Distribuire il podcast su più piattaforme crea contenuti duplicati?

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La risposta veloce è No, ma ora vedremo il perché partendo dallo spiegare cosa sono i contenuti duplicati

Contenuti duplicati: cosa sono?

Il termine contenuti duplicati riguarda la disciplina della SEO. Si tratta di testi o blocchi di testo completamente identici pubblicati su pagine web diverse, quindi accessibili da URL differenti.

Si parla di contenuti duplicati interni, se questi differenti link si trovano all’interno dello stesso dominio, oppure esterni se sono presenti su domini diversi.

Dal punto di vista SEO i contenuti duplicati rappresentano un problema in quanto di fronte a una medesima query di ricerca esistono più contenuti con la stessa risposta. Google non capisce quale URL offre il contenuto più rilevante per l’utente e potrebbe considerare questa pratica un inganno nel tentativo di generare più traffico verso i propri siti.

Infatti, a causa dei contenuti duplicati Google potrebbe penalizzare il dominio e far perdere dunque visibilità e posizionamento. 

Ecco perché è altamente rischioso usare gli stessi contenuti su più pagine di uno o più siti, anche se appartenenti alla stessa fonte.

I contenuti duplicati non sono solo il testo una pagina web o di un articolo blog, ma anche il titolo e la sua meta description, che sono di fatto tra gli elementi più rilevanti nell’ottimizzazione SEO on-page. E per evitare ricadute in ambito SEO dovute alla duplicazione, è giusto che anche questi due elementi siano unici.


descrizione episodi podcast

Descrizioni episodi podcast: come scriverle in modo efficace


Contenuti duplicati e podcast: qual è il legame?

Nell’articolo su come ottimizzare le descrizioni podcast per i motori di ricerca, spiego che la distribuzione della stessa puntata su più piattaforme podcast, crea di fatto link diversi per ciascuna app di ascolto ma con il medesimo titolo e la medesima meta description, che ereditano dal hosting provider con il quale è stata distribuita.

Per esempio: se hai prodotto una puntata podcast che risponde alla query di ricerca come creare una sigla podcast, e quella stessa puntata l’hai distribuita su Apple Podcast, Spotify, Spreaker e altre app, nella SERP di Google compariranno tutti i link di queste piattaforme e tutti avranno lo stesso titolo e la stessa descrizione.

Potenzialmente saremmo in presenza di un contenuto duplicato. È davvero così? Come dicevo all’inizio no.

In questo caso si tratta di una semplice distribuzione su più piattaforme di uno stesso contenuto e non la pubblicazione di contenuti identici su più siti. 
Questo infatti non è penalizzante, ma anzi presidiare la SERP con più link sullo stesso argomento non fa altro che aiutare il tuo posizionamento.


