Corporate podcast: come usarlo nella comunicazione interna aziendale

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Una decina d’anni fa forse nessuno in Italia avrebbe saputo spiegare cosa fosse un corporate podcast. Anzi, a dirla tutta forse neanche cosa fosse un podcast in generale. Eppure oggi questo media, apparentemente così giovane, sta avendo il suo picco di popolarità, come indicano i report annuali di statistica. Non sorprende, quindi, che piccoli e grandi brand stiano iniziando a inserirlo nella loro strategia di comunicazione. 

Di fatto, i podcast si stanno rivelando utili per ampliare il proprio pubblico di riferimento, presidiare nuovi contesti comunicativi e migliorare la brand awareness verso i potenziali clienti. Ma pochi sanno che possono anche supportare le aziende nel favorire una migliore comunicazione interna

I corporate podcast sono una risposta efficace proprio alle nuove esigenze comunicative che i modelli organizzativi odierni hanno fatto emergere con l’adozione di smart e remote working. Un’applicabilità sicuramente più estesa e interessante di quella a cui siamo abituati.

Come un’azienda può usarlo e con quali vantaggi? Te ne parlo in questo articolo portandoti esempi utili da cui trarre spunto.

Cos’è il corporate podcast

Partiamo col dire che il corporate podcast è un contenuto audio ad uso interno destinato a collaboratori e manager di vari livelli gerarchici. È un podcast aziendale privato fruibile esclusivamente attraverso canali riservati, come ad esempio:

  • intranet aziendale;
  • piattaforme proprietarie;
  • piattaforme di e-learning. 

A differenza del Branded Podcast che si rivolge a un pubblico esterno e ha come obiettivo quello di promuovere l’immagine aziendale, il corporate podcast ha ambiti di applicazione più funzionali. In particolare è usato per:

  • diffondere conoscenza;
  • promuovere la cultura aziendale;
  • creare engagement tra i dipendenti;
  • trasferire messaggi e informazioni chiare a tutta la popolazione aziendale. 

Dunque è un canale di comunicazione interna particolarmente interessante per HR Manager e per chi è responsabile della gestione formativa e informativa aziendale. Soprattutto se consideriamo come sono cambiati i modelli organizzativi con l’estensione dello smart working.

Perché usare un podcast aziendale per la comunicazione interna?

Le caratteristiche del podcast, in termini di fruibilità, distribuzione e capillarità, lo rende adatto ad assolvere le esigenze comunicative delle aziende odierne. Arriva in modo agile dove altri canali non arrivano.

Il modo di lavorare è cambiato, così come i modelli di comunicazione e quelli organizzativi. Il nostro modo di interagire con i colleghi è diverso e abbiamo un diverso approccio alla tecnologia. Non a caso, secondo gli osservatori più autorevoli e Forbes, la trasformazione digitale è uno dei principali trend HR per il 2022.

Il lavoro da remoto ha decentralizzato tante attività e ha reso necessaria una grande capacità di comunicazione interna. Allo stesso tempo ha creato un distacco sociale collettivo che ha alzato una sorta di barriera invisibile tra le persone. Cosa impensabile fino a un paio di anni fa, quando la condivisione era il cuore pulsante delle relazioni professionali e personali. 

Vivere in un contesto simile significa prendere atto del fatto che non è possibile interagire direttamente con tutta la popolazione aziendale con le stesse modalità del passato.

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Ripristinare lo stesso clima di interazione e coinvolgimento di un tempo, adattandolo alle nuove metodologie di lavoro – in smart working o miste – è oggi una sfida ancora più grande. Se già è difficile farlo in contesti piccoli, immaginiamo come questo possa essere attuato in un contesto complesso e multiforme come quello delle grandi aziende, in cui spesso i dipendenti sono dislocati in aree geografiche molto distanti tra loro.

È chiaro, quindi, quanto sia fondamentale il ruolo della comunicazione interna per restare aggiornati sulle attività, sugli obiettivi e sulla strategia dell’azienda, ma soprattutto per mantenere alta la motivazione dei dipendenti. Un buon flusso comunicativo rafforza i legami, diffonde la cultura e i valori dell’azienda, migliorandone l’immagine e la credibilità. 

Diciamo che svolge anche un ruolo sociale. La qualità della comunicazione aziendale interna impatta in modo diretto e deciso anche sul clima generale in cui si lavora. Di conseguenza, anche sui risultati che si raggiungono.

Ho sempre immaginato i flussi comunicativi di un’azienda come una linfa. Parte dalle radici, che possiamo paragonare al management, e raggiunge capillarmente ogni singola foglia, cioè ogni singolo collaboratore, e poi ritorna in modo circolare.

La linfa è un nutrimento e, se mai dovesse mancare, la pianta ne morirebbe. Così come l’azienda subirebbe seri danni se la comunicazione non raggiungesse capillarmente tutta la rete di dipendenti.

Questo può accadere quando gli strumenti che si sono sempre usati, per esempio, non sono più adeguati al contesto attuale. Ma è proprio qui che il corporate podcast può subentrare.

Come usare il podcast aziendale interno

Ecco alcuni modi in cui è possibile usare il corporate podcast in azienda:

  1. per attività formative, come ad esempio l’e-learning, una delle modalità più usate e più diffuse. Spesso i contenuti audio possono essere usati ad integrazione di altri percorsi di formazione, sotto forma di approfondimenti, follow-up o esercizi individuali.
  2. Per informare i dipendenti su alcune iniziative o progetti posti in atto dall’azienda.
  3. Per creare un percorso conoscitivo dell’organizzazione, della struttura e della cultura aziendale. Per esempio per i nuovi dipendenti, come fosse un vero e proprio servizio di accoglienza per chi inizia a lavorare in azienda e ancora non conosce come è organizzata. 
  4. Per includere nelle attività aziendali tutti quei dipendenti che, per via della natura del lavoro che svolgono, sono ubicati presso gli stabilimenti, nei punti vendita o viaggiano sul territorio. Un modo per sentirsi parte del grande team. 
  5. Per divulgare procedure interne, condividere best practice o principi di etica aziendale. 

Questi sono solo alcuni esempi che, tuttavia, rendono l’idea dell’applicabilità di un corporate podcast come strumento di comunicazione interna. 

e-learning aziendale

La produzione di contenuti audio aziendali può essere gestita da personale interno all’azienda supportato da professionisti esterni per le fasi più tecniche, oppure commissionata interamente.

A seconda poi delle finalità e dei contenuti, il corporate podcast può avere portare voce dei propri dipendenti o dell’amministratore delegato oppure quella di speaker professionisti. In ogni caso, la scelta migliore dipenderà dal progetto stesso.

Vantaggi del corporate podcast

I vantaggi che derivano dall’utilizzo del corporate podcast sono diversi:

  • i podcast umanizzano il contenuto. Non c’è niente da fare, la voce ha il potere di connettere emotivamente le persone, molto più di una mail o di una circolare interna. Questo tipo di connessione sarebbe già sufficiente ad accorciare quella distanza sociale di cui parlavo prima.
  • Facilità di fruizione: i podcast per definizione sono on demand e nomadici, cioè possono essere ascoltati anche in contesti diversi da quelli lavorativi, per esempio mentre si è in viaggio. Immaginate un commerciale o un capo area che è in continuo movimento, magari in macchina, tra un cliente e l’altro o tra i punto vendita. Potrebbe sfruttare gli spostamenti per tenersi aggiornato con le informazioni dell’azienda e sentirsi parte della squadra, anche a distanza.
  • Facilità di gestione: possono essere raggruppati per tematica di interesse, per progetti o finalità, costruendo una comunicazione più ordinata e fruibile. Ben catalogata, in sostanza.
  • Misurazione degli ascolti: rispetto a tanti altri strumenti come le mail, gli articoli del blog aziendale, ecc… è più facile misurarne la fruizione. Un metodo utile per capire quanto la comunicazione prodotta arriva alle persone, di conseguenza, quanto viene fruita. 

Diventa, di fatto, un canale riservato a chi è abilitato e rafforza il legame tra i dipendenti stessi perché crea anche quel senso di community. 

I contenuti audio per l’azienda, creati ad hoc da professionisti, permettono di parlare a tutti i collaboratori in una modalità decisamente più vicina e flessibile rispetto ad altri strumenti di diffusione delle informazioni tradizionali. 


Conclusioni

Insomma, i vantaggi non mancano e sono tante le applicazioni di un podcast aziendale per migliorare la comunicazione rivolta a tutti i collaboratori.

Una carta in più da giocare per migliorare sia la qualità del lavoro che i risultati. Oltretutto, potresti fare la differenza e venire incontro ai nuovi bisogni dei tuoi collaboratori. 

Se sei un manager o un imprenditore e vuoi accorciare le distanze tra azienda e dipendenti, posso aiutarti a integrare il corporate podcast nella tua strategia di comunicazione per evolvere e migliorare l’engagement dei collaboratori.

Contattami direttamente scrivendomi a ester@estermemeo.it per una call gratuita. Sarò lieta di aiutarti.

