo spreco di tempo” come cantava Jovanotti. Sottolineo bellissimo perché magari ci avrà permesso di vivere un’esperienza interessante. Ahimé, però, in termini di business, non contribuirà probabilmente a farlo crescere. Voglio raccontarti questo aneddoto che mi riguarda da vicino. Tre anni fa, quando ho prodotto il mio primissimo podcast non ero una freelance. Lavoravo come dipendente in un’azienda multinazionale, nel dipartimento amministrazione, finanza e controllo.  Il mio podcast rappresentava per me, semplicemente un progetto al quale desideravo lavorare per sperimentare questo mezzo, di cui mi stavo innamorando. Imparare ad usarlo e mettermi alla prova con la scrittura narrativa.  I miei obiettivi erano totalmente personali e slegati dall’attività lavorativa che svolgevo. Dunque, il podcast non contribuiva a obiettivi, né di business né di marketing! Anzi, non avevo alcunché da raggiungere se non un puro piacere personale. Questo è il concetto che vorrei passarti.  Se hai deciso di usare il podcast per supportare la tua attività, significa che gli obiettivi che ti prefiggi di raggiungere grazie al tuo podcast, devono essere allineati con i tuoi obiettivi strategici di marketing.  Cosa significa?  Che devono essere coerenti, sostenibili, misurabili. Vuol dire che il podcast deve guidare i nostri ascoltatori. Dobbiamo rivolgerci per prima cosa al target giusto, creare un piano editoriale con contenuti coerenti e creare call-to-action che stimolino azioni precise (anch’esse misurabili).  In pratica il podcast diventa uno strumento capace di innescare un funnel di marketing.  “Quali sono i miei obiettivi?”“Che cosa voglio ottenere?”“In che modo il podcast può aiutarmi a concretizzare la mia strategia?” Queste sono domande che possono aiutarti a focalizzare meglio le azioni da compiere, come utilizzare il podcast, cosa e come comunicare.  Questo è il metodo che uso quando creo un podcast o quando lavoro con i miei clienti: partire dalla progettazione, sino a definire gli obiettivi di marketing e comprendere come questi si inseriscono all’interno della loro strategia.  Ma di questo voglio parlarti nel dettaglio nelle prossime puntate.  So che il tuo tempo, come il mio, è prezioso perciò spero di averti dato qualche spunto di riflessione. Se invece vuoi avere altri tips e sei più Instagram-addicted, ti aspetto sul mio profilo.  Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast » Parametri UTM: come tracciare il traffico web proveniente dal podcast Nella costruzione della content strategy, il podcast marketing si sta ritagliando uno spazio molto specifico e sempre più ambito dai brand. Questo perché finalmente si è capita una cosa fondamentale: il linguaggio audio si presta molto bene al tipo di comunicazione che oggi funziona davvero, vale a dire il marketing relazionale.  Fare podcast marketing significa creare contenuti audio come strumento per accrescere il proprio business. Una strategia che si sta rivelando vincente, sia per l’impatto del podcast sul mercato italiano, sia per la natura stessa del mezzo. La voce e la narrazione audio creano una forte connessione con le persone e ciò rende il podcast uno strumento estremamente efficace per avvicinare e fidelizzare il proprio pubblico. A patto che sia strutturato nel modo corretto. Nei prossimi paragrafi ti spiegherò proprio come creare una strategia di podcast marketing per il tuo business. Le fasi che vedremo sono applicabili a qualunque tipo di attività, quindi sia aziende che liberi professionisti. Se stai per lanciare il tuo business, prendi nota di quello che ti servirà mettere in piedi per integrare il podcast nella tua comunicazione. Podcast Marketing: cos’è e quali sono i vantaggi per il tuo business Leggi tutto Perché serve una strategia di podcast marketing Conoscere il contesto è la base di partenza per comunicare in modo efficace. Questo vale per tutti i tipi di contenuti, compreso il podcast. Chi vorrebbe parlare sapendo di non essere ascoltati? Senza una strategia di content marketing per podcast, il rischio è proprio quello.  Chi ascolta un podcast sente solo la parte finale del processo, che all’apparenza potrebbe sembrare semplice da replicare, ma non è così. La verità è che tutto ciò che definiamo “di successo” implica un piano ben costruito che tiene conto di diverse variabili.  Ancor prima di iniziare a creare contenuti audio serve chiarire il contesto interno ed esterno e sviluppare una strategia podcast adatta al proprio caso. Per fare questo c’è bisogno di un metodo e di una visione d’insieme che ci aiuti a conoscere tutti i fattori in gioco. Come vedremo, il podcast marketing è un canale di ingresso per il tuo funnel. Il che significa che devi conoscere e pianificare la customer journey dei tuoi potenziali clienti per gestire il flusso in modo proficuo. Queste sono le principali 4 fasi principali per fare podcast marketing: creazione di un progettointegrazione nell’ecosistema comunicativopubblicazione del podcastpromozione dei contenuti audio. Crea un progetto di podcast marketing Senza un progetto è difficile, se non impossibile, che un’idea diventi ciò che ti aspetti. Creare un progetto di podcast marketing ti permette di mantenere il focus, gestire bene le risorse e ottimizzare i processi in modo chiaro e realistico.  Arrivo da una formazione aziendale strutturata in cui i progetti erano fondamentali per concretizzare alcuni obiettivi strategici. Vista la loro efficacia, il mio approccio è progettuale, anche per il podcast. Dopotutto è un prodotto editoriale che supporterà il tuo business. Direi che vale la pena mettersi a tavolino e valutare alcune cose prima di iniziare l’avventura.  Per fare questo avrai bisogno di: identificare obiettivi, analizzare il contesto definire il pubblico selezionare gli argomentitradurli nel formato editoriale migliore per te.  Vediamoli insieme. Definisci gli obiettivi Si parte sempre dagli obiettivi, dallo scopo per cui vuoi comunicare e cosa vuoi raggiungere. Questa è la base che deve accompagnare sempre tutto il processo di marketing dei tuoi contenuti audio. Li possiamo suddividere in due tipologie: obiettivi di businessobiettivi di progetto. Gli obiettivi di business coprono un orizzonte strategico e temporale più ampio del singolo progetto. Riguardano l’intera tua attività e si traducono in tattiche specifiche declinabili in diversi contesti e azioni.  Gli obiettivi di progetto sono un “di cui” degli obiettivi di business e si riferiscono esattamente a ciò che prevedi di raggiungere attraverso il podcast stesso. Sono necessari perché senza di essi non avresti un criterio per valutarne la riuscita. Questo significa che devono essere misurabili e specifici.  Considerato che il podcast marketing serve a promuovere il tuo business, va da sé che gli obiettivi di progetto devono essere allineati agli obiettivi di business.  Se stai iniziando ora un’attività come professionista o ti affacci in un mercato nuovo, stabilire prima gli obiettivi di business è fondamentale. Ti aiuta a mantenere il focus su tutto il resto delle azioni che metterai in piedi nel tuo progetto. Stabilisci i tuoi KPI Obiettivi misurabili in base a cosa? Qui entrano in gioco i KPI (Key Performance Indicator), ovvero quelle metriche interne che ti permettono di capire se il tuo podcast marketing sta davvero performando verso i risultati attesi.  Tieni presente che, come per ogni contenuto, gli indicatori di performance devono basarsi su obiettivi per i quali hai il controllo. Altrimenti non possiamo aggiustare il tiro qualora ci accorgiamo che qualcosa non sta funzionando come vorremmo.  I KPI si decidono in fase progettuale perché da questi deriveranno alcune scelte relative alla realizzazione del podcast e la sua integrazione nell’intera comunicazione del brand. Analizza il contesto Ora che hai scritto bene gli obiettivi e stabilito i KPI, analizza il contesto che ti circonda. Non puoi ignorare il mercato e la concorrenza. Questi due elementi ti servono per capire come puoi posizionarti e come far emergere il tuo elemento differenziante. Il contesto da analizzare riguarda sia il tuo settore di riferimento nella sua totalità, sia i contenuti audio già presenti online per gli argomenti di cui vuoi parlare.  Quindi, studia i competitor: chi sono? come comunicano? cosa offrono? su quali piattaforme stanno comunicando? Hanno già un podcast? Forse puoi conquistare uno spazio non ancora presidiato.  Ricorda che l’elemento differenziante non risiede solo nel tipo di prodotto, servizio e modalità di erogazione che offri. Potrebbe riguardare anche il modo in cui comunichi, gli strumenti che usi, lo stile e la personalità.  Individua il tuo pubblico di riferimento Decidere fin da subito a chi comunicare è la base per costruire contenuti che convertono. Se non hai in testa la target audience per il tuo podcast marketing, stai sprecando energie.  Rivolgersi a tutti non è mai la scelta migliore in nessun canale di comunicazione, tanto meno nel podcast. A parità di argomento, il linguaggio, il tono di voce, la scelta degli argomenti potrebbero essere declinati in modi completamente diversi a seconda della persona a cui parli. Questo perché le persone possono avere un livello di conoscenza diversa su una stessa tematica, ma anche bisogni, desideri e interessi differenti.  Se hai già un’attività, inizia ragionando su chi sono oggi le persone che si rivolgono a te o alla tua azienda. Scegli gli argomenti podcast  Visto che stiamo parlando di podcast marketing, l’argomento centrale del podcast deve vertere su temi che riguardano il tuo brand o che lo supportino in modo sostanziale.  Questo significa che puoi decidere di parlare direttamente di una tematica legata al tuo core business oppure scegliere un argomento correlato che riguardi una sfaccettatura del tuo brand o un metodo che applichi con successo. L’importante è che raggiunga lo scopo che ti sei prefissato all’interno dei tuoi obiettivi di business (ricordi? sono quelli più ampi a cui il progetto deve tendere). Infatti, la finalità di un podcast può essere: informare attraverso contenuti di divulgazione formare con contenuti didattici e specifici intrattenere. A seconda della finalità, gli argomenti che affronterai puntata dopo puntata devono necessariamente essere coerenti con gli obiettivi che ti sei posto. Non solo, devono anche tenere conto della fase di funnel entro cui si inseriscono i tuoi contenuti.  Nella progettazione del podcast devi tenerne conto.  Il formato editoriale Da un punto di vista strategico, la scelta del formato editoriale implica il tenere conto delle risorse che si hanno a disposizione, sia in termini di budget sia in termini di tempo. Ci sono formati complessi, come ad esempio quelli narrativi, che richiedono tempi e costi di produzione più alti rispetto a un podcast talk a una o due voci. Ci sono formati che richiedono competenze tecniche o autoriali più specifiche rispetto ad altri e formati che invece sono adatti a podcast con un budget più ridotto.  Dunque, in fase di progettazione, è importante capire quali risorse e quali limiti abbiamo per portare avanti il nostro podcast marketing.  Integra il podcast nel tuo ecosistema comunicativo Cosa significa integrare il podcast nel tuo sistema comunicativo? Te lo spiego con un esempio. Immagina un macchinario con diversi ingranaggi. Ogni ingranaggio è un singolo componente che lavora in modo autonomo secondo tempi e modalità predefinite. Singolarmente non porta al risultato finale ma concorre a far funzionare tutto il macchinario nella sua interezza.  Applicando questo esempio al nostro argomento, il macchinario è il tuo business e i singoli ingranaggi sono i canali di comunicazione. Ciascuno di essi lavora in base a logiche e tempi specifici, ma solo insieme concorrono a far funzionare l’intero business.  Il podcast è il canale di comunicazione che fa per te? Leggi tutto Il podcast è uno degli ingranaggi del tuo business che concorre a farti raggiungere gli obiettivi. Da solo però non ha la capacità di far funzionare tutto il macchinario. Serve che lavori in un sistema più ampio composto da altri canali.  I canali di comunicazione che si integrano al podcast marketing sono: social mediasito webnewslettervideobloggruppi o piattaforme riservati Quali canali hai già attivi nella tua comunicazione? Se stai partendo ora con il tuo business, il consiglio è sempre quello di attivare il canale che ti permette di convertire nel modo più ottimale possibile. Pubblicare il podcast su più piattaforme Il podcast è un contenuto audio fruibile online in modalità on demand. Per poterlo rendere disponibile al pubblico hai bisogno di una piattaforma hosting su cui caricare le singole tracce audio. L’hosting genera un file strutturato chiamato feed RSS attraverso cui dialoga con le singole piattaforme di distribuzione.In questo modo gli utenti possono ascoltare il podcast sulla propria app preferita come Apple Podcast, Spotify, Google Podcast, Amazon Music, per citare le principali.  Cos’è un podcast e come ascoltarlo Leggi tutto La possibilità di pubblicare il podcast su più piattaforme non crea nessun tipo di problema di contenuti duplicati, in quanto ciascuna app di ascolto distribuisce lo stesso unico feed RSS generato appunto dall’hosting.  C’è di più. Il fatto che i contenuti audio siano fruibili attraverso queste piattaforme ti consente di presidiare nuovi canali di comunicazione che attraverso altri formati non potresti presidiare. Inoltre, sono piattaforme che gli utenti usano già per ascoltare musica, audiolibri, e potrebbero essere intercettate per l’ascolto dei podcast.  Promuovi il tuo podcast marketing Se fai un podcast ma nessuno sa che esiste, è come non averlo fatto. Questo in realtà vale anche per tutti i tipi di contenuti come il blog, la newsletter, il video, ecc. A maggior ragione il podcast che è un media relativamente nuovo.  Ogni contenuto ha bisogno di un altro contenuto per essere conosciuto. Quindi devi promuovere il tuo podcast attraverso altri canali. Questo è un aspetto da tenere sempre a mente perché determina parte del raggiungimento del risultato atteso.  Dunque la promozione del podcast è una fase importante che va preventivamente pianificata e organizzata tenendo conto degli obiettivi, del budget e della struttura del tuo business. Può riguardare strumenti gratuiti o a pagamento con effort più o meno impattanti. Ma non puoi esimerti dal farla.  Il mio consiglio è diversificare gli strumenti di promozione e selezionarli in base alla propria audience.  Affidati a un podcast producer Ora che hai imparato come creare una strategia di podcast marketing, qual è la tappa successiva? L’esecuzione del processo! Ti sembra complesso? In effetti lo è, soprattutto se non conosci il mezzo di comunicazione o non hai mai strutturato un progetto del genere.  Fare podcast richiede competenze specifiche di diverso tipo che vanno dal project management al marketing, dalla scrittura o revisione dei copioni alla post produzione audio, dal graphic design alla promozione del podcast.  In base al tipo di progetto è importante capire cosa serve per fare un lavoro professionale e chi coinvolgere.  Il ruolo del podcast producer è quello di coordinare e gestire l’intero progetto. Può indossare diversi cappelli ma in definitiva si occupa di: identificare le attività, dettare i tempi, selezionare i professionisti più adeguati, fare da tramite tra il tuo brand e il team di professionistiformare e seguire i clienti per creare un prodotto unico. Se stai pensando di creare il un tuo podcast marketing per promuovere il tuo business, sarò felice di collaborare al tuo progetto. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast » Parametri UTM: come tracciare il traffico web proveniente dal podcast Sono una gran sostenitrice del podcast come strumento di marketing. Dopo tutto mentirei se dicessi il contrario. Ciò nonostante sostengo anche che il podcast non possa essere il tuo unico strumento di web marketing a sostegno del business. Potrebbe sembrare una dichiarazione assolutamente scontata. Eppure, uno degli errori più frequenti in cui mi sono imbattuta durante le mie consulenze di podcast con liberi professionisti è credere che il podcast da solo possa essere la chiave magica per raggiungere tutti gli obiettivi di business che ci si è prefissati. E magari usarlo per farci soldi. Sui vantaggi del podcast ne ho parlato spesso, ma ciò non toglie che il podcast sia uno dei tanti canali di comunicazione che completano l’ecosistema comunicativo del brand. Non l’unico. Ora vedremo perché il podcast non basta e cosa fare se stai avviando una nuova attività e vuoi partire dal podcast. Quali sono gli strumenti di marketing digitale Il digital marketing è il termine sotto il quale confluiscono tutte quelle attività di marketing che usano i canali web per lo sviluppo online del proprio business. Per chiarezza dunque, quali sono gli altri strumenti di web marketing a cui mi riferisco? Social Media marketing Tutte le piattaforme social usate per la condivisione di contenuti visual e testuali che nascono con l’obiettivo di instaurare relazioni, intrattenere, informare, dialogare con il pubblico in target. Tra i social network troviamo: FacebookLinkedinInstragamTikTokTwitterPinterestSnapchatBeReal SEO (Search Engine Optimization) Comprende tutte le tecniche di ottimizzazione del tuo sito web per migliorare il posizionamento sui motori di ricerca e attrarre traffico organico. È un processo lungo che riguarda diversi aspetti ma che nel tempo dà risultati duraturi. Si parla di SEO on Page riferendosi all’ottimizzazione dei contenuti presenti nel sito (testi, immagini, video) grazie a un appropriato uso di keyword e intenti di ricerca degli utenti su argomenti correlati al nostro business. La SEO off page riguarda le attività esterne al proprio sito e che puntano a migliorare l’autorevolezza (ad esempio i backlink) e aumentare così il posizionamento. I motori di ricerca infatti inseriscono tra i ranking anche l’autorità di un sito. Più i link in ingresso hanno valore, maggiore sarà il beneficio per il proprio sito. Infine la SEO tecnica punta all’ottimizzazione della struttura interna del sito, della costruzione dei link, della codifica delle pagine, la compressione delle immagini, ecc. Content Marketing Il marketing dei contenuti è una strategia prettamente digitale e si riferisce alla “creazione e distribuzione di contenuti di valore, pertinenti e coerenti per attrarre e trattenere un pubblico chiaramente definito…” così come lo definisce il Content Marketing Institute. In pratica parliamo di tutto ciò che riguarda la creazione e la condivisione di contenuti volti all’acquisizione e al mantenimento di clienti (cit. Scrivere per fare business – Michela Trada ed. Do it Human) e che ha un ruolo cruciale nel raggiungimento dei propri obiettivi di marketing. Gli strumenti di content marketing sono: articoli di blogvideo marketingpodcast marketinginfograficheebook e dispenselibri Email marketing Checché se ne dica, l’email è ancora lo strumento con il più alto tasso di redditività ed è anche quello attraverso cui si coltiva la community, si fidelizza e si converte. La newsletter è tra queste.  