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Home » FAQ Podcast » Distribuire il podcast su più piattaforme crea contenuti duplicati? Sei un manager e ti occupi di HR? Oppure sei un imprenditore e vuoi scoprire come offrire al tuo team e ai tuoi collaboratori una formazione semplice e innovativa? In questo articolo ti spiego come farlo e come possiamo crearne uno ad hoc per il tuo contesto aziendale. I podcast aziendali possono avere due anime: i branded podcast, ovvero contenuti audio creati per aumentare la brand awareness e destinati al pubblico esterno, e i corporate podcast, cioè contenuti audio ad uso interno e creati per la comunicazione aziendale e la formazione. In questo articolo vedrai come usare questo secondo tipo di podcast aziendale per fare formazione e i vantaggi dell’integrare l’audio nel proprio catalogo formativo interno. Perché usare il podcast aziendale per fare formazione Negli ultimi anni, specialmente nel post pandemia, i modelli organizzativi aziendali si sono evoluti molto, in alcuni casi sono cambiati in modo irreversibile, in altri si sono adattati a un nuovo contesto sociale e a nuove esigenze di lavoro integrando smart working e remote working alle più tradizionali modalità lavorative.  Questa trasformazione ha inevitabilmente impattato sulla gestione di tanti processi organizzativi, tra cui anche la comunicazione interna aziendale e la formazione dei collaboratori, rendendoli più complessi. Oggi però è possibile comunicare e formare i propri dipendenti in modo molto più semplice, usando strumenti efficaci e accessibili, come ad esempio il corporate podcast. Ne ho parlato in una chiacchierata con Marcello Boccardo, consulente strategico, Coach e formatore che da oltre 20 anni lavora con le aziende per fare formazione interna. Ecco un estratto degli argomenti affrontati. Come è cambiata la formazione negli ultimi anni? La trasformazione è costante e credo che stia sempre più migliorando. 15 anni fa, ci si aspettava sempre che il formatore portasse informazioni attraverso slide, attraverso esempi. E non è che adesso non si faccia più. Però le informazioni sono sempre meno importanti, mentre è sempre più importante l’organizzazione delle informazioni, come te le organizzo e come te le divulgo. Conta molto di più la capacità del relatore di utilizzare le slide come uno strumento e perciò interpretarle. Perché se sai organizzare bene le informazioni, riesci a mantenere un ordine nell’aula affinché non si divaghi troppo. Allora diventa molto interessante. Diventa una sessione formativa dove il formatore ha facilitato alcuni passaggi con molto confronto e dialogo che è molto richiesto. Qual è la differenza tra una formazione frontale e una in podcast? Dobbiamo distinguere tra la formazione interattiva, come può esserlo in una piccola aula oppure attraverso uno schermo, e la formazione unilaterale, come può esserla una lezione all’università o attraverso il podcast. La formazione attraverso i podcast, dove non c’è interazione, va costruita in un altro modo e ha un altro effetto. Nel podcast posso cogliere la qualità delle parole e posso prendermi il tempo per divulgare esattamente quello che voglio, con i tempi che desidero. Non ho fretta, non c’è nessuno che interagisce con me. Perciò la qualità della voce e i tempi e ritmi fanno parte della formazione. Da formatore, come ti sei avvicinato al podcast e come questo può essere utile per chi si occupa di formazione professionale? Lavorando da tanto tempo come formatore, molto spesso mi chiedono quali pubblicazioni abbia prodotto. Perché chi fa il mio lavoro in un certo tipo di livello, tecnicamente dovrebbe aver scritto un libro. Mi piace leggere i libri e ho una grande stima di chi sa scrivere bene, ma io nella vita parlo. Ragion per cui quando ho scoperto che c’era la possibilità del podcast, che per me è più affine Il podcast, al pari di un libro, è un contenuto editoriale a tutti gli effetti. Ha la stessa valenza sia dal punto di vista della divulgazione che della presenza online di qualsiasi altra pubblicazione. Ma più semplice. Corporate podcast: come usarlo nella comunicazione interna aziendale Leggi tutto Come usare i podcast aziendali nella formazione I corporate podcast sono utili per integrare il catalogo formativo interno e offrire alla popolazione aziendale nuovi strumenti per apprendere nuove nozioni o fissare concetti e informazioni. Nei contesti organizzativi in cui il personale è dislocato su più sedi decentralizzate oppure i collaboratori sono spesso in viaggio, il podcast può essere lo strumento giusto per fare formazione a distanza. Dove e quando si vuole. I file audio si possono inserire nella proprie piattaforme e-learning o nella intranet aziendale, affiancandoli ad altri strumenti video o testuali. Le potenzialità sono tante. Il corporate podcast può essere usato: per erogare formazione manageriale, per le attività di on-boarding dei nuovi collaboratori. Quest’ultimo caso è strategico perché chi arriva in azienda, specialmente nei primi giorni, deve acquisire molte informazioni sull’azienda o su contenuti più operativi e obbligatori come i corsi sulla sicurezza. In questo caso possono ascoltare contenuti utili a entrare prima e meglio nel contesto aziendale. Il podcast è un acceleratore di conoscenza. I vantaggi di usare il podcast per la formazione interna aziendale I podcast, quelli fatti bene, non sono solo passaggi di informazioni, ma sono momenti di riflessione. E poi, la caratteristica di fruizione agevola di molto l’apprendimento. Per acquisire i concetti a volte non basta ascoltare una volta sola o partecipare a una sessione in aula e basta. Il podcast può essere lo strumento giusto per ripassare più volte certi concetti, metabolizzarli e diventare strumenti pratici per applicarli nel quotidiano. Il video è più complesso. Andare a cercare le informazioni per ripassarle richiede un assetto diverso dal solo indossare le cuffie e fruire dei contenuti anche se sono in metropolitana o alla guida. Agevola la concentrazione, perché non avere un punto di riferimento visivo che ti distrae, ti fa entrare in profondità con quello che viene detto. Al tempo stesso, chi decide di ascoltare il contenuto audio è solitamente una persona che è già ben predisposta per ascoltare e acquisisce meglio le informazioni. Conclusioni Vuoi offrire ai tuoi collaboratori una formazione innovativa che vada incontro alle loro esigenze? Il podcast aziendale accorcia le distanze tra collaboratori e azienda e migliora la qualità delle interazioni. Se sei un manager o un imprenditore e vuoi saperne di più su come integrarla fissa subito una call conoscitiva e portiamo la tua azienda a un altro livello. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » FAQ Podcast » Distribuire il podcast su più piattaforme crea contenuti duplicati? Target audience è un termine che bene o male tutti, almeno una volta, hanno sentito menzionare. Nel marketing si usa spesso per indicare il “segmento di pubblico” a cui sono destinati i prodotti e i servizi di un brand. Ciò di cui parleremo in questo articolo è come il pubblico target diventa rilevante in fase di produzione di un podcast, e quali fattori bisogna tenere conto rispetto ad altri canali di comunicazione. Dunque, target audience: cos’è? e soprattutto perché è importante definirla prima ancora di cominciare a creare i contenuti del nostro podcast? Cosa si intende con il termine Target Audience Possiamo definire la target audience di un podcast come il nostro pubblico di riferimento, cioè il gruppo di persone a cui ci si rivolge. Identifica, in pratica, i destinatari della nostra comunicazione. Il termine stesso target, sottintende che questo pubblico non sia generico ma sia specifico e che accolga persone con caratteristiche, esigenze, interessi o obiettivi comuni. Possono essere utenti molti diversi tra loro, accomunati, però, da fattori sostanziali che li definisce come gruppo o categoria. Avere in testa questo concetto è importantissimo quando si comunica. A cosa serve identificare un pubblico Chi abbiamo di fronte determina sempre il modo in cui comunichiamo. Facciamo un esempio. Immagina di spiegare a un bambino di 6 anni il tipo di lavoro che svolgi ogni giorno. Quali parole sceglieresti? Con che profondità di dettagli lo spiegheresti? Ora, immagina di spiegare che lavoro svolgi a un tuo collega. Quali parole useresti? Con che profondità racconteresti i dettagli del tuo lavoro? L’argomento di fondo è sempre lo stesso: spiegare il tuo lavoro a qualcuno. A cambiare, in un caso e nell’altro è solo quel qualcuno. È vero, apparentemente si tratta solo di un interlocutore diverso. In realtà con quel qualcuno di diverso, cambia tutto il resto. Podcast Marketing: come creare la strategia giusta per il tuo business Leggi tutto Qualunque tipo di comunicazione, a prescindere dal canale che si usa per farla, è sempre un processo bidirezionale. Ed è un processo anche piuttosto complesso perché è influenzato da: contesto livello di confidenza età sesso cultura luogo in cui si vive tipo di relazione che abbiamo con quella o con quelle persone. Tutto questo processo è sicuramente più semplice impostarlo quando abbiamo fisicamente qualcuno di fronte a noi. Perché lo vediamo, siamo in grado di decifrare i segnali che ci arrivano anche dal linguaggio del corpo, dalle sensazioni che percepiamo e che regolano di conseguenza il modo in cui ci relazioniamo con quella persona. Siamo in grado di scegliere più facilmente che linguaggio usare, quale tono, quale registro. Ma cosa succede quando questo pubblico non è fisico? quando non lo possiamo vedere concretamente, come per esempio succede con il podcast? Perché è importante individuare la Target Audience nel podcast Parlare a qualcuno che non vediamo e non conosciamo complica un po’ le cose. Eppure nel podcast quel pubblico è reale, esiste. Parliamo davvero a qualcuno che ci ascolta, anche se non risponde in modo diretto alla nostra comunicazione. Come si fa a parlare a qualcuno che non si è mai visto? Beh la risposta è semplice: ce lo dobbiamo immaginare. E per potercelo immaginare, dobbiamo prima scegliercelo.  Dobbiamo decidere a chi rivolgere la nostra comunicazione. Ed è una scelta che va fatta già nella fase iniziale del progetto, e non in fase di produzione. Nel podcast, a seconda del pubblico a cui scegliamo di rivolgerci, potrebbero cambiare: il concept, lo stile di comunicazione, il piano editoriale, la frequenza di pubblicazione, la durata degli episodi, il giorno di pubblicazione, i canali di promozione attraverso cui veicolarlo, le persone da coinvolgere nel progetto. Tutti aspetti che possono cambiare radicalmente il processo di produzione. Non è quindi un aspetto di secondaria importanza. Come si definisce il proprio target nel podcast Il target si sceglie ragionando su più fattori. gli obiettivi il tipo di argomento il punto di vista con cui si sviluppa la profondità con cui si affronta un argomento le finalità del progetto  la competenza e l’esperienza possedute su uno specifico argomento. Gli obiettivi Se stai facendo un podcast per il tuo business, quindi lo stai usando come strumento di marketing, dovresti pensare a quali persone sarebbe strategicamente più utile raggiungere attraverso il podcast perché portino valore al tuo business. Potrebbero essere potenziali clienti, ma anche potenziali partner. Obiettivi di marketing e di podcast: perché è importante allinearli? Leggi tutto Argomento Non tutte le persone saranno interessate a quello di cui vuoi parlare. Semplicemente per mancanza di interesse o di esigenze specifiche. Potresti parlare di genitorialità, ma va da sé che se una persona non ha figli e non ruota attorno ai bambini, è