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Puoi, tuttavia, formati in autonomia seguendo corsi di podcast online su come sviluppare il tuo prodotto audio e sull’uso degli strumenti tecnici. Così facendo, il vantaggio è sicuramente quello di spendere meno, in termini prettamente monetari, rispetto ad una consulenza podcast one-to-one. Online potrai acquisire le nozioni base che ti servono per partire. Ci sono diversi corsi fatti molto bene e anche piuttosto completi, sia per progettare che per imparare ad usare gli strumenti di registrazione ed editing audio. È ovvio che il limite di seguire un corso online da soli e senza un professionista che ti segue consiste nel non avere il supporto di una persona che sappia darti degli input mirati e specifici. La difficoltà che ho incontrato anche io in passato, a volte, era proprio quella di avere dubbi su come mettere in pratica, nella realtà, le nozioni apprese. In ogni caso è una scelta che ti consiglio per iniziare a mettere le mani in pasta. 2. Scegli un format podcast semplice Una volta che ti sei formato e hai acquisito le nozioni base, il secondo stratagemma che puoi adottare è quello di scegliere un format semplice e sostenibile per il tuo progetto.  Intendo dire fare una scelta anche dal punto di vista editoriale, che ti consenta di creare un podcast: adatto alle tue capacità e competenze;semplice da produrre, dal punto di vista della creazione dei contenuti e del sound design; che risponda alle tua disponibilità in termini di tempo. Voglio farti un esempio. Il podcast narrativo richiede sicuramente una scrittura più complessa e una scelta sonora più ricercata rispetto ad un format monologo (come Podcast per il Business). Quindi se non hai dimestichezza con i tool di editing e montaggio audio, e non vuoi delegare queste attività a qualcun altro, allora è meglio scegliere un format più in linea con le tue competenze. Puoi prepararti una base musicale minima, una sigla introduttiva e crearti un modello di puntata tale da poterlo gestire in autonomia, anche in fase di post produzione audio.  3. Usa tool gratuiti per iniziare a fare podcast Esistono in rete diversi tool gratuiti sia per la scelta del software di montaggio, del servizio di hosting o addirittura del catalogo musicale royalty free, sino alla creazione della grafica di copertina.  Voglio citartene qualcuno così da poterti orientare nella scelta. Per il software di montaggio potresti usare Audacity o Garage Band (se hai un Mac): sono gratuiti e davvero semplici da usare.  Per quanto riguarda l’hosting puoi scegliere servizi totalmente gratuiti, come Anchor, oppure con piani freemium, come Spreaker. Se parliamo, invece, di musica puoi usufruire di tutti quei cataloghi musicali che ti permettono di scaricare brani in modo completamente gratuito. Fai attenzione a verificare che si tratti di brani royalty free e quale sia il tipo di licenza consentita. A tal proposito, ti invito a leggere un articolo che trovi nel mio blog, dedicato proprio alla musica per i podcast.  4. Crea un podcast in collaborazione con un partner Al quarto stratagemma forse non avevi mai pensato: quello di creare un podcast in collaborazione con qualcun’altro. Perché no? Questo è un bellissimo modo per dividere non solo le spese delle attrezzature ma, eventualmente, anche i costi della consulenza di un professionista che vi aiuterà nella realizzazione. Lo trovo, inoltre, un modo davvero utile anche per ottimizzare risorse non prettamente economiche come il tempo ed energie. Potreste infatti dividere i compiti per la creazione dei contenuti, del piano editoriale, della scelta della musica, il montaggio, ecc… Tra l’altro, creare un progetto in collaborazione con un partner può esserti utile anche per un altro aspetto.  Potresti creare un podcast in cui trattare un argomento complementare al tuo business e diversificare o ampliare addirittura gli argomenti di cui sei esperto, mixando le competenze e le conoscenze di un’altra persona.  A mio avviso, potrebbe essere più che uno stratatagemma per creare un podcast con poco budget, una vera e propria opportunità! Ti consentirebbe, infatti, di creare contenuti di valore e affrontarli esaminando più punti di vista. Potrebbe divenire una partnership per il tuo business e ne potresti beneficiare anche in termini di personal branding. Questo vale sia per te che per il tuo partner naturalmente. Ci avevi mai pensato?  5. Delega le task tecniche a un professionista Il quinto suggerimento del mio elenco per creare un podcast a budget ridotto, è quello di delegare a un professionista solo le task meramente tecniche. Mi riferisco per esempio al montaggio e a quelle attività per cui potrebbe essere richiesta una competenza maggiore (per l’appunto tecnica), un’attrezzatura specifica che non possiedi o un tool più avanzato che ti permetta di conseguire un risultato audio davvero di qualità. Si tratta di task che pensi di non riuscire a gestire in autonomia, non solo dal punto di vista dei tecnicismi ma anche per un discorso di efficientamento del tuo tempo. Probabilmente riusciresti a eseguire tu stesso tali attività, magari dopo aver intestito altro tempo in formazione e forse grazie l’acquisto di qualcosa in più rispetto alla dotazione basica che già possiedi. Il punto che ti consiglio di valutare è l’eventuale costo del supporto e della consulenza di un professionista, un Coach del podcast proprio come lo sono io, raffrontato al tempo che ti richiederebbe far tutto da solo. Sicuramente un professionista impiegherebbe meno tempo. A queste 5 tips ne aggiungo ancora altre due che ritengo abbiano un impatto soprattutto sul risparmio di tempo e sull’organizzazione. Anche se in realtà, non solo.   6. Crea un podcast di poche puntate Se è vero che “Il tempo è denaro”, il sesto metodo che ti suggerisco è quello di creare una serie podcast con un numero limitato di episodi. Questo metodo ha decisamente un effetto diretto sul tempo che dovrai impiegare per la progettazione e realizzazione delle puntate. Un buon podcast può contenere anche solo una stagione che va dai 6 agli 8 episodi. Poi, successivamente, puoi valutare se creare una seconda stagione, se implementare altre features e dedicare sforzi maggiori sia in senso economico che di tempo. Questa opzione non è assolutamente riduttiva ed è, anzi, da intendersi come un progetto pilota prima di spiccare il volo in qualcosa di più impegnativo. Avrai modo di sperimentare, crescere anche a livello di competenze (perchè, si sa, la pratica rende migliori e non solo lo studio nozionistico), di raccogliere dei feedback che saranno importantissimi per la progettazione della fase successiva. Più di ogni altra cosa, questa modalità ti darà la possibilità di capire davvero cosa significa creare un podcast. Toccare con mano come riesci ad organizzare il tuo tempo e, perché no, capire se davvero riesci a gestire il progetto del tuo podcast in autonomia. Significherà per te capire se l’investimento che hai fatto – seppur contenuto – è sostenibile e ha un senso procedere, magari ampliandolo.  È un bel modo per mettersi alla prova, senza imbarcarsi in un progetto non sostenibile nel lungo periodo. Sicuramente contribuirà anche a diffondere il tuo brand nel tuo settore. 7. Progetta puntate brevi per il tuo podcast Il settimo modo è fare puntate più brevi. Nessuno ci obbliga a preparare contenuti di 30-40 minuti. A volte basta molto meno per esaurire un argomento o lasciare un messaggio concreto all’ascoltatore.  In linea generale, il mio suggerimento è sempre quello di fare puntate che rispondano in modo esaustivo all’argomento scelto. Se reputi che sia troppo complesso per essere affrontato in una sola puntata, nessuno ci vieta di creare micro argomenti da distribuire su più episodi.   In questo modo puoi diluire i contenuti e ridurre i loro tempi di creazione spalmandoli in un orizzonte temporale più ampio. Conclusioni Quale di questi metodi pensi di poter applicare? Il mio intento è sempre quello di dare informazioni e strumenti utili, allo stesso tempo stuzzicare delle riflessioni su questo tema. Spero possano esserti di aiuto nella realizzazione del tuo progetto. Se sei interessato a migliorare il tuo podcast oppure vuoi un supporto mirato e personale, oltre a perderti tutte le puntate di Podcast per il Business, puoi richiedermi una consulenza e parlarmi del tuo progetto. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast Business » Corporate podcast: come usarlo nella comunicazione interna aziendale Se stai pensando anche tu di realizzare un podcast, sappi che una delle prime cose che dovrai fare è occuparti della definizione del format del podcast. Dovrai decidere, in sostanza, quale struttura generale dovrà avere il tuo progetto audio. Ogni podcast ha un format ben preciso che lo definisce e ne disegna i tratti essenziali. Un po’ come succede per i format dei programmi televisivi o radiofonici.  L’obiettivo di questo articolo è capire: cos’è un format podcast e perché è importante per il successo del tuo progetto; quali sono gli elementi che lo compongono, in particolare ne ho identificati 8. Una volta analizzati questi due punti, sono sicura ti sarà più chiaro come strutturare il format del tuo progetto. Cos’è il format di un podcast? Parto subito col dirti che il format podcast è la struttura del progetto audio, ossia lo schema che lo definisce. È una sorta di compagine che, in modo chiaro, determina tutti gli elementi identificativi che lo compongono e che dettano il suo svolgimento, sia dal punto di vista stilistico, sia narrativo che tecnico. Ciò che contraddistingue un format podcast da un altro è la sistematicità di alcuni elementi che si ripetono puntata dopo puntata e che ne definiscono la riconoscibilità. Per estensione, possiamo paragonare il format di un podcast a quello di un programma televisivo, dove sono chiari: tipologia di programma, palinsesto, scelte tecniche e stilistiche, conduttori e via dicendo. È da queste caratteristiche che derivano i vari tipi di podcast e con essi le strutture editoriali. Quello di cui ci occuperemo in questo artivolo riguarda la predisposizione del format generale che possiamo considerare come lo scheletro del nostro progetto.  È fondamentale che tu definisca in anticipo la struttura del tuo podcast per due motivi: ti aiuterà a delineare i confini entro cui sviluppare la tua idea;  aiuterà il tuo futuro ascoltatore a seguirti meglio durante l’ascolto perché avrà una sorta di guida, un percorso chiaro che lo accompagnerà puntata dopo puntata.  I podcast che ascolti abitualmente hanno un loro format ben preciso anche se, forse, non ci hai mai fatto caso. Vorrei proporti un esperimento.  Dopo aver letto questo articolo, prova ad individuare quali sono tutti gli elementi che caratterizzano il tuo podcast preferito. Dopodiché, prova ad identificare il format sulla base del quale è costruito.  Se ti fa piacere condividere con me la tua analisi, sarò davvero felice di leggerla.  Se, invece, non sei un frequentatore abituale delle piattaforme audio, qui trovi una raccolta dei podcast per i quali ho personalmente seguito la produzione come Podcast Coach. Vediamo ora cosa serve per definire un format podcast.  Come definire un format: 8 elementi chiave Ci sono degli elementi chiave da considerare per definire un format podcast in modo efficace: ne ho identificati esattamente 8. Premessa: la definizione del format è un’attività da fare necessariamente dopo aver definito gli obiettivi e il target del tuo progetto audio. Senza prima non lavori su obiettivi di marketing e di podcast non riuscirai a definire la struttura del tuo futuro progetto. Analizziamo ora i diversi elementi che compongono il format.  La definizione del concept, cioè l’idea centrale su cui si basa l’intera progettazione e da cui deriverà il piano editoriale. Può essere definito come il soggetto, il fulcro del progetto stesso, nel quale è sintetizzata la Value Proposition del podcast. Il numero degli speaker. Quante persone interverranno come host nel podcast? Ci sarà un unico conduttore che argomenterà le singole puntate o sono previsti degli ospiti o dei co-conduttori? A queste domande bisogna dare una risposta prima di iniziare un podcast perché, per esempio, la scelta del numero di speaker può determinare un diverso impatto dal punto di vista organizzativo e tecnico. La tecnica narrativa o modalità di svolgimento. Ad esempio: sarà un talk a una voce oppure una conversazione libera tra più co-conduttori? Hai intenzione di realizzare un podcast narrativo oppure vuoi sviluppare gli argomenti sotto forma di intervista? La finalità di utilizzo. Definisci se il tuo podcast sarà formativo, informativo oppure un contenuto di intrattenimento. Questo ti porterà a trovare il mood. Il mood del podcast. È inteso sia come tono di voce, stile di comunicazione e linguaggio, sia come atmosfera sonora, quindi con riferimento al genere musicale che accompagnerà il tuo testo. Per aiutarti a capire quale mood scegliere, prova a pensare a che tipo di emozioni vuoi suscitare nel tuo ascoltatore e al pubblico a cui ti rivolgi. La struttura interna delle puntate. Suddividi in blocchi la singola puntata e per ciascuna di esse indica cosa accadrà e quanto durerà. Questa metodologia ti aiuterà a preparare la tua scaletta o il tuo copione. Decidi se ci sarà un intro, una sigla oppure un contributo audio esterno e quali e quanti elementi sonori ricorrenti. Le caratteristiche strutturali di ogni puntata. Saranno puntate episodiche auto-conclusive in cui ogni episodio verterà su un argomento diverso di volta in volta oppure saranno puntate seriali in cui la storia si svolgerà a cavallo di più episodi? Ci saranno momenti seriali ossia ricorrenti, che si ripetono in ogni puntata? Tutti elementi che è bene definire a priori nel format del progetto di podcast. Il tipo di pubblicazione cioè rifletti bene su: durata, numero di puntate e frequenza di pubblicazione (ad esempio giornaliera, settimanale, quindicinale o mensile). Queste tre voci saranno fondamentali per organizzare il tuo processo di produzione e far sì che il tuo progetto si basi su un criterio di sostenibilità, un concetto di cui parlo ampiamente anche nell’articolo sul Podcast Model Canvas. Conclusioni Sono certa che, giunti fino a qui, ora per te sia più chiaro il concetto che scrivere il format del tuo podcast significa elaborare tutta una serie di caratteristiche che concorrono a costruire l’identità precisa del tuo progetto audio. Ecco perché un format che è strutturato secondo questi 8 elementi chiave è, a tutti gli effetti, una vera e propria bussola per l’ascoltatore che si sente guidato nell’ascolto del tuo podcast.  Tornando all’esperimento che ti ho proposto all’inizio di questo articolo, hai avuto modo di identificare quale format ricalca il podcast che hai preso in esame? Aspetto una tua mail per conoscere la tua risposta così come puoi scrivermi per richiedere una consulenza personalizzata se stai pensando di progettare il tuo podcast.  Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast Business » Corporate podcast: come usarlo nella comunicazione interna aziendale Le descrizioni degli episodi podcast sono uno strumento potente per attirare l’attenzione di nuovi ascoltatori e stimolare il loro interesse. Ma sono anche molto importanti per i motori di ricerca, in quanto aiutano i crawler a capire la natura del contenuto dell’episodio e a indicizzarlo correttamente nei risultati di ricerca. Una buona descrizione quindi può, non solo portare nuovi ascoltatori, ma aumentare la visibilità del tuo podcast. Il che significa aumentare la brand awareness, generare più lead, aumentare le conversioni, la reputazione del brand e la sua authority. E se mi segui da un po’ sai anche che il podcast è uno dei canali di comunicazione che se integrato in una strategia di marketing, concorre a posizionare il brand anche sui motori di ricerca. Uno degli elementi che aiutano il podcast a posizionarsi nei motori di ricerca è la descrizione degli episodi. E ora vedremo in che modo. Come ottimizzare le descrizioni podcast Sono due i fattori da tenere in considerazione per ottimizzare le descrizioni degli episodi podcast: la lunghezza del testo descrittivo le parole chiave pertinenti inserite al suo interno. Proprio come ho spiegato nell’articolo sulle descrizioni efficaci, prendendo come similitudine le meta description delle pagine web, è molto importante sfruttare i primi 160 caratteri della descrizione per spiegare subito la natura del contenuto e spingere l’utente a fare clic. Infatti questa dimensione equivale alle prime due righe di testo che sono visibili e leggibili sotto al titolo del contenuto che compare sulla SERP di Google. Tutto ciò che supera questo spazio è troncato. Analogamente, perché siano efficaci per ingaggiare l’utente, tutti i testi descrittivi degli episodi podcast devono usare lo stesso criterio, cercando di sfruttare al massimo quelle prime due righe per: dire subito di cosa tratta la puntata indicare perché dovrei ascoltarla usare parole chiave pertinenti. Quando Includiamo le parole chiave appropriate nella descrizione stiamo aiutando il crawler dei motori di ricerca a capire il contenuto dell’episodio e a indicizzarlo correttamente. Così quando un utente digita sulla barra di ricerca l’argomento o la domanda di suo interesse se esiste un nostro contenuto podcast che risponde a quell’intento di ricerca, e Google lo ha indicizzato correttamente, lo proporrà tra i risultati. Questo è lo scopo primario dell’ottimizzazione SEO delle descrizioni podcast per i motori di ricerca. Come usare le descrizioni per aumentare le visualizzazioni e i download del tuo podcast? Puoi usare le descrizioni podcast per aumentare le visualizzazioni e gli ascolti del tuo podcast in tre modi: distribuendo il podcast su tutte le piattaforme e canali disponibili inserendo link interni per altri episodi correlati e tutti i tuoi canali inserendo link di approfondimento e/o degli ospiti se presenti. Distribuzione sulle piattaforme podcast Se hai distribuito il tuo podcast su tutte le piattaforme di ascolto, la tua descrizione comparirà su ciascuna di esse e quindi i link che Google ti mostrerà nella SERP saranno tutti quelli riferiti alle app di ascolto su cui il contenuto è presente. Quindi ci sarà il link di Apple Podcast, di Spotify, di Spreaker se lo usi come host, di Anchor, di Amazon Music, ma anche del tuo sito web, se hai creato una pagina ad hoc, o di Youtube se hai fatto la distribuzione sul tuo canale. Insomma tutto ciò che può aver indicizzato il motore di ricerca sull’argomento. Avere la possibilità di comparire sulla SERP con più risultati è un grosso vantaggio. Ti aiuterà ad aumentare la visibilità e a posizionarti meglio per specifiche chiavi di ricerca, non solo per il titolo dell’episodio che hai scelto ma anche per la descrizione.  Qui ti riporto un esempio dei risultati di ricerca relativi al mio Podcast per il Business. Digitando la parola chiave podcast e seo in modalità anonima compaiono una serie di risultati che riportano: il carosello di Google Podcasts con 2 episodi del mio Podcast per il Business in 1a posizione dopo il carosello, il link di Soundcloud in cui ho distribuito l’ep. 27 in 2a posizione il link a un mio articolo blog in 3a posizione il link di Apple Podcast con uno dei miei episodi podcast in 4a posizione il link all’articolo del blog di Luisella Curcio con cui ho fatto un’intervista nel podcast. Query estratta in data 28/01/2023 Inserire link nelle descrizioni episodi podcast Inserire link cliccabili e parlanti nella descrizione dell’episodio aiuta l’ascoltatore a far scoprire altri contenuti da ascoltare, altre risorse da leggere o approfondire ed entrare così all’interno del nostro funnel marketing.  A quali link mi riferisco? Link di contatto, link ad altri episodi correlati, link a fonti e/o articoli blog, call to action pensati per portare l’ascoltatore verso altri strumenti strategici per il nostro business.  Insomma, tutto quello che serve per portare l’ascoltatore a un livello successivo, a farlo entrare nel nostro mondo attraverso altre porte. 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Empatia digitale è il libro di Assunta Corbo che ci aveva già affascinati e indirizzati su un percorso di gratitudine con Dire, Fare… Ringraziare! Chi è Assunta Corbo? Giornalista affermata, Founder del Constructive Network in italia con il quale abbraccia e promuove l’obiettivo di raccontare la parte costruttiva delle storie. Non più valutate solo come notiziabili anche a livello di utilità sociale. In questo libro autobiografico Assunta ci fa dono della sua esperienza di giornalista, raccontandocene la nascita e il modo in cui ha dato forma alla sua carriera, con consapevolezza e senza alcun tono autocelebrativo. Scopriamo insieme cos’è l’empatia e perché è così importante oggi, nella cosiddetta era digitale. Trama di Empatia digitale – Le parole sono di tutti, il contenuto è tuo Empatia digitale ai miei occhi è come una margherita in quanto la sua trama si snoda tra 9 capitoli ben saldi intorno al medesimo fulcro. Proprio come dei petali, vicini perché così correlati e che attingono allo stesso cuore. Il libro è nato da un desiderio molto sentito da Assunta: la condivisione, intesa come strumento per portare miglioramento. Così come accade con lo scambio di un’opinione e di un pensiero nella vita reale, così è anche per quanto riguarda lo sharing di un contenuto online. Ha esattamente lo stesso peso e valore, se non forse di più. Non ci rendiamo infatti conto della portata che possono avere i nostri messaggi lanciati online, di quanti cerchi formino e fino a dove possano arrivare; anche il più piccolo, formatosi dal lancio di un sassolino nel mare. Ecco come la vita online e quella offline si fondono in una nuova dimensione definita on-life da Liliana Di Donato, Caporedattore Attualità di Donna Moderna, nella prefazione da lei redatta di Empatia digitale. Empatia digitale nasce da un promessa fatta dall’autrice all’età di 19 anni in occasione di un’intervista per un pezzo di cronaca. Di fronte ad una vicenda di dolore famigliare, scelse consapevolmente di esaltare la versione costruttiva della notizia anziché porre l’accento sulla tragicità dell’evento. Una scelta controcorrente perché – le dicevano – ahimè il dolore vende di più. Seppur giovane, Assunta fece quella che più di una scelta, fu una promessa: raccontare la parte bella della storie, senza buonismi né volontà utopistiche ma volendo fermamente lanciare un messaggio costruttivo. Non sapeva ancora che avrebbe poi creato in Italia il Giornalismo Costruttivo che restituisce al lettore il valore aggiunto delle notizie e non unicamente ciò che meglio la può vendere. Empatia digitale tratta diversi temi legati a ciò da cui l’empatia nasce: l’autenticità. Lo fa attraverso il messaggio che lei stessa ha fatto suo durante la sua esperienza, in seguito all’incontro con persone care che l’hanno ispirata. Alcuni capitoli sono dei bellissimi e genuini duetti: Riccardo Scandellari parla con lei di vulnerabilità, Giulia Bezzi ha contribuito per la parte dedicata all’azione e Mariagrazia Villa che sostiene che “Dietro ogni nostra parola, ci sono le persone cui ci rivolgiamo”. Appariranno inoltre Stefano Pigolotti, Alberto Manieri, Elisa Bonandini, Antonio Quaglietta e Paolo Schianchi. Abbiamo tutti una grande responsabilità online, ci ricorda Assunta. Non solo i giornalisti, i blogger o gli influencer hanno questo onere. Anche tu, nel momento in cui scrivi un pensiero, condividi un contenuto o scrivi un commento. Stai lanciando un messaggio emotivo che certamente influenzerà la giornata o la vita di chi lo leggerà. Il libro termina con il capitolo zero: è quello che chiude il cerchio. La mia recensione del libro di Assunta Corbo Ho avuto la fortuna di assistere alla presentazione del libro che ebbe luogo a Milano il 15 Ottobre 2020, in un clima che per me rappresenterà l’etichetta del libro stesso: autentico. Confesso che sono solita leggere la prefazione di un libro alla fine, dopo aver terminato il libro. Ciò perché non voglio farmi influenzare da un punto di vista altrui o scorgere delle anticipazioni del libro. La prefazione di Liliana Di Donato ha decisamente arricchito la mia idea, spiegandomi che oggi sui social viviamo come in una scatola di vetro. Tutto ciò che facciamo può diventare pubblico. Abbiamo il compito e il dovere di scegliere cosa condividere. Assunta Corbo ci svela come condividere i nostri pensieri e il quotidiano, rafforzandolo con un’accezione positiva di ciò che impariamo o i messaggi positivi che possiamo accompagnare a foto ed eventi. Il tema principale è naturalmente l’empatia intesa come la capacità di immedesimarsi nelle situazioni altrui ed emozionarsi. “Perché digitale?” ti starai chiedendo. Non nascondo che il mio capitolo preferito è stato quello dedicato alla gratitudine. Si tratta di un’attitudine che va continuamente praticata ed allenata, esattamente come una competenza o una soft skill. Farlo è utile per essere capaci di vedere le cose da una prospettiva nuova. Interagire sia online che offline con un’attitudine positiva porterà sicuramente ad atteggiamenti e condivisioni più costruttive. Che tu lo voglia o meno devi prendere coscienza del fatto che sui social anche tu sei un autore. Il contenuto è tuo tuttavia, dal momento in cui sceglierai di condividerlo, diventerà di tutti. Ti lascio con quella che fu la risposta di Assunta ad una domanda che le venne posta in occasione della presentazione del libro. Si riferiva a come poter essere autentici online, dietro a un pc ed una tastiera, in una dimensione in cui è facile credere che i rapporti siano solo online. Ecco, lei rispose: “Di persona, diresti le stesse cose che scrivi?“. La risposta che darai parlerà della tua autenticità. Questa è la grande responsabilità di ognuno di noi, attori non protagonisti dei social. Frasi indimenticabili di Empatia digitale “Le parole ci appartengono: vibrano intorno a noi. Le usiamo tutti i giorni. Ad alcune diamo l’opportunità di portare con sé un significato profondo. Ad altre, invece, permettiamo di vivere come fossero un dono al vento senza alcuna importanza. Ma non è mai così.“ “Nella comunicazione vince chi è umile. Considero l’umiltà una virtù intellettuale e una caratteristica che appartiene alle personalità più grandi.“ “Il giornalismo, nello stato di confusione e distorsione della realtà che viviamo oggi, non può stare lontano da concetti come empatia, umiltà, rispetto degli altri e diffusione di nuove idee e soluzioni.“ Podcast e letture consigliati Factfulness di Hans Rosling è il libro che ti consiglio in tema di empatia. In particolare racconta della capacità di elaborare due pensieri contemporaneamente: uno migliorativo che peggiorativo. Un altro libro assolutamente di valore è Intelligenza emotiva di David Goleman, un punto di riferimento più che un libro. Questa volta, infine, non vi segnalo un podcast da ascoltare bensì uno dei famosi TED Talks. Lasciati ispirare da Sam Richard ed il suo Esperimento radicale di empatia, cliccando qui. Francesca LucenteInnamorata della mia famiglia, del digital marketing e dei libri. Bookblogger per passione. Attraverso il mio blog sulla lettura voglio diffondere l’amore per la cultura, i libri e la formazione. I miei valori sono la condivisione e la collaborazione, soprattutto fra donne. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast Business » Corporate podcast: come usarlo nella comunicazione interna aziendale “Perché fare un podcast?” è una domanda che mi viene rivolta spesso e forse è la stessa che ti sei posto anche tu, almeno una volta. Quando si parla di podcast per il business, liberi professionisti e piccoli imprenditori sono generalmente incuriositi da questo tipo di comunicazione. Allo stesso tempo, mi rendo conto che hanno ancora qualche remora sul fatto di integrarlo all’interno della propria strategia.  Il podcast è davvero uno strumento così utile per il business? La domanda è lecita, ed è per questo che proverò a darti 4 buoni motivi per considerarlo come tale. Ogni canale di comunicazione incontra interessi diversi e si adatta a modalità di fruizione specifiche per gli utenti. Per cui non esiste un canale migliore di un altro in assoluto. Tuttavia, il podcast ha delle caratteristiche tali da renderlo più o meno capace di catturare l’attenzione del tuo potenziale cliente. Come vedremo nell’articolo, fare un podcast significa: Umanizzare i tuoi contenutiDiventare riconoscibileConvertire i tuoi prospectAllargare la tua audience 1. Umanizza i tuoi contenuti Il primo motivo per cui il podcast diventa efficace è che ti consente di umanizzare i tuoi contenuti. Cosa necessaria per avvicinare le persone al tuo brand, specie in un contesto comunicativo come quello attuale in cui siamo saturi di contenuti. Sai qual è il livello di attenzione delle persone online? Davvero basso. Secondo gli ingegneri di Google siamo arrivati a una soglia di 8 secondi al massimo. E no, non succede perché il nostro cervello è cambiato. Non siamo diventati all’improvviso dei distratti cronici o disinteressati a tutto. È cambiata la mole di informazioni a cui siamo sottoposti. Cosa succede al nostro cervello quando riceviamo una così grande quantità di informazioni? Succede che fa una selezione e sceglie a chi o a cosa destinare l’attenzione in base a ciò che ispira ad esso fiducia. Questo vale per te, per me, e per i milioni di utenti là fuori. Uno dei libri che è stato parte della mia formazione professionale, “Dimmi chi sei” di Riccardo Scandellari (Skande), spiega molto bene in che modo la nostra attenzione ricade su chi reputiamo autorevole. Parlando dei social, cita come nello scrolling continuo di contenuti ci soffermiamo principalmente sui contenuti di coloro che stimiamo e con cui abbiamo stabilito una connessione, perché nel tempo hanno conquistato la nostra fiducia. In pratica è il Brand a fare la differenza, in misura nettamente maggiore rispetto al valore dei contenuti stessi. Questo è avvalorato da ciò che riporta una ricerca Ipsos citata da Salvatore Russo nel suo ultimo libro &Love Story. Le persone oggi scelgono a quale brand avvicinarsi in funzione: dell’impatto che avranno sulla loro vitadai valori di cui si fa portavocedelle scelte etiche che porta avanti. Vuoi sapere perché il podcast può fare la differenza? La voce, e l’audio in generale, ha il potere di trasmettere più fiducia rispetto ad altri media. Le persone si fidano di chi parla loro. Lo dimostra anche questo grafico per il Trust Index 2021 La radio, che è il mezzo più vicino al podcast, è di gran lunga il media su cui riponiamo maggiore fiducia rispetto agli altri, social in primis. Con la nostra voce abbiamo il potere di trasmettere le emozioni, le intenzioni di un messaggio, il nostro stile comunicativo, la nostra personalità e identità. È difficile mentire con la voce. Ecco perché, umanizzare il contenuto, aiuta ad avvicinare le persone al nostro brand. E di conseguenza al nostro business. 2. Fare un podcast ci rende riconoscibili Con il podcast entriamo nelle orecchie delle persone e parliamo loro a tu per tu in un contesto totalmente intimo. Diventiamo una presenza familiare nella quotidianità di chi ci ascolta. Una voce la riconosceresti tra mille, perché è unica. L’unicità ci rende riconoscibili. “Le persone che seguono il podcast hanno un’attenzione particolare e un’attenzione diversa, sono più fidelizzati. Hanno un’attenzione differente nella comunicazione anche rispetto a quella che può essere una comunicazione su YouTube. C’è una qualità più alta delle relazioni che si vengono a costruire. Poi le relazioni e nel momento in cui diventano relazioni di business possono trasformarsi in obiettivi da poter raggiungere insieme”. Sebastiano Dato Le persone riservano un’attenzione diversa quando ascoltano podcast. Quel che fa la differenza è proprio l’intimità che la fruizione di quel tipo di contenuto porta con sé. Non c’è distrazione visiva come nei video, chi parla ha solo la voce come mezzo di connessione. Questo fa del podcast lo strumento ideale per aprire un dialogo con i propri ascoltatori. Si chiama marketing di relazione. E questo è un suo elemento distintivo.  3. Convertire potenziali prospect Se usiamo il podcast per fare marketing, per farci conoscere e per divulgare delle informazioni utili, la conversione diretta di un ascoltatore magari non avviene dopo l’ascolto di una puntata di podcast.  