Advertising Oltre al traffico organico, anche il traffico a pagamento è uno strumento di marketing utile a raggiungere un pubblico più ampio. Social advertising, display marketing, SEM (search engine marketing) sono alcuni degli strumenti più diffusi, così come la pubblicità su podcast e grandi media.  Digital PR L’attività di digital PR (public relation) mira a promuovere un brand grazie alla visibilità ottenuta sui grandi media: magazine online, relazione con la stampa, comunicati stampa, influencer, guest post, blogger di settore.  Come hai notato, ho inserito il podcast tra gli strumenti del content marketing. L’ambito di applicazione però non è solo limitato alla diffusione di informazioni e notizie divulgative. Il branded podcast per esempio è lo strumento usato per rafforzare la brand awareness, fidelizzare gli utenti e far sentire la propria voce e il proprio punto di vista.  4 motivi per cui non basta il podcast come strumento di marketing Il podcast non è un canale di conversione diretta Prima di tutto perché per definizione, non è un contenuto commercial attraverso cui fare pubblicità sui nostri servizi e prodotti. In secondo luogo, per poter convertire è necessario avere una pagina di atterraggio in cui direzionare gli ascoltatori. Modalità di fruizione diverse Le persone hanno abitudini, stili di vita, preferenze molto diverse tra loro anche nel consumo dei contenuti. C’è a chi piace leggere un articolo di blog o una rivista di settore e c’è chi preferisce guardarsi un video su YouTube. C’è chi non ha tempo per fermarsi a guardare un video e sceglie il podcast per sfruttare i momenti di operatività a ridotta attività cognitiva. O ancora, lo stesso utente che bazzica su più canali web, può preferire il consumo di contenuti più veloci in alcuni momenti della giornata (ad esempio i social) e quello di contenuti più strutturati in momenti di relax (come il podcast e i video). Quindi, la nostra target audience potrebbe essere raggiunta in molti modi. Perché non sfruttarli? Multicanalità e podcast: come creare una strategia multi-channel Leggi tutto Più touchpoint più opportunità Tutti iniziamo in un invisibile percorso di marketing ogni volta che entriamo in contatto con un brand, chiamato Customer Journey. Per ogni stadio che attraversiamo deve esserci un touchpoint pronto a direzionare questo percorso. Se manca, qual brand ha perso un’opportunità. Immagina il podcast come il canale di ingresso verso il tuo percorso marketing: dove vuoi portare i tuoi ascoltatori una volta entrati? Come li fai passare allo step successivo per convertirli? Uno o più canali di nutrimento e conversione sono la risposta. Promozione dei contenuti Per promuovere un contenuto c’è sempre bisogno di un altro contenuto. Questa è la legge del content marketing. Se fai una puntata podcast ma nessuno sa che esiste, nessuno l’ascolterà. Come promuoverla? Usando altri canali di comunicazione. Questi sono i motivi principali per cui ritengo sia proficuo creare intorno al podcast un contesto di comunicazione coeso e coerente con i propri obiettivi di marketing. Social, newsletter, sito web, canale youtube, community, blog, canale Telegram, sono tutti elementi che fanno parte di questo contesto. Usare un solo canale non è mai la mossa vincente se vuoi lavorare al tuo personal branding e al tuo business, che sia il podcast o un altro strumento di marketing. Ma che fare se sei agli inizi della tua attività e vuoi partire dal podcast? Strumenti di marketing: da dove iniziare Il dubbio lecito di chi è in fase di avvio di un’attività di business è: da quali strumenti di marketing iniziare? Quando si è agli inizi le risorse economiche e organizzative possono essere limitate. Se sei freelance, oltretutto, molte delle attività ricadono sulle tue spalle. Quindi bisogna fare delle scelte. Gli strumenti di marketing digitale sono tanti e ognuno di essi ricopre un ruolo fondamentale nell’ecosistema comunicativo. Ma voglio rassicurarti. Non serve mettere in pista tutto subito, basta scegliere anche solo un paio di canali che ritieni essere nelle tue corde e nelle tue disponibilità. Il podcast è il canale di comunicazione che fa per te? Leggi tutto Se il podcast è uno dei canali di comunicazione che hai scelto di usare per promuovere il tuo brand è un ottimo punto di partenza. Tuttavia, il mio suggerimento è affiancarlo a qualche altro strumento di conversione. Il sito web, ad esempio è fondamentale per convogliare gli ascoltatori. Ti basta anche un semplice sito vetrina (o landing page) contenente le informazioni basilari per accogliere i tuoi visitatori: chi sei, cosa puoi fare per loro, come contattarti. I social network sono ormai di uso comune. Hai già un account “business” in cui promuovere il tuo personal brand o la tua attività? Sui social puoi attrarre potenziali ascoltatori verso il tuo podcast e viceversa portare gli ascoltatori a fruire di ulteriori contenuti specifici. Questo è ciò che si chiama strategia multi-channel. Insomma, riduci la distanza tra te e i tuoi prospect, ma soprattutto rendi il percorso di avvicinamento semplice e chiaro. Fatti trovare! Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast » Parametri UTM: come tracciare il traffico web proveniente dal podcast La risposta veloce è No, ma ora vedremo il perché partendo dallo spiegare cosa sono i contenuti duplicati.  Contenuti duplicati: cosa sono? Il termine contenuti duplicati riguarda la disciplina della SEO. Si tratta di testi o blocchi di testo completamente identici pubblicati su pagine web diverse, quindi accessibili da URL differenti. Si parla di contenuti duplicati interni, se questi differenti link si trovano all’interno dello stesso dominio, oppure esterni se sono presenti su domini diversi. Dal punto di vista SEO i contenuti duplicati rappresentano un problema in quanto di fronte a una medesima query di ricerca esistono più contenuti con la stessa risposta. Google non capisce quale URL offre il contenuto più rilevante per l’utente e potrebbe considerare questa pratica un inganno nel tentativo di generare più traffico verso i propri siti. Infatti, a causa dei contenuti duplicati Google potrebbe penalizzare il dominio e far perdere dunque visibilità e posizionamento.  Ecco perché è altamente rischioso usare gli stessi contenuti su più pagine di uno o più siti, anche se appartenenti alla stessa fonte. I contenuti duplicati non sono solo il testo una pagina web o di un articolo blog, ma anche il titolo e la sua meta description, che sono di fatto tra gli elementi più rilevanti nell’ottimizzazione SEO on-page. E per evitare ricadute in ambito SEO dovute alla duplicazione, è giusto che anche questi due elementi siano unici. Descrizioni episodi podcast: come scriverle in modo efficace Leggi tutto Contenuti duplicati e podcast: qual è il legame? Nell’articolo su come ottimizzare le descrizioni podcast per i motori di ricerca, spiego che la distribuzione della stessa puntata su più piattaforme podcast, crea di fatto link diversi per ciascuna app di ascolto ma con il medesimo titolo e la medesima meta description, che ereditano dal hosting provider con il quale è stata distribuita. Per esempio: se hai prodotto una puntata podcast che risponde alla query di ricerca come creare una sigla podcast, e quella stessa puntata l’hai distribuita su Apple Podcast, Spotify, Spreaker e altre app, nella SERP di Google compariranno tutti i link di queste piattaforme e tutti avranno lo stesso titolo e la stessa descrizione. Potenzialmente saremmo in presenza di un contenuto duplicato. È davvero così? Come dicevo all’inizio no. In questo caso si tratta di una semplice distribuzione su più piattaforme di uno stesso contenuto e non la pubblicazione di contenuti identici su più siti. Questo infatti non è penalizzante, ma anzi presidiare la SERP con più link sullo stesso argomento non fa altro che aiutare il tuo posizionamento. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Quando ho pensato di scrivere questo articolo sulle idee podcast per i liberi professionisti, sono partita da una riflessione. Chi inizia a creare contenuti per promuovere il proprio personal branding, sa che deve scontrarsi con una dura realtà, ovvero l’abbassamento del livello di attenzione da parte delle persone. Un po’ perché di contenuti sul web ne è pieno il mondo, un po’ perché siamo tutti fruitori più fugaci. Il tempo è una risorsa scarsa e chi ce lo dedica andrebbe ricompensato. Per attirare l’attenzione dovremmo senza dubbio produrre contenuti utili e di qualità. Ma anche valutare nuovi approcci. Il podcast si annovera ad oggi (ma chissà per quanto tempo sarà così) tra i mezzi di comunicazione con un trend in ascesa e un mercato ancora da esplorare. Mi ricorda il periodo in cui facevano capolino i primi blog: poca concorrenza e un oceano blu da navigare. Ecco, oggi succede la stessa cosa con i contenuti audio: la competizione nel settore è ancora bassa e la possibilità di distinguersi molto alta. Si può ancora giocare d’anticipo ed entrare in contatto con i potenziali clienti usando il podcast come strumento di content marketing. A maggior ragione se consideriamo che, a differenza di altri contenuti, la durata media di fruizione è molto alta (si parla di 22,9 minuti di sessione media di ascolto secondo la ricerca Nielsen 2019). Oggi alle persone non basta il contenuto, vogliono sentirsi partecipe, entrare in relazione, fidarsi di qualcuno. La voce, da questo punto di vista, è un ottimo alleato. Con il podcast lavori sulla brand awareness, la tua autorevolezza e porti le persone a fidarsi di te. Se non sai come usare il podcast per promuovere il business, ti mostro qualche idea di podcast come spunto di riflessione per alcune delle professioni più conosciute: il bloggeril fotografoil personal trainer. Sei blogger, ecco il podcast che fa per te Se hai un blog, questo potrebbe essere il momento per rilanciarlo affiancandolo a un podcast. Non intendo solo una rielaborazione dei tuoi testi scritti per il formato audio, ma concept nuovi da integrare nel tuo piano editoriale dei contenuti blog. Tim Ferriss, business man tra i più conosciuti d’oltreoceano, fu uno dei primi a farlo. Ha iniziato la sua carriera con un blog e qualche anno dopo lo ha rilanciato in chiave podcast, anticipandone le tendenze. Oggi il suo show è conosciuto in tutto il mondo occidentale e ascoltato da milioni di persone. Lui ha scelto il format intervista per sviluppare le sue argomentazioni. Se non lo hai mai ascoltato ti suggerisco di seguirlo nel suo “The Tim Ferriss show”. Che tipo di altre idee podcast potresti usare se sei blogger? Ti faccio due esempi. Se sei travel blogger, potresti narrare storie o racconti legati alle terre che ti appartengono o di cui parli nel tuo blog, che portino l’ascoltatore ad esplorare luoghi nuovi. Lo storytelling, insieme al sound design, è capace di trasportare le persone in un evocativo molto coinvolgente. Se invece preferisci creare un podcast a carattere divulgativo, potresti includere interviste a persone legate a quelle terre, raccontarne la loro storia, promuovere un turismo di nicchia insieme a enti locali. Stesso discorso se pensiamo a un blog di ricette: i sapori, i cibi, la cultura enogastronomica sono elementi di un viaggio alla scoperta del territorio in cui tradizione e storia si fondono. Portare l’ascoltatore in questi luoghi narrando ciò che si nasconde dietro la nascita di un piatto, insieme a consigli, espedienti e trucchi del mestiere, potrebbe dare un tocco in più ai tuoi contenuti. Podcast per fotografi La fotografia è un’arte visiva. Come potresti raccontarla in un contenuto audio? Ad esempio raccontando il proprio lavoro e tutto ciò che scorre intorno. Un contorno fatto di tecniche ma soprattutto di storie, persone, luoghi. Tra le idee podcast potresti creare un piano editoriale come tutorial per spiegare come usare gli strumenti, ricreare la luce giusta o preparare un set fotografico. Oppure focalizzarti sull’uso di tecniche fotografiche particolari per determinati contesti. Ma perché non raccontare te stesso dietro l’obiettivo o cosa ti trasmette la fotografia? Ciò che però il tuo ascoltatore non conosce è chi o cosa si cela dietro uno scatto: come nasce un progetto fotografico, oppure perché scegli un determinato stile o soggetto. Le emozioni che riuscirai a far provare ai tuoi ascoltatori saranno ciò che ti farà ricordare. Personal trainer, fai business con i podcast La figura del personal trainer non adempie solo il ruolo di allenatore della forma fisica in palestra. C’è molto di più. Il personal trainer che è riuscito a reinventarsi durante la chiusura forzata ha adottato nuovi modi per comunicare la propria professione promuovendosi online grazie alla divulgazione di informazioni utili su fitness e salute, ma anche una maggiore consapevolezza del proprio corpo. Alcune idee podcast in questo ambito potrebbero riguardare approfondimenti su alcuni temi basandoti sulla tua esperienza e su altre fonti attendibili, come studi scientifici o interviste a personaggi dello sport ed esperti del settore. Ad esempio: educazione a una corretta posturai segreti di una buona respirazioneil ruolo dell’allenamento in un processo di dimagrimentol’uso di integratorii falsi miti legati al mondo del fitness. La cultura dell’informazione spinge l’utente a voler sapere oltre che fare. Conoscendo i benefici di una determinata pratica che tu stesso hai adottato nel tuo lavoro e con i tuoi clienti, può spingerlo a volerli applicare e contattarti per chiederti consigli specifici sulla sua situazione. Conclusioni L’era digitale ha aperto nuovi confini e nuove opportunità a chi fa business o ha un’attività professionale. Quelli citati sono solo alcune idee podcast per i liberi professionisti che vogliono emergere online. Non limitarti a osservare ciò che accade intorno a te. Sii parte del cambiamento ed esplora nuovi modi di comunicare. Se vuoi saperne di più e scoprire come il podcast può dare una scossa al tuo business, contattami per una breve consulenza gratuita. Sarò lieta di accompagnarti nel mondo dell’audio. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast » Parametri UTM: come tracciare il traffico web proveniente dal podcast Il processo d’acquisto con il podcast e come attivarlo, rappresentano una fase importante per tutti gli imprenditori che vogliono approcciare questo strumento di comunicazione. Se vendere è l’imperativo, trovare un metodo efficace per farlo lo è altrettanto. Naturalmente, noi imprenditori, vorremmo che ogni metodo fosse a rischio zero e con un ritorno economico certo, in modo che possa contribuire ad aumentare il nostro fatturato.  Ciò di cui dobbiamo tenere conto è come si sia modificato negli ultimi mesi il processo di acquisto. Le nostre personali abitudini di acquisto sono cambiate e, tra l’altro, succede continuamente: stanno ancora cambiando. Dunque quale potrebbe essere il ruolo del podcast in tutto ciò e, soprattutto, in quale fase del processo di acquisto è utile? Te ne parlo in questo articolo. Il podcast nel funnel di acquisizione di un cliente Nel funnel di acquisizione di un nuovo cliente, il podcast rappresenta uno strumento di content marketing per promuovere il nostro brand. Ho parlato di questo tema nelle prime puntate: dall’importanza della Value Proposition e di Come differenziarsi dalla concorrenza. Inizierei anche però abbattendo qualche credenza, evidentemente errata, sul podcast stesso. Non è uno spot pubblicitario di lunga durata ma un canale di comunicazione a tutti gli effetti.  In modo diretto, non vende nulla. Così come non lo fa un articolo di blog. Deve essere considerato, pertanto, come un canale di ingresso del nostro funnel. Molto potente! Ora vedremo perché e in che modo.  Quando parliamo di processo di acquisto ci riferiamo al comportamento decisionale che le persone adottano dal momento che prendono consapevolezza di un proprio bisogno, sino ad arrivare all’acquisto. Comportamento che senza dubbio è cambiato nel corso degli anni e, indubbiamente, ancora di più nell’ultimo biennio.  L’importanza per qualsiasi brand di comprendere come funziona questo processo decisionale è indiscussa. Infatti, per mettere in atto una strategia di marketing efficace, (hai già ascoltato l’episodio precedente che parla proprio di questo?!) bisogna tenere conto di quali sono le leve che oggi guidano un consumatore nella scelta di un brand piuttosto che di un altro.  Attenzione. Ho parlato di scelta del brand e non del suo prodotto o servizio. Vuoi sapere perchè?  Perché ciò che oggi fa la differenza non è solo la qualità del prodotto ma anche tutto ciò che ruota intorno ad esso: la storia, le persone, i valori, le percezioni. Segui il mio ragionamento perché tornerò su questo punto tra poco.  Le 4 fasi del processo d’acquisto Nel processo d’acquisto, anche io e te, in qualità di consumatori, attraversiamo queste 4 fasi ben precise: appuriamo di avere bisogno (che potrebbe essere anche latente) o un desiderio; cerchiamo più informazioni su ciò che ci interessa; acquistiamo il bene o servizio; diventiamo clienti fidelizzati.  Proviamo a riflettere sulla prima fase: ci rendiamo conto di avere un desiderio o un (nuovo) bisogno e vogliamo a tutti i costi soddisfarlo. Quante volte mi è capitato?… Beh, tante ma si dice che a desiderare non c’è mai fine dopo tutto! Sei d’accordo con me che, a volte, questa consapevolezza può essere innescata da elementi esterni? Per esempio quando vediamo, leggiamo o ascoltiamo qualcosa che stuzzica la nostra curiosità si accende un desiderio che forse non sapevamo nemmeno di avere. Può anche essere legato ad un’esigenza personale per la quale non abbiamo ancora trovato la soluzione giusta per noi. Quei momenti in cui sappiamo di cosa abbiamo bisogno ma non sappiamo a chi rivolgerci. Questo è il primo touchpoint tra consumatore e brand. Ora, se togli il cappello del consumatore ed indossi quello dell’imprenditore, questo è il primissimo momento in cui una persona ha modo di fare conoscenza con il tuo brand.  È ovvio che ciò può accadere solo se: hai comunicato qualcosa (per esempio online);  se sei presente esattamente dove si trovano i tuoi potenziali clienti; se hai comunicato qualcosa, o in un modo, che ha attratto il nostro interlocutore.  Potrebbe essere uno post sui social, un video su Youtube, un articolo di blog o una puntata podcast. A volte una combinazione di questi.  Il primo “gancio” è fondamentale perché è quella scintilla che fa suscitare nella persona la consapevolezza di un bisogno e di quale possa essere una potenziale soluzione. Ma non basta.  