più difficile che sia coinvolto nell’argomento. Punto di vista A parità di argomento, potrebbe cambiare il modo in cui ne parli o la prospettiva da cui affronti il tema, e dare così una connotazione più specifica che potrebbe interessare più ad un pubblico piuttosto che un altro. Questo è un aspetto importante anche per differenziarsi dai competitor. Profondità dei contenuti La profondità con cui vuoi affrontare l’argomento si riallaccia un po’ all’esempio di prima. A un bambino di 6 anni se racconti il tuo lavoro, probabilmente sarai molto più generico rispetto a un collega. Questo perché cambia il livello di conoscenza di fondo del tuo target. Quindi domandati: quando voglio essere tecnico o dettagliato in quello di cui parlo? Finalità del progetto Per finalità intendo il tipo di reazione che si vuole suscitare con il podcast. Deve essere un prodotto per sensibilizzare un pubblico, per educare, per intrattenere, per informare? Qual è lo scopo? Competenza ed esperienza Il tuo livello di preparazione sull’argomento determina anche il pubblico a cui puoi rivolgerti in modo che tu abbia sempre autorevolezza e ottenga la fiducia degli ascoltatori. Questo non significa che tu debba metterti in cattedra a impartire lezioni ma nemmeno sembrare improvvisato sull’argomento. Questa è la prima analisi che dovresti fare prima di capire a quale target rivolgerti. E diciamo che è già un gran lavoro di scrematura. Una volta fatto questo passaggio, definire la tua target audience diventa molto molto più facile. Ma non è un lavoro che termina qui, ovviamente. Perché ora bisogna concentrarsi sui dettagli e arrivare a definire l’ascoltatore ideale. Questo è un passaggio chiave che si fa partendo da una serie di valutazioni, di domande che ci possiamo porre e che ci portano ad una risposta. Ed è uno dei passaggi che spiego molto bene in una delle lezioni del breve corso Trasforma la tua idea in un podcast vincente in 7 giorni che è un inizio di progettazione del proprio podcast che ti da tutti gli strumenti base per partire con il tuo progetto. Ad oggi ben oltre 200 persone lo hanno già seguito e se vorrai potrai essere parte di questo gruppo. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
C’è una frase che dico spesso: “dietro ogni porta c’è tutto quello che ancora non sai di essere“. È questo il mio perché. Oltrepassare la soglia per vedere quali altri talenti possiamo scoprire di avere. Se solo una manciata di anni fa mi avessero detto che avrei iniziato a fare podcast non ci avrei creduto. Il mondo della comunicazione e del marketing mi ha sempre affascinata ma il mio percorso di studi, in realtà, aveva preso una strada totalmente diversa. E anche le mie iniziali scelte professionali: numeri, budget, analisi di bilancio, business plan, tutte cose che con le parole e i suoni avevano poca o nessuna affinità. Spesso mi domandavo se ciò che stavo facendo era davvero quello che avrei voluto (e potuto!) fare per tutto il resto della mia vita. La risposta era sempre no, ma non trovato l’ispirazione giusta per cambiare. In quei momenti di riflessione ripensavo alla fatidica domanda “come ti vedi tra 10 anni” ma, lo ammetto, non avevo alcuna risposta. Sono una persona curiosa e mi piace acquisire nuove competenze, cimentarmi in qualcosa di diverso. Ho bisogno di continui stimoli per trovare l’entusiasmo in ciò che faccio. Per molti il cambiamento è sinonimo di indecisione. Io lo reputo una fonte di rinnovamento. Il mio perché Perché fare podcast? Finché non ho varcato io stessa la soglia del mio “mondo ordinario”, non sapevo di poter realizzare qualcosa di più di quanto già stavo facendo. Avrei voluto scrivere un libro di racconti (in realtà è un sogno che non ho mai abbandonato e, chissà, magari un giorno…) perché la scrittura mi è sempre piaciuta, fin da ragazza. A scuola amavo tutte le materie umanistiche e a detta delle insegnanti ero anche piuttosto portata. Poi dall’adolescenza e per buona parte della mia vita, misi da parte la scrittura senza neanche rendermene conto. Mio padre voleva che mi dedicassi a cose “più concrete”, qualcosa che potesse diventare un lavoro vero e mantenermi una volta adulta. Avrei voluto studiare comunicazione o lettere e invece studiai economia. Ero anche brava e finì per piacermi. Almeno fino a che non scattò qualcos’altro. Il bisogno di scrivere tornò a sorprendermi come un vecchio pacco ritrovato in soffitta di cui non ricordavo l’esistenza. Una volta aperto, non riuscii a richiuderlo. Per questo mi rimisi a studiare e scelsi un master in comunicazione e marketing. Poi scoprii i podcast e mi resi conto che erano un’affascinante “tres d’union” tra scrittura e musica. Le storie sapientemente narrate con un’atmosfera sonora di accompagnamento, mi rapivano. Ricominciai a scrivere taccuini di pensieri, a riscoprire ciò che credevo di non possedere più. E volevo dirlo al mondo, con la mia voce. Fare un podcast coniugava scrittura e creatività, voce e musica. Volevo comunicare ed essere ascoltata, trasformarmi, creare qualcosa che ritenevo concreto per me, distinguermi. Quello è stato il mio “varcare la soglia“. “Cambiare cappello significa cambiare idee, avere un’altra visione del mondo”C.G. Jung I miei valori, la mia identità Il simbolo che mi identifica è la farfalla, come il logo stilizzato che racchiude la mia identità. Questi sono i valori che associo a questo elemento e che mi rappresentano. Cambiamento Evolvo e miglioro a contatto con le persone con cui lavoro, professionisti nel loro ambito che mi fanno entrare nel loro mondo per poi poterlo raccontare, cambiando prospettiva ma mantenendo la loro autenticità e identità. Libertà La libertà può essere conquistata solo a patto di sapersi sciogliere dai conformismi e dal coraggio di guardare oltre. Il mio lavoro è legato alla creatività, alle idee. E le idee nascono dove si ha la forza di