Inneschiamo tuttavia un processo, attiviamo un canale di comunicazione che ci fa entrare in connessione con quella persona che, ascoltandoci oggi e ascoltandoci domani, porta alla costruzione di una relazione.  Questo è il vantaggio della comunicazione audio. Fidelizziamo la nostra audience, creiamo uno spazio di relazione. Creiamo un legame più profondo con le persone. Nella puntata del mio Podcast per il Business che puoi ascoltare qui sotto, ho intervistato Matteo Neroni, psicologo e psicoterapeuta e autore del podcast Liberamente. Ascoltare la sua diretta esperienza ti farà comprendere in che modo fare podcast può servire al tuo brand. Qui trovi un estratto di quanto da lui stesso detto. “Per quanto mi riguarda, e parto dalla fine, parto dalla situazione attuale che cinque anni fa pensavo fosse semplicemente utopica, grazie al podcast posso dire oggi di essere un professionista estremamente soddisfatto. Ho l’agenda piena di pazienti e oggi in maniera molto molto fiera posso dire che questi pazienti vengono praticamente tutti il 90% proprio dal podcast. Sono tutte persone che hanno ascoltato i miei audio e che nel corso del tempo hanno poi maturato dentro loro stessi il desiderio di iniziare un percorso di crescita personale insieme con me attraverso la forma della psicoterapia. Matteo Neroni Oltre alla loro esperienza, io stessa ho provato l’efficacia del podcast marketing. Infatti, più volte dopo aver ascoltato alcuni podcast ho poi contattato quelle persone per acquistare i loro prodotti e servizi.  Questo perché nel tempo ho iniziato a conoscerli e man mano a fidarmi. Sapevo qual era la loro visione e il loro stile. Li ho scelti proprio per questo.  4. Ampliare l’audience Esattamente, fare un podcast può permetterci di raggiungere anche chi non è incline a usare altri mezzi di comunicazione. Come? Il nostro stile di vita ci porta ad avere sempre meno tempo e spesso anche tenerci informati o imparare cose nuove. Anche semplicemente trascorrere un momento di intrattenimento, diventa difficile nella routine quotidiana.  Il podcast può rivelarsi il mezzo grazie al quale raggiungiamo quella fetta di persone che per il loro stile di vita fanno fatica a trovare il tempo per leggere degli articoli in tranquillità o guardare dei video online. Magari mentre guidano, portano i figli a calcetto o fanno sport, riescono a dedicare del tempo a fruire di contenuti che a loro interessano.  Se avessi avuto già l’abitudine di ascoltare i podcast quando lavoravo in azienda e trascorrevo due ore ogni giorno nel traffico milanese, quanto tempo avrei potuto impiegare in modo più proficuo! Una volta che li ho conosciuti, come avrai capito, non ho più smesso.  Diversificare la nostra comunicazione facendo un podcast, anche se abbiamo già un blog, un canale Youtube e siamo presenti sui social, può farci raggiungere anche quelle persone che normalmente non leggono un articolo di blog, non guardano un video e non stanno sui social.  Perché non offrire loro questa opportunità tramite un podcast? Magari proprio grazie al tuo? Se ci stai pensando e vuoi scoprire come inserire il podcast nella tua strategia di comunicazione online, mandami un vocale su Telegram oppure contattami via mail e fissiamo subito una call conoscitiva gratuita. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast Business » Corporate podcast: come usarlo nella comunicazione interna aziendale Il Podcast Model Canvas è il frutto di un processo che ho affinato nel tempo lavorando a fianco di professionisti e privati nella realizzazione dei loro progetti audio. Infatti, oltre ad aver messo a punto la mia personale strategia di comunicazione per la serie Podcast per il Business, ho analizzato anche tutte le attività necessarie per mettere in piedi un progetto audio sostenibile e che funzioni. Questa analisi mi ha portata ad adattare, per il podcast, uno strumento già ampiamente usato con successo nell’innovazione dei modelli business: il Business Model Canvas. Partendo da quello schema ho riformulato una mappa strategica per avere una visione chiara e nitida di ciò che ti serve prima di avviare il tuo podcast. Come dico sempre, il podcast è un vero e proprio progetto, dunque va pensato esattamente come tale. L’approccio non è diverso da quel che si riserverebbe ad una qualunque altra tipologia di business o progetto commerciale. Entriamo dunque nel merito di questo prezioso strumento per capire di che si tratta e come usarlo al meglio. Cos’è e a cosa serve il Podcast Model Canvas In pratica, il Podcast Model Canvas è uno schema grafico che ti permette di visualizzare tutti gli elementi costitutivi il tuo podcast in modo sintetico ma altamente strategico. È un tool che ti aiuta a valutare quali azioni intraprendere, quali delegare e su quali investire nel modo migliore possibile. È composto da 9 blocchi così suddivisi: partner strategici: indica chi può aiutarti nella realizzazione del podcast, i tuoi alleati;attività fondamentali: quali attività servono per realizzare concretamente il progetto;value proposition: la tua proposta di valore all’ascoltatore;personalità: indica lo stile, la modalità di relazione che vuoi instaurare con l’ascoltatore;ascoltatori ideali: a chi ti rivolgi realmente;risorse necessarie: cosa ti occorre perché tutto funzioni;canali: dove distribuirai e comunicherai il tuo progetto audio;costi strutturali: quali tipi di costi devi prevedere e come suddividerli;flussi di ricavo: come puoi mettere a frutto il tuo progetto. Il Podcast Model Canvas è una sorta di board visivo che raggruppa tutte le informazioni da tenere sotto controllo. Il principio su cui si basa, come già anticipato, è il medesimo del Business Model Canvas, usato ampiamente dalle aziende e dai manager prima di avviare un business. In questo caso, l’ho studiato appositamente per un progetto di podcast. Include gli aspetti operativi ma anche i partner strategici da coinvolgere che possano supportarti nella realizzazione, l’analisi dei costi sia in termini economici che di risorse emotive. Riflette quali sono i canali di comunicazione prescelti, la personalità che vuoi mettere in campo, il valore che offri, il ritorno che vuoi raggiungere e come vuoi farlo. Hai mai sentito l’espressione “the big picture”? Ecco credo che possa ben spiegare cos’è il Podcast Model Canvas: una quadro generale complessivo del tuo progetto. Come usare il Podcast Model Canvas Perché questo strumento riveli la sua massima efficacia è fondamentale che tu ti riservi del tempo per compilarlo. L’approccio deve essere creativo ma al tempo stesso ponderato. Ogni singola area deve essere valutata e stimata in modo realistico, non utopistico. Entra nel dettaglio il più possibile senza tralasciare aspetti che se pur minimi possono fare la differenza nella globalità del progetto. Se lo ritieni utile, coinvolgi qualcuno che ti aiuti a fare brainstorming e a ipotizzare anche più scenari. Nessuno ti vieta infatti di compilare più Podcast Model Canvas per lo stesso progetto. Per compilarlo, quello che ti consiglio di fare è prendere un bel foglio formato A3, tanti bei pennarelli o post-it colorati e scrivere a mano per tirar fuori tutta la tua creatività. Se su alcune aree trovi difficoltà, lascia passare qualche giorno e riprendi il lavoro in un secondo momento. Vedrai che lasciar sedimentare le idee ti aiuteranno a svilupparne di nuove e di migliori. Solo quando sei sicuro o sicura di aver predisposto la tua versione definitiva puoi formalizzare lo schema su un foglio elettronico. Cosa inserire concretamente in ciascuno dei 9 blocchi che costituiscono il Podcast Model Canvas? A questo ti rispondo tra un attimo. PMC: perché utilizzarlo Dopo averti descritto cos’è il Podcast Model Canvas, ti spiego perché dovresti usarlo nella tua strategia. Il presupposto fondamentale per trarre il maggior beneficio da un podcast è che sia un progetto sostenibile. Ciò significa che deve essere creato tenendo conto delle tue disponibilità in termini di tempo e risorse, attivando un processo che possa essere mantenuto. Se così non fosse, rischieresti di abbandonarlo in men che non si dica. Il podcast non è un contenuto mordi e fuggi né tantomeno qualcosa che si può improvvisare, soprattutto se vogliamo sia un prodotto marketing a supporto del nostro business.  L’investimento di tempo ed energie, se fatto con criterio, certamente ripaga. E perché sia così, motivazione e organizzazione devono diventare le keywords del tuo vocabolario e del tuo mindset, specie se sei freelance e le attività ricadono per lo più su di te. Pianificare le attività e sapere in anticipo cosa occorre per partire è il primo passo per avere successo. Ecco perché ho messo a punto questo strumento. Sono convinta che il podcast apra nuove opportunità, ma richiede un certo effort perché possa dare dei risultati, e mantenerlo nel tempo può essere una sfida. Una sfida, però, che vale la pena accettare. Una delle cose che ho imparato seguendo i corsi di marketing e di comunicazione (e che non mi stancherò mai di dire) è che creare contenuti è l’unica cosa che davvero può fare la differenza nella costruzione del proprio personal brand. Grazie ai contenuti le persone ti conoscono, ti apprezzano, ti seguono e ti scelgono. Lo dimostra anche il risultato di un sondaggio realizzato dal Content Marketing Institute nel 2021 su un campione di 1707 professionisti composto da Content Creator, Marketing Manager, General Manager, ecc… appartenenti a diversi settori. Nel report si legge che la stragrande maggioranza degli intervistati aveva raggiunto i propri obiettivi di business proprio grazie ai contenuti.  Parliamo di: aumentare la riconoscibilità del brandcostruire credibilità e fiduciafidelizzare i clienti esistentigenerare nuovi contattie infine aumentare le vendite. E il podcast ha tutte le carte in regola per essere un contenuto in grado di raggiungere tutti questi obiettivi. Ciò che però fa davvero la differenza nell’ottenere l’attenzione e la fiducia delle persone è la costanza nel creare contenuti. Essere costanti è una delle cose più difficili e pochi riescono davvero ad esserlo. Ciò nonostante non è impossibile. Ed è qui che entra in gioco la sostenibilità di un podcast: con la giusta strategia e visione d’insieme si può favorire la perseveranza. Come? Pianificando il tuo progetto audio. Pianificare il tuo progetto con il Podcast Model Canvas Nel 2020, complice la pandemia e il maggior tempo a disposizione, c’è stata un’impennata di nuovi podcast. Molte persone hanno provato a mettersi in gioco con un nuovo mezzo di comunicazione in forte crescita e hanno pubblicato le prime puntate. Poi, però, molti di questi progetti sono rimasti incompiuti, molto probabilmente anche perché non erano sostenibili nel lungo periodo. Chi ha proseguito ha avuto un bel vantaggio in termini di posizionamento. Non è difficile immaginare che tutto ciò che puoi prevedere in anticipo ti aiuterà a sviluppare con maggiore consapevolezza il tuo podcast e capire dove intervenire. Può trattarsi di semplificare qualche processo o scegliere un format più idoneo alle tue capacità, competenze e risorse.  Questo è il metodo che applico anche con i miei clienti perché ogni persona e ogni progetto ha le proprie peculiarità e le proprie esigenze.  Ci avevi mai pensato? È un’analisi semplice ma non semplicistica. Fa sicuramente la differenza. Ti starai chiedendo “Ok, bello ma come posso farlo?”. Ecco, ora che ti ho spiegato in dettaglio cos’è il Podcast Model Canvas, voglio regalarti un bonus! Ti basterà infatti scaricare gratuitamente lo schema del Podcast Model Canvas cliccando su questo link. Podcast Model Canvas Avrai a tua disposizione sia il template che una guida per capire come compilarlo efficacemente. Quello che ti propongo oggi è di mettere a punto il tuo personale PMC. Sia che tu stia solo pensando di iniziare un tuo podcast, sia che tu ne abbia già avviato uno e voglia raddrizzare il tiro.  Se lo userai sarò ben lieta di ricevere il tuo feedback e ti dico fin da subito che se avrai bisogno di ulteriore supporto sono disponibile per un confronto insieme.  Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast Business » Corporate podcast: come usarlo nella comunicazione interna aziendale In quest’articolo voglio parlarti di come creare una sigla efficace per il tuo podcast, partendo dal comprendere cos’è e perché è importante che ci sia all’interno delle puntate. Se attualmente sei nella fase di creazione del tuo prodotto podcast oppure ci stai pensando e ti stai documentando su cosa fare e come realizzarlo, allora questo articolo ti sarà molto utile perché è ricco di spunti pratici.  Analizzeremo quali sono gli elementi che la compongono da cui trarre input utili per iniziare da subito a creare la sigla del tuo podcast. Quella che condividerò è la mia esperienza diretta di Podcast Coach, maturata nel tempo, assistendo nuovi podcaster in erba. Cos’è una sigla podcast e perché è importante?  La sigla di un podcast è un breve motivo sonoro che funge da elemento introduttivo al programma, in questo caso al podcast stesso. Ha un breve testo, una musica di sottofondo e dura in genere tra i 10 e i 15 secondi. Il motivo è ricorrente, ossia si ripete così com’è, esattamente per ogni puntata podcast.  Vi sono, tuttavia, alcuni casi nei quali le sigle possono variare leggermente da una puntata all’altra, relativamente al testo che le compongono. Infatti, in alcuni casi la sigla può fungere anche da presentazione dell’argomento specifico trattato nella puntata o degli ospiti che seguiranno, per cui lo script può variare lievemente. Per esempio, la sigla del podcast “Dieci Tredici”, di cui curo il montaggio audio, è contraddistinta sempre dalla stessa durata, struttura e musica. Solo la parte finale della sigla varia di volta in volta in base all’ospite che verrà intervistato.  Perché può cambiare il testo ma l’elemento sonoro è sempre lo stesso? Perché il motivo sonoro dona al podcast un’impronta identitaria. La base musicale sempre identica crea familiarità e rende riconoscibile il tuo podcast.  Come avrai capito, la sigla è un elemento talmente importante che consiglio vivamente di prevederla ed inserirla in ogni puntata, indipendentemente dal format podcast che si è scelto di adottare.  La sigla è a tutti gli effetti la trasposizione della Value Proposition: una delle primissime cose su cui è necessario ragionare quando si decide di iniziare a progettare un podcast, in quanto elemento di ingaggio per i nuovi ascoltatori. La sigla dà all’ascoltatore la percezione di capire dove si trova e, soprattutto, se si trova nel posto giusto. Fornisce le coordinate dell’intero podcast al nuovo ascoltatore che, magari, anziché partire dal trailer, inizia dalla prima puntata che trova nella lista degli episodi. Come creare la miglior sigla senza sbagliare Sono 4 gli elementi che contraddistinguono una sigla podcast efficace e che non possono mancare: presentare te stesso: chi sei, di cosa ti occupi, in che veste stai parlando. Ad esempio sei un esperto nella materia di cui parli? ti occupi di quello per lavoro oppure sei un appassionato e stai creando un podcast per parlare di una tua passione? Le persone vogliono sapere chi sei e perché proprio tu ne stai parlando.Presentare il programma del podcast: cosa devono aspettarsi gli ascoltatori, di cosa parlerai e qual è la tematica generale che tratti nel tuo podcast.Far capire per chi è questo podcast: per esempio se sto facendo un podcast in cui parlo di fotografia per principianti, è ovvio che sarà totalmente diverso da un podcast che parla di fotografia per esperti. A seconda dell’argomento, cambia il target e il modo in cui parlerò per rivolgermi al mio pubblico.Chiarire il motivo per cui dovrebbero ascoltarti: oltre a voler sapere chi sei, il tuo potenziale ascoltatore vuole sapere qual è la promessa trasformativa che proponi. In sostanza, cos’hai da offrire? La vera sfida è condensare questi concetti in pochissime parole. È tutt’altro che semplice ma non scoraggiarti: servirà concentrazione, buona volontà e tanti tentativi. Nella progettazione del tuo podcast, la preparazione della sigla è una delle prime cose a cui pensare. È proprio sintetizzando al massimo il concetto che hai in testa, che inizi a capire se l’idea può funzionare. È il momento in cui capisci se il tutto ha un senso.  Se non riesci a scriverlo in poche righe è perché, forse, la tua idea ha bisogno di maturare ancora un po’ oppure va modificata e rielaborata. Inoltre, comporre la sigla ti permette di capire che mood vuoi dare al tuo podcast, quale stile sonoro, con che sfumatura vuoi veicolare il tuo messaggio. Come registrare la sigla podcast Immaginiamo che tu abbia scritto il testo definitivo della sigla e che abbia già immaginato anche un genere musicale in abbinamento. È giunto il momento di scegliere come preparare la sigla del tuo podcast. Hai di fronte a te tre diverse strade tra cui scegliere: registrarla con la tua voce, scegliere una base musicale da una libreria di brani royalty free e montarla in autonomia con un software di montaggio;registrarla con la tua voce e affidare il montaggio ad un fonico o a un podcast producer; rivolgerti a un doppiatore professionista per la registrazione della voce o acquistare un jingle “chiavi in mano” che alcune aziende vendono. Quello che cambia da una scelta all’altra è: il budget che hai a disposizione;il risultato che vuoi ottenere;il livello di professionalità che vuoi dare;la tua capacità di usare un programma di editing e montaggio. Tutte motivazioni valide e funzionali al tempo stesso. Un aspetto su cui voglio richiamare la tua attenzione è quello di usare musiche con licenza royalty free per non violare il diritto di autore degli artisti. Online troverai tanti cataloghi musicali sia free che a pagamento, tuttavia, per orientarti nella ricerca ti rimando alla mia guida sulla scelta della musica per il podcast. Se hai in progetto di realizzare il tuo podcast personale e vorresti richiedermi una consulenza personalizzata, sarò felice di essere la tua Podcast Coach. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
L’autore di 100 € Bastano è Chris Guillebeau: appena trentenne ha già visitato oltre 175 paesi, imparando di volta in volta a tradurre in reddito le proprie idee. Il suo sito racchiude tutte le storie delle oltre 1.500 persone che ha intervistato negli anni, le quali hanno intrapreso un’attività in proprio. Tutti sono partiti da un’idea, con nulla o poco più di 100 €. La domanda che mi viene posta ogni volta che parlo o scrivo di questo libro è sempre la stessa: “Sono idee e strategie applicabili anche alla realtà italiana?”. Te lo svelo fra un paio di paragrafi. Trama di 100 € Bastano per reinventare la tua vita La trama di 100€ Bastano racconta svariati aneddoti di migliaia di persone, di diversa estrazione e nazionalità che, per necessità o per desiderio, si sono costruite una valida alternativa nella vita. Chi non aveva il lavoro e chi l’aveva al mattino e la sera lo ha perso. Tuttavia, il libro svela storie di professionisti che, pur avendo studiato per anni per esercitare la professione, una volta con le mani in pasta, sul campo, si sono resi conto di non avere passione alcuna per quel che facevano. Quindi è una finestra sulla speranza e sull’opportunità. Che il punto di partenza sia l’uno o l’altro estremo, lungo questo segmento non si enumerano dati statistici ma storie vere. Traslato ai giorni nostri, più che di passione potremmo parlare di restrizioni e limitazioni. Di vere e proprie necessità di doversi reinventare e creare nuove opportunità, se cercarle non basta. Ecco 3 strategie per trovare nuove idee, suggerite dall’autore: la dottrina del valore, aspira a creare prodotti o servizi di valore per qualcuno, affinché esso sia ciò a cui ambiscono e che considerano di pregio non tanto per il valore monetario ma per quello da essi percepito;fai del tuo cliente un eroe, procura loro qualcosa che faccia accrescere una loro competenza e far sì che sia stimato e apprezzato da amici e colleghi;vendi ciò che le persone vogliono davvero e non quello di cui tu pensi che abbiano bisogno, scava a fondo nei loro valori. Un altro strumento utile è sicuramente la griglia decisionale che in realtà può essere utilizzata a mio avviso anche per altri scopi. Nella colonna di sinistra elenchiamo le idee che abbiamo in mente, per esempio: idea 1, idea2, idea 3, … Lungo la linea delle colonne inseriamo i seguenti criteri: impatto, impegno, redditività, immagine, somma. Vediamo insieme cosa significano: che impatto avrà questa idea/iniziativa sulla tua clientela attuale o futura? quanto tempo e lavoro ti richiederà realizzare questo progetto?realisticamente parlando, quanto pensi che potrà renderti questo progetto? immagine: ti rappresenta questo progetto? 100 € Bastano è una fonte ricchissima di spunti pratici, strategie, piani d’azione, come per esempio il capitolo su come sondare il mercato in 7 mosse, fare il piano aziendale in una pagina piuttosto che la tua dichiarazione d’intenti in 140 battute. La mia recensione 100 € Bastano io lo chiamo “il libro delle lampadine”. A me ne ha accese tante. Ma come si cercano delle idee? Quella che può farti diventare una Mucca Viola? Il libro, come detto, è un manuale per produrre idee e le storie di chi lo ha fatto ci testimoniano che è possibile. La frase di Chirs Guillebeau che mi ha colpita, nella sua semplicità e grande verità, è quella in cui ci invita ad avere sempre l’obiettivo di far stare bene le persone perché nelle iniziative che portano beneficio a chi le compra risiede il seme della tua nuova attività. Come dicevo all’inizio dell’articolo, l’obiezione ricorrente su questo libro riguarda il fatto che le idee e attività proposte da avviare in proprio, siano effettivamente replicabili in Italia e non siano solo appannaggio della cultura americana. In effetti non tutte, questo è ovvio. Probabilmente non solo in Italia. Forse ci sarà pure qualcuno in Italia che possieda un ranch da affittare o che si voglia dedicare alla tostatura del caffè. Molte delle attività raccontate, dall’aprire un sito per vendere un e-book o uno stock di materassi, riflettono un modello che oggigiorno non è effettivamente replicabile secondo certi canoni. Vero è anche che se avessimo letto questo libro due anni fa, probabilmente avremmo creduto meno fattibile l’idea di diventare insegnante di yoga per dare lezioni online a donne in carriera e casalinghe. Oggi, in seguito allo stravolgimento globale dovuto alla pandemia, molte di queste ed altre attività online sono fiorite. Le piattaforme di videoconferenza hanno registrato il boom di download nella storia! Quel che negli anni è decisamente cambiato è anche il modo in cui le persone utilizzano internet, le possibilità che presenta e l’avvento dei social. Il vero messaggio di 100 € Bastano risiede nell’osservazione, senza giudizio, della realtà e delle potenzialità, guardando alle soluzioni. A chi consiglio il libro Lettura consigliata a tutte quelle persone che sono alla ricerca di uno spunto per reinventarsi, iniziare, tracciare una riga o un punto a capo. A chi, in questo momento, vuole trovare una via per (ri)adattarsi ad un mondo del lavoro cambiato, stravolto, tra remote e smart working. Il libro è esattamente questo: una guida per anime che vogliono decollare. Ti ritrovi in una di queste persone? Frasi indimenticabili di 100 € Bastano “Il segreto di una nuova e significativa professione e far sentire bene la gente”. “Per riuscire in un progetto commerciale, soprattutto uno di cui siete entusiasti, è consigliabile concentrarsi su tutte le attitudini in vostro possesso, probabilmente utili ad altri, e sulla loro combinazione”. “Lo scopo non è arricchirsi velocemente, ma realizzare qualcosa a cui le persone attribuiranno un valore tale da volerlo acquistare”. Letture e Podcast consigliati Sempre di Chirs Guillebeau potresti leggere The Money Tree, un libro che parla di come trovare fortuna nel proprio giardino. Per capire da quali meccanismi sono influenzati i nostri acquisti – e quindi quali idee possano trovar terreno fertile in un determinato gruppo di persone – ti consiglio il libro di Richard Shotton: La fabbrica delle scelte, edito da Roi Edizioni. Se sei su questo sito tuttavia forse preferirai anche ascoltare qualcosa! A questo link troverai proprio il Podcast di Chris Guillebeau, con le sue 101 storie per avere un guadagno extra. Francesca LucenteInnamorata della mia famiglia, del digital marketing e dei libri. Bookblogger per passione. Attraverso il mio blog sulla lettura voglio diffondere l’amore per la cultura, i libri e la formazione. I miei valori sono la condivisione e la collaborazione, soprattutto fra donne. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast Business » Corporate podcast: come usarlo nella comunicazione interna aziendale Trovare la frequenza ideale di pubblicazione di un podcast è un gioco di equilibri. La decisione deve tenere conto di diversi fattori, tra cui: il tipo di contenuto il pubblico a cui si rivolge il tempo e le risorse necessarie per preparare il contenuto gli obiettivi di progetto che ti sei posto la tipologia di format podcast scelta la durata dei singoli episodi. Una delle leve che ti consiglio di tenere conto è l’impatto che la frequenza di pubblicazione può avere sull’engagement della tua target audience. La costanza è un elemento importantissimo per fidelizzare il pubblico e lo è anche il non deludere le aspettative.  Se per esempio diciamo ai nostri ascoltatori che uscirà una nuova puntata ogni settimana, ci stiamo prendendo un formale impegno verso di loro. Certo, nessuno ci verrà mai a rimproverare se disattendiamo queste aspettative, ma di sicuro sarà molto più difficile fidelizzare gli ascolti se non rispettiamo un calendario editoriale che noi stessi abbiamo dichiarato.  Il pubblico è il vero protagonista del podcast e senza pubblico non avrai ascolti, che sono una condizione necessaria per raggiungere i tuoi obiettivi. Ecco perché tra i fattori che ti ho citato all’inizio ci sono anche gli obiettivi.  Obiettivi di marketing e di podcast: perché è importante allinearli? Leggi tutto Oltre a questo ti suggerisco di valutare molto bene quanto tempo puoi dedicare alla preparazione di ciascuna puntata e di quanto può costarti produrla, in termini di impegno e di budget, se per esempio deleghi parte del lavoro di produzione. Per cui non esiste una regola fissa per stabilire la frequenza di pubblicazione di un podcast. Tutto va valutato in base al tipo di podcast che stai realizzando. E questa è una valutazione che va fatta già in fase di progettazione, non a produzione terminata. A tal proposito, ti sarà utile redigere il Podcast Model Canvas, uno schema sintetico in grado di darti una visione d’insieme immediata sugli effort necessari a realizzare un podcast e fare le scelte migliori rispetto alle tue esigenze e disponibilità. Puoi scaricare gratuitamente il Podcast Model Canvas a questo link. Cos’è il Podcast Model Canvas? Leggi tutto Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Tutto Montemagno di Marco Montemagno è l’ultimo libro appena uscito! Anzi, no. In realtà non lo trovi ancora in libreria né online. Questa volta lo zio Monty ha deciso di pubblicarlo in anteprima per il suo seguito su 4books. Ecco, essendo un’abbonata, non ho aspettato un secondo a leggerlo (questa è la parte in cui me la tiro un po’ ma permettimelo, per questa volta) e voglio raccontartelo. Questo libro ha lo scopo di riassumere tutti i suoi pensieri, nel corso degli anni, senza avere la pretesa di enunciare verità assolute. Come farebbe lui, vorrei dirti dico subito per chi è questo libro, così puoi decidere non solo se leggere il libro ma anche il mio articolo. Anche se, in cuor mio, io spero proprio che tu rimanga qui ancora per due minuti (giusto il tempo di lettura).  È infatti un libro per chi vuole scegliere una via diversa e puntare su sé stesso. Tema ahimè attuale. L’ahimè è dovuto al fatto che in questo periodo cambiare attività sta diventando per molti una necessità più che una scelta. È anche un libro rivolto a chi vuole esplorare una via parallela, chi magari ha invece un lavoro stabile e ne è felice ma vorrebbe sperimentare e capire cosa offre il mondo del digitale.  Trama di Tutto Montemagno di Marco Montemagno La trama di Tutto Montemagno te la racconto, così come Marco Montemagno l’ha raccontata a me. Esatto, perchè su 4books puoi leggere il libro così come ascoltarlo. Se ti dicessi che la narrazione audio è direttamente dalla voce di Marco, con le sue divagazioni mentre cerca la posizione sulla sua poltrona o guarda fuori i lavori dalla finestra o se la ride perchè è inciampato nella lettura cosa mi diresti? Correresti ad iscriverti per sentirti l’audio credo. È stato come se stesse riscrivendo il libro del libro. Non è una lettura pedissequa, cosa che rende l’audio ancora più coinvolgente e vale già tutto il canone di 4books! Così come piace a Marco Montemagno, questo libro non dev’essere letto necessariamente dall’inizio alla fine. Ci sono al suo interno 8 capitoli che non tengono il filo di un racconto bensì ognuno può essere letto come inizio o fine. Essere approfondito, studiato e riletto in quanto ogni capitolo tratta un argomento: essere, agire, comunicare, comprendere e via dicendo. ” Agire” è il mio preferito in assoluto perché se poi non fai, cosa leggi a fare? La trama di Tutto Montemagno di Marco Montemagno è un filone di insegnamenti su come affrontare il mondo del web, per rilanciarsi e creare una propria attività online. I capitoli sono mini guide per dei temi chiave per iniziare a strutturare ed organizzare la propria attività online (e da remoto): stop agli alibi che ci ritraggono senza tempo e senza soldi;la scelta dei collaboratori: appassionati, capaci di scrivere email concise; comunicare verso informare: oggi tante aziende lanciano comunicati ma pochi messaggi e spesso scelgono male i canali attraverso i quali farlo. Le storie conquistano;cosa significa vendere e come gestire una trattativa (passaggio che mi ha vista appassionata);reali opportunità oggi di lavorare e guadagnare nel mondo digitale;haters e truffe: si, ci sono eccome! Come le gestiamo?ultimo solo in ordine cronologico, innovare. La magia della Mucca Viola. La mia recensione di Tutto Montemagno Inizio la mia recensione di Tutto Montemagno con una domanda che rivolgo a te: “Che differenza vuoi che faccia per lui se domani io e te ci mettiamo in proprio oppure no?” Nessuna, esatto. Credo che quella di Marco sia più un’azione di risveglio delle coscienze. Mettersi in proprio sta diventando un’alternativa che molti devono valutare, coi suoi pro e contro. Il messaggio riguarda la velocità con cui il mondo del lavoro sta cambiando e nel frattempo alcune persone non si sono rese conto che il loro lavoro è già sparito o sta per essere sostituito dalla tecnologia. Pensare di cercare una nuova certezza in un nuovo posto fisso, è di fatto l’unica azione certa che porterà ad avere un futuro instabile.  Attualmente, la più grande garanzia che si possa avere è proprio quella di sviluppare competenze parallele in modo da avere le giuste abilità per cavalcare le onde del mercato del lavoro.  Nel mio caso, caro Monty, sappi che è stata tutta colpa tua. O merito tuo. Tutti i libri che leggevo, sul marketing e la crescita personale, mi stavano mettendo in realtà sul binario del “freelancismo” :-). Quando, inaspettatamente, la mia vita ha subito una di quelle che io chiamo curve a gomito, ho dovuto tirare una riga e decidere in fretta. Continuare o cambiare? Ed ecco che ho messo su quel foglio tutto quello che sapevo e ho capito che non avevo (più) niente da perdere. Ed eccomi qua, scrivere è parte di quel progetto. Detto tra noi Monty, oramai… visto che siamo in ballo… che ne diresti se io scrivessi anche per 4books?!? In definitiva la presa di coscienza ci sta tutta ed è bene tenerla in tasca, pronta all’uso insieme alle nostre competenze T. Gioca d’anticipo come dice Marco e sviluppale oggi. Ti torneranno comunque sempre utili. Chissà che non diventino un’alternativa valida nel momento in cui riesci ad unirle ad una passione. L’emergenza del 2020 ha radicalmente modificato il nostro modo di lavorare e di questi cambiamenti dobbiamo prenderne atto. Alcuni di questi tuttavia potrebbero essere le anticamere di nuove opportunità.  