A questo punto entra in gioco, infatti, la seconda fase del processo d’acquisto: la ricerca di ulteriori informazioni. Nulla è scontato ed è uno step molto importante che può durare pochissimo oppure mesi. Ecco i 3 fattori determinanti che caratterizzano la nostra ricerca di informazioni: senso di urgenza: cioè la necessità di trovare subito risposta ad un bisogno impellente; coinvolgimento emotivo: quanto il nostro potenziale cliente si sentirà attratto da ciò che offriamo e questo lo spingerà a desiderare il nostro prodotto o servizio come soluzione al suo problema; fiducia: quella persona si fida di noi per poterci scegliere come brand? Io e te sappiamo bene quanto il consumatore oggi sia molto più consapevole rispetto al passato. Noi stessi, prima di fare un acquisto (sia online che offline), ci documentiamo, leggiamo le recensioni e confrontiamo le proposte di mercato. Abbiamo bisogno di rassicurazioni prima di acquistare qualcosa. Eccoci arrivati al nocciolo della questione. Come innescare il processo d’acquisto: l’ecosistema del podcast È proprio in queste due prime fasi che il podcast può fare la differenza, innescando il processo di acquisto. Il podcast è un ottimo canale di ingresso del nostro funnel di vendita. Può rispondere a uno stimolo, un bisogno, può essere il primo touch point con cui un potenziale cliente viene a conoscenza del nostro brand. È, tuttavia, molto più facile che questa fase di scoperta sia attivata dai social o da un traffico organico nel nostro sito web.  Il momento più importante in cui il podcast innesca il processo di acquisto è la fase di approfondimento: quando l’utente vuole saperne di più. Cerca maggiori informazioni su quello che facciamo, sul nostro modo di lavorare, sulla nostra personalità, sulla nostra filosofia e approccio.  È il momento in cui è disposto ad ascoltarci, a dedicare del tempo per capire meglio chi siamo e cosa abbiamo di diverso dagli altri. In questo frangente si costruisce la fiducia e quel legame che, probabilmente, lo spingerà a sceglierci come brand.  Dicevo poco fa che il podcast in questo è molto potente. I motivi sono sostanzialmente 3: usa la tua voce, che è un potente mezzo per parlare a tu per tu con le persone e trasmettere la personalità del brand molto più di un testo scritto; innesca un’abitudine, che è il modo migliore per essere presenti costantemente nella mente degli ascoltatori; offre contenuti verticali su un tema specifico, permettendo al tuo pubblico di informarsi e, a te, di donare a chi ti segue informazioni più dettagliate di quelle che potrebbe trasmettere un post sui social; crea accoglienza per il tuo pubblico, nel tuo mondo. Quando le persone cominciano ad entrare in relazione con te e con il tuo brand, hanno tutti gli elementi di cui necessitano per sceglierti (o meno). A parità di servizi o prodotti, a chi pensi che una persona sceglierebbe di affidarsi? Ad un perfetto sconosciuto oppure a chi gli ha dimostrato apertamente chi è e come lavora? Io credo proprio che la risposta tu la sappia già.  È esattamente così che si innesca il processo di acquisto grazie al podcast. Non vende in modo diretto ma lavora su tutti quei touch point che generano una vendita: motivazione, personalità e percezioni.  Ma voglio essere sincera con te. Il podcast non è la panacea di tutti i mali. È una tattica, come abbiamo già detto nella puntata 6 di Podcast per il Business. Essa concorre cioè alla realizzazione di una strategia più ampia. È un mezzo potentissimo da inserire nel tuo funnel di vendita ma non è probabilmente l’unico che, da solo, può portarti al compimento di tutti i tuoi obiettivi di business.  Affinché esso attivi un processo di acquisto, ha bisogno di essere inserito in un progetto di comunicazione più strutturato, in base all’obiettivo di marketing. Ti serve creare un ecosistema in cui più elementi, come il blog, i canali social, la newsletter, il tuo sito web, adv e tutto ciò che ritieni uno strumento efficace per sostenere una persona nel suo processo di acquisto.  Il podcast è parte dell’ecosistema e, allo stesso tempo, ti aiuta a costruirlo. Una persona può scoprirti sui social e approfondire con il podcast, o viceversa. Può seguire i tuoi contenuti audio per mesi, affezionarsi a te e poi visitare il tuo sito per capire quali servizi offri, iscriversi alla tua newsletter e contattarti per acquistare un tuo prodotto.. Ti sembra un processo lungo e articolato? Capisco questa sensazione. Ti assicuro, però, che è quello che nel lungo periodo ti ripagherà di più. Ricorda che tu per primo/a, scegli prima di tutto un brand. Solo dopo il suo prodotto o servizio. Dunque, se il brand fossi tu, fatti scegliere per ciò che sei! Mi hai letta fino a qui e non posso che ringraziarti per il tuo tempo. Posso chiederti come hai trovato questa puntata? Mi farebbe molto piacere se volessi lasciarmi una recensione su Apple Podcast e su Spotify.   Qui sul blog puoi trovare tutti gli articoli delle puntate di Podcast per il Business mentre se sei decisamente social, possiamo seguirci a vicenda su Instagram, Facebook e Linkedin. A seconda del canale, condivido tips sul podcast, o notizie sul mondo dell’audio. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast » Parametri UTM: come tracciare il traffico web proveniente dal podcast Una decina d’anni fa forse nessuno in Italia avrebbe saputo spiegare cosa fosse un corporate podcast. Anzi, a dirla tutta forse neanche cosa fosse un podcast in generale. Eppure oggi questo media, apparentemente così giovane, sta avendo il suo picco di popolarità, come indicano i report annuali di statistica. Non sorprende, quindi, che piccoli e grandi brand stiano iniziando a inserirlo nella loro strategia di comunicazione.  Di fatto, i podcast si stanno rivelando utili per ampliare il proprio pubblico di riferimento, presidiare nuovi contesti comunicativi e migliorare la brand awareness verso i potenziali clienti. Ma pochi sanno che possono anche supportare le aziende nel favorire una migliore comunicazione interna.  I corporate podcast sono una risposta efficace proprio alle nuove esigenze comunicative che i modelli organizzativi odierni hanno fatto emergere con l’adozione di smart e remote working. Un’applicabilità sicuramente più estesa e interessante di quella a cui siamo abituati. Come un’azienda può usarlo e con quali vantaggi? Te ne parlo in questo articolo portandoti esempi utili da cui trarre spunto. Cos’è il corporate podcast Partiamo col dire che il corporate podcast è un contenuto audio ad uso interno destinato a collaboratori e manager di vari livelli gerarchici. È un podcast aziendale privato fruibile esclusivamente attraverso canali riservati, come ad esempio: intranet aziendale;piattaforme proprietarie;piattaforme di e-learning.  A differenza del Branded Podcast che si rivolge a un pubblico esterno e ha come obiettivo quello di promuovere l’immagine aziendale, il corporate podcast ha ambiti di applicazione più funzionali. In particolare è usato per: diffondere conoscenza;promuovere la cultura aziendale;creare engagement tra i dipendenti;trasferire messaggi e informazioni chiare a tutta la popolazione aziendale.  Dunque è un canale di comunicazione interna particolarmente interessante per HR Manager e per chi è responsabile della gestione formativa e informativa aziendale. Soprattutto se consideriamo come sono cambiati i modelli organizzativi con l’estensione dello smart working. Perché usare un podcast aziendale per la comunicazione interna? Le caratteristiche del podcast, in termini di fruibilità, distribuzione e capillarità, lo rende adatto ad assolvere le esigenze comunicative delle aziende odierne. Arriva in modo agile dove altri canali non arrivano. Il modo di lavorare è cambiato, così come i modelli di comunicazione e quelli organizzativi. Il nostro modo di interagire con i colleghi è diverso e abbiamo un diverso approccio alla tecnologia. Non a caso, secondo gli osservatori più autorevoli e Forbes, la trasformazione digitale è uno dei principali trend HR per il 2022. Il lavoro da remoto ha decentralizzato tante attività e ha reso necessaria una grande capacità di comunicazione interna. Allo stesso tempo ha creato un distacco sociale collettivo che ha alzato una sorta di barriera invisibile tra le persone. Cosa impensabile fino a un paio di anni fa, quando la condivisione era il cuore pulsante delle relazioni professionali e personali.  Vivere in un contesto simile significa prendere atto del fatto che non è possibile interagire direttamente con tutta la popolazione aziendale con le stesse modalità del passato. Ripristinare lo stesso clima di interazione e coinvolgimento di un tempo, adattandolo alle nuove metodologie di lavoro – in smart working o miste – è oggi una sfida ancora più grande. Se già è difficile farlo in contesti piccoli, immaginiamo come questo possa essere attuato in un contesto complesso e multiforme come quello delle grandi aziende, in cui spesso i dipendenti sono dislocati in aree geografiche molto distanti tra loro. È chiaro, quindi, quanto sia fondamentale il ruolo della comunicazione interna per restare aggiornati sulle attività, sugli obiettivi e sulla strategia dell’azienda, ma soprattutto per mantenere alta la motivazione dei dipendenti. Un buon flusso comunicativo rafforza i legami, diffonde la cultura e i valori dell’azienda, migliorandone l’immagine e la credibilità.  Diciamo che svolge anche un ruolo sociale. La qualità della comunicazione aziendale interna impatta in modo diretto e deciso anche sul clima generale in cui si lavora. Di conseguenza, anche sui risultati che si raggiungono. Ho sempre immaginato i flussi comunicativi di un’azienda come una linfa. Parte dalle radici, che possiamo paragonare al management, e raggiunge capillarmente ogni singola foglia, cioè ogni singolo collaboratore, e poi ritorna in modo circolare. La linfa è un nutrimento e, se mai dovesse mancare, la pianta ne morirebbe. Così come l’azienda subirebbe seri danni se la comunicazione non raggiungesse capillarmente tutta la rete di dipendenti. Questo può accadere quando gli strumenti che si sono sempre usati, per esempio, non sono più adeguati al contesto attuale. Ma è proprio qui che il corporate podcast può subentrare. Come usare il podcast aziendale interno Ecco alcuni modi in cui è possibile usare il corporate podcast in azienda: per attività formative, come ad esempio l’e-learning, una delle modalità più usate e più diffuse. Spesso i contenuti audio possono essere usati ad integrazione di altri percorsi di formazione, sotto forma di approfondimenti, follow-up o esercizi individuali.Per informare i dipendenti su alcune iniziative o progetti posti in atto dall’azienda.Per creare un percorso conoscitivo dell’organizzazione, della struttura e della cultura aziendale. Per esempio per i nuovi dipendenti, come fosse un vero e proprio servizio di accoglienza per chi inizia a lavorare in azienda e ancora non conosce come è organizzata. Per includere nelle attività aziendali tutti quei dipendenti che, per via della natura del lavoro che svolgono, sono ubicati presso gli stabilimenti, nei punti vendita o viaggiano sul territorio. Un modo per sentirsi parte del grande team. Per divulgare procedure interne, condividere best practice o principi di etica aziendale.  Questi sono solo alcuni esempi che, tuttavia, rendono l’idea dell’applicabilità di un corporate podcast come strumento di comunicazione interna.  La produzione di contenuti audio aziendali può essere gestita da personale interno all’azienda supportato da professionisti esterni per le fasi più tecniche, oppure commissionata interamente. A seconda poi delle finalità e dei contenuti, il corporate podcast può avere portare voce dei propri dipendenti o dell’amministratore delegato oppure quella di speaker professionisti. In ogni caso, la scelta migliore dipenderà dal progetto stesso. Vantaggi del corporate podcast I vantaggi che derivano dall’utilizzo del corporate podcast sono diversi: i podcast umanizzano il contenuto. Non c’è niente da fare, la voce ha il potere di connettere emotivamente le persone, molto più di una mail o di una circolare interna. Questo tipo di connessione sarebbe già sufficiente ad accorciare quella distanza sociale di cui parlavo prima.Facilità di fruizione: i podcast per definizione sono on demand e nomadici, cioè possono essere ascoltati anche in contesti diversi da quelli lavorativi, per esempio mentre si è in viaggio. Immaginate un commerciale o un capo area che è in continuo movimento, magari in macchina, tra un cliente e l’altro o tra i punto vendita. Potrebbe sfruttare gli spostamenti per tenersi aggiornato con le informazioni dell’azienda e sentirsi parte della squadra, anche a distanza.Facilità di gestione: possono essere raggruppati per tematica di interesse, per progetti o finalità, costruendo una comunicazione più ordinata e fruibile. Ben catalogata, in sostanza.Misurazione degli ascolti: rispetto a tanti altri strumenti come le mail, gli articoli del blog aziendale, ecc… è più facile misurarne la fruizione. Un metodo utile per capire quanto la comunicazione prodotta arriva alle persone, di conseguenza, quanto viene fruita.  Diventa, di fatto, un canale riservato a chi è abilitato e rafforza il legame tra i dipendenti stessi perché crea anche quel senso di community.  I contenuti audio per l’azienda, creati ad hoc da professionisti, permettono di parlare a tutti i collaboratori in una modalità decisamente più vicina e flessibile rispetto ad altri strumenti di diffusione delle informazioni tradizionali.  Conclusioni Insomma, i vantaggi non mancano e sono tante le applicazioni di un podcast aziendale per migliorare la comunicazione rivolta a tutti i collaboratori. Una carta in più da giocare per migliorare sia la qualità del lavoro che i risultati. Oltretutto, potresti fare la differenza e venire incontro ai nuovi bisogni dei tuoi collaboratori.  Se sei un manager o un imprenditore e vuoi accorciare le distanze tra azienda e dipendenti, posso aiutarti a integrare il corporate podcast nella tua strategia di comunicazione per evolvere e migliorare l’engagement dei collaboratori. Contattami direttamente scrivendomi a ester@estermemeo.it per una call gratuita. Sarò lieta di aiutarti. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast » Parametri UTM: come tracciare il traffico web proveniente dal podcast Fino a pochi anni fa non sapevo neppure cosa fosse. Oggi non potrei farne a meno. Mi sono resa conto che, anche se è un fenomeno in crescita, non sono molte le persone che sanno davvero rispondere alla domanda cos’è un podcast. Prima dell’arrivo di internet non esisteva questa tecnologia, mentre oggi si sta creando un ecosistema che vede molti player coinvolti. Pertanto, inizia ad esserci la necessità di fare chiarezza e dare al podcast un significato, raccontarne la storia e lo sviluppo. Te ne parlo in questo articolo. Cos’è un podcast: la definizione Partiamo dal significato di podcast. Il termine podcast nasce nel 2004 dal connubio di due parole iPod — che significa letteralmente “baccello” o “capsula” — e Broadcast — che indica la diffusione massiva di una trasmissione radio—. È il giornalista del “Guardian” Ben Hammersley ad usarlo per la prima volta in un articolo dedicato all’evoluzione dell’ascolto on demand delle trasmissioni radio in seguito all’introduzione sul mercato del lettore mp3 di Apple. Lo sviluppo della tecnologia RSS (Really Simple Syindication), uno dei formati di distribuzione più popolari di contenuti tramite web, insieme al nuovo dispositivo iPod danno vita alla diffusione di un nuovo format di contenuti audio. Da qui si comprende quanto Apple sia stata determinante nello sviluppo dei podcast. È infatti la prima a crearne una sezione dedicata all’interno di iTunes. Feed RSS: definisce una struttura adatta a contenere un insieme di notizie, ciascuna delle quali sarà composta da vari campi (nome autore, titolo, testo, riassunto, …). Quando si pubblicano delle notizie in formato RSS, la struttura viene aggiornata con i nuovi dati; visto che il formato è predefinito, un qualunque lettore RSS potrà presentare in una maniera omogenea notizie provenienti dalle fonti più diverse. – Fonte Wikipedia Questo però non spiega cos’è un podcast. Per darne una definizione di podcast più completa possiamo dire che è un contenuto audio inedito nativo fruibile via internet tramite un computer o un dispositivo mp3. Per contro possiamo dire cosa non è un podcast: una trasmissione radio in differita, in quanto non sarebbe inedita;la trasformazione in audio di un video, perché non è nativa;un audiolibro, perché il contenuto nasce con uno scopo diverso. Le caratteristiche del podcast possiamo riassumerle così: asincrono: la produzione e l’ascolto dell’audio avviene in momenti diversi, quindi non come succede con la radio.Offline: l’audio è scaricabile sui propri dispositivi e fruibili in altri momentiOn demand: è l’ascoltatore che decide quando ascoltare e riascoltare il contenuto La storia del podcast Dopo averti spiegato cos’è un podcast, voglio fare un accenno alla sua storia che, se pur molto recente, è di per sé interessante e contrassegnata da momenti decisivi. Agli inizi degli anni 2000, in seguito alle due grandi innovazioni tecnologiche, iPod e feed RSS, sono soprattutto le emittenti radiofoniche a mettere online alcuni programmi del palinsesto per l’ascolto in differita. Accanto a queste repliche, compaiono poi i primi esperimenti di produzioni editoriali per lo più giornalistiche che dimostrano un primo interesse del pubblico verso contenuti on demand. La vera svolta è nel 2014 con l’uscita di Serial, una serie podcast true crime che racconta un fatto di cronaca avvenuto negli Stati Uniti nel 1999. Il racconto a episodi, sapientemente realizzato con un mix di voci, suoni, musiche e racconti, ottiene un riscontro tale da riaccendere l’attenzione sul questo nuovo mezzo, il podcast. Dagli USA arriviamo in Italia con un fenomeno simile. Nel 2017 esce Veleno, l’inchiesta giornalistica in formato audio prodotta da La Repubblica incentrata su un fatto di cronaca vera italiana. Le puntate sono così accattivanti da innescare quel bulimico desiderio di ascoltare immediatamente i successivi, tipico delle serie TV. Questa è infatti la prima serie podcast in italiano a creare un boom di ascolti e lanciare il fenomeno nel nostro Paese, se pur ancora limitata per lo più agli utilizzatori Apple. Ci pensa Spotify nel 2018 a contribuire ad allargare il mercato degli ascolti per gli utenti Android. Dopo l’acquisizione di Gimlet Media e Parcast si inserisce di fatto come player in un mercato in forte espansione. Il podcast però non è mai stato così popolare come negli ultimi mesi. Le statistiche rese note da Voxnest a fine 2019 già dimostravano un forte incremento degli ascolti in Italia rispetto ai precedenti 12 mesi ma il trend è continuato a crescere a doppia cifra nel 2020 con un +15% rispetto al 2019 (fonte Nielsen). Come ascoltare podcast La prima cosa che consiglio a chi vuole iniziare a fare podcast è essere ascoltatori. Sembra una cosa scontata, ma non lo è. Ascoltare podcast ti aiuta a conoscere lo strumento, capire cosa funziona e cosa no. Come si ascolta un podcast? È molto semplice: ti bastano uno smartphone e un paio di cuffie. Questo è il modo migliore per fruirne quando e dove vuoi. Le piattaforme di raccolta e distribuzione accolgono i feed RSS caricati dai creator e rendono disponibile il contenuto audio per l’ascolto. Ora che sai cos’è un podcast, anche il funzionamento non avrà segreti. Sui dispositivi IOS è presente in modo nativo l’applicazione Apple Podcast dai cui è possibile accedere ai contenuti gratuiti selezionando il nome del podcast o la categoria, ascoltarli online oppure scaricarli per fruirne offline. Per seguire gli aggiornamenti puoi iscriverti alla serie preferita, ma solo quest’app consente di recensirne il contenuto. Su Android è Spotify che fa da piattaforma principale di ascolto. Puoi cercare il podcast dallo stesso motore di ricerca della musica e inserirlo in una playlist insieme ai tuoi artisti preferiti. Anche qui la funzione “follow” ti consente di ricevere le novità pubblicate dai podcaster. Tra i player gratuiti si sta posizionando anche Google Podcasts con un’app dedicata per l’ascolto, ma esistono molte altre piattaforme minori di distribuzione di podcast con un catalogo simile. La differenza la fanno i contenuti creati in esclusiva per la piattaforma di riferimento, un po’ come fanno Netflix o Amazon Prime Video per la TV. Le piattaforme di ascolto non sono le uniche fonti per ascoltare podcast. Grazie alla vocal search puoi chiedere agli smart speaker di farti ascoltare il tuo podcast preferito. Ti basterà lanciare il comando di azione del tuo dispositivo per attivare la riproduzione degli episodi. Non tutti i contenuti podcast però sono gratuiti. Esistono realtà come Audible o Storytel che prevedono un accesso su abbonamento per l’ascolto. La modalità garantisce contenuti di alto livello ed esclusivi.Ciò non toglie che moltissime produzioni di qualità, professionali e non, siano disponibili gratuitamente. A te la scelta e la voglia di scoprirne. Conclusioni Le nuove tecnologie hanno dato la possibilità di ascoltare podcast on demand e in mobilità sui propri dispositivi personali: questa è la chiave di successo di questo media. Lo hai trovato utile? 