pensare in modo differente, di sperimentare qualcosa di nuovo. Con il podcast si apre un nuovo modo di comunicare. Diversità Del mio lavoro amo la personalità di ciascuna storia, le sfumature che la rendono unica. È l’elemento distintivo che esalta la propria identità. Come ho iniziato a fare podcast Non amo improvvisare e prima di fare una cosa voglio studiarla, comprenderla. Il podcast mi affascinava per l’intimità che trasmetteva e la possibilità di mettere a frutto la propria creatività, vederne il risultato finale. Ma era un mondo sconosciuto come alla maggior parte delle persone. Così mi iscrissi a un corso di podcasting e poi a un altro e un altro ancora fino a conoscere le dinamiche che ci sono dietro la creazione di un progetto complesso. La mia formazione continua tuttora perché questo media è in costante evoluzione. Le conoscenze di copywriting e di narrazione mi hanno aiutata nella stesura dei testi del mio primo podcast. Ho sperimentato il viaggio dell’eroe in una storia autobiografica senza veli. Mi sono cimentata con l’editing della voce e con il sound design adatto a ciò che volevo esprimere. Mi sono scoperta, a me stessa e al mondo. Quel progetto è stato un nuovo inizio. Il desiderio di cambiare era più forte della paura di sbagliare. Da ascoltatrice e poi da podcaster, compresi il potenziale comunicativo del podcast e lo rapportai a tutte le tecniche di marketing che già adottavo. Era di gran lunga il modo più interessante per avvicinare le persone e creare una relazione. Dunque perché fermarmi a un solo podcast? Con il secondo mi spinsi oltre, e fu branded podcast. Come superare le difficoltà di fare podcast È senza dubbio complesso fare un podcast, richiede diverse abilità e tanta organizzazione. Non solo, richiede pianificazione, visione strategica, analisi del mercato, progettualità, specie se lo scopo è usarlo per promuovere il proprio business. Ma spesso l’ostacolo più grande siamo noi e ci facciamo prendere dalle paure che accomunano chi vuole iniziare a fare un podcast. All’inizio ignoravo tutto questo e se non fosse stato per la formazione e la consulenza podcast a cui mi sono affidata, mi sarei arresa prima del previsto. A volerla dire tutta, avevo grande motivazione ma brancolavo nel buio. Come Podcast Coach e Producer vorrei portarti a varcare quella soglia e scoprire ciò che ancora non sai di poter realizzare, riscoprire un modo nuovo di comunicare che tu sia libero professionista o azienda. Con la consulenza podcast ti aiuto a creare il tuo progetto con il piede giusto, anche se parti da zero. Sono diventata freelance per scelta, lasciando un impiego a tempo indeterminato, perché credo nella libertà di esprimere ciò che siamo. Per i brand che hanno voglia di innescare un cambiamento nella loro comunicazione, di andare oltre la solita storia, io ci sono. Vuoi far parte di questo cambiamento? Se hai qualche curiosità e vuoi conoscermi meglio, sono qui! Scrivimi a contattami@estermemeo.it e sarò lieta di risponderti. Ti aspetto! Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati [...] Read more...
Network Mixology significa letteralmente “mischiare i propri contatti”. Umberto Gini non solo è bravo a mixarli per far crescere opportunità ma è prima di tutto un vero maestro in quella che è l’arte della gestione di contatti. Esatto, saper mantenere viva la propria cerchia di conoscenti, è infatti un’arte. Farlo in modo genuino non è una cosa da tutti e ancora meno scontata. Chi è Umberto Gini? Eclettico e vulcanico, appassionato di canottaggio, nato a Palermo e, dopo aver vissuto e fatto esperienze lavorative in diverse città, approda a Milano dove arriva a dirigere un’agenzia assicurativa e avvia una start up nel mondo del food. A sua detta, però, le start up più riuscite sono Virginia e Lorenzo: i suoi due figli. Come si gestisce la propria rete di contatti? Te lo racconto in questa recensione. Trama di Network Mixology La trama è prettamente autobiografica in quanto Umberto parla della sua rete di contatti raccontando anche l’incontro da cui ognuno di essi è nato, così come l’amicizia che spesso ne è seguita. La sua natura effervescente (lo immagino proprio così) di animatore della festa e risorsa con le idee chiare – e tante – viene fuori già quando da adolescente decide di fare il PR per le discoteche. Da qui l’indipendenza economica che lo sprona a viaggiare, insieme alla voglia di conoscere e di “fare marketing” nella vita – risposta che dà al titolare del negozio in cui a 18 anni lavora come commesso alla domanda “Ma tu, da grande, cosa vuoi fare?” – diventano terreno fertile in cui Umberto inizia incessantemente e con costanza, una semina che si rivelerà preziosa. Uno spirito imprenditoriale innato che lo porta a diventare socio di un negozio prima, agente generale di un’agenzia assicurativa poi, e al contempo fondatore di alcune start up, per esempio nel mondo del food. L’esigenza di scrivere questo libro, nasce in Umberto durante il lockdown in piena emergenza nel 2020. Lo scopo è quello di analizzare criticità e, in particolar modo, opportunità che possono nascere durante un periodo che ci ha segnati tutti e plasmati, profondamente, sia dal punto di vista professionale che personale. Network Mixology è un excursus tra settori, imprenditori, persone e aziende di successo, che hanno carpito ogni piccolo e grande cambiamento del mercato. I capitoli vedono quindi la collaborazione, sotto forma di intervista e riflessioni, di diversi personaggi, mentori e amici, che hanno contribuito alla formazione di Umberto. Non in ordine di apparizione, parliamo di: Mauro Messina Head of Content per Diesel, Massimo Pappalardo Area Marketing Manager Americas per Nutella Spread & Snacks, Antonio Civita CEO di Panino Giusto, José Rallo di Donnafugata, Anna Li Vecchi Mindfullness and MBSR Teacher, Alessio Brusemini Co-Founder di OSA