In uno schioccare di dita, lo smart working, che sembrava appannaggio solo di alcuni big player del mercato, è diventato ordinario. È la nuova modalità agile di lavorare.  La domanda che più mi ha fatto riflettere è che lascio qui aperta, nel finale di questa recensione è la seguente: “saresti pronto a scommettere che eventi simili al Covid non succederanno più?”. Frasi indimenticabili di Tutto Montemagno  “Non abbiamo il controllo assoluto su ogni variabile, ma possiamo gestire le più importanti: dedizione, studio, vocazione”. “Quando apri un libro cosa ti aspetti? Vuoi immagazzinare informazioni o vuoi sentirti diverso quando avrai finito il libro?”. “Non siamo mai stati allenati a pensare in modo intraprendente”. Letture e podcast consigliati Se ti piace lo stile coinvolgente e analitico di Marco Montemagno, non puoi perderti “Lavorability” che racconta delle 10 abilità da sviluppare per tenere il passo con il mondo del lavoro che cambia. Sempre di Marco, il mio consiglio va su “Codice Montemagno”, una guida per diventare imprenditore di te stesso nel mondo del digital.  Un altro caso studio degno di nota nel mondo digital è Salvatore Aranzulla. Nel suo libro “Il metodo Aranzulla” ci racconta la sua esperienza. Non è solo la storia di successo di chi ha saputo sfruttare le potenzialità del web per reinventarsi ma di chi l’ha fatto, trasformando la propria passione per l’informatica in un’impresa redditizia, tra le più seguite in Italia. Un podcast che ha attirato la mia curiosità è Entreprneur on Fire che ad oggi conta oltre 2.000 episodi tra cui le interviste del lunedì ad un imprenditore di successo. Tra quelli già intervistati vi sono Tony Robbins e Tim Ferriss. Compito di ognuno di loro è condividere il momento memorabile e il più grande fallimento della loro carriera, dando delle risorse utili agli ascoltatori, imprenditori in erba. Francesca LucenteInnamorata della mia famiglia, del digital marketing e dei libri. Bookblogger per passione. Attraverso il mio blog sulla lettura voglio diffondere l’amore per la cultura, i libri e la formazione. I miei valori sono la condivisione e la collaborazione, soprattutto fra donne. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast Business » Corporate podcast: come usarlo nella comunicazione interna aziendale Per podcast marketing si intende l’uso di contenuti audio come strumento per accrescere il proprio business. Una strategia che si sta rivelando vincente, sia per l’impatto del podcast sul mercato italiano, sia per la natura stessa del mezzo. Negli ultimi anni il podcast in Italia ha raggiunto tassi di crescita tra i più alti della comunicazione digitale, in termini di produzione e ascolti, aprendo così nuove opportunità per aziende e liberi professionisti. I brand più attenti hanno cavalcato l’onda e hanno sfruttato questo nuovo media a loro vantaggio per presidiare piattaforme non ancora affollate. Se stai leggendo questo articolo forse non sei ancora tra questi, ma l’argomento ti interessa e vuoi capire come e perché il podcast è uno strumento da prendere in considerazione se hai un business. Fare marketing con il podcast ha i suoi vantaggi. Come vedremo, le caratteristiche intrinseche del podcast lo annoverano di fatto come un format del tutto nuovo, capace di colmare gap di fruizione che altri canali non possono soddisfare. La chiave sta nel capire in cosa si differenzia e quando diventa davvero uno strumento vincente. Iniziamo col dare un significato alla parola podcast marketing. Cos’è il podcast marketing Se vogliamo darne una definizione esaustiva dobbiamo partire dal significato di content marketing: “Il content marketing è un processo di business che si basa sulla creazione e la diffusione di contenuti di qualità capaci di attrarre, coinvolgere e accompagnare un pubblico ben definito nel percorso decisionale, dalla scoperta del brand alla fase di acquisto.” L’obiettivo del content marketing è quello di aumentare le vendite dei tuoi prodotti o servizi grazie alla diffusione di informazioni, consigli utili, esperienze o risposte ai problemi comuni del tuo target di riferimento. E quindi, rispondere ai bisogni delle persone e dare loro ciò che vogliono. Probabilmente anche tu, che ora stai leggendo questo articolo, sei arrivato qui perché stavi cercando una risposta. Il content marketing fa questo: informa, educa, ispira e coinvolge per poi portarti a scegliere con più consapevolezza. Il fatto è che di contenuti ne siamo ormai sommersi ed emergere è davvero difficile. Basti pensare a quanti risultati compaiono quando fai una domanda sui motori di ricerca. Sarai d’accordo con me che oggi non è più solo la qualità di un prodotto o di un servizio a determinare le vendite. Se ci mettiamo per un attimo il cappello del consumatore, la risposta è chiara: tu e io acquistiamo spinti anche da altri fattori. Cerchiamo risposte ai nostri bisogni, consigli utili, esperienze in cui riconoscersi, cerchiamo soluzioni ai problemi. Ma soprattutto cerchiamo persone a cui affidarci. E come facciamo a fidarci se non sappiamo chi c’è dietro a quel brand? Se non conosciamo i valori di cui si fa portavoce e quale etica porta avanti? Questo è ciò che si chiama marketing di relazione. Ed è questo su cui si basa il podcast marketing. Dunque, qual è il segreto? Citando le parole dell’esperto di comunicazione d’impresa Salvatore Russo “un brand non deve essere perfetto, ma vero”. Questo vuol dire farsi conoscere per ciò che siamo, la personalità, il nostro tono di voce. Non in modo asettico. La perfezione non fa innamorare nessuno. Piuttosto, diventiamo attrattivi quando siamo veri. È questa la chiave di successo: essere autentici. L’autenticità è ciò che porta ad instaurare una relazione con il tuo pubblico. Una relazione che giorno dopo giorno ti farà scegliere, grazie ai contenuti, fino a far diventare clienti i tuoi utenti. Ed è qui che entra in gioco il podcast marketing. Ma prima di addentrarci nei vantaggi di usare questo strumento, diamo uno sguardo al panorama italiano del podcast. I numeri del mercato podcast italiano Il podcasting è in continua crescita, anche in Italia. Ha avuto il primo vero slancio a fine 2017, grazie alle inchieste giornalistiche di Pablo Trincia su un caso di cronaca italiano, con la serie Veleno. Questo succedeva solo tre anni dopo il boom registrato negli USA, con una serie altrettanto famosa dal titolo Serial. Da quel momento, il mercato del podcasting in Italia non si è più fermato. Anzi, continua ad avanzare. Per farti comprendere la portata di questo fenomeno, facciamo parlare i dati.Qui sotto ti riporto un estratto di quelli divulgati nell’ultima Digital Audio Survey 2021 di Ipsos, che prende in considerazione solo esclusivamente il podcast nell’accezione più vera, cioè contenuti audio inediti nativi. Per capire meglio cos’è un podcast ti rimando all’articolo dedicato. Nel 2021, la crescita degli ascoltatori è stata del +9,4% rispetto al 2020, anno che tra l’altro aveva già registrato un’impennata di ascolti e di produzioni trainata dall’effetto pandemia. fonte Ipsos 2021 L’81% degli utenti ascolta podcast in casa, il restante si suddivide tra auto, mezzi di trasporto o nei tragitti in generale. Ma ciò che più trovo interessante è il fatto che il podcast si ascolta mentre si svolgono altre attività. Questo è spiegato dal fatto che la caratteristica del podcast è quella di essere: nomadico, cioè lo ascolto ovunque mi trovo;on demand, lo ascolto tutte le volte che voglio;hands and eyes free: ho sguardo e mani libere. Il che significa che si innesta in contesti finora non attraversati da nessun altro tipo di contenuto: mentre guido, mentre faccio la spesa, mentre faccio sport, mentre cucino o sbrigo le faccende di casa, mentre porto a spasso il cane. Tutti questi touch point sono preziosissimi in termini di marketing. Quanti altri canali ti consentono di assimilare informazioni mentre fai altro? Forse nessuno. Infine, la durata degli ascolti medi di podcast è davvero notevole: fino a 20-30′ al giorno. Considerate le abitudini degli utenti quando navigano sui social e il livello di distrazione a cui siamo soggetti, è un dato molto interessante. La ricerca completa puoi trovarla qui, ma ciò fa comprendere come ci sia in Italia una vera e propria “podcast revolution” che apre le porte a nuove opportunità sia in termini di posizionamento che di nuovo pubblico raggiungibile. Indubbiamente, presidiare fin da subito un mercato in espansione è già di per sé un vantaggio. Anzi possiamo dire è la base di una strategia di podcast marketing vincente. Cos’è un podcast e come ascoltarlo I vantaggi del podcast marketing Se volessi riassumere in pochi concetti quali sono i vantaggi del podcast in una strategia di content marketing, li definirei così: il potere della voce nel creare il massimo coinvolgimento dell’ascoltatore;la flessibilità di fruizione di un contenuto audio mentre si svolgono contemporaneamente altre attività;la relazione che si instaura con l’ascoltatore e la fiducia che ne deriva. Sono tutti elementi che stanno alla base di una comunicazione efficace in termini di marketing. Riuscire a catturare l’attenzione dell’ascoltatore in un contesto sociale in cui la distrazione è componente preponderante, significa coinvolgere attraverso parole e suoni che stimolino immagini mentali immersive, fidelizzare un pubblico con contenuti utili e di valore per chi ascolta. Tutto questo accade, però, quando il podcast è realizzato con una strategia ben precisa, progettato nei dettagli e adatto al target di riferimento. Non è sufficiente accendere un microfono e parlare. Il podcast marketing è un’altra cosa e presuppone un piano. Quando podcast e marketing diventano una sinergia vincente Per farsi strada nel cuore degli ascoltatori, facendo conoscere il brand, i prodotti e i servizi offerti, bisogna creare una strategia di marketing podcast. L’errore che spesso sento fare è credere che il podcast sia uno spot pubblicitario. Sebbene il podcast marketing abbia come finalità un messaggio commerciale, non usa la push strategy per raggiungerla. Questo vale anche se il podcast è usato come strumento di personal branding.È l’utente a scegliere di ascoltare quel contenuto, e non viceversa. Quindi la dinamica è rovesciata. Il punto di forza è la relazione intima ed empatica con l’ascoltatore a generare fiducia e quindi vendite. Dunque, il podcast diventa vincente se: mette l’utente al centro con contenuti utili e nei quali possa immedesimarsi e sentirsi coinvoltoparte dalla definizione di obiettivi chiarisi rivolge a un target precisodà voce a un’identità aziendale o personale e ai valori che racchiude. Tutto questo nasce da una progettazione iniziale che non si improvvisa ma si studia in funzione di ciò che si vuole raggiungere. Conclusioni In una strategia di successo, il podcast si inserisce come elemento innovativo, distintivo. Funziona e diventa vincente se si tengono conto gli asset su cui si poggia e si progetta fin dall’inizio. P.S.: Potresti scoprire persino di non poterne più fare a meno! Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast Business » Corporate podcast: come usarlo nella comunicazione interna aziendale I parametri UTM sono uno strumento importante in fase di analisi della strategia di marketing. Servono a capire la reale efficacia dei canali di comunicazione usati nel proprio business. Ci consentono di monitorare l’impatto di ciascuno di essi, conoscere gli interessi del proprio target, valutare le performance dei contenuti pubblicati e persino misurare le conversioni.  Il podcast è uno dei canali di comunicazione che completano l’ecosistema comunicativo di un brand, piccolo o grande che sia. Come tale, se usato come strumento di marketing, contribuisce a sostenere il business portando traffico verso i canali di conversione, come ad esempio il sito web.  Tuttavia, essendo il podcast un contenuto audio e per certi versi quasi più immateriale di un contenuto visivo e testuale, come si fa a misurarne l’efficacia, a tracciarne l’impatto e a isolarlo rispetto a tutti gli altri canali di comunicazione? Usando i parametri UTM. In questo articolo ti spiegherò cosa sono e come usarli per tracciare il traffico verso il tuo sito web, proveniente dal podcast. Tracciamento dei dati: a cosa serve Se hai un sito web e questo è anche il tuo canale di conversione diretta, è importante capire anche quali sono le fonti di traffico in entrata, ovvero è importante capire da dove le persone arrivano verso il nostro sito web. Il traffico in entrata potrebbe arrivare da: motori di ricerca, magari in risposta a una query di ricerca dai social, se hai condiviso link diretti verso il tuo sito newsletter campagna di advertising. Ma in che misura ciascun canale di comunicazione contribuisce al traffico in entrata verso il nostro sito? Quali pagine visitano gli utenti? Sono tutti aspetti importanti da conoscere perché ci consentono di misurare l’efficacia della nostra strategia di marketing e monitorare le aree di miglioramento. Google Analytics per tracciare i dati A questo proposito, Google Analytics (G.A.) è uno strumento potentissimo, anzi direi LO strumento di analisi per eccellenza: è gratuito ed è messo a disposizione da Google per monitorare il proprio sito web. Ti consente di analizzare tutte le tue fonti di traffico e il comportamento degli utenti.  Infatti sulla base di alcune logiche di aggregazione, G.A. classifica in modo schematico la provenienza del traffico, permettendoti di analizzarli in modo mirato.  Può capitare che G.A. non riesca a determinare in modo corretto alcune fonti di traffico o non abbia elementi sufficienti per classificarle e quindi alcune informazioni confluiscono tutte in una voce di traffico indiretto che, di fatto, fa perdere la capillarità delle analisi. Tra questi dati “non censiti” potrebbero esserci anche quelli provenienti dal podcast, ovvero dai link inseriti nelle descrizioni del podcast.  Ti ho già parlato dell’importanza delle descrizioni degli episodi del podcast sia per il posizionamento sui motori di ricerca, sia per il coinvolgimento degli ascoltatori, che per canalizzare il traffico verso i tuoi canali di conversione diretta. Il podcast infatti è un ottimo strumento per raggiungere un pubblico in target e fidelizzarlo. Ma poi per poter convertire concretamente quegli ascolti in qualcosa di più, è necessario convogliare gli ascoltatori verso un sito web o un altro canale. Tutto questo è possibile farlo, appunto, attraverso i link diretti inseriti nelle descrizioni. Ora, e qui arriviamo al fulcro dell’argomento di oggi: come si fa a isolare l’impatto di queste fonti di traffico e monitorarne l’efficacia? Parametri UTM: cosa sono I parametri UTM non sono altro che tag, o pezzettini di codice che, se aggiunti alla URL da monitorare, consentono di tracciare in maniera corretta la provenienza del traffico web. Infatti gli UTM sono spesso usati per monitorare le singole campagne di advertising. Per individuare quali specifici annunci portano maggiori conversioni e quali campagne invece presentano scarse performance. Se non mastichi molto questo tipo di informazioni, ti aiuto facendoti un esempio semplice. Immagina di attivare due campagne di advertising su Facebook con parametri diversi tra loro (ad esempio per grafica o copy differenti, oppure gruppi di target diversi), che puntano entrambe sulla stessa pagina web del tuo sito.  Su GA, il traffico proveniente da queste campagne sarà identificato tutto come fonte Facebook, senza la spaccatura per singola campagna. Come fai a sapere quale delle due campagne ti ha portato più traffico? Qui intervengono i tag UTM che ti consentono di personalizzare la URL e isolare il traffico di ogni singola campagna. Questo in sostanza il loro funzionamento. In modo simile, i parametri UTM possono essere usati anche per tracciare il traffico web proveniente dagli ascoltatori del podcast. In che modo? Come si creano QUESTI parametri? Impostare i parametri UTM per il podcast Lo strumento gratuito più comunemente usato per impostare gli UTM, si chiama Campaing URL Builder. Funziona in modo semplice perché è una struttura guidata attraverso la compilazione di un modulo online. Ti basta inserire l’URL della pagina web che vuoi monitorare e aggiungere le informazioni inerenti la fonte di traffico alla quale collegarla.  Una volta che hai compilato questo modulo, lo strumento ti genera una nuova URL che tu potrai copiare e incollare nelle note degli episodi in corrispondenza della pagina web che stai comunicando agli ascoltatori. Facciamo un esempio. Se volessi tracciare il traffico web di uno dei miei articoli di blog e inserire il link nelle note dell’episodio corrispondente, dovrò copiare la URL originale e inserirla nel modulo come primo elemento. Dopodiché dovrò identificare gli estremi della destinazione del link. Nell’immagine qui sotto vedi un esempio di compilazione. Come vedi, alcuni campi sono contrassegnati da un asterisco perché obbligatori. Altri invece sono opzionali e puoi compilarli se li reputi applicabili al tuo caso. Sembra tutto complicato ma, una volta capito il meccanismo è super semplice.  Il toocreerà un link personalizzato, come puoi vedere nell’immagine sottostante, che sarà tracciato da GA in modo corretto e separato dalle altre fonti di traffico. Questo ti permetterà di capire quanti utenti hanno visitato il tuo sito web provenendo proprio dal podcast.  Il consiglio che posso darti è di usare uno standard per tracciare il traffico proveniente dal podcast. Raccogli i dati dei tracciamenti in un foglio excel per costruire e mantenere un format chiaro. È un lavoro aggiuntivo da fare, non lo nego. Ma se vuoi sapere quanto il podcast incide sul tuo traffico web e capire se sta funzionando come strumento di marketing, è tempo ben speso.  Come dico sempre, non sono gli ascolti il parametro per capire se il tuo podcast sta avendo successo. Gli ascolti sono una condizione necessaria per raggiungere i tuoi obiettivi. Ma il vero successo si misura in KPI. Sapere che azioni compiono gli ascoltatori dopo averti ascoltato, ti aiuterà a capire se il podcast sta portando valore al tuo business e sta funzionando come canale di comunicazione. Il tracciamento dei dati è un ottimo modo per canalizzare queste informazioni ed è gratuito. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast Business » Corporate podcast: come usarlo nella comunicazione interna aziendale Il topic cluster è una tecnica usata in ambito SEO (Search Engine Optimization) per organizzare i contenuti di un sito web e ottimizzarli per i motori di ricerca. Se hai un blog è probabile che tu abbia sentito parlare di questo metodo. Quello che forse non sai è che puoi applicare questa tecnica SEO anche nel tuo podcast, con i dovuti accorgimenti. Di SEO e Podcast ne abbiamo già parlato ampiamente sia in questo blog che in due episodi del mio podcast, precisamente nell’episodio 27 in un’intervista a Luisella Curcio, Consulente SEO e Podcaster, e nell’episodio 28 quando ho parlato di ottimizzazione dei contenuti. Se non li hai ancora ascoltati ti consiglio di recuperarli così avrai una panoramica più completa dell’argomento. In questo articolo ci concentreremo su come organizzare e ottimizzare i contenuti del tuo podcast, usando una tecnica efficace chiamata Topic Cluster Model, utile soprattutto a chi ha un podcast divulgativo e continuativo che tratta argomenti attinenti al proprio business. Cos’è il Topic Cluster Model Come ho scritto all’inizio, il Topic Cluster Model è una tecnica molto usata in ambito SEO perché  ti permette di classificare gli argomenti del tuo sito in modo da creare una struttura gerarchica di contenuti facilmente navigabile e intuitiva sia per il lettore che per i motori di ricerca. È un modello che riguarda quindi in modo specifico i siti web. Quello che però ho compreso e analizzato lavorando su diversi progetti è che questa tecnica si può adattare anche alla creazione dei piani editoriali del podcast, migliorando sia il suo posizionamento sui motori di ricerca che la fruizione dei contenuti da parte degli ascoltatori. Per spiegarti meglio come puoi usare questa tecnica nel podcast faccio prima una breve spiegazione del modello applicato a un sito web e poi analogamente trasferiamo questo metodo nel podcast. Il modello si compone di 3 elementi fondamentali: Le pillar page I cluster content I link interni. SEO e Podcast: gli impatti sul posizionamento online Leggi tutto Le pillar page, chiamate anche pagine pilastro, sono contenuti che trattano in modo ampio e generale un argomento centrale del tuo sito web. Danno quindi una panoramica completa dell’argomento. Sono pagine o post blog piuttosto articolati e lunghi che fungono da base per altri articoli correlati più approfonditi. I cluster content sono proprio gli articoli correlati alla pillar page che approfondiscono ed entrano più nel dettaglio dell’argomento. Di solito questi contenuti rispondono a chiavi di ricerca a coda lunga, cioè più specifici rispetto a una keyword generica. I link interni, lo dice la parola stessa, sono tutti i collegamenti tra pagine pillar e cluster article che si inseriscono all’interno dei testi per dare all’utente la possibilità di ampliare la conoscenza su un argomento di interesse. In un sito web possono esserci quindi un numero definito di pillar page che trattano gli argomenti centrali del tuo business e poi una serie di articoli cluster che approfondiscono questi temi. La tecnica Topic Cluster applicata al podcast Ora, se volessimo trasferire questo metodo nell’ottimizzazione dei contenuti di un podcast, la logica è pressoché la stessa. Si tratterà di creare degli episodi pilastro, degli episodi cluster di approfondimento a quello principale e poi tutta una serie di rimandi e collegamenti che aiutano l’ascoltatore a recuperare facilmente altre informazioni correlate allo stesso argomento. Certo, questa è una tecnica che non si può applicare a tutti i tipi di podcast, perché se stai creando ad esempio un genere narrativo, questa tecnica ha poco senso. Però è molto utile se invece stai creando o vorresti creare un podcast divulgativo con contenuti informativi o educativi. Di solito, quando facciamo content marketing, e quindi Podcast Marketing, in qualunque settore si operi, ci sono sempre 4 o 5 argomenti chiave su cui si basa la nostra comunicazione. Questi sono i nostri pillar, cioè i contenuti fondamentali che definiscono la struttura portante del nostro messaggio. Da questi derivano contenuti più specifici che entrano in profondità e ampliano gli argomenti. Immagina una struttura ad albero, in cui il tronco è il messaggio principale del tuo podcast, da esso si estendono 5 o 6 rami grossi che sono i tuoi argomenti fondamentali che si ramificano a loro volta in cluster topic. Esempio di Topic Cluster per podcast Se vogliamo fare un esempio pratico, la puntata sviluppata su questo articolo e che puoi ascoltare nel player in alto è l’episodio cluster della puntata pillar n. 27 su SEO e Podcast dove io e Luisella parliamo in modo completo ma non approfondito di tutte le implicazioni della SEO nel Podcast e viceversa. Nella puntata 28 ho invece approfondito l’argomento sull’ottimizzazione dei contenuti e nella puntata 30 ti parlo della struttura del piano editoriale in ottica SEO. Affronto dunque il tema in modo molto più dettagliato, cosa che non avrei potuto fare nell’episodio 27: sarebbe stato lunghissimo e forse poco utile. Allo stesso tempo, citandoti i vari episodi ad esso collegati, ho creato dei link interni, ovvero dei rimandi ad altri episodi. Li potrai ascoltare per avere una panoramica più ampia e dettagliata dell’argomento SEO e Podcast. I link veri e propri, li puoi inserire nella descrizione dell’episodio. In modo l’ascoltatore avrà tutti gli strumenti necessari per accedere alle informazioni che gli servono. Crea una content strategy Diciamo che a livello organizzativo è tutto sommato un’attività piuttosto semplice. Ciò che in realtà presuppone l’adozione del Topic Cluster Model è un’accurata pianificazione delle parole chiave e dei contenuti, nonché la creazione di una struttura di navigazione logica per il cluster.  In pratica ti serve una strategia, meglio ancora se fatta insieme a un consulente SEO. Tuttavia, se vuoi cominciare a strutturare i tuoi contenuti già in questa ottica organizzativa posso darti alcuni suggerimenti per partire. Per prima cosa mappa 5 o 10 problemi macro che riscontra la tua audience. Se hai già una tua attività di business saprai già quali sono i bisogni principali del tuo target. Puoi partire da quelli. Questa se vuoi è la fase più delicata perché richiede una visione strategica del tuo business e una conoscenza approfondita delle tue buyer personas. Il secondo step è quello di classificare ciascun bisogno in macro argomento. Dopo di che, fai una ricerca di parole chiave per ciascun argomento. Tira fuori le keyword correlate, in modo che i tuoi contenuti rispondano a intenti di ricerca specifici e a coda lunga. Infine mappa tutti i contenuti correlati che possono derivare da ciascun argomento principale. Crea una struttura di sotto-temi che puoi sviluppare per approfondire i vari argomenti. Per fare questa attività può esserti utile usare una mappa mentale, in modo da avere uno schema grafico immediato. Successivamente, però, ti consiglio di usare un foglio excel per strutturare tutti i contenuti. Così avrai una visione chiara e definita degli episodi pillar, dei relativi episodi cluster e dei vari link interni tra di essi.  Ammetto che inizialmente può essere un lavoro complesso. Ma ti assicuro che farlo in fase di progettazione di un podcast ti aiuta ad avere una visione più chiara di tutto il tuo progetto. Avrai meno difficoltà a creare contenuti nel tempo perché il grosso del lavoro sarà già fatto a monte. Inoltre fare una content strategy di questo tipo ti aiuta anche a comunicare meglio i tuoi contenuti sui vari canali e, se hai già un tuo sito, portare questa struttura nel tuo blog. Ribadisco però che il supporto di un consulente SEO a tal proposito è la scelta migliore da fare. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast Business » Corporate podcast: come usarlo nella comunicazione interna aziendale Sei un manager e ti occupi di HR? Oppure sei un imprenditore e vuoi scoprire come offrire al tuo team e ai tuoi collaboratori una formazione semplice e innovativa? In questo articolo ti spiego come farlo e come possiamo crearne uno ad hoc per il tuo contesto aziendale. I podcast aziendali possono avere due anime: i branded podcast, ovvero contenuti audio creati per aumentare la brand awareness e destinati al pubblico esterno, e i corporate podcast, cioè contenuti audio ad uso interno e creati per la comunicazione aziendale e la formazione. In questo articolo vedrai come usare questo secondo tipo di podcast aziendale per fare formazione e i vantaggi dell’integrare l’audio nel proprio catalogo formativo interno. Perché usare il podcast aziendale per fare formazione Negli ultimi anni, specialmente nel post pandemia, i modelli organizzativi aziendali si sono evoluti molto, in alcuni casi sono cambiati in modo irreversibile, in altri si sono adattati a un nuovo contesto sociale e a nuove esigenze di lavoro integrando smart working e remote working alle più tradizionali modalità lavorative.  Questa trasformazione ha inevitabilmente impattato sulla gestione di tanti processi organizzativi, tra cui anche la comunicazione interna aziendale e la formazione dei collaboratori, rendendoli più complessi. Oggi però è possibile comunicare e formare i propri dipendenti in modo molto più semplice, usando strumenti efficaci e accessibili, come ad esempio il corporate podcast. Ne ho parlato in una chiacchierata con Marcello Boccardo, consulente strategico, Coach e formatore che da oltre 20 anni lavora con le aziende per fare formazione interna. Ecco un estratto degli argomenti affrontati. Come è cambiata la formazione negli ultimi anni? La trasformazione è costante e credo che stia sempre più migliorando. 15 anni fa, ci si aspettava sempre che il formatore portasse informazioni attraverso slide, attraverso esempi. E non è che adesso non si faccia più. Però le informazioni sono sempre meno importanti, mentre è sempre più importante l’organizzazione delle informazioni, come te le organizzo e come te le divulgo. Conta molto di più la capacità del relatore di utilizzare le slide come uno strumento e perciò interpretarle. Perché se sai organizzare bene le informazioni, riesci a mantenere un ordine nell’aula affinché non si divaghi troppo. Allora diventa molto interessante. Diventa una sessione formativa dove il formatore ha facilitato alcuni passaggi con molto confronto e dialogo che è molto richiesto. Qual è la differenza tra una formazione frontale e una in podcast? Dobbiamo distinguere tra la formazione interattiva, come può esserlo in una piccola aula oppure attraverso uno schermo, e la formazione unilaterale, come può esserla una lezione all’università o attraverso il podcast. La formazione attraverso i podcast, dove non c’è interazione, va costruita in un altro modo e ha un altro effetto. Nel podcast posso cogliere la qualità delle parole e posso prendermi il tempo per divulgare esattamente quello che voglio, con i tempi che desidero. Non ho fretta, non c’è nessuno che interagisce con me. Perciò la qualità della voce e i tempi e ritmi fanno parte della formazione. Da formatore, come ti sei avvicinato al podcast e come questo può essere utile per chi si occupa di formazione professionale? Lavorando da tanto tempo come formatore, molto spesso mi chiedono quali pubblicazioni abbia prodotto. Perché chi fa il mio lavoro in un certo tipo di livello, tecnicamente dovrebbe aver scritto un libro. Mi piace leggere i libri e ho una grande stima di chi sa scrivere bene, ma io nella vita parlo. Ragion per cui quando ho scoperto che c’era la possibilità del podcast, che per me è più affine Il podcast, al pari di un libro, è un contenuto editoriale a tutti gli effetti. Ha la stessa valenza sia dal punto di vista della divulgazione che della presenza online di qualsiasi altra pubblicazione. Ma più semplice. Corporate podcast: come usarlo nella comunicazione interna aziendale Leggi tutto Come usare i podcast aziendali nella formazione I corporate podcast sono utili per integrare il catalogo formativo interno e offrire alla popolazione aziendale nuovi strumenti per apprendere nuove nozioni o fissare concetti e informazioni. Nei contesti organizzativi in cui il personale è dislocato su più sedi decentralizzate oppure i collaboratori sono spesso in viaggio, il podcast può essere lo strumento giusto per fare formazione a distanza. Dove e quando si vuole. I file audio si possono inserire nella proprie piattaforme e-learning o nella intranet aziendale, affiancandoli ad altri strumenti video o testuali. Le potenzialità sono tante. Il corporate podcast può essere usato: per erogare formazione manageriale, per le attività di on-boarding dei nuovi collaboratori. Quest’ultimo caso è strategico perché chi arriva in azienda, specialmente nei primi giorni, deve acquisire molte informazioni sull’azienda o su contenuti più operativi e obbligatori come i corsi sulla sicurezza. In questo caso possono ascoltare contenuti utili a entrare prima e meglio nel contesto aziendale. Il podcast è un acceleratore di conoscenza. I vantaggi di usare il podcast per la formazione interna aziendale I podcast, quelli fatti bene, non sono solo passaggi di informazioni, ma sono momenti di riflessione. E poi, la caratteristica di fruizione agevola di molto l’apprendimento. Per acquisire i concetti a volte non basta ascoltare una volta sola o partecipare a una sessione in aula e basta. Il podcast può essere lo strumento giusto per ripassare più volte certi concetti, metabolizzarli e diventare strumenti pratici per applicarli nel quotidiano. Il video è più complesso. Andare a cercare le informazioni per ripassarle richiede un assetto diverso dal solo indossare le cuffie e fruire dei contenuti anche se sono in metropolitana o alla guida. Agevola la concentrazione, perché non avere un punto di riferimento visivo che ti distrae, ti fa entrare in profondità con quello che viene detto. Al tempo stesso, chi decide di ascoltare il contenuto audio è solitamente una persona che è già ben predisposta per ascoltare e acquisisce meglio le informazioni. Conclusioni Vuoi offrire ai tuoi collaboratori una formazione innovativa che vada incontro alle loro esigenze? Il podcast aziendale accorcia le distanze tra collaboratori e azienda e migliora la qualità delle interazioni. Se sei un manager o un imprenditore e vuoi saperne di più su come integrarla fissa subito una call conoscitiva e portiamo la tua azienda a un altro livello. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast Business » Corporate podcast: come usarlo nella comunicazione interna aziendale Scegliere il miglior format del podcast da usare nel tuo progetto non è affatto una decisione banale. Una scelta piuttosto che un’altra può stravolgere completamente lo sviluppo di un intero progetto. Ora, immagina di avere a tua disposizione una guida per capire come scegliere quello giusto e quali sono i fattori determinanti che devi considerare in questa fase. Tieni presente che, la scelta del format podcast influisce su: organizzazione del progetto tempi di realizzazione budget investito coinvolgimento del pubblico autorevolezza del brand. Ecco perché in fase di definizione di un progetto audio è bene mettersi a tavolino e chiarirsi le idee. E per farlo, in questo articolo ti fornisco le linee guida per scegliere il format del tuo podcast in modo corretto, per te e il tuo progetto. Cosa si intende per format del podcast Il termine format podcast indica la struttura o lo schema con il quale un programma audio è confezionato. In pratica, ne definisce la modalità di svolgimento.  È più facile comprenderlo se prendiamo come esempio i programmi televisivi e i programmi radiofonici. Ognuno di essi si basa su un format che ne definisce: regole tempi scaletta palinsesto interventi numero di conduttori stile di conduzione tecniche di montaggio. Questi sono gli stessi elementi che ritroviamo anche nel podcast. Ciò che contraddistingue un format podcast da un altro è la sistematicità di alcuni elementi che si ripetono puntata dopo puntata e che ne definiscono la riconoscibilità. Ogni programma, dunque, ha un suo schema identitario, sebbene sia possibile (e persino utile) clusterizzarli sulla base di caratteristiche comuni. Così come per la Tv esistono talk show, talent show, reality e via dicendo, anche nell’audio esistono varie tipologie di podcast, come spiego in questo articolo.  Format podcast: cosa sapere per prepararlo Leggi tutto I fattori determinanti per la scelta del format podcast La bussola per definire in modo corretto il format del tuo podcast è tenere presenti questi 7 elementi e la relazione tra ciascuno di essi: scelta editoriale stile narrativo numero di voci struttura editoriale stile di conduzione risorse a disposizione obiettivi del progetto. Ogni format podcast infatti risente di una molteplicità di fattori e spesso è il frutto di una combinazione di questi 7 elementi. Vediamoli uno per uno. Scelta editoriale La scelta editoriale è ciò che determina la direzione del progetto, e ricalca le idee e la visione dell’autore o del brand committente. Per il tema che si decide di sviluppare può essere più adatto un format invece che un altro. Pensiamo ad esempio a tutti i podcast di divulgazione e di informazione: difficilmente si adatterebbero a una fiction. La docuserie, ad esempio, è un format basato su una scelta editoriale ben precisa. Stile narrativo e numero di voci Lo stile narrativo indica il modo in cui vengono raccontati e strutturati gli argomenti. Questo implica anche la definizione del ruolo del narratore o speaker all’interno delle puntate e il suo livello di interazione con altri ospiti o personaggi. Potrebbe trattarsi di una interazione diretta, come nel caso delle conversazioni a due o più voci, oppure indiretta, come la raccolta di contributi audio esterni.  Se nella definizione del concept è prevista la partecipazione di più voci, devi determinare la modalità e il livello di coinvolgimento. Ad esempio, se sei un conduttore che intervista un ospite, il livello di interazione sarà diverso tra le due voci. Se invece sei un co-conduttore, la conversazione viaggerà su uno stesso livello.  Struttura editoriale La struttura editoriale risente molto dello stile narrativo. Potresti scegliere di raccontare una vicenda che si sviluppa su un arco temporale distribuito su più episodi e sviluppare una trama orizzontale. In tal caso la scelta di un format seriale è l’unica possibile.  Quando invece il singolo argomento si esaurisce in un unico episodio è più facile adottare un format episodico, come possono esserlo un podcast divulgativo o informativo. Sulla differenza tra podcast seriale e podcast episodico, ho scritto un articolo dedicato. Qual è la differenza tra podcast seriale e podcast episodico? Leggi tutto Stile di conduzione Nello stile di conduzione c’entrano molto non solo la personalità dello speaker stesso, ma anche del brand che viene con esso  rappresentato. Rientra in questo ambito anche il mood del podcast, ovvero l’atmosfera che si desidera ricreare: intima, ironica, formale, didattica, colloquiale. Alcuni format esprimono meglio di altri il carattere che si sceglie di adottare. Non è necessario essere doppiatori o professionisti della dizione per poter acquisire un buono stile di conduzione. La formazione specifica unita alla pratica sul campo e a un buon aircheck insieme a un professionista del podcasting, ti aiuteranno a migliorare le tue qualità oratorie. Aircheck: come migliorare la performance al microfono Leggi tutto Risorse a disposizione Tra le risorse necessarie per fare un podcast includo: tempo, per creare i contenuti, organizzare le attività con gli eventuali ospiti, gestire la comunicazione, monitorare i dati; competenze tecniche e strategiche oltre che relazionali; budget per acquisire nuove competenze, per produrre e delegare alcune attività. Al di là del gusto personale con cui vorrai realizzare il tuo podcast, sappi che devi inevitabilmente fare i conti con le implicazioni legate a ciascun format. Mi spiego meglio. I format narrativi o le fiction richiedono abilità di scrittura, tempo e budget più elevati di un un format free talk. Questo perché hanno una struttura editoriale complessa, un sound design ricercato e richiedono competenze che non sempre si possiedono.  Viceversa, un free talk o un format intervista potrebbero richiedere meno abilità tecniche ma più capacità organizzative per gestire tutti gli speaker coinvolti. Valuta bene vantaggi e svantaggi di ciascun format prima di imbatterti in un progetto che non potrai portare a compimento. Come creare un podcast a budget ridotto Leggi tutto Obiettivi di progetto Il format podcast è strettamente legato agli obiettivi di progetto e agli obiettivi personali. Se sei un libero professionista e vuoi lavorare sul tuo posizionamento, potresti scegliere di creare un podcast che ti rappresenti e tiri fuori i tuoi punti di forza.  La scelta può essere diversa da caso a caso: un doppiatore potrebbe scegliere un format narrativo che gli permetta di evidenziare le sue doti espositive. Un giornalista potrebbe essere più propenso a gestire un format intervista oppure una docuserie.  Come vedi ciascun format potrebbe essere il mix di tutti questi fattori. Ciò che devi ricordare è che la scelta è da fare già in fase progettuale. Vediamo ora alcuni tra i format podcast più usati e qualche esempio. I format podcast più popolari Come dicevo nei precedenti paragrafi, proprio come accade per i programmi Tv, esistono diversi format di podcast. Sebbene talvolta si assista a format davvero molto originali, la maggior parte di essi si possono catalogare in base ad alcune caratteristiche ricorrenti, ad esempio per stile di conduzione, per scelta editoriale, per stile narrativo, o un mix di tutti questi elementi. Per questo possiamo identificare facilmente alcune tra le tipologie di podcast più usate dai produttori. Ecco l’elenco dei più popolari formati podcast: Talk a una voce Conversazione libera o free talk Intervista Repurposed content Fiction Narrazione Docuserie Miniserie Rubrica Podcast live Video podcast Audio dramma. Naturalmente, alcuni di questi format sono come abiti su misura per alcuni generi podcast, tanto che spesso i termini usati per identificare le tipologie di appartenenza spesso coincidono tra loro. Per esempio, i podcast fiction sono sia un genere che un format, così come le docuserie identificano spesso podcast di indagine giornalistica. E questo a volte crea confusione sulla corretta classificazione. Conclusioni Il mio consiglio su quale format scegliere per il tuo podcast è innanzitutto ascoltare altri podcast per capire cosa ti piace e cosa non ti piace. Dopodiché è importante analizzare le tue competenze e le tue risorse, in modo da bilanciare tutte le energie e creare un podcast che sia sostenibile per te lungo tutto il processo. È questa la strategia che insegno e che uso nei progetti dei miei clienti, insieme a tutte le altre valutazioni di progettazione per evitare di imbarcarsi in progetti più grandi di noi che rischiano poi di naufragare. Ecco perché il corso di podcast online che ho progettato parte proprio dal mindset e dalla strategia. Qui puoi scoprire tutti i livelli di apprendimento e iniziare fin da subito a lavorare a un podcast davvero realizzabile per te. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast Business » Corporate podcast: come usarlo nella comunicazione interna aziendale Come validare l’idea di un podcast? Come si capisce qual è quella giusta? E poi giusta da quale punto di vista? Sono tante le domande che possono sorgere quando ci si trova a ragionare sull’ipotesi di iniziare un proprio podcast personale. Forse sono le stesse che ti poni o ti sei posto tu proprio in questa fase. Spesso ci si interroga se abbia senso o meno trattare un dato argomento attraverso un podcast oppure se esistano degli strumenti che possono aiutarci, è il caso di dirlo, a chiarire meglio le idee. Il fatto è che l’idea giusta non è mai frutto di una sola intuizione. Per validare un’idea vincente serve farsi delle domande mirate che portino a un ragionamento più ampio e consapevole da vari punti di vista. In questo articolo voglio darti degli strumenti per iniziare una fasi di analisi e scrematura delle idee, per poterle vagliare secondo dei criteri precisi e dei suggerimenti che per prima cosa sono stati utili a me, per i miei stessi podcast e poi anche per chi ha già lavorato con me. E allora ragioniamoci insieme, partendo dal metodo che uso in questa fase. Il metodo per validare le idee del podcast Se hai già lavorato per trovare l’idea per un podcast, ora ti serve capire se può essere quella giusta. Il metodo che io uso si basa su due step fondamentali: una fase di analisi una fase di test pratico. Nella prima fase, l’input è quello di porsi le domande giuste. Sono proprio le domande che ti aiutano a mettere in discussione le intuizioni e a capire quali sono quelle vincenti e quelle meno vincenti. Nella seconda fase si affina il processo e si testa l’efficacia dell’idea che hai deciso di sviluppare. Come stimolare le idee per un podcast Leggi tutto 7 domande per validare l’idea Cosa ti piace di quell’idea? Chiediti perché quell’idea ti piace così tanto, cosa smuove dentro di te. Qual è l’elemento che mi fa vibrare? Cerca di scavare dentro di te per capire cosa ti ha fatto innamorare di quella idea e prova ad approfondire quali sono i valori che quell’argomento fa emergere, le motivazioni per le quali sei proiettato verso quella idea. Forse hai trovato una storia che ti appassiona e vuoi parlarne? Benissimo. Ma cosa di quella storia ti ha colpito a tal punto da volerla condividere? Questo è un aspetto su cui spesso sorvoliamo, o restiamo in superficie. ma che invece può essere determinante per capire, ad esempio, quale direzione potrebbe prendere lo sviluppo di quell’idea. È un’idea che puoi sostenere nel tempo? Il podcast è un progetto che richiede un certo effort e se non sentiamo nostro quell’argomento, potremmo stancarci prima ancora di aver portato a termine il progetto stesso. Ma potremmo anche non avere abbastanza argomenti da tirar fuori per produrre contenuti di sostanza e utili a chi ci ascolta. Per cui è importante chiedersi: è un argomento che sarò in grado di sostenere nel tempo, sia per conoscenze sia per competenze che per interesse personale? Oppure mi stancherà molto presto? Hai titolo per parlare di quell’argomento? Ne sai abbastanza da essere considerato autorevole su quell’argomento? Questo è un aspetto interessante, perché non è detto che se un argomento ci appassiona, ci interessa o lo sentiamo affine ai nostri valori, siamo competenti per poterne parlare a un pubblico. Io potrei essere un’appassionata di musica Swing e musica Jazz, come in effetti sono, ma ciò non significa che ne sappia abbastanza per raccontare quel tipo di musica ad un pubblico. Conosco alcuni degli artisti più importanti di quel genere musicale, ma non abbastanza da poterne parlare in un podcast. Se volessi farlo dovrei prima studiare, approfondire, fare ricerche, assicurarmi che ciò che racconterei sia veritiero ed esaustivo. Oppure semplicemente dovrei trovare un’altra persona esperta in quell’ambito che possa aiutarmi a creare un podcast su questo argomento. Il rischio altrimenti è quello di non offrire un vero valore all’ascoltatore, di risultare inadeguati e parlarne in modo superficiale o banale. È funzionale per i tuoi obiettivi? Non c’è nulla di male a creare un podcast per il puro desiderio di esprimere la propria creatività. Ma dal momento che investiamo tempo e risorse in un progetto che non si traduce in un paio di puntate registrate di fretta al microfono, è bene essere consapevoli di cosa vogliamo ottenere da quel progetto e se quella idea è davvero spendibile per i nostri obiettivi personali o di marketing. Il podcast è sempre un mezzo, non è mai un fine. E siamo noi alla guida di quel mezzo. Se sappiamo fin da subito qual è la meta che vogliamo raggiungere riusciamo anche a capire se la strada che stiamo per intraprendere, attraverso lo sviluppo di quella idea, è propedeutica oppure no al raggiungimento di quella meta. Immaginati al traguardo e prova a capire se, strategicamente, quella idea può davvero esserti utile. L’utilità la determini in funzione dei tuoi obiettivi. Obiettivi di marketing e di podcast: perché è importante allinearli? Leggi tutto Per restare nell’ambito della metafora del viaggio, ti faccio un esempio per capire meglio la differenza. Da motociclista e quando mi metto in viaggio, il mio obiettivo è godermi la strada, il percorso, le curve, il panorama. Non è quello di raggiungere una destinazione. La destinazione è in realtà solo la scusa per scegliere il percorso. Da automobilista, il mio obiettivo è arrivare ad una meta ben precisa, magari anche nel più breve tempo possibile. Quindi, per validare la nostra idea dobbiamo anche osservarla rispetto ai nostri obiettivi, che possono essere puramente personali, quindi esperienziali, oppure legati al nostro business quindi molto più pragmatici. Esiste un mercato per questa idea podcast? Se desideriamo che l’idea podcast ideata non resti solo un esperimento personale, dobbiamo chiederci se avrebbe un valore, oltre che per noi, anche per un potenziale pubblico. In sostanza, a qualcuno interesserebbe quell’argomento? Nel porti questa domanda, ricorda sempre due cose: il pubblico è il vero protagonista del podcast non è la dimensione del pubblico ad essere determinante per validare l’idea per un podcast, ma quanto interesse possa generare l’idea attorno alla quale vuoi progettare il tuo podcast. Insomma perché qualcuno dovrebbe ascoltarti? Nelle scorse puntate abbiamo infatti parlato dell’importanza di rivolgersi al pubblico giusto e quanto possa essere utile anche scegliersi una nicchia. Ciò che conta è che ci sia un reale interesse per l’argomento, anche se fosse riservato a un pubblico ristretto e molto profilato. Come sapere se esiste un mercato? Fai ricerche sui motori di ricerca, sui social, sui gruppi tematici, o tra la tua community. Sonda il terreno per capire se può esserci un interesse reale sul tema, magari attraverso dei sondaggi. Perché un pubblico di nicchia aumenta la crescita del podcast Leggi tutto Esistono altri podcast con la stessa idea? Verifica se esiste già qualche podcast sugli stessi temi e come sono stati sviluppati. Cosa puoi portare di nuovo nel tuo podcast affinché l’idea sia distintiva e differenziante? Questo è un punto che sta diventando sempre più cruciale, perché il numero delle produzioni podcast sta crescendo ed è facile trovare qualche podcast già pubblicato che tratta l’argomento di cui vorremmo parlare. In questo caso, al fine di validare l’idea del nostro podcast è bene domandarsi qual è il punto di vista diverso che possiamo portare nel progetto. Ecco perché servono competenza e autorevolezza nel parlare di un certo argomento. L’elemento differenziante può essere uno o più tra questi: la nicchia a cui ti rivolgi l’esperienza personale il format o la struttura che scegli di usare. Linee guida per scegliere bene il format del podcast Leggi tutto È il podcast il canale giusto per sviluppare la tua idea? Un contenuto audio ha caratteristiche precise che lo differenzia da un articolo di blog, o da un libro o da un video. Dobbiamo essere consapevoli di questo. Laddove l’intenzione sia quello di trasformare un contenuto che abbiamo già e che vive su altri canali e sotto altre forme, per farlo sorgere in un formato audio, è molto probabile che lo si debba riadattare, revisionare, arricchire. Per cui soffermati sul valore aggiunto che quell’idea avrebbe se fosse sviluppata con un podcast piuttosto. Da un punto di vista contenutistico, tutto quello che si può raccontare può diventare un podcast. Salvo però trovare la leva giusta per renderlo un racconto degno di essere ascoltato. Queste sono le 7 macro domande che ti consiglio di porti per capire se la tua idea di podcast può essere davvero valida oppure no. Ma c’è dell’altro.Perché dopo la fase di analisi, potresti sì aver forse trovato l’idea giusta, ma ora serve testarla. Testare l’idea podcast Ecco alcuni suggerimenti che ho trovato molto utili personalmente e che ti voglio ora condividere. Fai sedimentare l’idea Mi è capitato diverse volte di avere un’intuizione per un progetto podcast e provare quell’entusiasmo esplosivo da volerla subito mettere in atto. E allora iniziavo subito a lavorarci su, a buttare giù gli spunti che mi venivano in mente, pervasa da quello spirito produttivo che spesso ci travolge quando siamo immersi nella creatività. Poi passava qualche giorno, a volte qualche settimana e quando riprendevo in mano quella bozza di idea, non mi sembrava più così geniale come lo era stata inizialmente. Sembrava avesse perso tutto quel luccichio che mi aveva fatto brillare gli occhi. Ho imparato col tempo che questo è un processo assolutamente normale, fa parte dell’elaborazione creativa. Questo significa che una buona idea deve avere il tempo per maturare, per affondare le sue radici, per essere testata dal tempo, dal nostro sentire. Se poi quella intuizione iniziale non dovesse poi trovare seguito, non credere che sia stato un lavoro inutile. Potrebbe rivelarsi un prototipo dal quale poi far emergere nuove idee affini, stimolate da quella intuizione iniziale. Per cui, valutane sempre le motivazioni qualora non la ritenessi più valida. Perché ti aiuta a scavare in profondità e comprenderne gli elementi per successive idee. A me piace usare il termine far decantare. Lasciare riposare le idee per far emergere la vera sostanza. Ecco è proprio quello che devi riuscire a fare. Scrivi una bozza di trailer Se superi questa prima fase di scrematura, prova a scrivere una bozza di trailer. La stesura del trailer ti costringe a focalizzarti sul senso di tutto il podcast, a isolare i punti fondamentali e come intendi svilupparli. Ti costringe a sintetizzare la tua idea e poterla esprimere per sommi capi.Su come e cosa scrivere nel trailer puoi trovare utili spunti in questo articolo dove riporto anche degli esempi concreti. Come fare un trailer podcast accattivante Leggi tutto Scrivi il tuo pitch Dopo aver scritto il breve testo del trailer, sintetizza ulteriormente il senso del podcast scrivendo un pitch: due o tre frasi, non di più, che esprima il fulcro di tutto il podcast. Questo è il momento più difficile forse, perché ti costringe a tirare fuori tutto il concentrato di quello che ci siamo detti finora: tema, pubblico, purpose, argomento, in sole 2 frasi. Se riesci a farlo e a tuo avviso il pitch funziona ed esprime davvero tutto quello che senti di voler esprimere, allora sei pronto/a per l’ultima fase di test. Esponi la tua idea Trova qualcuno di cui ti fidi e che sai possa essere obiettivo ed esponi la tua idea di podcast. Questo ti aiuterà a: appurare l’hai saputa esporre l’idea catturi l’attenzione del tuo interlocutore stimoli interesse nel volerne sapere di più. Fatti questi passaggi, avrai tutti gli elementi che ti servono per validare l’idea del tuo podcast, sia dal punto di vista interno (quindi i tuoi obiettivi, il tuo purpose) sia dal punto di vista esterno (quindi il pubblico che ti ascolterà). Conclusioni La validazione di un’idea è sicuramente uno step importante della progettazione di un podcast, diciamo pure che è la fase embrionale da cui poi si definisce il concept definitivo e il piano di lavoro. In questo articolo ti ho dato degli spunti per poterlo fare in autonomia e iniziare a fare un primo lavoro di scrematura. Ciò non toglie che se hai una idea di podcast e pensi già di volerla sviluppare, ma desideri confrontarti con una professionista per essere sicura o sicuro che si tratti di un’idea realizzabile allora ti invito a contattarmi. Ti aiuterò a identificare anche le risorse che ti occorrono per realizzarlo, i tempi, l’organizzazione, la strategia di comunicazione e promozione. Insomma la creazione di un progetto vero e proprio funzionale per te e il tuo business. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast Business » Corporate podcast: come usarlo nella comunicazione interna aziendale Sigla e Trailer podcast: cosa sono e a cosa servono Per spiegare la differenza tra sigla e trailer di un podcast, partiamo dal dare una definizione di questi due elementi. La sigla è un breve motivo che funge da elemento introduttivo al podcast stesso. È composto da un testo conciso e una musica di sottofondo. Lo scopo della sigla è presentare sinteticamente il podcast e orientare l’ascoltatore dando coordinate precise, anche e soprattutto se è la prima volta che ci ascolta. Per questo la durata indicativa è tra i 15 e i 30 secondi. Non serve che sia molto prolissa. Una buona sigla contiene: il nome del podcast il nome dell’autore o del narratore il messaggio del podcast il pubblico a cui è rivolto il beneficio per l’ascoltatore. La sigla è un elemento identitario del podcast, ed è bene che crei un effetto di familiarità e riconoscibilità. Ecco perché solitamente ha un testo e una musica sempre ricorrenti. D’altra parte, il trailer è l’anteprima di tutto il progetto podcast, che sia esso una serie autoconclusiva oppure episodica. Lo scopo del trailer è sempre lo stesso: presentare il podcast, incuriosire e coinvolgere il pubblico, fornire elementi essenziali ma esaustivi per far capire di cosa si parlerà, quale format si è scelto, con quale punto di vista si affronterà l’argomento, chi è l’autore o il narratore, in che veste ne parla e quali sono obiettivo e target del podcast. Il trailer in genere è una breve puntata del podcast della durata indicativa che va dai 90 ai 120 secondi. Può essere esposto dalla voce del narratore oppure essere un middle di voce o pezzetti di altre puntate che lascino intravedere una piccola trama senza però svelare troppo. Come creare la sigla podcast Leggi tutto Sigla vs trailer podcast Sigla e trailer, sebbene servano entrambi a presentare il podcast, hanno scopi e durata differenti. La prima è una sintesi estrema, di solito bastano due o tre frasi per circoscrivere tutto il messaggio contenuto nel podcast. Il secondo è una espansione più dettagliata dell’argomento ma allo stesso tempo sintetico e accattivante. Sulla durata e sullo stile di sigla e trailer non ci sono regole precise. Puoi decidere tu come strutturarle, tenendo conto delle diverse finalità di entrambi. Per altri approfondimenti, ti consiglio la lettura dell’articolo su come creare la sigla podcast e come fare un trailer accattivante. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Fattore 1% è il libro di Luca Mazzucchelli, psicologo e psicoterapeuta diventato famoso per aver preso una sana abitudine. Ha infatti trovato un modo alternativo, moderno e fresco di parlare dei temi più tradizionali e non della psicologia: questa materia che tanto ci appassiona e di cui vorremmo sapere tutto per districarci nei nostri labirinti. Diventati virali, i suoi 900 video raccolti nel suo canale Youtube, lo hanno reso celebre per la sua genuinità. È direttore della rivista “Psicologia Contemporanea“, che divulga la psicologia scientifica in Italia. In questo libro ci parla di come prendere una nuova abitudine partendo da un punto di osservazione alternativo. Trama di Fattore 1% Piccole abitudini per grandi risultati Il titolo del libro di Luca Mazzucchelli è già un suggerimento: piccole abitudini per grandi risultati. Come arriviamo infatti a raggiungere dei risultati concreti e tangibili, magari anche sfidanti? La risposta è proprio questa: un passo per volta. Non si tratta tuttavia solo di suddividere un obiettivo in micro obiettivi. Tutt’altro. La prima parte del libro è un lungo e profondo excursus sulla reale motivazione che ci spinge a voler adottare una nuova abitudine. Non si tratta di un fuori tema ma di quella che in realtà dev’essere una presa di coscienza per capire quali sono i valori che contano nella nostra vita, in che direzione vogliamo che essa vada. Le abitudini non sono altro che la somma delle nostre azioni all’interno di una giornata, una settimana, anni. Potresti pensare che non ci sia molta differenza tra svolgere bene il proprio lavoro — che è una necessità, altrimenti diventa difficile fare la spesa e pagare le bollette — e decidere di iniziare a correre. Ciò che accomuna queste attività è il modo in cui mentalmente ci approcciamo ad esse. La tua giornata lavorativa è fatta di tante piccole abitudini. Prova a pensare ad esse e a come si relazionano con gli obiettivi della tua vita. Se parliamo di andare a correre, idem. Proviamo a scrivere nero su bianco su carta, il perché di questa scelta. Vogliamo un fisico più asciutto perché arriva l’estate o abbiamo capito che fare movimento è fondamentale se abbiamo superato i 40? (Ammetto, questa ultima parte è un po’ autobiografica…). Fattore 1% Mazzucchelli include al suo interno degli esercizi da fare, — utili a livello universale e non solo per decidere quali abitudini modificare o prendere —, spiegazioni concrete, oltreché tips da sottolineare. La mia recensione Fattore 1% è innanzitutto un libro molto piacevole così come il tono e i modi di Luca Mazzucchelli. Se ti aspetti il classico libro metodico con i vari step in cui apprendere un’abitudine in 21 giorni, allora sei nel posto sbagliato o, meglio qui sei nel posto giusto, ma non è il tipo di libro di cui ti parlerò. Quel che ho apprezzato molto è proprio il punto di vista diverso che mi ha offerto Luca in questo piccolo manuale del cuore. Possiamo cercare di avere più forza di volontà e diventare piccole macchinette esecutrici con lo scopo di perseguire l’obiettivo. In questo caso, finalmente riuscire a far nostra una nuova abitudine. Il punto non è questo. Forse ci riusciremo, tuttavia ci vogliono più che 21 giorni affinché essa diventi realmente un tassello del nostro quotidiano. Il tempo andrà misurato in mesi. Il vero punto di svolta parte dall’inizio di questo processo: sederci con un foglio bianco davanti e chiedersi con estrema sincerità perché questa abitudine è davvero importante per noi. Per farlo, più che rispondere un tanto o poco, dovrò partire da quella che è la mia mappa dei valori. La prima domanda è quindi: “Cosa è importante per me nella mia vita?”. Non c’è una risposta giusta o sbagliata ovviamente. Da questo presupposto costruiremo le azioni che ci accompagnano durante la giornata, un pezzettino alla volta, un 1% alla volta, perché non dobbiamo essere dei supereroi. Fare un gradino per volta ci darà più stabilità e fiducia in noi stessi. Sarà capitato anche a te di gettare la spugna dopo pochi giorni di corsa e sentire quel pizzico di frustrazione e la vocina “tu non ce la fai mai…”. Inoltre, in Fattore 1%, Luca ci da diversi consigli pratici per metterci in tasca quell’1% in più di volta in volta. Ad esempio: usare delle to do list, che siano scritte su carta o messe in vista sulla home page del nostro smartphone, per ricordarci quanto è importante il motivo per cui vogliamo fare quelle azioni (piuttosto che trascorrere ore a vuoto sui social);indossare un bracciale che ci ricordi quotidianamente perché vogliamo impegnarci a raggiungere un risultato ossia un oggetto sempre ben visibile che àncori quel pensiero;possiamo chiedere feedback alle persone che ci conoscono, come benzina per la nostra volontà: mostriamo loro i nostri progressi e prendiamoci ogni tanto una pacca sulla spalla per modellare i comportamenti che vogliamo implementare. Come suggerisce Luca Mazzucchelli, infine, dobbiamo “credere in quello che non c’è”, ovvero avere più fiducia e meno fretta. I risultati arrivano mano a mano e anche se quell’1% ci sembra quasi inutile, dopo 10 giorni sarà un 10%. Frasi indimenticabili di Luca Mazzucchelli in Fattore 1% “Se vuoi svegliarti felice,vai a dormire grato”. “Non puoi scegliere il tuo futuro,ma puoi decidere le abitudini che lo cambieranno”. “Tu sei il risultato delle abitudiniche hai adottato negli ultimi 5 anni”. Letture e Podcast consigliati Il mio consiglio di lettura va su un altro libro di Luca Mazzucchelli: Prova a cambiare – Giochi e pensieri per crescere ogni giorno, edito da Sperling & Kupfer. Parlando di podcast, non mancherò di citare sempre il suo, G.U.R.U., che puoi trovare su Audible. Una lettura alternativa che ti segnalo è The Miracle morning – Trasforma la tua vita un mattino alla volta prima delle 8:00 di Hal Elrod. un programma di 30 giorni fatto di: affermazioni , meditazioni, scrittura , lettura, esercizi e visualizzazioni.  Francesca LucenteInnamorata della mia famiglia, del digital marketing e dei libri. Bookblogger per passione. Attraverso il mio blog sulla lettura voglio diffondere l’amore per la cultura, i libri e la formazione. I miei valori sono la condivisione e la collaborazione, soprattutto fra donne. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast Business » Corporate podcast: come usarlo nella comunicazione interna aziendale Ha senso creare un sito web per il podcast: sì o no? Sono la prima ad essermi interrogata su questo tema quando ho creato il mio primo show. Da allora ho sperimentato, analizzato, testato diverse alternative, e alla fine sono arrivata alla conclusione che sì, creare un sito web per ospitare il tuo podcast è senza dubbio una scelta strategica. I vantaggi sono tanti, specialmente se vuoi usare il podcast marketing come asset strategico per il tuo business. Creare un sito web per il podcast ti permette di: accogliere e comunicare con i tuoi ascoltatori incrementare il traffico organico raccogliere dati utili alle tue strategie di marketing offrire altri contenuti di valore monetizzare il tuo podcast. Approfondiamo insieme questi punti. I vantaggi del creare un sito web podcast Il sito web è uno dei canali di comunicazione fondamentali per un brand, anche in ottica di strategia multi-channel. Multicanalità e podcast: come creare una strategia multi-channel Leggi tutto Se mi segui da un po’ sai che uno dei miei pilastri è strutturare un ecosistema comunicativo che possa aiutarti ad amplificare le tue opportunità commerciali in modo sostenibile. Diversificare anziché avere una sola fonte di traffico. In altre parole, podcast e sito web sono un ottimo connubio, anche perché si coadiuvano a vicenda. Vediamo come. Creare un sito web per accogliere i tuoi ascoltatori Se i tuoi ascoltatori vogliono sapere qualcosa in più su di te e il tuo progetto, senza dubbio la prima cosa che fanno è cercarti sul web. Ancora prima dei social, il sito web è il canale principale che un utente naviga per approfondire la tua conoscenza. Qui puoi accentrare tutte le informazioni che ti riguardano: chi sei, di cosa ti occupi, quali altri podcast o progetti porti avanti, cosa offri loro. È una casa virtuale in cui accogliere i tuoi ospiti ed è l’ingresso principale attraverso cui gli ascoltatori entrano nel tuo mondo. Dal sito, le persone possono accedere ad altri tuoi contenuti e risorse, scoprire altri canali, entrare nel tuo funnel marketing e iscriversi alla tua newsletter. Nel creare il sito web, assicurati di avere una pagina in cui racconti il tuo progetto podcast, i temi che tratti e anche il player per ascoltare direttamente le tue puntate. Indica infine in che modo possono comunicare con te. Questo è un aspetto importante per creare una community. Migliorare il posizionamento SEO del podcast Come si posiziona un contenuto audio nella SERP di Google? Ad oggi è ancora necessario sfruttare i testi scritti per rendere visibili i nostri contenuti nei motori di ricerca. Per cui, al di fuori delle piattaforme di ascolto, bisogna fare in modo che il podcast venga scoperto dagli utenti attraverso l’uso della SEO.  