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Home » Podcast » Parametri UTM: come tracciare il traffico web proveniente dal podcast Negli ultimi anni il binomio podcast e giornalismo ha riscosso parecchio successo tra il pubblico. Content curation, informazione, documentari, cronaca, approfondimenti su notizie di attualità, sono alcuni dei modi in cui molti giornalisti hanno utilizzato e utilizzano i podcast per raggiungere un pubblico più ampio e per offrire contenuti di qualità in modo più diretto e fruibile.  Ma al di là di queste modalità di informazione più frequenti e tipiche, c’è un’altra forma di giornalismo per la quale si presta molto bene il podcast, ed è lo slow journalism. Questo è un termine che, come vedremo, si contrappone al giornalismo main stream e si affianca a un modo di fare informazione più accurato e dedito alle storie e alle persone che stanno dietro a una notizia. Come si può usare il podcast per fare giornalismo in questa forma? Ne parliamo con Teresa Potenza, giornalista esperta in geopolitica, economia e cultura Mediorientale, nonché autrice di Ponti Invisibili, il podcast che ha sancito il suo ingresso nel mondo dell’audio come strumento di giornalismo. Cos’è lo Slow Journalism Lo Slow journalism è un approccio al giornalismo che sottolinea la qualità rispetto alla quantità, puntando a fornire una comprensione più approfondita e ponderata dei fatti rispetto alla semplice diffusione di notizie in tempo reale. Si concentra sulla storia dietro le notizie, cercando di capire i contesti e le implicazioni a lungo termine, e di fornire informazioni complete e accurate per aiutare i lettori a prendere decisioni informate. Si contraddistingue anche per essere indipendente dalle news acchiappa clic, dalle agenzie giornaliere che devono seguire i trend. Dà spazio alle storie, quindi anche alle persone. Podcast e giornalismo: intervista a Teresa Potenza Chi è Teresa Potenza Ho preso il tesserino nel 2005 e da quel momento ho lavorato per testate italiane e internazionali sia a Milano che a Londra, finché poi ho fatto un viaggio in Siria che mi ha un po’ cambiato davvero tutto. Fino a quel momento mi occupavo di economia, turismo, esteri e sono sempre proprio gli esteri il tema che mi ha appassionato. Quando sono arrivata in Siria ho cominciato a lavorare come giornalista finché è scoppiata la guerra che mi ha costretta a ritornare. Da lì, negli anni ho lavorato ancora per testate italiane e internazionali finché ho deciso di specializzarmi proprio in Medio Oriente e in geopolitica. Quell’esperienza in Siria mi ha messo in connessione non solo con culture diverse, ma anche con fatti forti, come una guerra, che ho capito che volevo andare al di là delle notizie cosiddette “cotte e mangiate”. Ho capito che dovevo dare attenzione all’approfondimento, alle persone che fanno la notizia, dare voce proprio a quelle persone che ci possono raccontare fatti che forse sono lontani, ma forse in realtà ci possono riguardare molto da vicino. Come ti sei avvicinata al podcasting? Prima di tutto da fruitrice. Penso di aver cominciato, come tanti, nel 2020, nei mesi del primo, durissimo lockdown. Nel podcast ho sempre apprezzato il fatto di non sentirmi un numero, ma qualcuno a cui qualcun altro sta parlando. Mi è sempre piaciuta questa connessione. E poi il fatto che la voce riesce a trasmettere anche le emozioni. Da qui ho deciso di approcciarmi al podcast stando dall’altra parte. Ho pensato sarebbe stato anche interessante per me usarlo come mezzo per raccontare la mia storia, ma anche naturalmente quella degli altri. Ed è così che è nato Ponti Invisibili, il podcast in cui racconto la mia storia in Siria. Ho scelto un taglio narrativo e non giornalistico me è stata la scelta migliore proprio per andare al di là dei fatti, perché sì lo spunto è la mia storia però poi c’è molto altro, è un viaggio interiore sia per me sia per chi lo fa insieme a me. Concept Ponti Invisibili e processo di creazione Leggi tutto Che obiettivi ti eri posta con il podcast dal punto di vista professionale? Nel momento in cui ho capito che volevo occuparmi di slow journalism in questo modo, ho pensato che la cosa migliore da fare fosse davvero mettermi in gioco e raccontare la mia storia per far vedere come si possono raccontare fatti, notizie e persone. Non c’è soltanto il modo veloce ma anche un modo più lento, più accurato e più empatico, se vogliamo, più sensibile. Così ho pensato che fosse anche utile per la mia professione per dedicarmi proprio a quello che mi piace, cioè fare giornalismo. Mi piace definire questo podcast come il mio biglietto da visita. Podcast e giornalismo: che consiglio dai a chi si occupa di informazione? È un approccio che va davvero esplorato. Per le testate che raccontano già storie però in altro modo, credo che potrebbero davvero aprirsi a loro volta delle nuove opportunità e anche delle nuove strade. Secondo me può fare bene alle grandi testate e ai grossi nomi. Stessa cosa per i miei colleghi giornalisti. Con il podcast possono davvero avere un modo in più per arrivare anche alle testate con cui vogliono collaborare, un modo in più per specializzarsi in un settore e arrivare poi alle persone che alla fine sono coloro che fanno le storie. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Una domanda ricorrente che ancora oggi mi sento rivolgere quando creo un progetto audio riguarda proprio la scelta della musica nei podcast. Il sound è un elemento importante all’interno di una serie audio: determina il mood, crea atmosfera, definisce l’identità e scandisce i ritmi dei contenuti.Senza musica, anche il podcast con il format più semplice sarebbe meno coinvolgente per chi l’ascolta. Se poi pensiamo ai formati narrativi, il sound diventa determinante. Ma come ci si regola con la scelta della musica nel podcast? Immagino che a tutti piacerebbe inserire una canzone famosa nel proprio progetto audio che magari si adatta alla perfezione al contenuto che stiamo creando. Ma, se pur lecito, non è proprio così semplice e forse nemmeno la scelta più consigliata. Ora ti spiego perché, partendo dalle ricerche che ho fatto in tema di diritto d’autore e copyright, per poi darti qualche soluzione alternativa. Cos’è il diritto d’autore Il diritto d’autore e il copyright servono a tutelare le opere creative di valore artistico realizzate dall’autore. Anche se i due termini sono spesso usati come sinonimi, in realtà c’è una differenza. Senza entrare nei meriti giuridici che non sono il mio ambito, possiamo semplificare dicendo che il copyright tutela l’aspetto economico che può derivarne dalla diffusione dell’opera, mentre il diritto d’autore mira a tutelarne la paternità. Il diritto d’autore nasce nel momento stesso in cui viene creata l’opera. Da quell’istante, l’autore ha il diritto di usarla, riprodurla, autorizzare o negarne la riproduzione e distribuirla. In Italia, tale diritto è regolato dalla legge n. 633 del 1941 e la sua violazione può far incorrere in sanzioni, sia civili che penali. Le registrazioni audio e le composizioni musicali, e quindi tutta la musica, rientrano tra le opere tutelate dal diritto d’autore. Il podcast è considerata un’opera derivata dalla legislazione, in quanto è l’unione di più opere d’ingegno, già esistenti o originali, che insieme ne creano una trasformata o adattata. Ma questa trasformazione non libera dalla legge sul diritto d’autore, in nessun caso. Come regolarsi con l’uso della musica nel podcast Considerando quando stabilisce la legge in tema di copyright, hai tre soluzioni: chiedere l’autorizzazione ad usare una musica coperta da diritto d’autorecreare una musica inedita per il tuo podcastusare musica libera da diritti d’autore. Usare nel proprio podcast una musica sui cui vige il diritto d’autore, come dicevo all’inizio, è lecito ma non è sempre la strada più semplice da percorrere. Tieni presente che per farlo devi ricevere l’autorizzazione da tutti gli aventi diritto, ovvero: autore dell’operainterpreti che la eseguonoproduttori fonografici (casa discografica). La liberatoria, necessariamente scritta, deve specificare il tipo di diritto autorizzato e anche la destinazione di quella musica (sigla, colonna sonora, sottofondo). L’autorizzazione va richiesta anche se si tratta di pochi secondi. L’autore, infatti, potrebbe non gradire gli argomenti trattati nel podcast a cui vorresti abbinare il brano musicale da te scelto e quindi negare il rilascio della licenza. Puoi rivolgerti direttamente alla casa discografica per chiederne l’autorizzazione. La procedura spesso è lunga ed è oggetto di trattative tra le parti anche per stabilirne il compenso, per cui è meglio affidarsi ad un esperto. Qui puoi trovare altri utili informazioni per la gestione delle autorizzazioni. Se ti sembra un iter complicato, in effetti lo è, e forse vale la pena considerare le altre due soluzioni. A meno che tu non sia musicista e voglia realizzarti in autonomia un pezzo musicale, puoi optare per la musica libera da copyright. Intervista a Avv. Martina Lasagna su Copyright e Podcast Musica royalty free e Creative Commons La soluzione più frequentemente applicata dai creator per ovviare ai limiti imposti dalla legge sul diritto d’autore è l’uso di musica royalty free o Creative Commons. Nel primo caso, un contenuto royalty free può essere liberamente utilizzato ma bisogna acquistarne la licenza d’uso con un compenso minimo. Nel caso di contenuti Creative Commons, l’autore rinuncia a parte dei suoi diritti e concede l’uso delle sue opere liberamente o con alcune limitazioni. Esistono diversi tipi di Creative Commons (CC) a seconda delle combinazioni di licenza concesse dallo stesso autore. Sono identificate da sigle che ne condizionano i termini di distribuzione. È importante accertarsi del tipo di licenza concessa prima di inserirla nel proprio podcast per non incorrere in violazioni. Ecco l’elenco delle sigle Creative Commons, come le sintetizza Wikipedia, che potresti trovare quando scarichi musica: CC0: pubblico dominio, utilizzabile per tutti gli usi senza limitiCC BY: si può distribuire, modificare e creare opere derivate anche a scopi commerciali a condizione che ne venga riconosciuta la paternitàCC BY-SA: si può usare per le stesse finalità della precedente ma alla nuova opera deve essere attribuita la stessa licenzaCC BY-ND: si può distribuire anche per scopi commerciali riconoscendone la paternità ma non può essere usata per opere derivate (no podcast)CC BY-NC: si può distribuire, modificare e creare opere derivate a condizione che ne venga riconosciuta la paternità, ma non per scopi commercialiCC BY-NC-SA: si può distribuire, modificare e creare opere derivate non per scopi commerciali a condizione che ne venga riconosciuta la paternità e all’opera finale venga attribuita la stessa licenzaCC BY-NC-ND: si può distribuire ma non per scopi commerciali e non per opere derivate (no podcast). Dove trovare musica per podcast Ecco un elenco non esaustivo a cui puoi fare riferimento per scaricare musica o effetti sonori per il tuo podcast. Librerie di musica per podcast gratis: FreesoundAudio library YoutubeDanoSongsFree stock musicPacDVccMixter Librerie di brani a pagamento: JamendoAudiojungleShutterstockEpidemic SoundBeeto music La scelta di usare cataloghi musicali a pagamento rispetto a musica free per podcast sta sia nell’ampia varietà di brani scaricabili che nella qualità della musica stessa. Personalmente uso Epidemic Sound per i miei progetti personali perché ha il vantaggio di poter scaricare separatamente gli stems, ovvero le tracce dei singoli componimenti della melodia (voce, bassi, batteria, ecc.), per un uso ancora più flessibile. Ester MemeoPodcast Coach e Producer. Curiosa tanto per cominciare, ma anche volitiva e tenace. Motociclista per passione, milanese per nascita. Ha stravolto la sua carriera aziendale per dare vita a un suo progetto personale che poi è diventato molto altro. Oggi il podcast è il suo lavoro e aiuta chi inizia da zero a realizzare il suo progetto. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast » Parametri UTM: come tracciare il traffico web proveniente dal podcast Ci sono dei casi in cui è meglio per te non creare un podcast? La risposta è sì, e tra poco li vedremo insieme. Forse questa dichiarazione può sembrarti strana visto che come Podcast Coach aiuto le persone a creare un loro progetto audio. Ma sono anche dell’idea che, come ogni cosa, vada approcciato con la giusta predisposizione e le giuste motivazioni. Il rischio altrimenti è creare un prodotto che non porta valore né a te né al tuo pubblico, e quindi non ascolterebbe nessuno. Per cui, se sei nella fase in cui alla parola podcast ti brillano gli occhi e non vedi l’ora di partire in quarta, è mio dovere farti prima riflettere su alcune errate motivazioni che potrebbero spingerti verso una decisione sbagliata. Perché proprio un podcast? La primissima domanda che faccio a chi vuole cominciare un percorso con me è questa: perché hai deciso di creare proprio un podcast e non usare altri mezzi di comunicazione? Non tutti se la pongono e non tutti hanno la risposta pronta. Altre volte le idee sono chiare, ma le risposte suggeriscono che forse è meglio dedicare tempo e denaro a creare qualcosa di diverso che non sia il podcast. Vediamo insieme in quali casi è meglio non creare un podcast. Voglio fare podcast per diventare popolare? Molti podcaster che conosco in effetti sono diventati popolari proprio grazie al loro show. Puntata dopo puntata hanno saputo conquistare il pubblico ed entrare letteralmente nella quotidianità delle persone. Ed è proprio questo il punto: se hanno avuto successo con il loro podcast è perché sono riusciti a creare un prodotto di valore che il pubblico ha apprezzato. La popolarità è arrivata dopo, non è stata la leva scatenante. Anzi, molti di questi podcaster neanche si aspettavano un simile successo. Dunque se pensi di fare un podcast per soddisfare esclusivamente il tuo ego, beh potresti restare deluso. Sono pochi i podcast che raggiungono vette di ascolti tali da rendere famosi i podcaster. E in ogni caso c’è sempre dietro un gran lavoro di contenuti. Competenze chiave per fare un podcast Leggi tutto Lo faccio perché lo fan tutti? Il podcasting è un mercato in forte espansione, aumentano gli ascoltatori e aumentano le produzioni. Aziende, privati, liberi professionisti e istituzioni si sono lanciati nel meraviglioso mondo dell’audio per divulgare contenuti. Il fatto che i grandi player del mercato (Spotify, Amazon, YouTube, per citarne alcuni) stiano investendo nel podcast indica che la domanda c’è. Benissimo. Creare un podcast in un mercato in crescita è utile per ritagliarsi un proprio posizionamento e presidiare nuove piattaforme. Ma se non hai una buona idea da condividere o contenuti utili per il tuo pubblico, cavalcare l’onda tanto per esserne parte non ti porterà alcun successo. Meglio ponderare la cosa e aspettare di buttar fuori l’idea giusta che il pubblico apprezzerà. Credo che il podcast sia un modo per fare soldi? La monetizzazione è un aspetto interessante del podcasting. Tuttavia, pochi sanno che guadagnare con il podcast è più difficile di quanto si pensi. Che si tratti di pubblicità dinamica, episodi sponsorizzati, crowdfounding, il punto è sempre uno: serve un pubblico per monetizzare. E il pubblico te lo crei con il tempo, la costanza e il valore che offri.  Se credi di fare soldi facili, dovrai ricrederti. Piuttosto, concentrati sul creare un podcast per divulgare la tua esperienza, i tuoi valori e contenuti utili agli ascoltatori. Il resto arriverà. Lo faccio per vendere i miei prodotti e servizi? Il podcast marketing è un ottimo modo per promuovere il proprio business, ma non è uno spot pubblicitario. Sebbene un messaggio commerciale indiretto possa starci, l’effetto televendita è completamente fuori luogo.  Le persone non sono interessate ad ascoltare per 10, 20 o 30 minuti un messaggio di vendita diretta. Vogliono imparare, intrattenersi, ricevere informazioni o formazione utile. Per l’advertising ci sono strumenti e contesti più idonei del podcast.  Come si attiva il processo di acquisto con il podcast Leggi tutto La mia target audience ascolterebbe un podcast? Converrai con me che il vero protagonista del podcast è il pubblico. Per cui, se per ragioni demografiche l’audience a cui ti rivolgi è ben lontana dall’uso della tecnologia audio, beh forse è meglio pensare a qualche altro canale di comunicazione.  Per esempio, i dati divulgati da Ipsos nell’ottobre 2021 nella sua Digital Audio Survey sul profilo degli ascoltatori dimostrano che il 44% è under 35. Questo potrebbe farti capire che un pubblico in là con l’età potrebbe preferire strumenti più tradizionali del podcast per fruire di contenuti. Ipsos, Digital Audio Survey 2021 Quando ha senso creare un podcast? Creare podcast è un lavoro che richiede impegno, energie e risorse. Se le tue motivazioni sono quelle di donare e condividere contenuti utili e di valore al tuo pubblico, allora sei sulla strada giusta. Diversamente, forse è meglio rivalutare le tue decisioni.  