Community. Ogni capitolo è illustrato da un’opera dell’artista Paolo Troilo. Anche questo è un indizio di come Umberto Gini reputi utile (e quasi indispensabile) mixare le sue conoscenze e i contatti, in questo caso con lo scopo di arricchire il lettore. Io mi sono sentita proprio così. Te ne parlo meglio nel paragrafo seguente. La mia recensione Mi è piaciuto Network Mixology di Umberto Gini? Assolutamente sì. Quando leggo un libro cerco di entrare in empatia virtualmente con chi lo ha scritto. Istintivamente, cerco punti in comune o linee di pensiero differenti che possano arricchirmi. Umberto mi si è materializzato nella mente come una persona che crede nell’impegno, nella disciplina e nella condivisione. Già la dedica di cui ha voluto omaggiarmi in prima pagina aveva toccate le mie corde della tenacia e della forza di volontà. “A Francesca, gli appassionati di ciò che fanno, trovano sempre una soluzione. Umberto”. In un periodo così difficile, denso e vischioso, pesante e nero come la pandemia, mantenere vivi i propri contatti condividendo un articolo a loro utile, parlare all’uno dell’altro sperando che nascano collaborazioni, mescolarli virtualmente, ho trovato fosse un qualcosa di smart. Network Mixology a mio parere esprime la vera essenza del concetto di “fare rete” di cui ho sempre sentito parlare. Non è un libro autocelebrativo o puramente promozionale. Contiene anzi al suo interno e su un sito dedicato gli strumenti utili per tenere traccia della propria lista di contatti e gestirla in modo lucido ed efficiente. Ciò non si riduce al sapere chi contattare per chiedere il tal favore. Significa piuttosto alimentare questa rete chiedendosi spesso: come posso essere utile a questa persona?Conosco qualcuno che possa dargli spunti utili nel suo business?Ho letto questo articolo interessante, potrebbe esserlo anche per qualcuno di loro? Nella mia esperienza personale è successo proprio così. Da aspirante stratega mi sentivo spesso a disagio in questo pseudo-ruolo tuttavia quando ho iniziato a dimenticarmi di chiedere e ho iniziato a fare qualcosa di utile per gli altri, senza l’esigenza di un ritorno tangibile e a breve termine, la magia è avvenuta. A chi consiglio Network Mixology? A tutte quelle persone che pensano di non conoscere nessuno o che conoscono tante persone ma non trattano la propria rete di contatti come un elemento vivo e reciprocamente utile. Imprenditori o imprenditrici, aspiranti tali, impiegati, studenti. Non vi è differenza. Le opportunità nascono dalla condivisione, iniziamo noi per primi. Frasi da non dimenticare di Network Mixology “C’è una bella frase che dice se sei la persona più intelligente nella stanza… allora sei nella stanza sbagliata! L’imprenditore deve ambire ad avere persone che nel loro ambito siano più intelligenti di lui, più preparati. Liberati dal tuo ego… “. “Questa pandemia mi ha insegnato che scegliere la squadra sta alla base della serenità che si può costruire sulla professione. Mi chiedo: quanto costa non avere fiducia?”. “Scegli con chi stai e che energia avrai”. Letture e podcast consigliati Network Mixology è un libro che non solo insegna a gestire la propria rete di contatti ma contiene anche delle chicche preziose su come avere il giusto spirito imprenditoriale e promuovere la propria attività. A tal proposito ti consiglio anche la lettura del best seller Fai di te stesso un brand di Riccardo Scandellari oppure Dimmi chi sei, di cui puoi leggere la recensione in questo articolo, (anzi, l’uno non esclude l’altro perciò puoi comprarli tutti e due!) e infine Condivide et impera. Convinci con il cervello, persuadi con il cuore e influenza per come sei di Rudy Bandiera. Due podcast in tema con tutto quello che ti ho raccontato e con i libri che ti ho consigliato sono: Rudy Bandiera docet, disponibile su Apple Podcast, piuttosto che un podcast fatto all’insegna di “un marketing elegante che rispetta le persone e il cliente” (cit. R. Scandellari) che trova il suo imprinting in Brand you di Riccardo Scandellari, disponibile sulla piattaforma Audible. Francesca LucenteInnamorata della mia famiglia, del digital marketing e dei libri. Bookblogger per passione. Attraverso il mio blog sulla lettura voglio diffondere l’amore per la cultura, i libri e la formazione. I miei valori sono la condivisione e la collaborazione, soprattutto fra donne. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » FAQ Podcast » Distribuire il podcast su più piattaforme crea contenuti duplicati? Nella costruzione della content strategy, il podcast marketing si sta ritagliando uno spazio molto specifico e sempre più ambito dai brand. Questo perché finalmente si è capita una cosa fondamentale: il linguaggio audio si presta molto bene al tipo di comunicazione che oggi funziona davvero, vale a dire il marketing relazionale.  Fare podcast marketing significa creare contenuti audio come strumento per accrescere il proprio business. Una strategia che si sta rivelando vincente, sia per l’impatto del podcast sul mercato italiano, sia per la natura stessa del mezzo. La voce e la narrazione audio creano una forte connessione con le persone e ciò rende il podcast uno strumento estremamente efficace per avvicinare e fidelizzare il proprio pubblico. A patto che sia strutturato nel modo corretto. Nei prossimi paragrafi ti spiegherò proprio come creare una strategia di podcast marketing per il tuo business. Le fasi che vedremo sono applicabili a qualunque tipo di attività, quindi sia aziende che liberi professionisti. Se stai per lanciare il tuo business, prendi nota di quello che ti servirà mettere in piedi per integrare il podcast nella tua comunicazione. Podcast Marketing: cos’è e quali sono i vantaggi per il tuo business Leggi tutto Perché serve una strategia di podcast marketing Conoscere il contesto è la base di partenza per comunicare in modo efficace. Questo vale per tutti i tipi di contenuti, compreso il podcast. Chi vorrebbe parlare sapendo di non essere ascoltati? Senza una strategia di content marketing per podcast, il rischio è proprio quello.  