Tutto ciò che è testuale va ottimizzato con l’uso di parole chiave affinché i contenuti vengano proposti da Google in risposta agli intenti di ricerca degli utenti.  SEO podcast: come aumentare la visibilità sul web Leggi tutto Cosa c’è di testuale in un podcast? Titoli e descrizioni delle puntate sono le prime cose da ottimizzare in ottica SEO. Ma non basta. Google lavora per offrire la migliore risposta alle domande degli utenti di sicuro un contenuto corposo ed esaustivo si posiziona meglio di una semplice descrizione ottimizzata.  Questo significa che il sito web diventa un canale utilissimo per incrementare il traffico organico verso i propri canali.  Pagine del sito contenenti note e trascrizioni delle puntate scritte in chiave SEO possono aiutarti a comparire tra i risultati di ricerca. E a quel punto, anche i visitatori del sito possono diventare ascoltatori del podcast.  Analizzare il traffico organico Il traffico che transita sul sito web è facilmente monitorabile dagli analytics e in termini strategici questo è un fattore da non sottovalutare.  Creare un sito web legato al podcast ti permette di capire quali temi e puntate hanno maggiore impatto di altri e qual è il comportamento degli utenti. Puoi monitorare quali pagine vengono visitate e quali altre risorse sono scaricate. Tutte informazioni utili a gestire il tuo posizionamento e la tua strategia di marketing.  Creare un sito web per monetizzare il podcast Monetizzare un podcast non è semplice. Serve avere una community disposta a supportare il tuo lavoro, servono ascolti e quindi serve tempo.  La monetizzazione può essere diretta (ad esempio operando come publisher o usando piattaforme di crowdfunding come Patreon o Tipeee) oppure indiretta. La modalità indiretta sfrutta l’inbound marketing per convertire potenziali ascoltatori. Questi ultimi, una volta sul sito, possono innescare un percorso di customer journey e infine acquistare i tuoi prodotti o servizi. Dunque creare un sito web per il podcast ti permette di monetizzare sia i contenuti che convertire gli ascoltatori in clienti.  Meglio creare un sito web podcast dedicato o legarlo al sito personale? La risposta diretta è dipende: dal progetto, dagli obiettivi, dalle risorse. Un sito web ha bisogno di attenzioni continue affinché produca i risultati attesi. Crearne uno separato dal tuo sito web personale potrebbe essere un lavoro aggiuntivo e una dispersione di energie e di traffico organico.  Ma è ovvio che per prima cosa dovrai stabilire qual è la tua strategia legata al podcast e al sito web. Spesso è sufficiente creare una landing page ottimizzata all’interno del proprio sito personale per migliorare il posizionamento del podcast. Anzi, questa soluzione è auspicabile qualora il tuo podcast sia creato a supporto del tuo brand.  Diversa invece è la situazione in cui il podcast è un progetto a sé stante e non hai né la volontà né la possibilità di legarlo ad un sito web personale. In questo caso potresti creare un one-page site come quelli realizzabili con Carrd.co, oppure un sito WordPress più strutturato. Al suo interno inseriremo tutte le informazioni del podcast, i tuoi contatti e tutto ciò di cui abbiamo parlato in questo articolo.  Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast Business » Corporate podcast: come usarlo nella comunicazione interna aziendale Negli ultimi anni il binomio podcast e giornalismo ha riscosso parecchio successo tra il pubblico. Content curation, informazione, documentari, cronaca, approfondimenti su notizie di attualità, sono alcuni dei modi in cui molti giornalisti hanno utilizzato e utilizzano i podcast per raggiungere un pubblico più ampio e per offrire contenuti di qualità in modo più diretto e fruibile.  Ma al di là di queste modalità di informazione più frequenti e tipiche, c’è un’altra forma di giornalismo per la quale si presta molto bene il podcast, ed è lo slow journalism. Questo è un termine che, come vedremo, si contrappone al giornalismo main stream e si affianca a un modo di fare informazione più accurato e dedito alle storie e alle persone che stanno dietro a una notizia. Come si può usare il podcast per fare giornalismo in questa forma? Ne parliamo con Teresa Potenza, giornalista esperta in geopolitica, economia e cultura Mediorientale, nonché autrice di Ponti Invisibili, il podcast che ha sancito il suo ingresso nel mondo dell’audio come strumento di giornalismo. Cos’è lo Slow Journalism Lo Slow journalism è un approccio al giornalismo che sottolinea la qualità rispetto alla quantità, puntando a fornire una comprensione più approfondita e ponderata dei fatti rispetto alla semplice diffusione di notizie in tempo reale. Si concentra sulla storia dietro le notizie, cercando di capire i contesti e le implicazioni a lungo termine, e di fornire informazioni complete e accurate per aiutare i lettori a prendere decisioni informate. Si contraddistingue anche per essere indipendente dalle news acchiappa clic, dalle agenzie giornaliere che devono seguire i trend. Dà spazio alle storie, quindi anche alle persone. Podcast e giornalismo: intervista a Teresa Potenza Chi è Teresa Potenza Ho preso il tesserino nel 2005 e da quel momento ho lavorato per testate italiane e internazionali sia a Milano che a Londra, finché poi ho fatto un viaggio in Siria che mi ha un po’ cambiato davvero tutto. Fino a quel momento mi occupavo di economia, turismo, esteri e sono sempre proprio gli esteri il tema che mi ha appassionato. Quando sono arrivata in Siria ho cominciato a lavorare come giornalista finché è scoppiata la guerra che mi ha costretta a ritornare. Da lì, negli anni ho lavorato ancora per testate italiane e internazionali finché ho deciso di specializzarmi proprio in Medio Oriente e in geopolitica. Quell’esperienza in Siria mi ha messo in connessione non solo con culture diverse, ma anche con fatti forti, come una guerra, che ho capito che volevo andare al di là delle notizie cosiddette “cotte e mangiate”. Ho capito che dovevo dare attenzione all’approfondimento, alle persone che fanno la notizia, dare voce proprio a quelle persone che ci possono raccontare fatti che forse sono lontani, ma forse in realtà ci possono riguardare molto da vicino. Come ti sei avvicinata al podcasting? Prima di tutto da fruitrice. Penso di aver cominciato, come tanti, nel 2020, nei mesi del primo, durissimo lockdown. Nel podcast ho sempre apprezzato il fatto di non sentirmi un numero, ma qualcuno a cui qualcun altro sta parlando. Mi è sempre piaciuta questa connessione. E poi il fatto che la voce riesce a trasmettere anche le emozioni. Da qui ho deciso di approcciarmi al podcast stando dall’altra parte. Ho pensato sarebbe stato anche interessante per me usarlo come mezzo per raccontare la mia storia, ma anche naturalmente quella degli altri. Ed è così che è nato Ponti Invisibili, il podcast in cui racconto la mia storia in Siria. Ho scelto un taglio narrativo e non giornalistico me è stata la scelta migliore proprio per andare al di là dei fatti, perché sì lo spunto è la mia storia però poi c’è molto altro, è un viaggio interiore sia per me sia per chi lo fa insieme a me. Concept Ponti Invisibili e processo di creazione Leggi tutto Che obiettivi ti eri posta con il podcast dal punto di vista professionale? Nel momento in cui ho capito che volevo occuparmi di slow journalism in questo modo, ho pensato che la cosa migliore da fare fosse davvero mettermi in gioco e raccontare la mia storia per far vedere come si possono raccontare fatti, notizie e persone. Non c’è soltanto il modo veloce ma anche un modo più lento, più accurato e più empatico, se vogliamo, più sensibile. Così ho pensato che fosse anche utile per la mia professione per dedicarmi proprio a quello che mi piace, cioè fare giornalismo. Mi piace definire questo podcast come il mio biglietto da visita. Podcast e giornalismo: che consiglio dai a chi si occupa di informazione? È un approccio che va davvero esplorato. Per le testate che raccontano già storie però in altro modo, credo che potrebbero davvero aprirsi a loro volta delle nuove opportunità e anche delle nuove strade. Secondo me può fare bene alle grandi testate e ai grossi nomi. Stessa cosa per i miei colleghi giornalisti. Con il podcast possono davvero avere un modo in più per arrivare anche alle testate con cui vogliono collaborare, un modo in più per specializzarsi in un settore e arrivare poi alle persone che alla fine sono coloro che fanno le storie. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast Business » Corporate podcast: come usarlo nella comunicazione interna aziendale Ogni progetto creativo nasce da un’idea, ogni podcast nasce da un’idea. Ogni episodio nasce da un’idea. Ma come nascono le idee per un podcast? Come si attiva quel processo creativo che accende la nostra mente e ci porta a trasformare un’intuizione in qualcosa di concreto? Trovare l’idea giusta per un podcast non è sempre così facile. Alcuni dei miei lettori mi hanno confidato di desiderare da mesi di fare un podcast, ma restano bloccati nel trovare l’idea giusta. Mi è capitato di frequente di ascoltare frasi come “non sono sicura di quello di cui voglio parlare”, “ho paura che l’idea sia banale” oppure, addirittura “esiste già un podcast che parla di questo argomento e mi hanno rubato l’idea?”. E così, passano le settimane, mesi e il progetto di fare un podcast resta nel cassetto. Dunque quali sono alcuni modi per trovare l’idea per un podcast? Dove possiamo attingere per stimolare nuove idee? In questo articolo parleremo di idee e di alcuni modi per trovarne di interessanti. 10 modi per trovare idee per un podcast 1. Pesca dalle tue passioni o dai tuoi interessi Per interessi e passioni mi riferisco a un argomento che senti davvero tuo. Qualcosa di cui sai abbastanza e per il quale senti di poter sostenere delle argomentazioni e condividere punti di vista, insomma qualcosa che ti entusiasma e ti carica di energia. Non è detto che la tua passione debba per forza essere l’argomento fulcro del podcast. Potrebbe però essere uno spunto da cui attingere per darti una direzione e sviluppare argomenti correlati o associati a quell’ambito. Qui mi viene in mente il podcast La Festa dei Folli di Gianluca Kamal. Lui è uno studioso e un appassionato di storia, anche se svolge una professione del tutto diversa. Ha attinto da questa sua passione per realizzare un progetto che racconta la vita e le vicissitudini di personaggi considerati “Folli”, che hanno segnato la nostra storia. Un altro esempio di come una passione possa diventare il frutto di un progetto è A tavola con Giulio Cesare di Daniela Zeziola. Lei mixa sapientemente la sua passione per la storia con le abilità in cucina. In ogni puntata narra un contesto storico e poi dona una ricetta legata proprio al personaggio, alla cultura o al periodo storico appena narrato. Ascoltalo! È davvero interessante e curioso. 2. Concentrati sui valori di cui vuoi farti portavoce Quali sono le cause di cui sei un convinto o convinta sostenitrice? Quelle per cui senti di poterti battere o che appoggi perché affini alla tua visione del mondo. Creare un podcast che si poggia sulla nostra identità valoriale è un ottimo modo per portare all’attenzione del pubblico un messaggio profondo in cui crediamo e ci posiziona in modo netto sui temi che scegliamo di condividere. Su questo aspetto per esempio si basano molti branded podcast, cioè podcast realizzati da aziende e usati come strumento di branding e di posizionamento. Un esempio di idea podcast sui valori aziendali? Le Alleate, il branded podcast prodotto per il progetto benefit LeRosa, il cui payoff è “Ascoltare. Collaborare. Sorridere”. Proprio su questi tre verbi, che riassumono la vision dell’intera community, è stato progettato il podcast. Attraverso le storie di alcune delle donne che la compongono, ogni episodio esprime in concreto cosa significa vivere una comunità femminile basata su questi tre valori e quali ne sono i vantaggi. 3. Valorizza le tue competenze Un’idea podcast basata sul valorizzare le tue competenze personali e professionali, può tradursi nella scelta di creare un podcast di divulgazione o content marketing, focalizzato sui temi che nel tuo business già affronti in modo diretto. Questo è un metodo molto usato e utile ai liberi professionisti che vogliono posizionarsi nel proprio settore e usare il podcast come leva di marketing. In alternativa, potresti far emergere le tue competenze personali e professionali anche in modo molto più creativo e meno diretto, uscendo dai soliti schemi. Facciamo qualche esempio? Te ne propongo due. Il primo è il podcast Dai Nonna di Valeria Battaini. Lei è attrice, voice over e speaker professionista e in questo podcast si diletta ad usare la voce in modo fantastico ricreando diversi personaggi. Ogni puntata è una fiaba raccontata proprio da una nonnina alla sua nipotina, con tanto di personaggi di volta in volta diversi e magistralmente interpretati da Valeria stessa. Beh, lei attraverso questo podcast valorizza molto bene le sue abilità e usa il podcast anche come allenamento all’uso della voce. L’idea del suo podcast in questo caso attinge alle sue competenze. Il secondo esempio è Canzone della Buonanotte di Annalisa Giansante, alias Annalu, cantante, cantautrice, insegnante di canto. Nel suo podcast, insieme al co-conduttore Francesco, raccontano la storia di una celebre canzone e poi ne cantano e suonano una versione live pazzesca. Te li lascio da ascoltare. 4. Trai spunto dalle tue esperienze personali La vita può riservarci esperienze intense e che ci portano a gradi di consapevolezza profondi, che ci cambiano e ci migliorano. Queste esperienze sono spesso fonte di grande ispirazione sia per chi sta vivendo situazioni simili, sia per chi non conosce la realtà di alcuni contesti e a cui potrebbe essere utile conoscere. Se hai vissuto esperienze personali che ti hanno segnato in modo particolare e che hanno influito sulla tua vita attuale, prova a pensare a come possono essere di aiuto a chi ti ascolterà. Cosa raccontano di te e di quello che sei oggi? Anche in questo caso voglio citarti qualche esempio concreto di podcast. È il sesso bellezza di Giulia di Quilio, attrice e performer di burlesque, parla in prima persona di tabù, rapporto con il proprio corpo e con il sesso, tra ironia e distacco. Il secondo è Lendas, di Loretta da Cosa Perrone, Content Manager e Copywriter italo-brasiliana, che ci porta in un viaggio tra Brasile e Italia tra folclore, leggende e la sua infanzia. Infine, non posso non citare Ponti Invisibili di Teresa Potenza, giornalista ed esperta in Medio Oriente, che racconta la sua vita in Siria prima e durante i primi conflitti di guerra, portando alla luce il suo approccio giornalistico di Slow Journalism. 5. Lasciati contaminare da ciò che leggi, ascolti e osservi I libri sono una grande fonte di ispirazione, soprattutto se riguardano temi specifici sul tuo settore professionale, ma non solo. A volte l’ispirazione non riguarda solo l’argomento in sé, ma anche il modo in cui viene sviluppato o raccontato. Oltre ai libri, anche le serie TV o altri podcast possono rivelarsi scintille per accendere un’intuizione e da trarre l’ispirazione giusta che ti serve per sviluppare l’idea del tuo podcast. Usa poi questi spunti per adattarli al tuo tema e al tuo modo di comunicare. L’importante è che non sia la replica di un altro podcast. 3 idee podcast per liberi professionisti Leggi tutto 6. Ascolta le persone con cui ti relazioni Restando in tema di podcast per il tuo business, pensa a cosa si chiedono i tuoi clienti. Quali sono le domande e gli argomenti più frequenti che ti rivolgono? Sono persone che appartengono ad una profilo preciso che ha bisogni, dubbi o esigenze specifiche? Il pubblico è sempre il vero protagonista del podcast. Ciò significa che è un contenuto che deve essere utile agli ascoltatori non solo a te. Tenendo a mente questo, credi possano esserci curiosità o aspetti che nessuno racconta ma che tu conosci molto bene e che puoi svelare in un podcast? Su questo punto ti porto l’esempio della seconda stagione del podcast Diventare Wedding Planner di Elisabetta Bilei, wedding planner e mentore per aspiranti e futuri professionisti del settore. Nel suo podcast ci porta dietro le quinte del suo lavoro raccontando vere storie di matrimoni con tutti gli imprevisti possibili e di come sono stati gestiti. Insomma una divulgazione resa concreta. 7. Restringi il campo Usa il podcast per parlare solo a un profilo specifico di cliente o interlocutore tipo, oppure per trattare argomenti molto verticali in profondità. Offrirai così un contenuto di alto profilo diversificando la tua comunicazione rispetto ad altri canali esistenti. Potresti approfondire tematiche che tratti nel tuo blog, ma argomentando e integrando i contenuti con interviste, casi studio, contributi audio esterni, storie, aneddoti, curiosità. Addirittura potresti creare una sorta di spin off del tuo blog. In questo modo crei una sinergia con altri canali senza duplicarne i contenuti, ma trattandoli in modo del tutto diverso o focalizzato. Podcast per blogger: le idee per cominciare Leggi tutto 8. Rendi accessibili e fruibili le informazioni A molte persone piace imparare cose nuove, ma non sempre hanno la possibilità di accedere a informazioni attendibili o di qualità su determinati argomenti. Se sei per esempio un giornalista, un divulgatore, uno studioso e hai accesso a fonti o documentazioni divulgabili, non riservate ma che possono diventare di utilità per il pubblico, perché non essere un facilitatore di queste informazioni? Semplificare, rendere chiari concetti poco comprensibili, attingere a fonti autentiche e di valore di cui disponi a beneficio della cultura. Tra questi cito il podcast di Alessandro Barbero, curato da Fabrizio Mele. Una raccolta non ufficiale a scopo divulgativo delle sue conferenze sulla storia. 9. Definisci l’intento della tua comunicazione Riflettere sull’intento comunicativo è un’altra leva per stimolare nuove idee podcast. Con quali finalità vuoi creare il podcast? Educare, informare, formare, diventare opinion leader, intrattenere, ispirare, sensibilizzare su temi sociali, sono alcuni esempi. Forse hai già scelto il tuo tema portante, ma l’idea giusta del podcast potrebbe risiedere nella forma con la quale lo tratti. Il taglio, lo stile, la prospettiva con cui si affronta l’argomento può cambiare radicalmente il progetto e quindi darti la possibilità di sfruttare un’idea già adottata da altri ma con una veste nuova e personale.  10. Sviluppa temi complementari Hai mai pensato di fare un podcast in coppia? Magari con professionisti che operano in ambiti correlati al tuo? Questa è sia un’ottima soluzione per creare un podcast a budget ridotto, in quanto ti consente di ripartire le spese di produzione, sia per offrire al pubblico un contenuto diverso e di grande valore aggiunto. Cerca partner con cui collaborare e che possano ampliare le tue conoscenze o apportare un punto di vista nuovo e correlato al tuo. ConTanti Saluti è uno degli esempi podcast che ha combinato due figure professionali diverse ma complementari. I due conduttori sono Emanuela Rinaldi, sociologa e docente universitaria sui temi legati alla cultura finanziaria, ed Enrico Bertolino, comico ma anche un professionista con anni di lavoro in banca alle spalle. Entrambi si occupano o si sono occupati di finanza, ma grazie alle esperienze diverse pur se affini portano punti di vista nuovi e le idee si mescolano e si contaminano. Conclusioni Questi sono i miei 10 spunti per stimolare nuove idee per il tuo podcast e tirare fuori dal cassetto quel progetto che ancora non ha visto la luce. Nessuno ti vieta di mixare questi consigli, abbinarli tra loro e sollecitare la produzione di altre idee.  Stimolare nuove idee podcast è il primo passo quindi iniziare a lavorare a qualcosa di concreto. E se dopo che hai trovato un’idea volessi sapere se è quella giusta, contattami e ti aiuterò a progettare il podcast adatto a te. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast Business » Corporate podcast: come usarlo nella comunicazione interna aziendale Lo sapevi che gli elementi visivi di un podcast sono importanti? Anzi, lo sono così tanto che non puoi sbagliarli. Devono essere scelti con cura.   Capisco che ti possa sembrare un paradosso accostare l’aggettivo visivo ad un podcast, cioè un contenuto audio. Eppure, sono di fondamentale importanza in quanto sono anch’essi strumenti capaci di ingaggiare i tuoi ascoltatori. In particolare, aumentano la visibilità del tuo podcast sulle piattaforme di ascolto e nei motori di ricerca. Non sono risultati di poco conto. Nel podcast, come in ogni altro mezzo di comunicazione, aumentare la visibilità dei contenuti è strategico in quanto questi rivestono un ruolo centrale nella strategia di digital marketing che abbiamo deciso di adottare. I contentuti sono il cuore. Sono il valore aggiunto che ci permette di avvicinare le persone al nostro brand. Nelle puntate precedenti di Podcast per il Business abbiamo visto come il podcast può diventare un asset del nostro business. Rende infatti i contenuti disponibili e fruibili per molto tempo. Dobbiamo, tuttavia, superare una barriera iniziale. Se sui social network l’utente consuma i contenuti in modo passivo, per mano di un algoritmo che li propone in base ai suoi interessi, nel caso del podcast è l’ascoltatore che sceglie cosa ascoltare in modo consapevole.   Farci scegliere dal nostro ascoltatore è la sfida. Ecco perché in questo articolo voglio svelarti quelli che per me sono tre elementi visivi che non puoi assolutamente sbagliare: titolo;copertina;descrizione. Ingaggiare visivamente i nuovi ascoltatori Il podcast non è un programma radiofonico che passa in diretta a cui assistiamo passivamente. Come quando gironzoliamo per una libreria in cerca di un libro che ci ispiri, anche per il podcast, questi sono gli elementi visivi più importanti grazie ai quali una persona decidere se avvicinarsi a noi.   Potremmo anche aver creato contenuti di grande valore nel nostro podcast ma se non studiamo un titolo accattivante, una copertina che attiri l’attenzione e una descrizione esaustiva capace di incuriosire, beh, ci stiamo giocando un’opportunità.  Io dico sempre che il podcast è un prodotto commerciale a tutti gli effetti. Generalmente gratuito ma pur sempre un prodotto a scaffale che può essere scelto oppure no. Nessun prodotto commerciale si presenta al pubblico senza un nome, senza una veste grafica o un packaging, e tanto meno senza una descrizione che spieghi cos’è e cosa contiene.  1. Il titolo Il titolo del podcast è il naming del nostro prodotto. Esprime l’identità, le caratteristiche e il posizionamento. Trasmette un messaggio immediato. A volte esplicito, altre volte più evocativo ma senza dubbio chiaro e diretto. Porta con sé significati, concetti e sfumature dell’argomento che tratta. Proprio quella linea di colore che potrebbe differenziarci da un altro podcast che tratta il medesimo argomento. A a volte non è semplice scegliere il titolo di un podcast. Un suggerimento è quello di isolare il fulcro del messaggio: l’elemento su cui porre l’attenzione. In poche parole deve racchiudere un concetto immediato. Ecco perché a volte la ricerca del titolo giusto può essere più lunga e difficile del previsto. Spoiler: nelle prossime puntate vedremo anche quali sono alcune caratteristiche di un buon titolo. 2. La copertina del podcast Discorso analogo riguarda la grafica di copertina. Prendiamo sempre come esempio quello che succede con un prodotto commerciale che viene lanciato sul mercato. Quante volte hai sentito parlare dell’importanza che il packaging ricopre nella sua promozione? Non svolge solo un ruolo funzionale. È strategico per il posizionamento e per la comunicazione del prodotto stesso. Deve raccontare al consumatore qualcosa. Essere capace di attrarre e trasmettere un messaggio sensoriale oltre che estetico.  Se parliamo di podcast, il packaging equivale alla sua copertina. Deve essere capace di ingaggiare le persone perché comunica un messaggio e questo deve essere coerente con il significato che vuoi dare al tuo podcast. Penso che la copertina sia l’ingrediente che esplicita ed esalta, allo stesso tempo, il significato del titolo stesso.   Di fatto, la copertina è un elemento visivo assolutamente complementare al titolo, laddove questo non sia di immediata comprensione. 3. La descrizione La descrizione del podcast è in ordine di rilevanza l’ultimo elemento visivo che può catturare l’attenzione dell’ascoltatore. Non per questo il meno importante. È anzi, a mio parere, una parte essenziale di un podcast. Ed è quella immediatamente visibile dopo gli altri due.  Esattamente come quando entriamo in una libreria: prima ci attirano il titolo e la copertina, poi leggiamo la descrizione nella quarta di copertina.  Se quello che c’è scritto ci incuriosisce e ci fornisce quei pochi, ma giusti, elementi per capire se quel prodotto fa davvero al caso nostro, meriterà la nostra attenzione. A quel punto, è fatta.  Dunque, cosa scriviamo nella descrizione del nostro podcast per agganciare davvero l’interesse di un potenziale ascoltatore? Ricordi quando ti ho parlato di value proposition del podcast? In sintesi, la descrizione dovrebbe racchiudere i 3 elementi principali del nostro podcast: il target;l’argomento; la promessa che facciamo all’ascoltatore.  In poche parole, tutto ciò che serve all’utente per sentirsi stimolato all’ascolto. Per cui non c’è niente di più chiaro della value proposition da scrivere nella descrizione che abbiamo a disposizione per far conoscere il nostro prodotto.  Attenzione! Mi riferisco alla descrizione di tutta la serie, non a quella delle singole puntate. Queste ultime, naturalmente, saranno scritte seguendo una logica simile ma si riferiranno essenzialmente all’argomento specifico della puntata in questione.  Ora, per capire quanto questa triade di elementi: titolo, copertina e descrizione possa influenzare o meno la scelta di un ascoltatore, che ne dici di fare anche tu una prova? Vai sulla piattaforme di ascolto che utilizzi abitualmente e scorri, in una categoria di tuo interesse, i podcast che compaiono in elenco. Prova a riflettere su quali di questi cattura di più la tua attenzione.  Poniti queste semplici domande: quali caratteristiche noti? Su cosa ti sei soffermato? Questo è un ottimo esercizio per applicare lo stesso concetto sul tuo podcast se stai pensando di progettarne uno. Tanto più sei nuovo/a nel mondo del podcasting, tanto più devi conquistarti dei nuovi ascoltatori! Tengo a sottolineare che questi tre elementi visivi – copertina, titolo e descrizione – non sono gli unici decisivi per ingaggiare gli ascoltatori e farci scegliere. È ovvio che hanno un impatto altrettanto decisivo la notorietà dell’autore, le recensioni, magari il consiglio di un amico. I 3 elementi visivi di cui ti ho parlato in questo articolo sono, tuttavia, fondamentali sia in fase di progettazione del tuo prodotto audio, sia per capire se quel libro può interessarci oppure no. Ricordi l’esempio della libreria? Bene, adotta questa tecnica anche nel podcast. Se sei interessato a creare un tuo podcast personale, segui tutte le puntate di Podcast per il Business. E se ti va l’idea di conoscermi un po’ di più, passa a trovarmi su Instagram o Linkedin, dove condivido tips su questi temi. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast Business » Corporate podcast: come usarlo nella comunicazione interna aziendale Le descrizioni degli episodi podcast sono spesso trascurate. A volte le si scrivono con poca attenzione, a volte non sono nemmeno presenti. Questo è un vero peccato, perché le descrizioni di un podcast sono uno strumento potente per attirare l’attenzione degli ascoltatori, aumentare l’engagement e, cosa più importante, per migliorare il proprio posizionamento sui motori di ricerca. In questo articolo ti spiegherò a cosa servono, cosa devono contenere e come utilizzarle per ottenere il massimo dei risultati. A cosa servono le descrizioni del podcast “A cosa servono le descrizioni episodi del podcast se poi nessuno le legge?”Una volta mi sono sentita rivolgere questa domanda. Mi sono stupita di questa generalizzazione. Si dava per scontato che le persone non leggono le descrizioni dei podcast né tanto meno quelle dei singoli episodi. “Forse non leggono quelle poco interessanti o poco utili” ho risposto. In ogni caso, questo non è un buon motivo per non scriverle, né tanto meno per non scriverle bene. Vorrebbe dire non sfruttare questo elemento descrittivo per ingaggiare l’utente e ottimizzare i risultati ottenibili dal podcast. A maggior ragione se il podcast è il tuo strumento di marketing. Dunque le note descrittive degli episodi podcast servono a: Creare engagement Orientare l’ascoltatore Dare accesso a informazioni utili e aggiuntive Migliorare il posizionamento sui motori di ricerca del tuo contenuto e del tuo brand. Insieme al titolo e alla copertina, la descrizione del podcast è uno dei tre elementi visivi che non si devono sbagliare in un podcast. 3 elementi visivi che non puoi sbagliare in un podcast Leggi tutto Il podcast è un contenuto che si fruisce in modo attivo, in seguito a un’attività di ricerca e selezione da parte degli utenti sulle app di ascolto. Se un utente non ci conosce e sta cercando un contenuto da ascoltare sulla base di una categoria di suo interesse, a maggior ragione la prima cosa che farà è leggere le descrizioni per poter decidere cosa ascoltare. Per cui, è ancora più importante sfruttare tutti quegli elementi che si hanno a disposizione per attrarre l’attenzione dei potenziali ascoltatori e dare loro ottime ragioni per ascoltarci. Una volta fatto questo, la seconda finalità delle descrizioni degli episodi di un podcast è quella di orientare l’ascoltatore. Cosa significa orientare l’ascoltatore? Significa dire subito di cosa parlerà quell’episodio per metterlo in condizione di capire velocemente se ci sono argomenti che possono interessare. Descrizioni episodi e meta description: le analogie Possiamo paragonare le descrizioni dei singoli episodi alle meta description di un articolo blog. La meta descrizione è un campo specifico che ti consente di personalizzare una piccola sezione della pagina web, in modo che venga letta dai crawler dei motori di ricerca e apparire poi nella SERP. In pratica è quella breve descrizione che leggiamo sotto i titoli degli articoli che Google ci propone tra i risultati di ricerca e sulla base della quale decidiamo se cliccare o meno su quel contenuto. Facendo questa analogia ho estrapolato dei punti in comune tra le due dimensioni. Una buona meta descrizione deve fornire: la sintesi sull’argomento della pagina di riferimento e un motivo convincente per fare clic sul title tag. Se l’utente legge una parola o un elemento ingaggiante che lo attira e lo porta a soddisfare la sua curiosità, la meta description converte. Il processo avviene in qualche secondo: l’utente scorre i risultati e clicca. E il tutto in uno spazio limitato di massimo 160 caratteri. Quindi si tratta di scrivere descrizioni semplici, sintetiche e efficaci. Nel caso delle descrizioni del podcast non ci sono limiti di spazio simili a quelli della meta description. Gli hosting provider più usati in Italia come Spreaker e Anchor ti permettono di inserire anche 4000 caratteri per ciascuna descrizione. Tuttavia è utile sfruttare questo spazio in modo strategico. Come scrivere una descrizione puntata podcast efficace Le prime righe della descrizione sono le più importanti, esattamente come l’incipit di un articolo blog o come le righe di una meta description. È qui che si concentra l’attenzione dell’ascoltatore e che farà scattare l’interesse o meno sull’episodio. Inoltre, visto che abbiamo citato le meta description, le prime righe della descrizione dell’episodio sono quelle che Google rende visibili sulla SERP quando indicizza i singoli episodi del podcast. Per cui giocati bene queste prime due righe. Per cui non fare giri pindarici sugli argomenti. Concentra in due o tre righe ciò che serve: argomento punti principali domande a cui si darà risposta nell’episodio beneficio per l’ascoltatore riferimenti utili. Se si tratta di un’intervista, inserisci anche il nome dell’ospite e in che veste è parte della puntata.  