Pensa sempre che gli ascoltatori donano il loro tempo per ascoltarti, e il tempo è la risorsa più preziosa che possediamo. Usalo bene anche tu e non deludere le loro aspettative.  La soddisfazione più grande è ricevere feedback di apprezzamento e gratitudine per il valore che hai condiviso. Questo è ciò che io chiamo successo.  Dunque, tu perché vorresti fare un podcast? Contattami per fissare la tua call gratuita di 30′ e raccontami la tua idea di podcast. Sarò felice di accompagnarti in questa avventura. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast » Parametri UTM: come tracciare il traffico web proveniente dal podcast Sigla e Trailer podcast: cosa sono e a cosa servono Per spiegare la differenza tra sigla e trailer di un podcast, partiamo dal dare una definizione di questi due elementi. La sigla è un breve motivo che funge da elemento introduttivo al podcast stesso. È composto da un testo conciso e una musica di sottofondo. Lo scopo della sigla è presentare sinteticamente il podcast e orientare l’ascoltatore dando coordinate precise, anche e soprattutto se è la prima volta che ci ascolta. Per questo la durata indicativa è tra i 15 e i 30 secondi. Non serve che sia molto prolissa. Una buona sigla contiene: il nome del podcast il nome dell’autore o del narratore il messaggio del podcast il pubblico a cui è rivolto il beneficio per l’ascoltatore. La sigla è un elemento identitario del podcast, ed è bene che crei un effetto di familiarità e riconoscibilità. Ecco perché solitamente ha un testo e una musica sempre ricorrenti. D’altra parte, il trailer è l’anteprima di tutto il progetto podcast, che sia esso una serie autoconclusiva oppure episodica. Lo scopo del trailer è sempre lo stesso: presentare il podcast, incuriosire e coinvolgere il pubblico, fornire elementi essenziali ma esaustivi per far capire di cosa si parlerà, quale format si è scelto, con quale punto di vista si affronterà l’argomento, chi è l’autore o il narratore, in che veste ne parla e quali sono obiettivo e target del podcast. Il trailer in genere è una breve puntata del podcast della durata indicativa che va dai 90 ai 120 secondi. Può essere esposto dalla voce del narratore oppure essere un middle di voce o pezzetti di altre puntate che lascino intravedere una piccola trama senza però svelare troppo. Come creare la sigla podcast Leggi tutto Sigla vs trailer podcast Sigla e trailer, sebbene servano entrambi a presentare il podcast, hanno scopi e durata differenti. La prima è una sintesi estrema, di solito bastano due o tre frasi per circoscrivere tutto il messaggio contenuto nel podcast. Il secondo è una espansione più dettagliata dell’argomento ma allo stesso tempo sintetico e accattivante. Sulla durata e sullo stile di sigla e trailer non ci sono regole precise. Puoi decidere tu come strutturarle, tenendo conto delle diverse finalità di entrambi. Per altri approfondimenti, ti consiglio la lettura dell’articolo su come creare la sigla podcast e come fare un trailer accattivante. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast » Parametri UTM: come tracciare il traffico web proveniente dal podcast Se stai pensando anche tu di realizzare un podcast, sappi che una delle prime cose che dovrai fare è occuparti della definizione del format del podcast. Dovrai decidere, in sostanza, quale struttura generale dovrà avere il tuo progetto audio. Ogni podcast ha un format ben preciso che lo definisce e ne disegna i tratti essenziali. Un po’ come succede per i format dei programmi televisivi o radiofonici.  L’obiettivo di questo articolo è capire: cos’è un format podcast e perché è importante per il successo del tuo progetto; quali sono gli elementi che lo compongono, in particolare ne ho identificati 8. Una volta analizzati questi due punti, sono sicura ti sarà più chiaro come strutturare il format del tuo progetto. Cos’è il format di un podcast? Parto subito col dirti che il format podcast è la struttura del progetto audio, ossia lo schema che lo definisce. È una sorta di compagine che, in modo chiaro, determina tutti gli elementi identificativi che lo compongono e che dettano il suo svolgimento, sia dal punto di vista stilistico, sia narrativo che tecnico. Ciò che contraddistingue un format podcast da un altro è la sistematicità di alcuni elementi che si ripetono puntata dopo puntata e che ne definiscono la riconoscibilità. Per estensione, possiamo paragonare il format di un podcast a quello di un programma televisivo, dove sono chiari: tipologia di programma, palinsesto, scelte tecniche e stilistiche, conduttori e via dicendo. È da queste caratteristiche che derivano i vari tipi di podcast e con essi le strutture editoriali. Quello di cui ci occuperemo in questo artivolo riguarda la predisposizione del format generale che possiamo considerare come lo scheletro del nostro progetto.  È fondamentale che tu definisca in anticipo la struttura del tuo podcast per due motivi: ti aiuterà a delineare i confini entro cui sviluppare la tua idea;  aiuterà il tuo futuro ascoltatore a seguirti meglio durante l’ascolto perché avrà una sorta di guida, un percorso chiaro che lo accompagnerà puntata dopo puntata.  I podcast che ascolti abitualmente hanno un loro format ben preciso anche se, forse, non ci hai mai fatto caso. Vorrei proporti un esperimento.  Dopo aver letto questo articolo, prova ad individuare quali sono tutti gli elementi che caratterizzano il tuo podcast preferito. Dopodiché, prova ad identificare il format sulla base del quale è costruito.  Se ti fa piacere condividere con me la tua analisi, sarò davvero felice di leggerla.  Se, invece, non sei un frequentatore abituale delle piattaforme audio, qui trovi una raccolta dei podcast per i quali ho personalmente seguito la produzione come Podcast Coach. Vediamo ora cosa serve per definire un format podcast.  Come definire un format: 8 elementi chiave Ci sono degli elementi chiave da considerare per definire un format podcast in modo efficace: ne ho identificati esattamente 8. Premessa: la definizione del format è un’attività da fare necessariamente dopo aver definito gli obiettivi e il target del tuo progetto audio. Senza prima non lavori su obiettivi di marketing e di podcast non riuscirai a definire la struttura del tuo futuro progetto. Analizziamo ora i diversi elementi che compongono il format.  La definizione del concept, cioè l’idea centrale su cui si basa l’intera progettazione e da cui deriverà il piano editoriale. Può essere definito come il soggetto, il fulcro del progetto stesso, nel quale è sintetizzata la Value Proposition del podcast. Il numero degli speaker. Quante persone interverranno come host nel podcast? Ci sarà un unico conduttore che argomenterà le singole puntate o sono previsti degli ospiti o dei co-conduttori? A queste domande bisogna dare una risposta prima di iniziare un podcast perché, per esempio, la scelta del numero di speaker può determinare un diverso impatto dal punto di vista organizzativo e tecnico. La tecnica narrativa o modalità di svolgimento. Ad esempio: sarà un talk a una voce oppure una conversazione libera tra più co-conduttori? Hai intenzione di realizzare un podcast narrativo oppure vuoi sviluppare gli argomenti sotto forma di intervista? La finalità di utilizzo. Definisci se il tuo podcast sarà formativo, informativo oppure un contenuto di intrattenimento. Questo ti porterà a trovare il mood. Il mood del podcast. È inteso sia come tono di voce, stile di comunicazione e linguaggio, sia come atmosfera sonora, quindi con riferimento al genere musicale che accompagnerà il tuo testo. Per aiutarti a capire quale mood scegliere, prova a pensare a che tipo di emozioni vuoi suscitare nel tuo ascoltatore e al pubblico a cui ti rivolgi. La struttura interna delle puntate. Suddividi in blocchi la singola puntata e per ciascuna di esse indica cosa accadrà e quanto durerà. Questa metodologia ti aiuterà a preparare la tua scaletta o il tuo copione. Decidi se ci sarà un intro, una sigla oppure un contributo audio esterno e quali e quanti elementi sonori ricorrenti. Le caratteristiche strutturali di ogni puntata. Saranno puntate episodiche auto-conclusive in cui ogni episodio verterà su un argomento diverso di volta in volta oppure saranno puntate seriali in cui la storia si svolgerà a cavallo di più episodi? Ci saranno momenti seriali ossia ricorrenti, che si ripetono in ogni puntata? Tutti elementi che è bene definire a priori nel format del progetto di podcast. Il tipo di pubblicazione cioè rifletti bene su: durata, numero di puntate e frequenza di pubblicazione (ad esempio giornaliera, settimanale, quindicinale o mensile). Queste tre voci saranno fondamentali per organizzare il tuo processo di produzione e far sì che il tuo progetto si basi su un criterio di sostenibilità, un concetto di cui parlo ampiamente anche nell’articolo sul Podcast Model Canvas. Conclusioni Sono certa che, giunti fino a qui, ora per te sia più chiaro il concetto che scrivere il format del tuo podcast significa elaborare tutta una serie di caratteristiche che concorrono a costruire l’identità precisa del tuo progetto audio. Ecco perché un format che è strutturato secondo questi 8 elementi chiave è, a tutti gli effetti, una vera e propria bussola per l’ascoltatore che si sente guidato nell’ascolto del tuo podcast.  Tornando all’esperimento che ti ho proposto all’inizio di questo articolo, hai avuto modo di identificare quale format ricalca il podcast che hai preso in esame? Aspetto una tua mail per conoscere la tua risposta così come puoi scrivermi per richiedere una consulenza personalizzata se stai pensando di progettare il tuo podcast.  Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast » Parametri UTM: come tracciare il traffico web proveniente dal podcast Per differenziarsi dalla concorrenza, oggi non è più sufficiente essere bravi nel proprio lavoro. Ormai, la qualità di un prodotto o di un servizio è praticamente la base per restare attivi sul mercato. I consumatori come me e te sono diventati molto più attenti di un tempo a ciò che acquistano e, a meno che tu non stia vendendo delle commodity, non è il prezzo a fare la differenza. Serve altro per distinguersi, qualcosa che ha più attinenza al come e al perché facciamo quello che facciamo, rispetto al solo cosa proponiamo. Su questo punto, il libro Partire dal perché di Simon Sinek parla chiaro, e se sei in cerca della tua proposta di valore ti consiglio di leggerlo. Avere una vision e una mission chiare, dunque, è il punto di partenza. Ma non finisce qui. Possiamo avere i valori più elevati, l’offerta migliore di questo mondo, l’elemento unico e originale che ci differenzia dagli altri, ma se nessuno sa che esistiamo, abbiamo un problema. Soprattutto se sei nella fase di avvio di una nuova attività, non puoi aspettare passivamente che siano gli altri a notare te e il tuo brand. Perché non esistiamo solo noi. La comunicazione è la linfa vitale di un business, piccolo o grande che sia. Senza di essa nessuno saprebbe cosa fai. Il fatto è che anche i tuoi competitor fanno la stessa cosa. Usano i canali di comunicazione per promuoversi e aumentare la propria visibilità. Dunque, cosa serve per distinguersi dalla concorrenza a livello comunicativo? È questo ciò di cui ti parlerò in questo articolo. Lo farò con la mia voce unita a quella di Elena Bizzotto, igienista dentale e podcaster, che ci racconterà come è riuscita a trovare il suo elemento differenziante e a trasformare la sua comunicazione e il suo business proprio grazie al podcast.  Intervista ad Elena Bizzotto Elena Bizzotto è la protagonista della prima intervista di Podcast per il Business. Igienista dentale, musicista, podcaster ed autrice di ben 4 podcast (spoiler: il quinto è in arrivo).  Ho avuto il piacere di intervistarla durante una chat vocale dell’Associazione Italiana Podcasting di cui è una delle fondatrici. “Elena, come sei arrivata al podcasting, considerando il tuo background e la tua professione, forse un po’ lontana da quelle tipicamente digitali?” “Sono arrivata al podcasting come una conseguenza naturale e inevitabile del mio background come musicista. L’audio è per me un canale preferenziale e io stessa ero (e sono) una grande ascoltatrice di podcast. All’inizio, mi sono avvicinata come utente, fino a diventare una podcast-addicted. I tragitti in macchina e tutti quei momenti “di fermo” per me sono utili per ascoltare i podcast.  Prima di raccontarmi, parto dal presupposto che amo moltissimo il mio lavoro e non volevo cambiarlo. Ho iniziato a lavorare come libera professionista senza avere minimamente la concezione di come dover affrontare il mio lavoro con la mentalità da imprenditrice.  Di fatto, sono entrata nel mondo della libera professione con la mentalità da dipendente dato che già a quell’epoca lavoravo anche 10 o 11 ore al giorno, sabati compresi. Ad un certo punto, mi sono resa conto che mi mancava quel mindset che, invece, dovrebbe appunto avere un imprenditore. In particolare, sentivo di non avere competenze legate agli strumenti, le conoscenze legate al mondo del business. Amando i podcast, è stato per me naturale scegliere questo canale per iniziare ad attingere a concetti e nozioni di marketing. Mano a mano è cresciuto in me il desiderio di creare qualcosa di mio e ho iniziato con un blog. Mi sono subito resa conto che nel mondo digitale, il sito era qualcosa di completamente mio su cui nessuno poteva mettere le mani o dire la sua. Era il mio luogo digitale.  Come il podcast mi ha aiutato a differenziarmi Nella realtà dei fatti, la scrittura non l’ho mai sentita come il mio strumento. Quindi è scattato in me qualcosa che mi ha portata a chiedermi “ma se io amo tantissimo ascoltare podcast e parlare con i miei pazienti, perché non iniziare a farlo?”. Spesso i miei pazienti mi dicevano “Dottoressa, questa cosa non me l’ha mai spiegata nessuno come ha fatto lei”.  Ecco, per spiegare le cose in ambito medico ci vuole del tempo. Nel mondo digitale però sappiamo che i social scorrono veloci ed i video devono essere di 20 secondi. Non si può parlare di concetti che richiedono del tempo per essere raccontati e spiegati, pensavo.  Ho sempre cercato di usare molto le metafore per semplificare e far immaginare i concetti. Ecco perché ho pensato che il podcast fosse perfetto! Èd è stato proprio il podcast a trasformarmi, piano piano, anche come professionista. Le mie colleghe erano allora presenti nel mondo digitale usavano tutte i canali social e lavorando molto col video. Io invece ho voluto differenziarmi dai competitor con il podcast. A dirla tutta, è stato proprio grazie a ciò, che il mio podcast è diventato un branded podcast: parlava di me come professionista… senza parlare di me.  Inoltre sono stata la prima igienista dentale ad usare il podcast come strumento di divulgazione e questo ha destato curiosità nel mio ambiente”. Raccontarsi in modo unico e personale “Elena, quali sono stati gli ostacoli che hai incontrato nell’attuare questa tua scelta comunicativa?” “I primi esperimenti li ho fatti a cavallo tra 2017 e 2018. Quando dicevo ai miei pazienti di avere un podcast, la loro reazione era di smarrimento. Perdevo più tempo a spiegare cosa fosse un podcast e a come ascoltarli, piuttosto che a spiegare loro l’argomento.  Ho cercato di facilitare questo aspetto, indirizzandoli al mio sito dove ogni puntata del podcast diveniva un articolo di blog, con al suo interno la versione audio da ascoltare.  “In riferimento ai tuoi obiettivi personali come ti ha aiutato il podcast a migliorarti come professionista?” È una grande opportunità di crescita personale. Assolutamente. Sarebbe riduttivo scegliere questa opzione solo in merito alla capacità di questo canale di differenziarci rispetto ai nostri competitor. Il fatto di dover raccontare, ingegnandomi su come farlo in maniera piacevole, mi ha reso ancora più brava. Inoltre, ho fatto un corso di aggiornamento come speaker, per acquisire più scioltezza e sicurezza nel parlare. Un qualcosa che mi è tornato utile naturalmente anche in tutti gli altri ambiti della mia figura professionale.  Quello che è successo è che, ad un certo punto, ti ritrovi a raccontare ciò che è la tua materia, nella tua maniera. Diventa unica e personale, ed è lì che ti differenzi rispetto agli altri colleghi. All’inizio spiegavo le cose diversamente ma non ne avevo consapevolezza. Fare podcast mi ha reso cosciente del fatto che la mia divulgazione è diversa da quella degli altri colleghi e delle altre colleghe.  Esattamente da questa consapevolezza incominci a capire quali sono i tuoi punti di forza quali quelli in cui puoi migliorare”. I nostri cambiamenti ci differenziano dagli altri “Che tipo di riscontro hai avuto in seguito alla scelta di usare il podcast nel tuo business?”. “Il primo cambiamento è stato quello di iniziare a dire consapevolmente – e con soddisfazione – anche dei bei “no”. Questa cosa mi ha fatto percepire diversamente come professionista.  Il secondo è che mi si sono aperte molte opportunità perché il mio obiettivo inizialmente era quello di diversificare il mio lavoro: entrare nel mondo della formazione;tenere delle lezioni all’università;insegnare ai master. Le mie entrate non provenivano più solo dal mio lavoro (ad ore) con il paziente ma da attività extra provenienti grazie al podcast”. “Quale consiglio daresti a chi oggi ha una libera professione e vorrebbe iniziare un podcast per fare marketing?”. “Iniziare subito! È fondamentale!  Oggi, a maggior ragione, non ci sono più scuse. Non bisogna neanche più impazzire per cercare tutorial, come ho fatto io. Soprattutto, se si svolge una professione in cui esiste già una componente di racconto – che sia anche solo raccontare il proprio mondo – vale la pena iniziare a farlo. È importante esserci, raccontare e farlo a modo proprio con la propria sensibilità, con la propria creatività”. “Elena, siamo arrivate all’ultima domanda di questa intervista: secondo te bisogna essere una grande azienda per usare il podcast per far crescere il proprio business?” Io credo assolutamente che un libero professionista possa trovare nella creazione di un podcast, uno strumento utilissimo. Basti pensare a quante volte rispondiamo, per esempio, alla domanda di un cliente. Magari questa stessa domanda ti viene posta spesso e ogni volta rispondi la stessa cosa.  I contenuti audio per seminare la concorrenza “Creare un contenuto audio che i clienti possono ascoltare, come se ti avessero lì, ti permette di ottimizzare lo sforzo. Se sei un libero o libera professionista puoi utilizzare il podcast per raccontare a tutti che lavori in maniera completamente diversa. Allora raccontiamoglielo! Usiamo la nostra voce che è uno strumento potentissimo per farci conoscere. La nostra voce è unica ed è senza dubbio un tratto che ci differenzia dalla nostra concorrenza. Dall’altra parte chi ti ascolta lo fa in maniera molto intensa. Quando mi mettevo le cuffie e ascoltavo per ore e ore questi podcast, mi sono sentita trasformata. Capivo il loro modo di lavorare, imparavo, entravo nel loro mondo di professionisti, sposavo i loro valori e il loro modo di affrontare il business.”  