Chi ascolta un podcast sente solo la parte finale del processo, che all’apparenza potrebbe sembrare semplice da replicare, ma non è così. La verità è che tutto ciò che definiamo “di successo” implica un piano ben costruito che tiene conto di diverse variabili.  Ancor prima di iniziare a creare contenuti audio serve chiarire il contesto interno ed esterno e sviluppare una strategia podcast adatta al proprio caso. Per fare questo c’è bisogno di un metodo e di una visione d’insieme che ci aiuti a conoscere tutti i fattori in gioco. Come vedremo, il podcast marketing è un canale di ingresso per il tuo funnel. Il che significa che devi conoscere e pianificare la customer journey dei tuoi potenziali clienti per gestire il flusso in modo proficuo. Queste sono le principali 4 fasi principali per fare podcast marketing: creazione di un progettointegrazione nell’ecosistema comunicativopubblicazione del podcastpromozione dei contenuti audio. Crea un progetto di podcast marketing Senza un progetto è difficile, se non impossibile, che un’idea diventi ciò che ti aspetti. Creare un progetto di podcast marketing ti permette di mantenere il focus, gestire bene le risorse e ottimizzare i processi in modo chiaro e realistico.  Arrivo da una formazione aziendale strutturata in cui i progetti erano fondamentali per concretizzare alcuni obiettivi strategici. Vista la loro efficacia, il mio approccio è progettuale, anche per il podcast. Dopotutto è un prodotto editoriale che supporterà il tuo business. Direi che vale la pena mettersi a tavolino e valutare alcune cose prima di iniziare l’avventura.  Per fare questo avrai bisogno di: identificare obiettivi, analizzare il contesto definire il pubblico selezionare gli argomentitradurli nel formato editoriale migliore per te.  Vediamoli insieme. Definisci gli obiettivi Si parte sempre dagli obiettivi, dallo scopo per cui vuoi comunicare e cosa vuoi raggiungere. Questa è la base che deve accompagnare sempre tutto il processo di marketing dei tuoi contenuti audio. Li possiamo suddividere in due tipologie: obiettivi di businessobiettivi di progetto. Gli obiettivi di business coprono un orizzonte strategico e temporale più ampio del singolo progetto. Riguardano l’intera tua attività e si traducono in tattiche specifiche declinabili in diversi contesti e azioni.  Gli obiettivi di progetto sono un “di cui” degli obiettivi di business e si riferiscono esattamente a ciò che prevedi di raggiungere attraverso il podcast stesso. Sono necessari perché senza di essi non avresti un criterio per valutarne la riuscita. Questo significa che devono essere misurabili e specifici.  Considerato che il podcast marketing serve a promuovere il tuo business, va da sé che gli obiettivi di progetto devono essere allineati agli obiettivi di business.  Se stai iniziando ora un’attività come professionista o ti affacci in un mercato nuovo, stabilire prima gli obiettivi di business è fondamentale. Ti aiuta a mantenere il focus su tutto il resto delle azioni che metterai in piedi nel tuo progetto. Stabilisci i tuoi KPI Obiettivi misurabili in base a cosa? Qui entrano in gioco i KPI (Key Performance Indicator), ovvero quelle metriche interne che ti permettono di capire se il tuo podcast marketing sta davvero performando verso i risultati attesi.  Tieni presente che, come per ogni contenuto, gli indicatori di performance devono basarsi su obiettivi per i quali hai il controllo. Altrimenti non possiamo aggiustare il tiro qualora ci accorgiamo che qualcosa non sta funzionando come vorremmo.  I KPI si decidono in fase progettuale perché da questi deriveranno alcune scelte relative alla realizzazione del podcast e la sua integrazione nell’intera comunicazione del brand. Analizza il contesto Ora che hai scritto bene gli obiettivi e stabilito i KPI, analizza il contesto che ti circonda. Non puoi ignorare il mercato e la concorrenza. Questi due elementi ti servono per capire come puoi posizionarti e come far emergere il tuo elemento differenziante. Il contesto da analizzare riguarda sia il tuo settore di riferimento nella sua totalità, sia i contenuti audio già presenti online per gli argomenti di cui vuoi parlare.  Quindi, studia i competitor: chi sono? come comunicano? cosa offrono? su quali piattaforme stanno comunicando? Hanno già un podcast? Forse puoi conquistare uno spazio non ancora presidiato.  Ricorda che l’elemento differenziante non risiede solo nel tipo di prodotto, servizio e modalità di erogazione che offri. Potrebbe riguardare anche il modo in cui comunichi, gli strumenti che usi, lo stile e la personalità.  Individua il tuo pubblico di riferimento Decidere fin da subito a chi comunicare è la base per costruire contenuti che convertono. Se non hai in testa la target audience per il tuo podcast marketing, stai sprecando energie.  Rivolgersi a tutti non è mai la scelta migliore in nessun canale di comunicazione, tanto meno nel podcast. A parità di argomento, il linguaggio, il tono di voce, la scelta degli argomenti potrebbero essere declinati in modi completamente diversi a seconda della persona a cui parli. Questo perché le persone possono avere un livello di conoscenza diversa su una stessa tematica, ma anche bisogni, desideri e interessi differenti.  Se hai già un’attività, inizia ragionando su chi sono oggi le persone che si rivolgono a te o alla tua azienda. Scegli gli argomenti podcast  Visto che stiamo parlando di podcast marketing, l’argomento centrale del podcast deve vertere su temi che riguardano il tuo brand o che lo supportino in modo sostanziale.  