Ecco le tre caratteristiche di una descrizione episodi podcast efficace: Persuasiva: scritta con un tono attraente ed energico, accattivante, usando parole che convertono per far cliccare sul tuo link. Stuzzicare la curiosità di un potenziale ascoltatore con qualche anticipazione del valore che riceveranno. Soprattutto per ingaggiare chi non è già un tuo ascoltatore. Pertinente: non fuorviante. Non puoi scrivere che parli di mele se poi parli di pere. Non disattendiamo le aspettative dell’utente. Completa: deve contenere tutta una serie di elementi che aiutano l’ascoltatore ad accedere subito a ulteriori informazioni che riguardano il tuo business o argomenti correlati. Cosa devono contenere le descrizioni degli episodi podcast A volte è proprio la mancanza di alcuni dettagli a farci perdere delle opportunità. Dettagli che basterebbe integrare o curare con una maggiore attenzione per migliorare drasticamente certi risultati. Gli elementi che deve contenere una buona descrizione episodio podcast sono: BIO: nome, cognome e ruolo. In poche parole presentati brevemente. Fatti conoscere dalla tua audience. Fai capire di cosa ti occupi e in che veste parli di quell’argomento. Contatti: dove ti possono raggiungere gli ascoltatori? Hai un sito web? Qual è il link? Assicurati di inserirli in modo corretto e che siano cliccabili. Risorse aggiuntive: hai menzionato ulteriori risorse nella puntata a cui l’ascoltatore può accedere? Metti tutti i riferimenti utili (bibliografia, citazioni di fonti, ecc.). Link interni: ci sono puntate o articoli correlati all’argomento che citi nell’episodio in questione? Inserisci i link diretti per aiutare l’utente ad accedervi e approfondire altri argomenti. Riferimenti degli ospiti: hai inserito i contatti di un tuo eventuale ospite? Citalo, presentalo brevemente e spiega in che veste lo hai ospitato. Parole chiave o intenti di ricerca pertinenti all’argomento che hai affrontato. Formattazione chiara e che agevoli la lettura. No muri di testo. Riepilogando: come utilizzare le descrizioni degli episodi podcast per ottenere il massimo dei risultati? Sostanzialmente curando il contenuto della nostra descrizione, non trascurando nessun dettaglio.  Dettagli che riguardano lo stile di scrittura, il tipo di informazioni che inseriamo, i link di riferimento, i contatti e tutto ciò che può servire per convertire l’utente in ascoltatore, e trasformare l’ascoltatore in potenziale cliente.  Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast Business » Corporate podcast: come usarlo nella comunicazione interna aziendale L’Aircheck è una tecnica molto usata in ambito radiofonico da parte di speaker, direttori artistici e editori per valutare e migliorare la performance al microfono dei vari conduttori. È un metodo efficace che se svolto con regolarità dà i suoi frutti sulla crescita professionale degli speaker radiofonici. Ti parlo di Aircheck perché è uno strumento efficace applicabile anche al podcast oltre che alla radio. Se sei già un podcaster o sei alle tue prime esperienze e vuoi migliorare la tua esposizione al microfono, in questo articolo troverai spunti pratici per l’auto-apprendimento. Cos’è l’Aircheck L’aircheck consiste nel riascolto della propria performance al microfono. Questo è il metodo più semplice ed efficace per valutare gli aspetti positivi e negativi della tua esposizione orale. È una tecnica importantissima che ti permette di concentrarti sui dettagli e capire cosa va bene e cosa devi migliorare.  Più spesso la applicherai, più riuscirai ad affinare tutti quegli aspetti che impattano sul risultato finale che il tuo pubblico ascolterà. Che tu sia un podcaster in erba oppure già navigato, sei la prima persona che deve riascoltare le proprie puntate con un orecchio critico. È un’attività da fare in fase di post produzione (se te ne occupi tu), ma soprattutto dopo, a distanza di qualche qualche giorno o qualche settimana da che hai registrato la tua puntata. Lasciar scorrere un po’ di tempo, ti permetterà di essere più oggettivo e riuscirai a valutare meglio quei dettagli che magari al momento della registrazione non hai notato e che invece, come vedremo, possono fare la differenza. Questo non significa diventare perfezionisti. Significa sottoporsi a un’autocritica oggettiva per analizzare cosa si può migliorare per diventare podcaster migliori. Cosa significa fare una buona performance al microfono Partiamo dal significato di performance. Cosa intendiamo con questo termine? In linea generale la performance ha attinenza con la capacità di esecuzione di un’attività, con il suo rendimento. Spesso si parla di buona o mediocre performance a indicare i risultati che si sono ottenuti dallo svolgimento di una certa attività. Quando parliamo di podcast, in ultima analisi chi determina se abbiamo fatto una buona performance o una mediocre performance è il pubblico, che come dico sempre è il vero protagonista del podcast. Quando il pubblico gradisce i nostri contenuti, otteniamo riscontri, sotto forma di commenti, interazioni, condivisioni. Oppure, ancora meglio, conversioni se abbiamo creato un podcast come strumento di marketing e se lo abbiamo progettato con dei KPI chiari e definiti. Podcast Marketing: come creare la strategia giusta per il tuo business Leggi tutto Il numero degli ascolti è uno degli indicatori per misurare il livello di gradimento del pubblico, ma non è il più importante. Dunque, avere una buona performance al microfono significa due cose: riuscire a coinvolgere il pubblico e creare un prodotto gradevole all’ascolto In pratica, registrare un podcast che le persone non fanno fatica ad ascoltare, che non annoia, che non disturba dal punto di vista della qualità audio, che non spinga le persone a interrompere l’ascolto perché incomprensibile. Perché è importante valutare la propria performance orale Nella mia esperienza come podcaster professionista, ho incontrato due diversi approcci al podcasting: persone consapevoli dell’impatto che una buona performance ha sulla riuscita del proprio podcast, ma non conoscono gli strumenti per migliorarla; persone senza alcuna consapevolezza della qualità della propria performance al microfono, e soprattutto ignari del suo impatto sul pubblico e quindi sugli ascolti. In entrambi i casi, valutare la propria performance al microfono può fare la differenza sui risultati che puoi ottenere con il tuo podcast, sia in termini di gradimento del pubblico, sia in termini di conversioni, che di nuove opportunità. Il pubblico oggi è molto più attento di qualche anno fa a ciò che ascolta. Non siamo più agli albori del podcasting quando bastava davvero mettersi al microfono, improvvisare qualcosa per fare podcast e magari avere anche dei discreti risultati.  Oggi il numero delle produzioni podcast è aumentato, è aumentata la qualità sia dei contenuti che dell’audio, grazie all’ingresso nel mercato di aziende e realtà più o meno grandi. L’ascoltatore non si accontenta più di ascoltare e basta. Vuole vivere un’esperienza di ascolto piacevole. Il tempo non è una risorsa infinita. Se le persone devono scegliere cosa ascoltare, tra migliaia di proposte, a parità di tematica di interesse ascolteranno ciò che donerà loro l’experience più piacevole. Quindi oggi è molto più importante di qualche anno fa puntare a una buona performance. Serve ad aumentare il tuo indice di gradimento. Ora la domanda è: come fai a capire se stai facendo una buona performance al microfono? Riascoltandosi con metodo. Come applicare la tecnica dell’Aircheck nel podcast Affinché funzioni, il riascolto va fatto con uno spirito critico e mirato al miglioramento continuo. Niente manie di perfezionismo e niente superficialità. Altrimenti diventa contro produttivo. Prenditi il giusto tempo per riascoltarti in tranquillità, anche più di una volta se occorre, e concentrandoti via via su aspetti diversi. Ecco su quali punti soffermarsi: La qualità della tua comunicazione Valuta se la tua comunicazione risulta efficace. Hai trattato gli argomenti in modo logico? Il messaggio che volevi trasmettere risulta chiaro? Oppure è confusionario, pieno di incisi e digressioni che rendono complicato seguire il filo del discorso? È importante questo aspetto, soprattutto se siamo abituati ad andare a braccio e non abbiamo uno script da leggere. In questi casi può essere facile divagare e perdere il filo del discorso. Inoltre, punta l’attenzione sui concetti che hai espresso. Non prendere per scontato che le persone conoscano tutto ciò di cui parli, né il significato di termini specifici che fanno parte del tuo ambito di attività. Anche se il target fosse una nicchia, meglio chiarire i punti. La modulazione della voce Il riascolto ti aiuta a capire se la tua esposizione risulta monotona e noiosa. Com’è il tuo tono di voce? Riesci a dare enfasi ai punti principali della tua argomentazione? Riesci a creare dinamicità con la variazione di tono e di timbro oppure risulti monotono e piatto? Ritmo della voce Se siamo troppo veloci rischiamo di mangiarci le parole, diventare incomprensibili e non dare neanche il tempo agli ascoltatori di recepire e interiorizzare il messaggio. Peggio ancora, rischiamo di trasmettere tensione quando magari non ce n’è bisogno. Le pause sono importantissime per fissare i concetti. Purché non siano troppe e fuori luogo. Essere troppo lenti potrebbe annoiare l’ascoltatore. Quindi se notiamo che all’ascolto il ritmo non è adeguato ai concetti e alle emozioni che vogliamo trasmettere, annotiamoci questi aspetti e facciamo delle prove per migliorare nelle successive registrazioni. Logicità e coerenza Evita di passare di palo in frasca senza dare logicità al pensiero. Ci sono le giuste premesse che aiutano l’ascoltatore a seguire il tuo contenuto? Oppure alcuni passaggi andavano chiariti meglio? Nella nostra testa potrebbe essere tutto chiaro, ma non è detto che siamo davvero riusciti a trasmetterlo in modo altrettanto chiaro per gli altri. Per fare il check di questo punto, il riascolto a posteriori è fondamentale. Manierismi Espressioni automatiche e troppo ripetute come “ehm“, “appunto“, “dunque“, “allora“, “diciamo“, “ovviamente“, ecc ecc, sono pesanti all’ascolto. Il bello del podcast è che si può fare post produzione. Ma se si lavora a priori sulla fluidità di pensiero e di esposizione orale, si risparmiano tempo e fatica. Qualità audio Quanto è piacevole ascoltare la tua voce in cuffia? La qualità audio è buona oppure risulta fastidiosa, poco chiara e disturbata? È un aspetto da non sottovalutare e ne parleremo in un articolo dedicato. Sappi che a volte basta davvero poco per migliorare la qualità della registrazione e del montaggio audio. E quel poco può davvero fare la differenza quando si ascolta un podcast. Competenze chiave per fare un podcast Leggi tutto I vantaggi dell’Aircheck  Ci sono ottimi podcast dal punto di vista del contenuto e del concept, ma poi perdono tutto il loro valore nel momento in cui si tralascia la cura dei dettagli. Manca attenzione nella qualità della registrazione, nell’esposizione orale, nella personalità al microfono, e i risultati tardano ad arrivare. Il perché è molto semplice. Come dicevamo prima, a parità di tematica di interesse, le persone dedicano il loro tempo ad ascoltare qualcosa che offre loro un’esperienza di ascolto piacevole. L’aircheck è il segreto per crescere come podcaster e per far crescere il proprio podcast. Rendere il più possibile quell’esperienza di ascolto piacevole. Ricordiamoci che se stiamo usando il podcast come strumento di marketing a supporto del nostro brand, non possiamo continuare a credere che la qualità non conta. Il nostro pubblico è fatto di potenziali clienti. Come dedichiamo cura e attenzione al feed di Instagram o al sito web e alle grafiche che usiamo sui social, anche la user experience del podcast è importante. Tu sei la prima persona che può fare un’autocritica sul tuo lavoro. Perciò usa l’Aircheck, riascolta tutte le puntate del tuo podcast a distanza di qualche tempo, segna gli aspetti su cui pensi si debba intervenire e poi esercitati per applicare questi miglioramenti nelle puntate successive. Se hai un amico che sai può darti un feedback sincero e onesto, chiedi un parere per migliorare. Cosa possiamo fare insieme Al di là della tua prima analisi, un parere professionale può essere la chiave di volta per migliorare efficacemente la tua performance al microfono. Potrai avere un confronto più ampio e completo da parte di professionisti dell’audio. A questo proposito, come Podstar Media abbiamo un servizio dedicato all’analisi del podcast che si chiama Podcheck e valuta vari aspetti: dalla struttura al format, dal piano editoriale alla qualità audio. Lo scopo è darti un feedback onesto e professionale e fornirti gli strumenti giusti per migliorare la tua performance. Se vuoi saperne di più scrivermi a contattami@estermemeo.it e ti darò tutti i dettagli. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast Business » Corporate podcast: come usarlo nella comunicazione interna aziendale Uno dei principali elementi che costituiscono un podcast è il trailer. Se stai lavorando a un tuo progetto audio, ti sarà utile sapere cos’è e come fare un trailer podcast efficace.  È uno strumento strategico per la promozione del tuo podcast in quanto è l’anteprima della serie audio: ti aiuta a presentare l’argomento su cui verteranno i contenuti e, quindi, ad attirare nuovi ascoltatori. In base alla tua creatività, il trailer podcast può essere essenziale, ricco di sound design, narrato in prima persona o composto da un collage di altre puntate. L’importante è che raggiunga il suo scopo: far dire al tuo potenziale ascoltatore “Si, lo voglio!” e decidere di ascoltarti. Come realizzare un trailer capace di generare questo risultato? Ne parlerò tra poco evidenziando 8 punti essenziali da considerare. Prima, però, voglio spiegarti perché i trailer funzionano e perché dovresti crearlo anche tu. Perché i trailer funzionano? Per rispondere a questa domanda ti racconto un aneddoto che mi riguarda: amo le serie TV e, per un certo periodo, ne sono diventata quasi dipendente, mio malgrado. Ne cominciavo una e restavo letteralmente incollata per settimane sotto l’effetto binge watching che sapeva scatenare, per poi iniziarne un’altra e così via.  Forse ho buttato via tante ore di sonno ma, in realtà, guardando le serie TV ho imparato più di quanto potessi immaginare.  Ho analizzato le strutture narrative, lo sviluppo delle storie e dei dialoghi, la costruzione dei personaggi e, non ultimo, il trailer: l’elemento fondamentale di ingaggio per l’utente che davanti a decine e decine di titoli deve scegliere cosa guardare.  Il tempo passato guardando quei trailer mi ha fatto capire cosa funziona e perché. In definitiva, il trailer serve a: incuriosire e suggestionare gli spettatori;mostrare i dettagli e le scene più coinvolgenti;lasciare intravedere la trama della storia;introdurre i personaggi chiave.  Il trailer podcast ha esattamente la stessa funzione: presentare, incuriosire e coinvolgere; in una parola: promuovere. Rappresenta la tua occasione per farti scegliere (oppure no) dal potenziale ascoltatore che detiene, per così dire, lo scettro del potere. Vediamo ora come fare un trailer efficace. Realizzare un trailer podcast efficace in 8 passi Scrivere un trailer efficace significa preparare la migliore presentazione possibile del tuo podcast. Prendendo spunto dall’esempio delle serie TV da cui ho imparato tanto, ho estrapolato alcuni punti significativi che si possono adattare benissimo anche al podcasting. Questi sono gli 8 passi da sviluppare per realizzare un trailer ben fatto:  presentati e dichiara la tua Value Proposition, chiarendo il motivo per cui una persona dovrebbe ascoltarti;identifica il tuo pubblico e rivolgiti ad esso per catturare la sua l’attenzione, se necessario esplicita chiaramente a chi sono diretti i tuoi contenuti;introduci i personaggi, gli ospiti o un co-host se prevedi che ce ne saranno così come, se racconterai storie che riguardano altre persone, potrebbe essere utile dirlo;anticipa elementi di ingaggio ma evita di inserire troppi spoiler, la regola è rappresentata da “q.b.”, un po’ come per il sale nelle ricette;usa lo storytelling, soprattutto se stai creando una serie narrativa, racconta di cosa parlerai ripercorrendo le tappe più significative di questa storia;destruttura la trama (o l’essenza del tuo piano editoriale), se hai ben chiaro ciò di cui parlerai nel corso del tuo podcast, anticipa le tematiche o gli approcci comunicativi che affronterai;usa la musica della tua colonna sonora in modo da dare un’impronta identitaria al tuo podcast anche dal punto di vista del sound;tieni una durata tra i 90 e 120 secondi, ossia il tempo giusto per incuriosire senza dare troppe informazioni. Inoltre, devi sapere che pubblicando un contenuto minimo di 60 secondi, le piattaforme possono restituire statistiche di ascolto complete.  Spotify, inoltre, da la possibilità di isolare il caricamento del Trailer in modo che sia visibile in cima ad altri contenuti quindi di fissarlo in alto.  Questo passaggio è molto utile affinché il trailer possa essere ascoltato prima degli episodi e, pertanto, senza dover scorrere tutte le puntate.  Ora che ho condiviso con te questi otto punti, penso proprio che potrebbe esserti di aiuto vedere qualche esempio concreto. Puoi prendere spunto dai trailer dei podcast che ho seguito personalmente in qualità di Podcast Coach e che puoi ritrovare in questa playlist. Quel che ti suggerisco, inoltre, è anche ascoltare diversi trailer e fare bene attenzione per capire: cosa ti attira e cosa ti piace meno, quale ti ha incuriosito di più non solo per l’argomento ma anche per la forma e la struttura adottata.  È un esercizio utile perché un buon podcaster è prima di tutto un buon ascoltatore.  Ora puoi metterti al lavoro per costruire il tuo trailer podcast: l’episodio pilota. Se vuoi approfondire ulteriormente l’argomento, ti suggerisco di leggere anche questo articolo, in cui spiego come differenziarsi dalla concorrenza. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Una domanda ricorrente che ancora oggi mi sento rivolgere quando creo un progetto audio riguarda proprio la scelta della musica nei podcast. Il sound è un elemento importante all’interno di una serie audio: determina il mood, crea atmosfera, definisce l’identità e scandisce i ritmi dei contenuti.Senza musica, anche il podcast con il format più semplice sarebbe meno coinvolgente per chi l’ascolta. Se poi pensiamo ai formati narrativi, il sound diventa determinante. Ma come ci si regola con la scelta della musica nel podcast? Immagino che a tutti piacerebbe inserire una canzone famosa nel proprio progetto audio che magari si adatta alla perfezione al contenuto che stiamo creando. Ma, se pur lecito, non è proprio così semplice e forse nemmeno la scelta più consigliata. Ora ti spiego perché, partendo dalle ricerche che ho fatto in tema di diritto d’autore e copyright, per poi darti qualche soluzione alternativa. Cos’è il diritto d’autore Il diritto d’autore e il copyright servono a tutelare le opere creative di valore artistico realizzate dall’autore. Anche se i due termini sono spesso usati come sinonimi, in realtà c’è una differenza. Senza entrare nei meriti giuridici che non sono il mio ambito, possiamo semplificare dicendo che il copyright tutela l’aspetto economico che può derivarne dalla diffusione dell’opera, mentre il diritto d’autore mira a tutelarne la paternità. Il diritto d’autore nasce nel momento stesso in cui viene creata l’opera. Da quell’istante, l’autore ha il diritto di usarla, riprodurla, autorizzare o negarne la riproduzione e distribuirla. In Italia, tale diritto è regolato dalla legge n. 633 del 1941 e la sua violazione può far incorrere in sanzioni, sia civili che penali. Le registrazioni audio e le composizioni musicali, e quindi tutta la musica, rientrano tra le opere tutelate dal diritto d’autore. Il podcast è considerata un’opera derivata dalla legislazione, in quanto è l’unione di più opere d’ingegno, già esistenti o originali, che insieme ne creano una trasformata o adattata. Ma questa trasformazione non libera dalla legge sul diritto d’autore, in nessun caso. Come regolarsi con l’uso della musica nel podcast Considerando quando stabilisce la legge in tema di copyright, hai tre soluzioni: chiedere l’autorizzazione ad usare una musica coperta da diritto d’autorecreare una musica inedita per il tuo podcastusare musica libera da diritti d’autore. Usare nel proprio podcast una musica sui cui vige il diritto d’autore, come dicevo all’inizio, è lecito ma non è sempre la strada più semplice da percorrere. Tieni presente che per farlo devi ricevere l’autorizzazione da tutti gli aventi diritto, ovvero: autore dell’operainterpreti che la eseguonoproduttori fonografici (casa discografica). La liberatoria, necessariamente scritta, deve specificare il tipo di diritto autorizzato e anche la destinazione di quella musica (sigla, colonna sonora, sottofondo). L’autorizzazione va richiesta anche se si tratta di pochi secondi. L’autore, infatti, potrebbe non gradire gli argomenti trattati nel podcast a cui vorresti abbinare il brano musicale da te scelto e quindi negare il rilascio della licenza. Puoi rivolgerti direttamente alla casa discografica per chiederne l’autorizzazione. La procedura spesso è lunga ed è oggetto di trattative tra le parti anche per stabilirne il compenso, per cui è meglio affidarsi ad un esperto. Qui puoi trovare altri utili informazioni per la gestione delle autorizzazioni. Se ti sembra un iter complicato, in effetti lo è, e forse vale la pena considerare le altre due soluzioni. A meno che tu non sia musicista e voglia realizzarti in autonomia un pezzo musicale, puoi optare per la musica libera da copyright. Intervista a Avv. Martina Lasagna su Copyright e Podcast Musica royalty free e Creative Commons La soluzione più frequentemente applicata dai creator per ovviare ai limiti imposti dalla legge sul diritto d’autore è l’uso di musica royalty free o Creative Commons. Nel primo caso, un contenuto royalty free può essere liberamente utilizzato ma bisogna acquistarne la licenza d’uso con un compenso minimo. Nel caso di contenuti Creative Commons, l’autore rinuncia a parte dei suoi diritti e concede l’uso delle sue opere liberamente o con alcune limitazioni. Esistono diversi tipi di Creative Commons (CC) a seconda delle combinazioni di licenza concesse dallo stesso autore. Sono identificate da sigle che ne condizionano i termini di distribuzione. È importante accertarsi del tipo di licenza concessa prima di inserirla nel proprio podcast per non incorrere in violazioni. Ecco l’elenco delle sigle Creative Commons, come le sintetizza Wikipedia, che potresti trovare quando scarichi musica: CC0: pubblico dominio, utilizzabile per tutti gli usi senza limitiCC BY: si può distribuire, modificare e creare opere derivate anche a scopi commerciali a condizione che ne venga riconosciuta la paternitàCC BY-SA: si può usare per le stesse finalità della precedente ma alla nuova opera deve essere attribuita la stessa licenzaCC BY-ND: si può distribuire anche per scopi commerciali riconoscendone la paternità ma non può essere usata per opere derivate (no podcast)CC BY-NC: si può distribuire, modificare e creare opere derivate a condizione che ne venga riconosciuta la paternità, ma non per scopi commercialiCC BY-NC-SA: si può distribuire, modificare e creare opere derivate non per scopi commerciali a condizione che ne venga riconosciuta la paternità e all’opera finale venga attribuita la stessa licenzaCC BY-NC-ND: si può distribuire ma non per scopi commerciali e non per opere derivate (no podcast). Dove trovare musica per podcast Ecco un elenco non esaustivo a cui puoi fare riferimento per scaricare musica o effetti sonori per il tuo podcast. Librerie di musica per podcast gratis: FreesoundAudio library YoutubeDanoSongsFree stock musicPacDVccMixter Librerie di brani a pagamento: JamendoAudiojungleShutterstockEpidemic SoundBeeto music La scelta di usare cataloghi musicali a pagamento rispetto a musica free per podcast sta sia nell’ampia varietà di brani scaricabili che nella qualità della musica stessa. Personalmente uso Epidemic Sound per i miei progetti personali perché ha il vantaggio di poter scaricare separatamente gli stems, ovvero le tracce dei singoli componimenti della melodia (voce, bassi, batteria, ecc.), per un uso ancora più flessibile. Ester MemeoPodcast Coach e Producer. Curiosa tanto per cominciare, ma anche volitiva e tenace. Motociclista per passione, milanese per nascita. Ha stravolto la sua carriera aziendale per dare vita a un suo progetto personale che poi è diventato molto altro. Oggi il podcast è il suo lavoro e aiuta chi inizia da zero a realizzare il suo progetto. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast Business » Corporate podcast: come usarlo nella comunicazione interna aziendale Il corso di podcast marketing Da Zero a Podcast ha questo obiettivo: insegnarti a progettare un podcast che possa diventare l’asset strategico del tuo business. Che tu sia imprenditore o libero professionista o marketer, con questo corso metti le basi per integrare la comunicazione audio nella tua strategia di marketing a supporto del tuo brand. Non è l’ennesimo corso di podcasting che puoi trovare online. Da Zero a Podcast punta all’uso del podcast come strumento di marketing, aiutandoti a definire contenuti che rafforzino il tuo posizionamento. È completo: parti dal mindset, costruisci il progetto, definisci il piano d’opera, impari a usare la voce e a scrivere contenuti adatti all’audio. E porti tutto questo alle orecchie dei tuoi ascoltatori imparando a mettere in piedi un piano promozionale adatto al tuo contesto. Perché un corso di podcast per il business Negli ultimi due anni il mondo del podcasting in Italia è cresciuto parecchio. Il numero di ascoltatori è aumentato, il numero di produzioni è cresciuto, ma soprattutto è cresciuta la qualità dei podcast, sia come contenuto che come esperienza di ascolto. Molte aziende e molti liberi professionisti hanno colto il grande potenziale del podcast come strumento di marketing e iniziano ad avvicinarsi ad esso con grande interesse. Dopotutto si presta molto bene per fare divulgazione, formazione e intrattenimento offrendo al pubblico un’esperienza di fruizione completamente nuova rispetto agli altri canali. Se stai leggendo questo articolo, probabilmente sei interessato a saperne di più. Tuttavia, non basta solo saper creare un podcast. Perché sia efficace per il tuo business è importante che sia progettato sulla base delle tue specifiche esigenze in termini di obiettivi, target, KPI, risorse e budget. Non solo, deve poter contribuire al tuo posizionamento, amplificare l’efficacia degli altri tuoi canali di comunicazione in modo da creare una sinergia vincente. In tal caso, sappi che avrai bisogno di creare un podcast professionale che sia coerente con la tua strategia di comunicazione e avvicini il pubblico giusto.  Su queste premesse nasce il corso di podcast marketing Da Zero a Podcast, che ti aiuterà a sviluppare il prodotto audio giusto per il tuo brand. Chi sarà la tua docente La tua docente sarò io, Ester Memeo. Ho ideato e preparato personalmente tutti i contenuti del corso. In qualità di Podcast Coach e Producer specializzata in podcast per il business lavoro già con liberi professionisti e aziende nella creazione di podcast professionali e nella creazione di strategie di marketing audio. Lavoro e collaboro con importanti brand e agenzie di comunicazione. Uso un approccio strutturato che coniuga progettazione, creatività e marketing, frutto del mix di competenze acquisite in oltre vent’anni di lavoro in aziende multinazionali. Mi sono specializzata in Digital Project Marketing e applico queste conoscenze per sviluppare contenuti audio mirati alla promozione del proprio brand. Sono autrice del podcast Podcast per il Business e co-autrice del libro Come fare Podcast in Biblioteca edito da Editrice Bibliografica. Nel 2022 ho presentato la sezione live del Festival del Podcasting di cui sono anche parte dello staff organizzativo.  Nel corso porto tutta la mia esperienza e competenza unita a un’accurata selezione per i moduli di focus e approfondimento che accrescono il valore dei contenuti stessi. Com’è strutturato il corso podcast Nella versione più completa, il corso di podcast online è composto da 12 moduli complessivi suddivisi in 130 lezioni video, oltre a 7 audio interviste fatte a professionisti esperti su temi attinenti il podcasting. A completare il tutto workbook e materiale pdf di supporto per esercitarsi e lavorare al proprio progetto.  Il video corso segue un approccio metodico e strutturato per fornirti tutti gli strumenti necessari per partire da zero a progettare il tuo podcast. Sono oltre 13 ore di formazione che spaziano dalla strategia fino alla promozione e monetizzazione. Ogni modulo è focalizzato su una specifica area del podcast: definizione della strategia piano di progettazione e struttura del podcast produzione dei contenuti testuali per l’audio uso della voce ed esposizione al microfono uso e scelta degli strumenti piano promozionale strumenti di monetizzazione. Il programma Il programma include anche un focus specifico su: SEO e Podcast, per migliorare il posizionamento dei tuoi contenuti sui motori di ricerca un modulo dedicato all’uso di Reaper, un software professionale di editing audio un modulo per imparare a creare un set professionale low budget per creare i tuoi video podcast.  Il tutto in lezioni video che puoi seguire da qualunque device, tutte le volte che vuoi. E per completare la proposta formativa, troverai anche 7 audio interviste a professionisti esperti per approfondire tematiche come: diritto d’autore e aspetti legali gestione delle interviste in modo professionale uso dell’advertising per promuovere il podcast come creare un libro partendo dal podcast e due casi studio su: come promuoversi usando LinkedIn con l’autore di LinkedIn Mindset, Luca Bozzato come usare il podcast per lanciare un proprio servizio con l’autrice di Diventare Wedding Planner, Elisabetta Bilei. Cosa saprai fare dopo il corso Da Zero a Podcast è pensato soprattutto per aiutarti a creare un prodotto di marketing e a progettarlo in funzione della tua dimensione professionale. Non è un tutorial prettamente tecnico, perché non basterebbero tredici ore di formazione per diventare esperti di editing e montaggio audio. Al suo interno, tuttavia, troverai due moduli sull’uso degli strumenti: per poter scegliere l’attrezzatura giusta e imparare a fare un semplice montaggio audio usando Reaper come Digital Audio Workstation.  Ecco quali sono le attività che imparerai seguendo il corso Da Zero a Podcast: Costruire da zero la strategia per il podcast adatta al tuo business Creare un progetto sostenibile e in linea con gli obiettivi di marketing Sviluppare l’idea e creare l’intera struttura del podcast Impostare un piano editoriale in ottica SEO Scrivere contenuti adatti all’audio Usare le tecniche per parlare al microfono Analizzare dati e statistiche Registrare e montare un file audio da caricare online Gestire le interviste in modo professionale Districarti tra gli aspetti legali in tema di copyright Creare un set low budget per video podcast Scegliere la strumentazione Promozione e monetizzazione del podcast. Insomma strategia e pratica per sviluppare il tuo primo podcast marketing.  