Tutti i riferimenti e i podcast di Elena Bizzotto li trovi sul suo sito. Conclusioni Per differenziarsi dalla concorrenza possiamo e dobbiamo lavorare su più fronti. Uno di questi è il modo in cui comunichiamo sul web e quali strumenti che usiamo per promuovere il nostro brand. Il podcast marketing si rivela una strategia vincente, specie se sei un libero o una libera professionista come Elena. A questo punto tocca a te decidere se vuoi stare un passo avanti alla concorrenza. Io posso aiutarti a creare la tua strategia di comunicazione audio che parli di te e del tuo brand. Iniziamo? Scrivimi all’indirizzo contattami@estermemeo.it e facciamo la differenza. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast » Parametri UTM: come tracciare il traffico web proveniente dal podcast In quest’articolo voglio parlarti di come creare una sigla efficace per il tuo podcast, partendo dal comprendere cos’è e perché è importante che ci sia all’interno delle puntate. Se attualmente sei nella fase di creazione del tuo prodotto podcast oppure ci stai pensando e ti stai documentando su cosa fare e come realizzarlo, allora questo articolo ti sarà molto utile perché è ricco di spunti pratici.  Analizzeremo quali sono gli elementi che la compongono da cui trarre input utili per iniziare da subito a creare la sigla del tuo podcast. Quella che condividerò è la mia esperienza diretta di Podcast Coach, maturata nel tempo, assistendo nuovi podcaster in erba. Cos’è una sigla podcast e perché è importante?  La sigla di un podcast è un breve motivo sonoro che funge da elemento introduttivo al programma, in questo caso al podcast stesso. Ha un breve testo, una musica di sottofondo e dura in genere tra i 10 e i 15 secondi. Il motivo è ricorrente, ossia si ripete così com’è, esattamente per ogni puntata podcast.  Vi sono, tuttavia, alcuni casi nei quali le sigle possono variare leggermente da una puntata all’altra, relativamente al testo che le compongono. Infatti, in alcuni casi la sigla può fungere anche da presentazione dell’argomento specifico trattato nella puntata o degli ospiti che seguiranno, per cui lo script può variare lievemente. Per esempio, la sigla del podcast “Dieci Tredici”, di cui curo il montaggio audio, è contraddistinta sempre dalla stessa durata, struttura e musica. Solo la parte finale della sigla varia di volta in volta in base all’ospite che verrà intervistato.  Perché può cambiare il testo ma l’elemento sonoro è sempre lo stesso? Perché il motivo sonoro dona al podcast un’impronta identitaria. La base musicale sempre identica crea familiarità e rende riconoscibile il tuo podcast.  Come avrai capito, la sigla è un elemento talmente importante che consiglio vivamente di prevederla ed inserirla in ogni puntata, indipendentemente dal format podcast che si è scelto di adottare.  La sigla è a tutti gli effetti la trasposizione della Value Proposition: una delle primissime cose su cui è necessario ragionare quando si decide di iniziare a progettare un podcast, in quanto elemento di ingaggio per i nuovi ascoltatori. La sigla dà all’ascoltatore la percezione di capire dove si trova e, soprattutto, se si trova nel posto giusto. Fornisce le coordinate dell’intero podcast al nuovo ascoltatore che, magari, anziché partire dal trailer, inizia dalla prima puntata che trova nella lista degli episodi. Come creare la miglior sigla senza sbagliare Sono 4 gli elementi che contraddistinguono una sigla podcast efficace e che non possono mancare: presentare te stesso: chi sei, di cosa ti occupi, in che veste stai parlando. Ad esempio sei un esperto nella materia di cui parli? ti occupi di quello per lavoro oppure sei un appassionato e stai creando un podcast per parlare di una tua passione? Le persone vogliono sapere chi sei e perché proprio tu ne stai parlando.Presentare il programma del podcast: cosa devono aspettarsi gli ascoltatori, di cosa parlerai e qual è la tematica generale che tratti nel tuo podcast.Far capire per chi è questo podcast: per esempio se sto facendo un podcast in cui parlo di fotografia per principianti, è ovvio che sarà totalmente diverso da un podcast che parla di fotografia per esperti. A seconda dell’argomento, cambia il target e il modo in cui parlerò per rivolgermi al mio pubblico.Chiarire il motivo per cui dovrebbero ascoltarti: oltre a voler sapere chi sei, il tuo potenziale ascoltatore vuole sapere qual è la promessa trasformativa che proponi. In sostanza, cos’hai da offrire? La vera sfida è condensare questi concetti in pochissime parole. È tutt’altro che semplice ma non scoraggiarti: servirà concentrazione, buona volontà e tanti tentativi. Nella progettazione del tuo podcast, la preparazione della sigla è una delle prime cose a cui pensare. È proprio sintetizzando al massimo il concetto che hai in testa, che inizi a capire se l’idea può funzionare. È il momento in cui capisci se il tutto ha un senso.  Se non riesci a scriverlo in poche righe è perché, forse, la tua idea ha bisogno di maturare ancora un po’ oppure va modificata e rielaborata. Inoltre, comporre la sigla ti permette di capire che mood vuoi dare al tuo podcast, quale stile sonoro, con che sfumatura vuoi veicolare il tuo messaggio. Come registrare la sigla podcast Immaginiamo che tu abbia scritto il testo definitivo della sigla e che abbia già immaginato anche un genere musicale in abbinamento. È giunto il momento di scegliere come preparare la sigla del tuo podcast. Hai di fronte a te tre diverse strade tra cui scegliere: registrarla con la tua voce, scegliere una base musicale da una libreria di brani royalty free e montarla in autonomia con un software di montaggio;registrarla con la tua voce e affidare il montaggio ad un fonico o a un podcast producer; rivolgerti a un doppiatore professionista per la registrazione della voce o acquistare un jingle “chiavi in mano” che alcune aziende vendono. Quello che cambia da una scelta all’altra è: il budget che hai a disposizione;il risultato che vuoi ottenere;il livello di professionalità che vuoi dare;la tua capacità di usare un programma di editing e montaggio. Tutte motivazioni valide e funzionali al tempo stesso. Un aspetto su cui voglio richiamare la tua attenzione è quello di usare musiche con licenza royalty free per non violare il diritto di autore degli artisti. Online troverai tanti cataloghi musicali sia free che a pagamento, tuttavia, per orientarti nella ricerca ti rimando alla mia guida sulla scelta della musica per il podcast. Se hai in progetto di realizzare il tuo podcast personale e vorresti richiedermi una consulenza personalizzata, sarò felice di essere la tua Podcast Coach. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast » Parametri UTM: come tracciare il traffico web proveniente dal podcast Si è appena conclusa la settima edizione del Festival del Podcasting 2022 e io sono ancora nel vortice di emozioni, stanchezza, novità e sorrisi, tanti sorrisi. Sì perché quando podcaster di tutta Italia, editori, piattaforme, brand del settore e sponsor si riuniscono per il più grande evento italiano dedicato al mondo del podcast e dello streaming audio, non può che essere altrimenti. Sensazioni condivise da chi lo frequenta da anni, da chi era lì per la prima volta, ma anche (e soprattutto) da chi lo vive da dentro e contribuisce a dargli forma fin nei mesi precedenti. Il Festival del Podcasting è organizzato da Giulio Gaudiano, patron dell’evento, e da una schiera di volontari podcaster che mettono a disposizione la loro professionalità e il loro tempo per attivare la macchina organizzativa. Io sono alla mia quarta edizione come membro dello staff organizzativo e ogni anno è un crescendo di novità, livello, partecipazione. Se ti sei perso il Festival, seguimi e scopri con me i momenti salienti visti da chi era nello staff organizzativo. Il festival del podcasting oggi Com’è andata questa edizione 2022? Partiamo dai numeri. Si sono susseguiti sul palco fisico e virtuale ben 115 speaker che hanno animato 16 tavole rotonde, 10 workshop, 22 “FocusOn” di approfondimento, 4 talk ispirazionali, 4 podcast live, 2 presentazioni di libri e 13 “Storie di podcaster”. Più di 100 podcast sono stati candidati e presentati nella sezione dedicata ai Podcaster Emergenti, un momento sempre molto atteso sia da chi entra nel mondo del podcasting da neofita, sia da chi lo vive da più tempo. Ben 900 persone tra podcaster alle prime armi, professionisti del mondo digital audio, editori e rappresentanti delle piattaforme, hanno preso parte al programma che si è svolto lungo l’intera settimana dal 3 ottobre all’8 ottobre 2022: cinque giorni online e nella giornata conclusiva in presenza presso Le Village by CA di Milano. ASSIPOD – Associazione Italiana Podcasting, l’ente no-profit impegnato nella diffusione della cultura del podcasting in Italia, ha presentato la creazione della Casa del Podcast a Roma, all’interno di Technotown, struttura del Comune di Roma dedicata all’applicazione delle nuove tecnologie alla creatività e all’innovazione. Numerosi gli sponsor dell’evento che, nell’edizione 2022, sono stati Amazon Music, Spreaker from iHeart, Patreon, Vois, Goodmood e Voxyl voce gola. Ad aprire il festival lunedì 3 ottobre Amazon Music con il discorso di Craig Strachan, Head of Podcasts per Europa, Australia e New Zealand, sulla visione che Amazon Music ha del Podcast e del suo ruolo in Italia e nel mondo: promuovere il podcast come strumento per portare alla luce le storie individuali e i movimenti che promuovono la diversità e l’inclusione. Dj LoQi Libri del Festival Visione che si sposa in pieno con i valori e la cultura del Festival espressi proprio dal fondatore Giulio Gaudiano. Nel suo speech d’apertura ha infatti sottolineato l’importanza di promuovere il podcasting indipendente e sostenerlo creando occasioni di crescita e condivisione, mettendo in connessione altri podcaster e realtà editoriali. “Non ci dimentichiamo che il podcasting nasce indipendente e nasce libero. È stata questa libertà a stimolare la creatività ed è stata questa creatività e questa abbondanza di contenuti, di idee…” a renderlo grande oggi.Giulio Gaudiano Le novità dell’edizione 2022 Questi i numeri del Festival del Podcasting oggi, che confermano quanto sia cresciuto l’evento nel corso degli anni. Ricordo la mia prima partecipazione nel 2019 da podcaster emergente: poco più di 300 partecipanti e una sola giornata in presenza al Talent Garden di Milano. Nel 2022 il Festival dura una intera settimana e dà spazio a un programma molto più fitto e ricco di contenuti. Questa la prima importante novità di questa settima edizione. Lunedì 3 ottobre la giornata era dedicata a creatività e creazione di contenuti: concept, format, scrittura o improvvisazione. Il Martedì 4 ottobre, giorno dedicato a produzione e sound design, si è parlato di ciò che è necessario per creare un podcast di qualità: dall’attrezzatura, registrazione, sound design e montaggio. Mercoledì 5 ottobre gli incontri online si sono concentrati su piattaforme e tecnologie di distribuzione mettendo a fuoco le migliori strategie di marketing per far crescere una podcast. Giovedì 6 ottobre si è parlato di modelli di business e monetizzazione: dall’advertising al crowdfunding per capire quanto e come si guadagna con un podcast nel mercato italiano. Venerdì 7 ottobre, l’ultima giornata online, è stata dedicata al branded podcast. Qui hanno parlato sia le aziende che hanno scommesso sul podcasting per raccontare il proprio brand, sia i produttori ed editori che hanno creato branded podcast di successo. Tra questi c’ero anche io insieme al Direttore Marketing di Bennet S.p.A., Simone Pescatore, per presentare i risultati ottenuti con il nostro podcast Storie nel Carrello e promuovere il podcasting nel mondo della GDO. Sabato 8 ottobre, infine, la giornata dal vivo è stata interamente dedicata ai trend, all’ispirazione e al networking. Ma non solo. Infatti, tra le novità di quest’anno ci sono state proprio le esibizioni dal vivo di 4 tra i migliori podcast italiani dell’ultimo periodo: Bistory, il podcast che dal 2018 racconta storia dal punto di vista dei personaggi meno conosciuti. L’autore Andrea W. Castellanza, insieme al sound designer Paolo Righi e al doppiatore Edoardo Daltin hanno portato una puntata speciale dedicata alla genealogia del podcast.È il sesso bellezza, ideato, scritto e prodotto da Giulia Di Quilio, attrice e performer burlesque che in una dimensione intima e personale affronta i temi caldi del sesso. Qui ha presentato un’anteprima della sua seconda stagione in uscita nei prossimi mesi.Storie di economia finanziaria, il podcast realizzato dai fondatori della startup Bankstation, Luca Dann e Francesco Namari. Insieme alle voci di Giorgio Namari e Anna Caterina Helm e al sound designer Andrea Roccabella, la puntata speciale parlava dell’accesso al credito raccontato con le app di incontri.Architettura di una canzone, il podcast che scompone e ricostruisce le canzoni che hanno fatto la storia della musica attraverso tecnica e narrazione. Giuliano Dottori, musicista e cantautore insieme a Loretta Da Costa Perrone, hanno presentato una versione inedita della puntata dedicata a David Bowie con i suoni live di chitarra e basso. Performance live Ester Memeo Inoltre, sempre nella giornata di sabato 8 ottobre il palco ha ospitato la consegna del Premio Podscar al giornalista Carlo Annese e l’annuncio del riconoscimenti Pod24 di Radio 24 a Francesca Zanni per il podcast “Rumore” e a Sofia Nardacchione e Angelo Miotto per il podcast “Operazione infinito”. Infine, ad allietare tutti gli ospiti presenti nella giornata del Sabato, la musica del Dj LoQi che in una performance livestream ha dato un tocco magino all’intera atmosfera del festival. Dietro le quinte dell’organizzazione La macchina del festival si mette in movimento mesi e mesi prima, e chi ha già organizzato eventi sa che le attività da coordinare sono davvero tante. Se l’edizione 2019 per me rappresentava l’inizio di una carriera nel mondo del podcasting, oggi nel 2022, sono parte dello staff organizzativo e in questa edizione anche presentatrice delle performance live del Festival. I 18 volontari, membri a loro volta dell’Assipod, hanno messo a disposizione le loro personali competenze per creare il programma, sviluppare i software di gestione degli interventi, coinvolgere gli speaker, organizzare incontri di network, scegliere e allestire la location, preparare i comunicati stampa e accogliere con il sorriso ogni partecipante. Ringrazio tantissimo ciascuno di loro proprio per come insieme abbiamo lavorato. Parte dello staff del Festival del Podcasting 2022 Ciò che contraddistingue il Festival del Podcasting è la cultura stessa del podcast, libera e indipendente, scevra da ogni sovrastruttura competitiva e aperta a ciò che offre valore a chi ascolta i nostri podcast. Credo sia proprio questo il segreto del suo successo. Un successo misurato non solo nei numeri che ogni anno evidenziano una crescita esponenziale, ma anche e soprattutto nel sentiment che si respira in ogni giornata tra addetti ai lavori, professionisti, emergenti e aspiranti podcaster. Prevale la componente umana, non la performance fine a se stessa. Ed è proprio la componente umana a dare alla performance ciò che la rende grandiosa. Questo è ciò che ogni anno portiamo avanti come team organizzativo del Festival e ciò che spinge tutti noi a creare un evento di tale portata. I valori che ci accomunano sono la condivisione e la libertà di espressione. Che poi, sono gli stessi che mi contraddistinguono come podcaster professionista. Il Festival del podcasting non finisce mai Se l’edizione 2022 ha appena lasciato la sua scia, noi siamo già proiettati alla prossimo appuntamento. Il Festival del Podcasting 2023 si terrà dal 25 al 30 settembre, sempre in versione online e in presenza. La decisione di anticipare di qualche giorno l’evento è finalizzata a festeggiare tutti insieme la giornata mondiale del podcasting che cadrà appunto sabato 30 settembre 2023. Come non esserci? Se non vuoi perdertelo e anzi, vuoi entrare a far parte del mondo del podcasting, iscriviti alla newsletter Prospettive e sarai tra i primi a conoscere le novità del settore e chissà, magari diventare uno dei prossimi podcast emergenti. E se così fosse, scrivimi, sarò lieta di accompagnarti come Podcast Coach a realizzare il tuo desiderio. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast » Parametri UTM: come tracciare il traffico web proveniente dal podcast In che modo un podcast di letteratura può trasformarsi in uno strumento di personal branding? Quando si ascolta questo genere di podcast, spesso ci si aspetta di trovare format divulgativi in cui semplicemente si raccontano le opere letterarie oggetto di trattazione e nulla di più. L’esempio che ti porto in questo articolo è quello della serie podcast Letteratura Passepartout, di cui Silvana Poli, insegnante e divulgatrice letteraria, è autrice. Lei ha usato il podcast per parlare di ciò che la appassiona, di ciò che insegna nelle aule universitarie ma in un modo del tutto nuovo e assolutamente non scontato. Nel podcast è riuscita a far emergere la sua esperienza, la sua vision, la sua mission accompagnando il pubblico in un viaggio di scoperta e di rivelazioni di grandi testi letterari, come nessuno mai ce li ha spiegati. Questo è uno dei progetti podcast che ho prodotto nel 2022 con il percorso di Podcast Coaching dedicato ai liberi professionisti che vogliono usare il podcast come strumento di personal branding. Intervista a Silvana Poli autrice del podcast Letteratura Passepartout Qui ti riporto l’estratto dell’intervista audio fatta a Silvana Poli nella puntata 33 del mio Podcast per il Business. Chi è Silvana Poli Silvana Poli è un’insegnante appassionata, che si è innamorata della magia della letteratura e che prova un gran piacere nel condividere con gli altri questa magia. Oggi mi definisco divulgatrice letteraria e narratrice. Come sei arrivata al podcasting? Ci sono arrivata un po’ per caso. Avevo cominciato nel tempo della pandemia a fare lezioni su YouTube per i miei studenti, e ho pensato che forse avrei potuto misurarmi coi podcast. Come mai hai deciso di usare proprio il podcast per comunicare la tua passione letteraria? Eugenio Finardi, in una sua canzone intitolata “La Radio” spiega quante cose si possono fare ascoltando la radio, mentre seguire i video è più vincolante. Io da sempre amo fare più cose contemporaneamente e quindi ho pensato che il podcast poteva davvero essere lo strumento che io stessa avrei amato. Di cosa parla Letteratura Passepartout? Letteratura Passepartout presenta la letteratura come se si trattasse di uno scrigno ricco di tesori nascosti. Spesso la scuola ci ha fatto pensare che i testi letterari siano solo una noiosa e inutile perdita di tempo. Eppure, percorrendo i corridoi della letteratura italiana ho trovato piccole e grandi rivelazioni in grado di rischiarare i pensieri che affollano la nostra mente. Si tratta di semplici o curiose, piccole o grandi verità che gli autori nascondono tra le righe delle loro opere, che, solitamente a scuola non vengono svelate, ma che, se scovate, ci aiutano a trovare la strada per uscire dalle situazioni spinose della vita. Perché secondo te ancora oggi c’è bisogno di conoscere i segreti della letteratura? A volte siamo travolti dalle emozioni e perdiamo lucidità nella gestione della nostra vita. A volte questa condizione è tale per cui abbiamo bisogno di farci aiutare da un terapeuta. A volte non comprendiamo gli altri, non sappiamo comunicare e questo rende più complicata la nostra vita. A volte ci raccontiamo delle bellissime storie che ci permettono di continuare a replicare comportamenti che sono dannosi per noi. Insomma capita che nella vita abbiamo bisogno di aiuto. Se io ho bisogno di un consiglio chiedo a persone fidate e affidabili, che hanno già dimostrato di avere strumenti utili. Se devo andare a cena in un nuovo ristorante, vado a guardare le recensioni. Bene, le opere della letteratura sono recensite da secoli, sono opere che hanno aiutato e sostenuto, allietato e consigliato, nutrito e consolato generazioni di lettori. Ecco perché la letteratura è preziosa, perché nelle sue pieghe ci sono risposte a tutte le situazioni che oggi noi dobbiamo sbrogliare. La letteratura costituisce un serbatoio straordinario di esempi, di modelli, di riferimenti, che ci possono venire in aiuto, e si tratta di esempi e modelli che hanno superato il vaglio dei secoli. Questo è il motivo per cui la letteratura è preziosa. Non ti è mai stato mostrato l’utile della letteratura? A dire il vero neppure a me. Però quando mi sono trovata a dover insegnare la letteratura a studenti a cui le mie lezioni non interessavano, ho tirato fuori il coniglio dal cappello e ho cominciato a mostrare quello che i libri non scrivono. Quali sono gli obiettivi che ti sei posta con il podcast di letteratura? Gli obiettivi sono molti e diversi e riflettono la mia mission. Innanzitutto voglio raccontare la bellezza e l’utilità della letteratura. Molte persone pensano che la letteratura sia solo noiosa e pesante: io ho l’ambizione di far cambiare idea a chi ha vissuto la letteratura come un insieme di nozioni inutili. Poi mi sono resa conto che quando faccio qualcosa di piacevole io sto meglio: allora ho la timida presunzione di pensare di poter far qualcosa di buono. Le mie letture e le mie spiegazioni possono regalare un piccolo momento di piacere, e se è così, sento di dare il mio umile contributo al benessere delle persone. Il podcast Letteratura Passepartout diventa libro Come hai combinato questi due canali di comunicazione così diversi tra loro? Anche se si tratta di due canali di comunicazione diversi, entrambi hanno dato voce a due parti di me, in cui unisco due delle mie dimensioni: quella di narratrice di letteratura che racconta per il piacere di condividere; quella della docente di letteratura che insegna, ma che allo stesso tempo sostiene e motiva, come una counselor o coach che aiuta le persone a guardare la vita con altri occhi. Il libro è in vendita dal 17 gennaio su Amazon e si intitola Letteratura Passepartout, come il podcast. Tuttavia i contenuti sono diversi. Nel podcast affronto un piccolo testo alla volta, lo colloco nel suo contesto storico e culturale e poi rivelo il Passepartout, il prezioso segreto di benessere che i grandi vi hanno nascosto.  Invece il libro ha un respiro più ampio. Parto spiegando cosa sia la letteratura, poi ne spiego l’utilità, Quindi parlo di amore, di fiducia, di considerazione e di rispetto utilizzando i testi letterari e gli insegnamenti che ci vengono dai grandi maestri della letteratura.  Scrittura per l’audio vs scrittura per l’occhio: quali differenze? La differenza sta nel fatto che il podcast prevede un percorso che si conclude in uno spazio di tempo limitato. Deve iniziare, concludersi e tutte le puntate devono avere più o meno la stessa matrice: citazione, contesto storico, contesto dell’opera e dell’autore, e poi il mio messaggio. Mi sono resa conto di cosa vuol dire pensare a tutto un progetto molto ampio. Ragionare sulle motivazioni, trovare il target e il senso del podcast. Questa riflessione è stata molto utile. Però è stata anche faticosa. Ci sono stati dei momenti di difficoltà nella creazione del podcast? Sì. Prima è stato necessario capire dove io avrei voluto andare con i miei podcast, quindi ho dovuto capire quale era il senso di questo lavoro e focalizzarmi. Poi quando è stata l’ora di registrare ho fatto una certa fatica a capire tecnicamente quello che mi aspettava. Ma la fatica poi, quella vera, è stata occuparmi del montaggio.   C’è bisogno di costanza e di attenzione. Ho superato le difficoltà abbracciando la fiducia, che sarei riuscita a farlo, e mi sono appoggiata a Ester che mi ha spinta e sostenuta nei momenti difficili. Cosa ti ha lasciato questa esperienza di podcaster? Facendo podcast mi sono messa in gioco molto di più di quanto fosse successo quando ho cominciato a registrare i miei video su YouTube. La ricerca che ho dovuto fare è stata utile e preziosa anche per me perché dopo aver focalizzato i miei obiettivi, questi mi sono stati chiari. Il progetto editoriale e come abbiamo lavorato Se ti piace l’idea entrare nel passato per trarre qualcosa di prezioso per il tuo presente, ti aspetto su Letteratura Passepartout. Qui sotto puoi ascoltarne il Trailer. Con Silvana Poli ho lavorato con un percorso di Podcast Coaching che ho raccontato nei dettagli in questa pagina dedicata al progetto editoriale. Se sei interessata o interessato a conoscere come possiamo lavorare insieme e realizzare podcast per il personal branding che ti aiuti a valorizzare e promuovere la tua attività come libero o libera professionista, scrivimi una mail all’indirizzo contattami@estermemeo.it Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast » Parametri UTM: come tracciare il traffico web proveniente dal podcast Lo sapevi che gli elementi visivi di un podcast sono importanti? Anzi, lo sono così tanto che non puoi sbagliarli. Devono essere scelti con cura.   Capisco che ti possa sembrare un paradosso accostare l’aggettivo visivo ad un podcast, cioè un contenuto audio. Eppure, sono di fondamentale importanza in quanto sono anch’essi strumenti capaci di ingaggiare i tuoi ascoltatori. In particolare, aumentano la visibilità del tuo podcast sulle piattaforme di ascolto e nei motori di ricerca. Non sono risultati di poco conto. Nel podcast, come in ogni altro mezzo di comunicazione, aumentare la visibilità dei contenuti è strategico in quanto questi rivestono un ruolo centrale nella strategia di digital marketing che abbiamo deciso di adottare. I contentuti sono il cuore. Sono il valore aggiunto che ci permette di avvicinare le persone al nostro brand. Nelle puntate precedenti di Podcast per il Business abbiamo visto come il podcast può diventare un asset del nostro business. Rende infatti i contenuti disponibili e fruibili per molto tempo. Dobbiamo, tuttavia, superare una barriera iniziale. Se sui social network l’utente consuma i contenuti in modo passivo, per mano di un algoritmo che li propone in base ai suoi interessi, nel caso del podcast è l’ascoltatore che sceglie cosa ascoltare in modo consapevole.   Farci scegliere dal nostro ascoltatore è la sfida. Ecco perché in questo articolo voglio svelarti quelli che per me sono tre elementi visivi che non puoi assolutamente sbagliare: titolo;copertina;descrizione. Ingaggiare visivamente i nuovi ascoltatori Il podcast non è un programma radiofonico che passa in diretta a cui assistiamo passivamente. Come quando gironzoliamo per una libreria in cerca di un libro che ci ispiri, anche per il podcast, questi sono gli elementi visivi più importanti grazie ai quali una persona decidere se avvicinarsi a noi.   Potremmo anche aver creato contenuti di grande valore nel nostro podcast ma se non studiamo un titolo accattivante, una copertina che attiri l’attenzione e una descrizione esaustiva capace di incuriosire, beh, ci stiamo giocando un’opportunità.  Io dico sempre che il podcast è un prodotto commerciale a tutti gli effetti. Generalmente gratuito ma pur sempre un prodotto a scaffale che può essere scelto oppure no. Nessun prodotto commerciale si presenta al pubblico senza un nome, senza una veste grafica o un packaging, e tanto meno senza una descrizione che spieghi cos’è e cosa contiene.  1. Il titolo Il titolo del podcast è il naming del nostro prodotto. Esprime l’identità, le caratteristiche e il posizionamento. Trasmette un messaggio immediato. A volte esplicito, altre volte più evocativo ma senza dubbio chiaro e diretto. Porta con sé significati, concetti e sfumature dell’argomento che tratta. Proprio quella linea di colore che potrebbe differenziarci da un altro podcast che tratta il medesimo argomento. A a volte non è semplice scegliere il titolo di un podcast. Un suggerimento è quello di isolare il fulcro del messaggio: l’elemento su cui porre l’attenzione. In poche parole deve racchiudere un concetto immediato. Ecco perché a volte la ricerca del titolo giusto può essere più lunga e difficile del previsto. Spoiler: nelle prossime puntate vedremo anche quali sono alcune caratteristiche di un buon titolo. 2. La copertina del podcast Discorso analogo riguarda la grafica di copertina. Prendiamo sempre come esempio quello che succede con un prodotto commerciale che viene lanciato sul mercato. Quante volte hai sentito parlare dell’importanza che il packaging ricopre nella sua promozione? Non svolge solo un ruolo funzionale. È strategico per il posizionamento e per la comunicazione del prodotto stesso. Deve raccontare al consumatore qualcosa. Essere capace di attrarre e trasmettere un messaggio sensoriale oltre che estetico.  Se parliamo di podcast, il packaging equivale alla sua copertina. Deve essere capace di ingaggiare le persone perché comunica un messaggio e questo deve essere coerente con il significato che vuoi dare al tuo podcast. Penso che la copertina sia l’ingrediente che esplicita ed esalta, allo stesso tempo, il significato del titolo stesso.   Di fatto, la copertina è un elemento visivo assolutamente complementare al titolo, laddove questo non sia di immediata comprensione. 3. La descrizione La descrizione del podcast è in ordine di rilevanza l’ultimo elemento visivo che può catturare l’attenzione dell’ascoltatore. Non per questo il meno importante. È anzi, a mio parere, una parte essenziale di un podcast. Ed è quella immediatamente visibile dopo gli altri due.  Esattamente come quando entriamo in una libreria: prima ci attirano il titolo e la copertina, poi leggiamo la descrizione nella quarta di copertina.  Se quello che c’è scritto ci incuriosisce e ci fornisce quei pochi, ma giusti, elementi per capire se quel prodotto fa davvero al caso nostro, meriterà la nostra attenzione. A quel punto, è fatta.  Dunque, cosa scriviamo nella descrizione del nostro podcast per agganciare davvero l’interesse di un potenziale ascoltatore? Ricordi quando ti ho parlato di value proposition del podcast? In sintesi, la descrizione dovrebbe racchiudere i 3 elementi principali del nostro podcast: il target;l’argomento; la promessa che facciamo all’ascoltatore.  In poche parole, tutto ciò che serve all’utente per sentirsi stimolato all’ascolto. Per cui non c’è niente di più chiaro della value proposition da scrivere nella descrizione che abbiamo a disposizione per far conoscere il nostro prodotto.  Attenzione! Mi riferisco alla descrizione di tutta la serie, non a quella delle singole puntate. Queste ultime, naturalmente, saranno scritte seguendo una logica simile ma si riferiranno essenzialmente all’argomento specifico della puntata in questione.  Ora, per capire quanto questa triade di elementi: titolo, copertina e descrizione possa influenzare o meno la scelta di un ascoltatore, che ne dici di fare anche tu una prova? Vai sulla piattaforme di ascolto che utilizzi abitualmente e scorri, in una categoria di tuo interesse, i podcast che compaiono in elenco. Prova a riflettere su quali di questi cattura di più la tua attenzione.  Poniti queste semplici domande: quali caratteristiche noti? Su cosa ti sei soffermato? Questo è un ottimo esercizio per applicare lo stesso concetto sul tuo podcast se stai pensando di progettarne uno. Tanto più sei nuovo/a nel mondo del podcasting, tanto più devi conquistarti dei nuovi ascoltatori! Tengo a sottolineare che questi tre elementi visivi – copertina, titolo e descrizione – non sono gli unici decisivi per ingaggiare gli ascoltatori e farci scegliere. È ovvio che hanno un impatto altrettanto decisivo la notorietà dell’autore, le recensioni, magari il consiglio di un amico. I 3 elementi visivi di cui ti ho parlato in questo articolo sono, tuttavia, fondamentali sia in fase di progettazione del tuo prodotto audio, sia per capire se quel libro può interessarci oppure no. Ricordi l’esempio della libreria? Bene, adotta questa tecnica anche nel podcast. Se sei interessato a creare un tuo podcast personale, segui tutte le puntate di Podcast per il Business. E se ti va l’idea di conoscermi un po’ di più, passa a trovarmi su Instagram o Linkedin, dove condivido tips su questi temi. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast » Parametri UTM: come tracciare il traffico web proveniente dal podcast User experience cos’è Chiamata anche esperienza utente, la UX User Experience è la qualità dell’esperienza globale che una persona sperimenta quando usa un servizio o un prodotto fisico o digitale. Spesso è un termine associato alla navigazione di un sito web. Visto che il concetto ha a che fare con le percezioni e le sensazioni provate dagli utenti, per estensione mi piace parlare di user experience anche quando ci si riferisce al podcast. Io la definisco esperienza di ascolto, ed è un termine che uso per descrivere le emozioni che gli ascoltatori vivranno durante l’ascolto del podcast. Con questa definizione non mi riferisco alla Overall Listening Experience (OLE) che invece è una misura di valutazione specifica dell’audio, che mira a includere tutti i possibili fattori che possono influenzare il piacere dell’utente durante l’ascolto (dalla qualità audio ai metodi di riproduzione, tanto per citarne alcuni). E non mi riferisco neppure all’esperienza di utilizzo delle piattaforme di ascolto podcast, come Apple Podcast, Amazon Music, Spotify, Google Podcasts, Spreaker ecc. Sulla loro modalità di fruizione non possiamo intervenire e dunque di fatto non è sotto il nostro controllo. Con esperienza di ascolto faccio riferimento a tutte quelle componenti del podcast che possiamo controllare e che rendono piacevole il momento dell’ascolto e che includono: qualità del contenuto qualità dell’audio facilità di interazione. Ciò che voglio fare in questo articolo è aiutarti a capire cosa puoi fare tu per rendere l’esperienza di ascolto del tuo podcast ancora più piacevole per il tuo pubblico.  Perché l’esperienza di ascolto è importante Come abbiamo detto, la user experience rappresenta il grado di soddisfazione di un utente dopo aver navigato su un sito web o in generale dopo aver interagito con un prodotto digitale. La finalità è quella di rendere più fluida e piacevole possibile l’esperienza complessiva dell’utente affinché si raggiungano due obiettivi: aumentare le conversioni fidelizzare gli utenti in modo che tornino da noi in futuro. È un parametro talmente importante che Google lo ha introdotto tra i fattori di ranking e per misurarlo usa delle metriche ben precise, come ad esempio il tempo di permanenza sul sito, la frequenza di rimbalzo e la percentuale di clic dai motori di ricerca.  La user experience mira a rendere più fluida e piacevole l’esperienza complessiva dell’utente per raggiungere due obiettivi: aumentare le conversioni fidelizzare gli utenti in modo che tornino da noi in futuro. Allo stesso modo, quando un ascoltatore vive un’esperienza di ascolto podcast piacevole è più propenso ad ascoltare fino in fondo e a continuare ad ascoltare altri contenuti.  Dunque non è un aspetto di poca importanza.  Tanto più considerando il fatto che Il pubblico oggi è molto più attento di qualche anno fa a ciò che ascolta. Non siamo più agli albori del podcasting quando bastava mettersi al microfono, improvvisare qualcosa e magari avere anche dei discreti risultati.  Con l’ingresso nel mercato di aziende e realtà più o meno grandi, il numero delle produzioni podcast è aumentato ed è aumentata anche la qualità sia dei contenuti che dell’audio. L’utente non si accontenta più. Cerca qualcosa di gradevole da ascoltare, che lo faccia emozionare e non lo disturbi dal punto di vista uditivo. Migliorare l’esperienza di ascolto, dunque, non è più un’opzione, ma una necessità, se vuoi combattere la guerra dell’attenzione ad armi quanto più possibile pari. Cosa puoi fare per migliorarla? Eccoti una check-list di punti su cui agire. La Check-list per migliorare l’esperienza di ascolto Se hai già un podcast, prova ad analizzare il tuo contenuto alla luce di questi 9 punti e valuta su quale aspetto hai bisogno di migliorare. 1. C’è un filo conduttore? Di cosa parla il tuo podcast? Il messaggio di fondo è chiaro ed sempre coerente in tutto il tuo progetto oppure spazi tra argomenti tra i più disparati senza una logica comune? Avere un unico filo conduttore non significa dover parlare sempre e solo di un unico argomento. Significa dare un senso chiaro e definito agli argomenti di cui parliamo in modo da poterli racchiudere sotto un comune denominatore. Se questo aspetto non è chiaro per te, non lo sarà nemmeno per i tuoi ascoltatori. 2. C’è coerenza tra Value Proposition, titolo e contenuto? Di Value Proposition ne ho già parlato in un altro articolo. È uno dei pilastri di un buon progetto editoriale. Definire e dichiarare la proposta di valore serve a te podcaster per mantenere la rotta lungo tutto lo sviluppo del contenuto, e aiuta il tuo pubblico a seguire il fil-rouge che lega insieme le varie puntate. Per cui, quando prepari un episodio chiediti sempre: questo contenuto in che modo risponde alla value proposition? Il contenuto è coerente con questa dichiarazione? Il titolo, per definizione è la sintesi estrema di questa dichiarazione e deve trasmetterla in modo chiaro. Value Proposition: il primo passo per creare un podcast efficace Leggi tutto 3. Stai rispettando le aspettative del pubblico? Questo punto richiama il precedente ma amplia ancora di più il concetto. Quando dichiariamo la value proposition, facciamo una promessa all’ascoltatore. Il pubblico si aspetta di trovare contenuti in linea con quanto dichiarato, sia per contenuto, sia per target. Se dico che mi rivolgo al pubblico generalista non posso poi usare un linguaggio troppo tecnico che nessuno comprende se non gli addetti ai lavori. Quando le aspettative sono disattese, perdiamo ascoltatori. 