Come ottenere il corso di podcast marketing Trovi tutto il programma, i dettagli e le specifiche del corso in questa pagina dedicata dove potrai scegliere uno dei 3 livelli proposti: Livello Start: i primi 9 moduli del corso con tutte le basi per creare e pubblicare il tuo podcast Livello Pro: tutti e 12 i moduli del corso oltre a 7 audio interviste Livello Top: tutti i contenuti del modulo Pro oltre a due ore di consulenza one-to-one con me e l’accesso al gruppo Telegram riservato ai miei studenti per tutto il 2023. Convenzioni Se sei socio Assipod, Associazione Italiana Podcasting, allora ti farà piacere sapere che a te è riservata una convenzione speciale. In questo caso, scrivimi direttamente e ti darò tutte le informazioni per ottenere l’offerta a te riservata. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Ne avrai trovati tanti in rete, ma ho pensato di stilare la lista dei 10 più importanti consigli per iniziare a fare podcast, frutto della mia esperienza. Lo spunto mi è venuto ascoltando le domande di molti aspiranti podcaster o podcaster alle prime armi. Se questo mondo ti affascina, le risposte che troverai in questo articolo saranno utili anche a te. Quali sono dunque i 10 consigli per fare podcast? Definisci i tuoi obiettivi e il target Rendi chiara la tua Value Proposition Stabilisci quanto tempo ti occorre per fare podcast Ascolta altri podcast Definisci un piano editoriale Crea un Trailer Scegli l’attrezzatura più adatta al tipo di podcast Distribuisci il podcast su tutte le piattaforme audio Stabilisci dei KPI e monitora e statistiche Promuovi il tuo podcast Vediamoli uno per volta! Da dove partire per fare un podcast? Nel mio lavoro mi occupo di podcast marketing per il personal branding o per le aziende che vogliono promuoversi con i contenuti audio. Quindi parto sempre da un progetto. Questo approccio e i consigli che troverai di seguito sono validi anche se vuoi semplicemente iniziare a sperimentare il podcast per divertirti. Fare un progetto potrebbe sembrarti esagerato, ma ti assicuro che il tempo investito in questa fase ti eviterà perdite di tempo successive. Se vuoi approfondire la parte di progettazione, ho scritto un articolo più dettagliato su come fare un podcast partendo da zero. Per comprendere meglio le dinamiche, possiamo suddividere le attività in step. Le 4 fasi di creazione di un podcast sono: Progettazione Realizzazione Distribuzione Promozione. I 10 consigli per iniziare a fare podcast si basano su queste fasi. Eccoli! 1. Definisci i tuoi obiettivi e il target Due domande a cui dovrai rispondere prima di iniziare un podcast: cosa vuoi ottenere a chi vuoi parlare. Sapere quali sono i tuoi personali obiettivi ti aiuterà a focalizzare gli sforzi e le scelte editoriali. Potrebbe trattarsi di brand awareness, promuovere un tuo prodotto o servizio, sensibilizzare su un tema sociale, trovare nuove collaborazioni, inserirti in un mercato nuovo, presidiare nuove piattaforme, o anche semplicemente per divertirti. In ogni caso, conoscere il tuo “perché” è fondamentale per partire. Individuare il target è diretta conseguenza. Uno stesso argomento puoi affrontarlo in modi differenti a seconda delle persone a cui ti rivolgi. Che siano professionisti del settore, partner o una nicchia, ti servirà per declinare il piano editoriale e il format. 2. Rendi chiara la tua Value Proposition Prova a scrivere in 10 parole di cosa tratta il tuo podcast e perché qualcuno dovrebbe ascoltarlo. Questo aiuterà i potenziali ascoltatori a sceglierti (oppure no) avendo ben chiaro il beneficio che ne trarranno. Potrai inserire la tua value proposition nella descrizione della serie sulle piattaforme di ascolto oppure usarla come sigla di apertura. 3. Valuta quanto tempo puoi impiegare a fare podcast Questo è uno step essenziale perché determina le scelte relative a format, durata degli episodi e cadenza di distribuzione. Una cosa che premia è la costanza e il rispetto della cadenza. Quando i tuoi follower sanno che ogni giovedì pubblicherai una puntata, se l’aspetteranno. Se nell’organizzazione qualcosa non funziona, il rischio è di non soddisfare le aspettative.Ma soprattutto a lungo andare potrebbe diventare oneroso portare avanti il tuo progetto. Calcola bene i tempi per scrivere i contenuti, selezionare gli eventuali ospiti, registrare e post-produrre il podcast. Ti servirà. 4. Ascolta altri podcast Probabilmente sei già un ascoltatore di contenuti audio, ma in questo caso l’ascolto che ti consiglio per iniziare a fare podcast è selettivo. Per creare un tuo progetto, ascoltando altri podcast puoi capire cosa ti piace e cosa non ti piace a livello di format, sound design, impostazione, mood colloquiale.Ma soprattutto ti servirà sapere se e come i tuoi concorrenti stanno affrontando lo stesso argomento. 5. Definisci un piano editoriale Se hai già chiari obiettivi e target, sarà più semplice pensare al piano editoriale. In un’ottica di marketing, potresti sfruttare i contenuti per creare un funnel in cui accompagnare i tuoi ascoltatori pian piano verso obiettivi di business più concreti. Nel prepararlo, pensa anche a titoli esplicativi che aiutino a identificare l’argomento trattato. Nell’articolo SEO e Podcast, troverai utili spunti per creare un piano editoriale più efficace. Non dimenticare di inserire delle call to action per invitare i tuoi ascoltatori a seguirti sulle piattaforme di ascolto o conoscere altri tuoi contenuti. 6. Crea un Trailer Proprio come per un film o una serie TV, il trailer serve a dare un’anteprima di ciò che l’ascoltatore troverà nel podcast. Un breve episodio della durata da 1 a 3 minuti sarà sufficiente. Alcune piattaforme di ascolto, come ad esempio Spotify, permettono di inserirlo in alto prima di tutte le altre puntate, così da non perdersi con tutti gli altri titoli. 7. Strumentazione e software L’ho messo solo al settimo posto perché in realtà la scelta della strumentazione per un podcast deriva da tutto quanto hai stabilito in precedenza. Non esiste la strumentazione migliore in assoluto. Esiste la strumentazione giusta per il tuo progetto. A seconda del format, del numero di voci, dell’ambiente in cui registrerai, e dell’esperienza che hai, sceglierai microfono e software più adeguati. Le alte fasce di prezzo non sono la discriminante per avere un buon prodotto. Spesso è sufficiente solo scegliere la tipologia più adeguata alla tua esigenza. Così come esistono software gratuiti per editare le tracce audio, tra cui Audacity, che fanno egregiamente il loro lavoro. 8. Distribuzione del podcast Per distribuire un contenuto audio c’è bisogno di un host che crei un feed RSS contenente tutte le informazioni del tuo podcast: titolo, autore, copertina, titoli episodi, ecc. L’host a sua volta invia alle piattaforme di ascolto (come Apple podcast, Spotify, Google Podcast) il feed per la distribuzione. Una volta caricato il podcast sull’host, l’iter di distribuzione avviene in automatico in base agli slot di raccolta dati che le piattaforme schedulano per l’aggiornamento. Ciò vuol dire che se carichi un episodio sul tuo host alle 7 del mattino, è probabile che debba passare qualche ora per vederlo su tutte le altre piattaforme. Tieni conto di questo scostamento temporale quando vuoi pubblicizzare una nuova puntata di podcast ai tuoi follower. Io ad esempio pubblicavo le mie puntate al mattino alle 6 e poi inviavo la newsletter ai miei follower alle 8. In questo modo le piattaforme erano tutte già allineate. 9. KPI e dati statistici Come fai a conoscere le performance del tuo podcast? L’host e le singole piattaforme danno accesso ai dati statistici dell’intera serie e dei singoli episodi, in modo più o meno gratuito.Al di là del numero di ascolti (che non sono altro che vanity metrics), si possono conoscere il numero di ascoltatori unici, le demografiche, la retention di ciascun episodio, i device utilizzati, la geolocalizzazione e persino le parole chiave con cui ti hanno trovato e la musica ascoltata di tuoi utenti. L’host fornisce i dati aggregati di tutte le piattaforme. Invece, per accedere alle statistiche dettagliate per ciascuna di esse, basterà caricare manualmente solo la prima volta, il feed RSS su ogni piattaforma principale. Avrai così accesso ad una dashboard con tutte le performance. Conoscere questi dati è importante anche per definire eventuali strategie di comunicazione e promozione del tuo business su altri mezzi di comunicazione. 10. Promuovi il tuo podcast Un contenuto, qualunque esso sia, va promosso con un altro contenuto. È un dato di fatto. Considerando che la discovery del podcast non è così semplice e performante come per un contenuto web o social, dovrai attivare tutte le leve possibili per farlo conoscere e stimolare l’ascolto.Se hai un sito web potresti creare una landing page per embeddare i file audio e integrare con articoli di blog un estratto testuale della puntata. Puoi usare la newsletter per comunicare l’uscita di nuovi episodi. Ma soprattutto puoi usare i social per condividere le puntate del tuo podcast. Ma in definitiva, ti consiglio di approfondire altri modi su come promuovere un podcast in modo efficace. La scelta dei social su cui promuoverlo dipende molto dal tuo tipo di audience: dove passa maggiormente il suo tempo? Potresti anche diversificare considerando che ciascun social ha logiche e strumenti diversi.Ad esempio Facebook, Linkedin e Telegram ti consentono di inserire nei post direttamente i link di ascolto. Instagram ha la connessione diretta con Spotify che ti consente di condividere nelle stories la singola puntata o tutta la serie con un clic.Se invece vuoi stimolare la tua community e renderla partecipe del tuo progetto, si sta rivelando efficace anche Clubhouse. Consiglio bonus per iniziare un podcast Non demoralizzarti e divertiti! Questo è l’ultimo suggerimento che mi sento di darti. Come tutte le cose, all’inizio è tutto molto complesso. Ma chi ben comincia è a metà dell’opera per davvero. Se stai pensando di iniziare a fare un podcast e vuoi un supporto per una o più attività di cui ho parlato, forse posso aiutarti! Ester MemeoPodcast Coach e Producer. Curiosa tanto per cominciare, ma anche volitiva e tenace. Motociclista per passione, milanese per nascita. Ha stravolto la sua carriera aziendale per dare vita a un suo progetto personale che poi è diventato molto altro. Oggi il podcast è il suo lavoro e aiuta chi inizia da zero a realizzare il suo progetto. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » Podcast Business » Corporate podcast: come usarlo nella comunicazione interna aziendale Il branded podcast è uno strumento di marketing strategico per creare una narrazione di successo del proprio brand. Negli ultimi due anni, diverse aziende innovatrici hanno varcato la soglia della comunicazione audio, esplorando il potere comunicativo del racconto per avvicinare le persone al proprio brand in modo autentico e più intimo.  Nello scenario globale, tuttavia, sono ancora relativamente poche le aziende che comunicano attraverso lo storytelling e, ancor meno, quelle che usano il branded podcast per fare narrazione d’impresa e accrescere la propria brand awareness. Perché è così difficile per le aziende farlo e quali sono le leve che possono attivare tramite il podcast aziendale per avvicinare le persone al proprio brand? In questo articolo leggerai il punto di vista di un’ospite che della narrazione di impresa e della comunicazione audio ne ha fatto una professione. Ho avuto il piacere di conoscerla durante l’ultima edizione del Festival del Podcasting: umanista, Corporate Storytelling Strategist, Fondatrice delle agenzie “Pensiero Visibile” e “Storie Avvolgibili” che si occupano di branded podcast e storytelling, nonché autrice del libro “Podcast Marketing”. Intervista a Gaia Passamonti: fare storytelling con il branded podcast Chi è Gaia Passamonti e come sei arrivata dove sei oggi? “Diciamo che la prima parola che hai utilizzato per presentarmi, umanista, è quella che ha dato il via a tutto il mio percorso professionale. Faccio parte di quella che una volta era ritenuta la “categoria debole”: laureata in lettere antiche, quindi, con pochissime possibilità di lavoro.  In realtà, per me questa è stata un po’ una molla. Avere da sempre una passione e una curiosità verso il mondo della narrazione e verso tutte le discipline culturali, mi è servito nel mio percorso professionale. È stato anche uno stimolo per dire “Ok, in realtà posso fare anche dell’altro, che magari non è previsto dai percorsi tradizionali”.  Dopo un periodo nell’editoria, che mi è stato assolutamente utile anche per il podcast, ho iniziato a lavorare nella comunicazione nel 2000, prima in agenzie di comunicazione altrui e poi insieme a un socio fondatore.  Sostenevo l’idea che la narrazione fosse la leva principale per la comunicazione di oggi e portare la narrazione e lo storytelling in audio, è stato un passaggio naturale.  Nel 2015 (in tempi non sospetti!) abbiamo avuto l’opportunità di acquistare uno studio di registrazione a Verona che stava per essere dismesso. Ricordo benissimo Alessandro, il mio socio, quando venne da me e mi disse “Abbiamo questa possibilità, cosa ne dici?”. Veniamo entrambi da percorsi professionali di organizzazione di festival musicali e dal mondo della radio. È nata, quindi, l’idea di utilizzarlo per fare storytelling in audio. Dopo diversi anni, nel 2020, il servizio di creazione di podcast per le aziende è diventato un brand a tutti gli effetti.” Quando hai capito che il podcast era un media potente per poter fare narrazione di brand? “È accaduto nel 2015, organizzando il festival “Storie da raccontare”: tre giorni di storytelling dal vivo, narrazioni live. Vedere come le persone venivano catturate da questa tipologia di racconto a voce ci ha convinti ancora di più che l’audio parlato fosse un mezzo molto potente.  Successivamente, nel 2018, abbiamo visto che anche in Italia il mondo dei podcast cominciava ad avere una sua fisionomia. Proprio in quell’anno, esattamente a novembre, ricordo di essere andata agli “United States Podcast”: un evento che approdava in Italia per la prima volta e che radunava un po’ tutto il mondo podcast. Ho capito che valeva la pena puntare su questo progetto in maniera più decisa perché poteva essere un progetto con una sua struttura autonoma.” Brand activism e la comunicazione aziendale oggi Gli ultimi due/tre anni hanno un po’ ridisegnato la comunicazione dei brand. Si parla spesso di Brand Activism, in cui gli obiettivi economici sono sempre più correlati alle azioni concrete che i brand possono mettere in atto in ambito sociale o ambientale. L’attenzione delle persone all’impatto che un’azienda ha sulla società e l’ambiente, è crescente. A tal proposito, quali sono i bisogni comunicativi delle aziende di oggi? Hai riscontrato una differenza rispetto al passato? “È una domanda tanto interessante quanto complessa e cerco di sintetizzare, partendo dal tema del Brand Activism. Per le aziende significa prendere posizione rispetto alle grandi tensioni culturali e farlo in maniera credibile. Diversamente, si tratta solo di social washing e non funziona. Il tema dell’essere autentici, parlare di valori in maniera reale e concreta anziché per slogan, appartiene al Corporate Storytelling da sempre. All’inizio della mia carriera, ho fatto un Master con Andrea Fontana, uno storyteller che mi ha davvero aperto un mondo. Come persona del mondo della comunicazione aziendale, ho unito questi due aspetti per creare la narrazione d’impresa.  Essere autentici, prendere posizione e trovare un capitale narrativo autentico: questo è il minimo necessario per poter creare un racconto di impresa che sia efficace. Oggi mi sembra che, da un lato, ci sia tanta paura e confusione che portano molte aziende a fare addirittura un passo indietro, dall’altro, ce ne sono altre che finalmente hanno capito davvero cosa significa l’autenticità e prendere posizione.  Ricordo, all’inizio della pandemia, il panico dei miei clienti che non potevano parlare solo di prodotti perché sembrava quasi fuori luogo. Improvvisamente, hanno capito che si poteva parlare di valori, di temi più alti, di etica, di cosa le aziende fanno per il mondo seppur nel loro piccolo.  “In un podcast, o racconti storie o sei capace di creare una narrazione”. Credo che i branded podcast siano un catalizzatore perché, come dico sempre, “in un podcast, o racconti storie o sei capace di creare una narrazione”. Oggi, tutti vorrebbero fare tutto. Molte persone vogliono fare un podcast perché pensano che sia la cosa che farà la differenza, che li farà distinguere ed essere più visibili. In realtà, affrontare un progetto di podcast è un viaggio abbastanza complicato, se vogliamo che venga ascoltato davvero.” Qual è la perplessità o la resistenza che ancora oggi riscontri nelle aziende quando si parla di branded podcast e come si approcciano a questo mezzo? “L’approccio di chi mi contatta è entusiasta perché il podcast è un mezzo nuovo. Quasi tutti conoscono le statistiche e sanno che viene ascoltato per lungo tempo, crea community e tanta relazione. Gli uffici marketing hanno capito l’efficacia e l’utilità che può avere. D’altro canto, è un tema che viene approcciato in maniera un po’ facile, con la stessa modalità con cui ci si avvicina ai canali social o al sito.  Si tende a credere che l’idea sia “Facciamo l’introduzione e poi l’intervista all’amministratore delegato e al cliente”. Di per sé potrebbe anche andare bene, ma in quanti ascolterebbero un podcast del genere? Perché se il podcast è uno strumento che può allargare il nostro pubblico e creare relazioni con le community, allora dobbiamo parlare di cose che interessano ai nostri ascoltatori. Bisogna conoscere chi sono gli ascoltatori e riuscire a creare un mondo narrativo in cui coinvolgerli. È qui che diventa più complicato. Non molti sono pronti a fare questo ragionamento e nemmeno a porsi queste domande – cosa che io, come agenzia di comunicazione, devo fare.  Se vendessi e realizzassi un podcast che ascolterebbero in tre, inizierebbero i rumor sul fatto che i podcast sono belli ma non servono a niente. Secondo me, il rischio che corriamo nel prossimo periodo è che si crei questa bolla, un po’ come successe all’inizio con i siti e i social. Tutti lo vogliono fare e tutti lo fanno solo che, se non c’è ROI, il mezzo viene accantonato immediatamente e sarà un gran peccato.” Gli elementi di successo di un branded podcast  Quanto è importante la partecipazione e il coinvolgimento del brand nella riuscita di un progetto di branded podcast? “Assolutamente importante. Infatti, per affrontare questo tipo di progetti, ci vuole tanto commitment da parte sia di chi li produce sia da parte dell’azienda che lo commissiona.  Io stessa sento una grandissima responsabilità nell’educare, nello spiegare e nel non lasciarsi sedurre dall’idea di vendere branded podcast senza considerare cosa succederà domani. Siamo davanti a un mercato che si sta aprendo, che è ancora embrionale, quindi è responsabilità di tutti farlo funzionare in maniera sana.  D’altro canto, le aziende devono mettersi in gioco sia nell’ascoltare la consulenza ma anche nell’aprirsi. Quel che accade nei progetti di storytelling, accade anche in quelli di podcast. Quindi, essere sinceri quando bisogna prendere posizione.  Alla fine le persone ascoltano racconti di cui condividono il punto di vista o i valori, quindi le aziende non possono creare dei contenuti che sono solo di facciata. Devono effettivamente mettersi in gioco con dei contenuti e prese di posizione autentiche e concrete. Cosa che, chiaramente, è ancora molto difficile.  In Italia, noi siamo abituati a mantenere un certo formalismo. C’è diffidenza rispetto al fatto di dire le cose come stanno ed essere autentici. Rispondendo alla tua domanda, il racconto è sempre responsabilità di chi lo emette.” Qual è il progetto di branded podcast a cui sei più legata e quali sono stati gli elementi che lo hanno reso tale? “Il mio preferito in assoluto è un podcast che si chiama “Cartografie”, realizzato per un’azienda che si occupa di informatica, esattamente di dashboard per tracciare la merce on line. Apparentemente, un tema che sembra poco romantico. L’elemento davvero fondamentale è stata la massima fiducia nel dirci “Vogliamo fare un grande podcast, vogliamo farlo con voi. Vi lasciamo totale libertà nel proporci la narrazione, il tema e come realizzarlo”.  Ciò ci ha permesso di realizzare un progetto di storytelling da manuale, per così dire. Abbiamo creato un ponte narrativo tra un’azienda che accompagna le persone nel loro viaggio, attraverso i media digitali, e persone tendenzialmente curiose, che hanno voglia di essere ispirate e di allargare i loro orizzonti. Il tema narrativo è nato spontaneamente: quello, appunto, della cartografia e delle storie delle persone che, per prime, hanno disegnato le mappe dei territori. A fare da sfondo, c’è la storia di George Everest che, per primo, ha tracciato l’altezza del monte Everest e gli ha dato un nome. La storia di Cassini, che ha disegnato una delle prime mappe della Luna attraverso la sola l’osservazione; la storia famosissima del Ryback che ha disegnato la mappa della metropolitana di Londra e tante altre ancora. Devo dire che questa metafora è stata davvero molto produttiva. Inoltre, abbiamo associato degli interventi di contributors esterni, ai quali non facevamo domande relative ai prodotti o all’azienda ma chiedevamo cosa fosse per loro una mappa. Abbiamo cercato di portarli in un territorio molto più ampio e filosofico, se vogliamo.  Il podcast ha avuto molti ascolti ma, al di là di questo – che non è la cosa principale nel mondo del podcast – ha portato l’azienda ad essere considerata e attirare l’attenzione di realtà che, diversamente, non si sarebbero avvicinate al loro brand. Ha elevato il posizionamento dell’azienda per cui è il caso di dire che l’obiettivo del lavoro è stato proprio raggiunto.” Evoluzioni del podcasting nei prossimi tre anni Azzardiamo un’evoluzione del podcasting nel prossimo futuro: quale scenario potrebbe prospettarsi, secondo te, da qui ai prossimi 2-3 anni, e cosa manca oggi al podcast che potrebbe fare la differenza in futuro? “Questa è la bella domanda sulla quale mi interrogo quotidianamente. Quello che vedo e che ho visto accadere in quest’ultimo anno, è stata l’entrata in campo di player molto grossi, che stanno cercando di dividersi tra loro grosse fette di ascoltatori.  Da una parte è una cosa positiva perché è legata all’aumento degli ascoltatori. Dal 2018, infatti, gli ascoltatori di podcast crescono ogni anno di circa un milione e mezzo. È, quindi, una tendenza molto promettente. Dall’altra parte, è anche vero che siamo ancora abbastanza distanti dall’avere una quantità di ascoltatori come gli Stati Uniti o i paesi anglosassoni. Significa che c’è ancora tanto, tanto mercato di ascoltatori da creare e ci sono realtà che hanno la forza di promuovere i podcast e fare campagne pubblicitarie nazionali, cosa che torna utile a tutti. Quello che mi impaurisce è la standardizzazione. Il podcast è un territorio estremamente creativo e libero, in cui i format e le forme espressive erano davvero (e lo sono ancora, in parte) non codificate. C’è ancora un mondo con tanta libertà. Per esempio, in una serie podcast, gli episodi possono avere durata differente, cosa che in altri ambiti non sarebbe possibile. Temo che questo grande entusiasmo, questa grande spinta, crei velocissimamente degli standard e che subentreranno regole come “Le dieci regole per fare il podcast perfetto”, ecc…  Spero che, di contro, ci sia una spinta da parte di tanti Podcaster indipendenti che abbiano ancora voglia di sperimentare, di fare, e che non siano fagocitati o schiacciati dalle realtà più grandi. Quello che probabilmente accadrà, sarà un affinarsi del gusto del pubblico e, magari, una maggiore selezione rispetto a prodotti più amatoriali che, a mano a mano, saranno destinati a venir meno.” Conclusioni Sono sicura che il prezioso contributo di Gaia Passamonti ti abbia dato modo di riflettere su molteplici aspetti del branded podcast, oltre a comprendere il potere che questo strumento può rivestire nella comunicazione.  Se ancora non lo conosci, ti suggerisco di leggere il suo libro “Podcast Marketing”, edito da Hoepli. È un vero e proprio manuale per creare una content strategy di successo attraverso il podcast. Inoltre, puoi seguire Gaia Passamonti anche tramite il sito di Storie Avvolgibili e Pensiero Visibile. Un tema molto importante che ha trattato nelle sue risposte, è quello dell’essere autentici nel comunicare al proprio pubblico. A tal proposito, ti invito a leggere anche l’intervista ad Assunta Corbo, che verte proprio su cosa significhi essere autentici oggi, nell’era digitale. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Network Mixology significa letteralmente “mischiare i propri contatti”. Umberto Gini non solo è bravo a mixarli per far crescere opportunità ma è prima di tutto un vero maestro in quella che è l’arte della gestione di contatti. Esatto, saper mantenere viva la propria cerchia di conoscenti, è infatti un’arte. Farlo in modo genuino non è una cosa da tutti e ancora meno scontata. Chi è Umberto Gini? Eclettico e vulcanico, appassionato di canottaggio, nato a Palermo e, dopo aver vissuto e fatto esperienze lavorative in diverse città, approda a Milano dove arriva a dirigere un’agenzia assicurativa e avvia una start up nel mondo del food. A sua detta, però, le start up più riuscite sono Virginia e Lorenzo: i suoi due figli. Come si gestisce la propria rete di contatti? Te lo racconto in questa recensione. Trama di Network Mixology La trama è prettamente autobiografica in quanto Umberto parla della sua rete di contatti raccontando anche l’incontro da cui ognuno di essi è nato, così come l’amicizia che spesso ne è seguita. La sua natura effervescente (lo immagino proprio così) di animatore della festa e risorsa con le idee chiare – e tante – viene fuori già quando da adolescente decide di fare il PR per le discoteche. Da qui l’indipendenza economica che lo sprona a viaggiare, insieme alla voglia di conoscere e di “fare marketing” nella vita – risposta che dà al titolare del negozio in cui a 18 anni lavora come commesso alla domanda “Ma tu, da grande, cosa vuoi fare?” – diventano terreno fertile in cui Umberto inizia incessantemente e con costanza, una semina che si rivelerà preziosa. Uno spirito imprenditoriale innato che lo porta a diventare socio di un negozio prima, agente generale di un’agenzia assicurativa poi, e al contempo fondatore di alcune start up, per esempio nel mondo del food. L’esigenza di scrivere questo libro, nasce in Umberto durante il lockdown in piena emergenza nel 2020. Lo scopo è quello di analizzare criticità e, in particolar modo, opportunità che possono nascere durante un periodo che ci ha segnati tutti e plasmati, profondamente, sia dal punto di vista professionale che personale. Network Mixology è un excursus tra settori, imprenditori, persone e aziende di successo, che hanno carpito ogni piccolo e grande cambiamento del mercato. I capitoli vedono quindi la collaborazione, sotto forma di intervista e riflessioni, di diversi personaggi, mentori e amici, che hanno contribuito alla formazione di Umberto. Non in ordine di apparizione, parliamo di: Mauro Messina Head of Content per Diesel, Massimo Pappalardo Area Marketing Manager Americas per Nutella Spread & Snacks, Antonio Civita CEO di Panino Giusto, José Rallo di Donnafugata, Anna Li Vecchi Mindfullness and MBSR Teacher, Alessio Brusemini Co-Founder di OSA Community. Ogni capitolo è illustrato da un’opera dell’artista Paolo Troilo. Anche questo è un indizio di come Umberto Gini reputi utile (e quasi indispensabile) mixare le sue conoscenze e i contatti, in questo caso con lo scopo di arricchire il lettore. Io mi sono sentita proprio così. Te ne parlo meglio nel paragrafo seguente. La mia recensione Mi è piaciuto Network Mixology di Umberto Gini? Assolutamente sì. Quando leggo un libro cerco di entrare in empatia virtualmente con chi lo ha scritto. Istintivamente, cerco punti in comune o linee di pensiero differenti che possano arricchirmi. Umberto mi si è materializzato nella mente come una persona che crede nell’impegno, nella disciplina e nella condivisione. Già la dedica di cui ha voluto omaggiarmi in prima pagina aveva toccate le mie corde della tenacia e della forza di volontà. “A Francesca, gli appassionati di ciò che fanno, trovano sempre una soluzione. Umberto”. In un periodo così difficile, denso e vischioso, pesante e nero come la pandemia, mantenere vivi i propri contatti condividendo un articolo a loro utile, parlare all’uno dell’altro sperando che nascano collaborazioni, mescolarli virtualmente, ho trovato fosse un qualcosa di smart. Network Mixology a mio parere esprime la vera essenza del concetto di “fare rete” di cui ho sempre sentito parlare. Non è un libro autocelebrativo o puramente promozionale. Contiene anzi al suo interno e su un sito dedicato gli strumenti utili per tenere traccia della propria lista di contatti e gestirla in modo lucido ed efficiente. Ciò non si riduce al sapere chi contattare per chiedere il tal favore. Significa piuttosto alimentare questa rete chiedendosi spesso: come posso essere utile a questa persona?Conosco qualcuno che possa dargli spunti utili nel suo business?Ho letto questo articolo interessante, potrebbe esserlo anche per qualcuno di loro? Nella mia esperienza personale è successo proprio così. Da aspirante stratega mi sentivo spesso a disagio in questo pseudo-ruolo tuttavia quando ho iniziato a dimenticarmi di chiedere e ho iniziato a fare qualcosa di utile per gli altri, senza l’esigenza di un ritorno tangibile e a breve termine, la magia è avvenuta. A chi consiglio Network Mixology? A tutte quelle persone che pensano di non conoscere nessuno o che conoscono tante persone ma non trattano la propria rete di contatti come un elemento vivo e reciprocamente utile. Imprenditori o imprenditrici, aspiranti tali, impiegati, studenti. Non vi è differenza. Le opportunità nascono dalla condivisione, iniziamo noi per primi. Frasi da non dimenticare di Network Mixology “C’è una bella frase che dice se sei la persona più intelligente nella stanza… allora sei nella stanza sbagliata! L’imprenditore deve ambire ad avere persone che nel loro ambito siano più intelligenti di lui, più preparati. Liberati dal tuo ego… “. “Questa pandemia mi ha insegnato che scegliere la squadra sta alla base della serenità che si può costruire sulla professione. Mi chiedo: quanto costa non avere fiducia?”. “Scegli con chi stai e che energia avrai”. Letture e podcast consigliati Network Mixology è un libro che non solo insegna a gestire la propria rete di contatti ma contiene anche delle chicche preziose su come avere il giusto spirito imprenditoriale e promuovere la propria attività. A tal proposito ti consiglio anche la lettura del best seller Fai di te stesso un brand di Riccardo Scandellari oppure Dimmi chi sei, di cui puoi leggere la recensione in questo articolo, (anzi, l’uno non esclude l’altro perciò puoi comprarli tutti e due!) e infine Condivide et impera. Convinci con il cervello, persuadi con il cuore e influenza per come sei di Rudy Bandiera. Due podcast in tema con tutto quello che ti ho raccontato e con i libri che ti ho consigliato sono: Rudy Bandiera docet, disponibile su Apple Podcast, piuttosto che un podcast fatto all’insegna di “un marketing elegante che rispetta le persone e il cliente” (cit. R. Scandellari) che trova il suo imprinting in Brand you di Riccardo Scandellari, disponibile sulla piattaforma Audible. Francesca LucenteInnamorata della mia famiglia, del digital marketing e dei libri. Bookblogger per passione. Attraverso il mio blog sulla lettura voglio diffondere l’amore per la cultura, i libri e la formazione. I miei valori sono la condivisione e la collaborazione, soprattutto fra donne. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...