4. Com’è strutturato il tuo piano editoriale? A prescindere dal format e dal concept che hai scelto di adottare per il tuo podcast, l’intero piano editoriale deve essere pensato per accompagnare l’ascoltatore in un viaggio virtuale all’interno del tuo mondo. Non puoi pensare di iniziare con argomenti complessi senza prima aver preparato il terreno e introdotto concetti di base. Struttura il piano editoriale come se fosse un funnel: crea consapevolezza, educa e nutri il tuo pubblico gradualmente. 5. Com’è strutturata la tua puntata tipo? Gli ascoltatori sono ciechi per definizione. Non possono vedere il percorso che hai preparato per loro, ma puoi aiutarli ad immaginarlo. Lo fai creando contesti sonori e schemi ricorrenti che guidano l’ascoltatore e lo aiutano ad orientarsi all’interno delle tue puntate podcast. Qual è il tuo schema interno? Format podcast: cosa sapere per prepararlo Leggi tutto 6. Titoli e descrizioni sono chiari ed esaustivi? Questo è un argomento che richiama le aspettative e la coerenza dei contenuti. Titoli clickbait e descrizioni delle puntate che disattendono il reale contenuto del podcast non aiutano a fidelizzare il pubblico. Puoi fregarlo una volta, ma poi non ci casca più.  7. Quanto è facile interagire con te? Si dice che il podcast sia una comunicazione a senso unico. In realtà questo è vero fino a un certo punto. Se inseriamo Call to Action chiare e semplici da ricordare, rendiamo più facile per l’utente contattarci. DON’T MAKE ME THINK (non farmi pensare) è il concetto di fondo della User Experience. Voglio trovare subito ciò che cerco e nel modo più semplice possibile. Questo significa che oltre a dirle a voce, bisogna inserire le CTA nelle descrizioni degli episodi, con tutti i riferimenti diretti per entrare in contatto con noi. Chi ascolta non sempre può prendere appunti e di sicuro non può ricordare a lungo tutti gli indirizzi email o i contatti social che diciamo. Aiutiamo il pubblico a raggiungerci con dei link in descrizione. 8. Com’è la tua performance al microfono? Ci ho dedicato un intero articolo a questo punto. Anche se non siamo professionisti della comunicazione orale, ci sono delle regole che è bene rispettare per far sì che l’esperienza di ascolto sia piacevole. Il valore del contenuto si esalta quando c’è una buona performance al microfono. Sto parlando di: ritmo, tono e modulazione della voce enfasi e punti principali messi in risalto uso corretto delle pause esposizione chiara e logica dei contenuti. Aircheck podcast: come migliorare la performance al microfono Leggi tutto 9. Com’è la tua qualità audio? Chi pensa che sia sufficiente fare un buon contenuto per coinvolgere gli ascoltatori tralasciando di fatto la qualità audio, si sbaglia. La qualità del suono è importante tanto quanto quella del contenuto. Solo che per mancanza di conoscenze, competenze, tempo e risorse, a volte si sacrifica.  Fatto è meglio che perfetto si dice, e io sono d’accordo, se l’alternativa è non fare nulla. Ma fino a un certo punto.  Un minimo di attenzione alla qualità audio è, non solo opportuna, ma necessaria per rendere gradevole l’ascolto e non costringere il pubblico a sorbirsi un suono disturbato e fastidioso. A lungo andare le persone si stancano e abbandonano. Per cui mi spiace deluderti, ma la qualità dell’audio fa la differenza. La user experience del podcast contempla le emozioni che il pubblico vive durante l’ascolto. Se il sound è sporco, confuso e crea frizioni, le emozioni saranno tutt’altro che positive.  Non serve spendere tanti soldi in attrezzatura sofisticata per fare la differenza, a volte basta saper usare gli strumenti nel modo giusto per migliorare il risultato. Perciò, se il podcast è uno strumento a supporto del tuo brand, fai attenzione alla qualità dell’esperienza di ascolto che offri al tuo pubblico. La voce è il nostro biglietto da visita, e al pari di un sito web, di un logo, di un feed sui social parla di noi e del nostro brand.  Se vuoi sfruttare al meglio questo strumento per fare marketing e vuoi fare un level up del podcast, contattami e valuteremo insieme come migliorare la user experience del tuo podcast. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast » Parametri UTM: come tracciare il traffico web proveniente dal podcast Target audience è un termine che bene o male tutti, almeno una volta, hanno sentito menzionare. Nel marketing si usa spesso per indicare il “segmento di pubblico” a cui sono destinati i prodotti e i servizi di un brand. Ciò di cui parleremo in questo articolo è come il pubblico target diventa rilevante in fase di produzione di un podcast, e quali fattori bisogna tenere conto rispetto ad altri canali di comunicazione. Dunque, target audience: cos’è? e soprattutto perché è importante definirla prima ancora di cominciare a creare i contenuti del nostro podcast? Cosa si intende con il termine Target Audience Possiamo definire la target audience di un podcast come il nostro pubblico di riferimento, cioè il gruppo di persone a cui ci si rivolge. Identifica, in pratica, i destinatari della nostra comunicazione. Il termine stesso target, sottintende che questo pubblico non sia generico ma sia specifico e che accolga persone con caratteristiche, esigenze, interessi o obiettivi comuni. Possono essere utenti molti diversi tra loro, accomunati, però, da fattori sostanziali che li definisce come gruppo o categoria. Avere in testa questo concetto è importantissimo quando si comunica. A cosa serve identificare un pubblico Chi abbiamo di fronte determina sempre il modo in cui comunichiamo. Facciamo un esempio. Immagina di spiegare a un bambino di 6 anni il tipo di lavoro che svolgi ogni giorno. Quali parole sceglieresti? Con che profondità di dettagli lo spiegheresti? Ora, immagina di spiegare che lavoro svolgi a un tuo collega. Quali parole useresti? Con che profondità racconteresti i dettagli del tuo lavoro? L’argomento di fondo è sempre lo stesso: spiegare il tuo lavoro a qualcuno. A cambiare, in un caso e nell’altro è solo quel qualcuno. È vero, apparentemente si tratta solo di un interlocutore diverso. In realtà con quel qualcuno di diverso, cambia tutto il resto. Podcast Marketing: come creare la strategia giusta per il tuo business Leggi tutto Qualunque tipo di comunicazione, a prescindere dal canale che si usa per farla, è sempre un processo bidirezionale. Ed è un processo anche piuttosto complesso perché è influenzato da: contesto livello di confidenza età sesso cultura luogo in cui si vive tipo di relazione che abbiamo con quella o con quelle persone. Tutto questo processo è sicuramente più semplice impostarlo quando abbiamo fisicamente qualcuno di fronte a noi. Perché lo vediamo, siamo in grado di decifrare i segnali che ci arrivano anche dal linguaggio del corpo, dalle sensazioni che percepiamo e che regolano di conseguenza il modo in cui ci relazioniamo con quella persona. Siamo in grado di scegliere più facilmente che linguaggio usare, quale tono, quale registro. Ma cosa succede quando questo pubblico non è fisico? quando non lo possiamo vedere concretamente, come per esempio succede con il podcast? Perché è importante individuare la Target Audience nel podcast Parlare a qualcuno che non vediamo e non conosciamo complica un po’ le cose. Eppure nel podcast quel pubblico è reale, esiste. Parliamo davvero a qualcuno che ci ascolta, anche se non risponde in modo diretto alla nostra comunicazione. Come si fa a parlare a qualcuno che non si è mai visto? Beh la risposta è semplice: ce lo dobbiamo immaginare. E per potercelo immaginare, dobbiamo prima scegliercelo.  Dobbiamo decidere a chi rivolgere la nostra comunicazione. Ed è una scelta che va fatta già nella fase iniziale del progetto, e non in fase di produzione. Nel podcast, a seconda del pubblico a cui scegliamo di rivolgerci, potrebbero cambiare: il concept, lo stile di comunicazione, il piano editoriale, la frequenza di pubblicazione, la durata degli episodi, il giorno di pubblicazione, i canali di promozione attraverso cui veicolarlo, le persone da coinvolgere nel progetto. Tutti aspetti che possono cambiare radicalmente il processo di produzione. Non è quindi un aspetto di secondaria importanza. Come si definisce il proprio target nel podcast Il target si sceglie ragionando su più fattori. gli obiettivi il tipo di argomento il punto di vista con cui si sviluppa la profondità con cui si affronta un argomento le finalità del progetto  la competenza e l’esperienza possedute su uno specifico argomento. Gli obiettivi Se stai facendo un podcast per il tuo business, quindi lo stai usando come strumento di marketing, dovresti pensare a quali persone sarebbe strategicamente più utile raggiungere attraverso il podcast perché portino valore al tuo business. Potrebbero essere potenziali clienti, ma anche potenziali partner. Obiettivi di marketing e di podcast: perché è importante allinearli? Leggi tutto Argomento Non tutte le persone saranno interessate a quello di cui vuoi parlare. Semplicemente per mancanza di interesse o di esigenze specifiche. Potresti parlare di genitorialità, ma va da sé che se una persona non ha figli e non ruota attorno ai bambini, è più difficile che sia coinvolto nell’argomento. Punto di vista A parità di argomento, potrebbe cambiare il modo in cui ne parli o la prospettiva da cui affronti il tema, e dare così una connotazione più specifica che potrebbe interessare più ad un pubblico piuttosto che un altro. Questo è un aspetto importante anche per differenziarsi dai competitor. Profondità dei contenuti La profondità con cui vuoi affrontare l’argomento si riallaccia un po’ all’esempio di prima. A un bambino di 6 anni se racconti il tuo lavoro, probabilmente sarai molto più generico rispetto a un collega. Questo perché cambia il livello di conoscenza di fondo del tuo target. Quindi domandati: quando voglio essere tecnico o dettagliato in quello di cui parlo? Finalità del progetto Per finalità intendo il tipo di reazione che si vuole suscitare con il podcast. Deve essere un prodotto per sensibilizzare un pubblico, per educare, per intrattenere, per informare? Qual è lo scopo? Competenza ed esperienza Il tuo livello di preparazione sull’argomento determina anche il pubblico a cui puoi rivolgerti in modo che tu abbia sempre autorevolezza e ottenga la fiducia degli ascoltatori. Questo non significa che tu debba metterti in cattedra a impartire lezioni ma nemmeno sembrare improvvisato sull’argomento. Questa è la prima analisi che dovresti fare prima di capire a quale target rivolgerti. E diciamo che è già un gran lavoro di scrematura. Una volta fatto questo passaggio, definire la tua target audience diventa molto molto più facile. Ma non è un lavoro che termina qui, ovviamente. Perché ora bisogna concentrarsi sui dettagli e arrivare a definire l’ascoltatore ideale. Questo è un passaggio chiave che si fa partendo da una serie di valutazioni, di domande che ci possiamo porre e che ci portano ad una risposta. Ed è uno dei passaggi che spiego molto bene in una delle lezioni del breve corso Trasforma la tua idea in un podcast vincente in 7 giorni che è un inizio di progettazione del proprio podcast che ti da tutti gli strumenti base per partire con il tuo progetto. Ad oggi ben oltre 200 persone lo hanno già seguito e se vorrai potrai essere parte di questo gruppo. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast » Parametri UTM: come tracciare il traffico web proveniente dal podcast I parametri UTM sono uno strumento importante in fase di analisi della strategia di marketing. Servono a capire la reale efficacia dei canali di comunicazione usati nel proprio business. Ci consentono di monitorare l’impatto di ciascuno di essi, conoscere gli interessi del proprio target, valutare le performance dei contenuti pubblicati e persino misurare le conversioni.  Contenuti nascondi 1 Tracciamento dei dati: a cosa serve 2 Parametri UTM: cosa sono 3 Impostare i parametri UTM per il podcast Il podcast è uno dei canali di comunicazione che completano l’ecosistema comunicativo di un brand, piccolo o grande che sia. Come tale, se usato come strumento di marketing, contribuisce a sostenere il business portando traffico verso i canali di conversione, come ad esempio il sito web.  Tuttavia, essendo il podcast un contenuto audio e per certi versi quasi più immateriale di un contenuto visivo e testuale, come si fa a misurarne l’efficacia, a tracciarne l’impatto e a isolarlo rispetto a tutti gli altri canali di comunicazione? Usando i parametri UTM. In questo articolo ti spiegherò cosa sono e come usarli per tracciare il traffico verso il tuo sito web, proveniente dal podcast. Tracciamento dei dati: a cosa serve Se hai un sito web e questo è anche il tuo canale di conversione diretta, è importante capire anche quali sono le fonti di traffico in entrata, ovvero è importante capire da dove le persone arrivano verso il nostro sito web. Il traffico in entrata potrebbe arrivare da: motori di ricerca, magari in risposta a una query di ricerca dai social, se hai condiviso link diretti verso il tuo sito newsletter campagna di advertising. Ma in che misura ciascun canale di comunicazione contribuisce al traffico in entrata verso il nostro sito? Quali pagine visitano gli utenti? Sono tutti aspetti importanti da conoscere perché ci consentono di misurare l’efficacia della nostra strategia di marketing e monitorare le aree di miglioramento. Google Analytics per tracciare i dati A questo proposito, Google Analytics (G.A.) è uno strumento potentissimo, anzi direi LO strumento di analisi per eccellenza: è gratuito ed è messo a disposizione da Google per monitorare il proprio sito web. Ti consente di analizzare tutte le tue fonti di traffico e il comportamento degli utenti.  Infatti sulla base di alcune logiche di aggregazione, G.A. classifica in modo schematico la provenienza del traffico, permettendoti di analizzarli in modo mirato.  Può capitare che G.A. non riesca a determinare in modo corretto alcune fonti di traffico o non abbia elementi sufficienti per classificarle e quindi alcune informazioni confluiscono tutte in una voce di traffico indiretto che, di fatto, fa perdere la capillarità delle analisi. Tra questi dati “non censiti” potrebbero esserci anche quelli provenienti dal podcast, ovvero dai link inseriti nelle descrizioni del podcast.  Ti ho già parlato dell’importanza delle descrizioni degli episodi del podcast sia per il posizionamento sui motori di ricerca, sia per il coinvolgimento degli ascoltatori, che per canalizzare il traffico verso i tuoi canali di conversione diretta. Il podcast infatti è un ottimo strumento per raggiungere un pubblico in target e fidelizzarlo. Ma poi per poter convertire concretamente quegli ascolti in qualcosa di più, è necessario convogliare gli ascoltatori verso un sito web o un altro canale. Tutto questo è possibile farlo, appunto, attraverso i link diretti inseriti nelle descrizioni. Ora, e qui arriviamo al fulcro dell’argomento di oggi: come si fa a isolare l’impatto di queste fonti di traffico e monitorarne l’efficacia? Parametri UTM: cosa sono I parametri UTM non sono altro che tag, o pezzettini di codice che, se aggiunti alla URL da monitorare, consentono di tracciare in maniera corretta la provenienza del traffico web. Infatti gli UTM sono spesso usati per monitorare le singole campagne di advertising. Per individuare quali specifici annunci portano maggiori conversioni e quali campagne invece presentano scarse performance. Se non mastichi molto questo tipo di informazioni, ti aiuto facendoti un esempio semplice. Immagina di attivare due campagne di advertising su Facebook con parametri diversi tra loro (ad esempio per grafica o copy differenti, oppure gruppi di target diversi), che puntano entrambe sulla stessa pagina web del tuo sito.  Su GA, il traffico proveniente da queste campagne sarà identificato tutto come fonte Facebook, senza la spaccatura per singola campagna. Come fai a sapere quale delle due campagne ti ha portato più traffico? Qui intervengono i tag UTM che ti consentono di personalizzare la URL e isolare il traffico di ogni singola campagna. Questo in sostanza il loro funzionamento. In modo simile, i parametri UTM possono essere usati anche per tracciare il traffico web proveniente dagli ascoltatori del podcast. In che modo? Come si creano QUESTI parametri? Impostare i parametri UTM per il podcast Lo strumento gratuito più comunemente usato per impostare gli UTM, si chiama Campaing URL Builder. Funziona in modo semplice perché è una struttura guidata attraverso la compilazione di un modulo online. Ti basta inserire l’URL della pagina web che vuoi monitorare e aggiungere le informazioni inerenti la fonte di traffico alla quale collegarla.  Una volta che hai compilato questo modulo, lo strumento ti genera una nuova URL che tu potrai copiare e incollare nelle note degli episodi in corrispondenza della pagina web che stai comunicando agli ascoltatori. Facciamo un esempio. Se volessi tracciare il traffico web di uno dei miei articoli di blog e inserire il link nelle note dell’episodio corrispondente, dovrò copiare la URL originale e inserirla nel modulo come primo elemento. Dopodiché dovrò identificare gli estremi della destinazione del link. Nell’immagine qui sotto vedi un esempio di compilazione. Come vedi, alcuni campi sono contrassegnati da un asterisco perché obbligatori. Altri invece sono opzionali e puoi compilarli se li reputi applicabili al tuo caso. Sembra tutto complicato ma, una volta capito il meccanismo è super semplice.  Il toocreerà un link personalizzato, come puoi vedere nell’immagine sottostante, che sarà tracciato da GA in modo corretto e separato dalle altre fonti di traffico. Questo ti permetterà di capire quanti utenti hanno visitato il tuo sito web provenendo proprio dal podcast.  Il consiglio che posso darti è di usare uno standard per tracciare il traffico proveniente dal podcast. Raccogli i dati dei tracciamenti in un foglio excel per costruire e mantenere un format chiaro. È un lavoro aggiuntivo da fare, non lo nego. Ma se vuoi sapere quanto il podcast incide sul tuo traffico web e capire se sta funzionando come strumento di marketing, è tempo ben speso.  Come dico sempre, non sono gli ascolti il parametro per capire se il tuo podcast sta avendo successo. Gli ascolti sono una condizione necessaria per raggiungere i tuoi obiettivi. Ma il vero successo si misura in KPI. Sapere che azioni compiono gli ascoltatori dopo averti ascoltato, ti aiuterà a capire se il podcast sta portando valore al tuo business e sta funzionando come canale di comunicazione. Il tracciamento dei dati è un ottimo modo per canalizzare queste informazioni ed è gratuito. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...

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