Questo significa che puoi decidere di parlare direttamente di una tematica legata al tuo core business oppure scegliere un argomento correlato che riguardi una sfaccettatura del tuo brand o un metodo che applichi con successo. L’importante è che raggiunga lo scopo che ti sei prefissato all’interno dei tuoi obiettivi di business (ricordi? sono quelli più ampi a cui il progetto deve tendere). Infatti, la finalità di un podcast può essere: informare attraverso contenuti di divulgazione formare con contenuti didattici e specifici intrattenere. A seconda della finalità, gli argomenti che affronterai puntata dopo puntata devono necessariamente essere coerenti con gli obiettivi che ti sei posto. Non solo, devono anche tenere conto della fase di funnel entro cui si inseriscono i tuoi contenuti.  Nella progettazione del podcast devi tenerne conto.  Il formato editoriale Da un punto di vista strategico, la scelta del formato editoriale implica il tenere conto delle risorse che si hanno a disposizione, sia in termini di budget sia in termini di tempo. Ci sono formati complessi, come ad esempio quelli narrativi, che richiedono tempi e costi di produzione più alti rispetto a un podcast talk a una o due voci. Ci sono formati che richiedono competenze tecniche o autoriali più specifiche rispetto ad altri e formati che invece sono adatti a podcast con un budget più ridotto.  Dunque, in fase di progettazione, è importante capire quali risorse e quali limiti abbiamo per portare avanti il nostro podcast marketing.  Integra il podcast nel tuo ecosistema comunicativo Cosa significa integrare il podcast nel tuo sistema comunicativo? Te lo spiego con un esempio. Immagina un macchinario con diversi ingranaggi. Ogni ingranaggio è un singolo componente che lavora in modo autonomo secondo tempi e modalità predefinite. Singolarmente non porta al risultato finale ma concorre a far funzionare tutto il macchinario nella sua interezza.  Applicando questo esempio al nostro argomento, il macchinario è il tuo business e i singoli ingranaggi sono i canali di comunicazione. Ciascuno di essi lavora in base a logiche e tempi specifici, ma solo insieme concorrono a far funzionare l’intero business.  Il podcast è il canale di comunicazione che fa per te? Leggi tutto Il podcast è uno degli ingranaggi del tuo business che concorre a farti raggiungere gli obiettivi. Da solo però non ha la capacità di far funzionare tutto il macchinario. Serve che lavori in un sistema più ampio composto da altri canali.  I canali di comunicazione che si integrano al podcast marketing sono: social mediasito webnewslettervideobloggruppi o piattaforme riservati Quali canali hai già attivi nella tua comunicazione? Se stai partendo ora con il tuo business, il consiglio è sempre quello di attivare il canale che ti permette di convertire nel modo più ottimale possibile. Pubblicare il podcast su più piattaforme Il podcast è un contenuto audio fruibile online in modalità on demand. Per poterlo rendere disponibile al pubblico hai bisogno di una piattaforma hosting su cui caricare le singole tracce audio. L’hosting genera un file strutturato chiamato feed RSS attraverso cui dialoga con le singole piattaforme di distribuzione.In questo modo gli utenti possono ascoltare il podcast sulla propria app preferita come Apple Podcast, Spotify, Google Podcast, Amazon Music, per citare le principali.  Cos’è un podcast e come ascoltarlo Leggi tutto La possibilità di pubblicare il podcast su più piattaforme non crea nessun tipo di problema di contenuti duplicati, in quanto ciascuna app di ascolto distribuisce lo stesso unico feed RSS generato appunto dall’hosting.  C’è di più. Il fatto che i contenuti audio siano fruibili attraverso queste piattaforme ti consente di presidiare nuovi canali di comunicazione che attraverso altri formati non potresti presidiare. Inoltre, sono piattaforme che gli utenti usano già per ascoltare musica, audiolibri, e potrebbero essere intercettate per l’ascolto dei podcast.  Promuovi il tuo podcast marketing Se fai un podcast ma nessuno sa che esiste, è come non averlo fatto. Questo in realtà vale anche per tutti i tipi di contenuti come il blog, la newsletter, il video, ecc. A maggior ragione il podcast che è un media relativamente nuovo.  Ogni contenuto ha bisogno di un altro contenuto per essere conosciuto. Quindi devi promuovere il tuo podcast attraverso altri canali. Questo è un aspetto da tenere sempre a mente perché determina parte del raggiungimento del risultato atteso.  Dunque la promozione del podcast è una fase importante che va preventivamente pianificata e organizzata tenendo conto degli obiettivi, del budget e della struttura del tuo business. Può riguardare strumenti gratuiti o a pagamento con effort più o meno impattanti. Ma non puoi esimerti dal farla.  Il mio consiglio è diversificare gli strumenti di promozione e selezionarli in base alla propria audience.  Affidati a un podcast producer Ora che hai imparato come creare una strategia di podcast marketing, qual è la tappa successiva? L’esecuzione del processo! Ti sembra complesso? In effetti lo è, soprattutto se non conosci il mezzo di comunicazione o non hai mai strutturato un progetto del genere.  Fare podcast richiede competenze specifiche di diverso tipo che vanno dal project management al marketing, dalla scrittura o revisione dei copioni alla post produzione audio, dal graphic design alla promozione del podcast.  In base al tipo di progetto è importante capire cosa serve per fare un lavoro professionale e chi coinvolgere.  Il ruolo del podcast producer è quello di coordinare e gestire l’intero progetto. Può indossare diversi cappelli ma in definitiva si occupa di: identificare le attività, dettare i tempi, selezionare i professionisti più adeguati, fare da tramite tra il tuo brand e il team di professionistiformare e seguire i clienti per creare un prodotto unico. Se stai pensando di creare il un tuo podcast marketing per promuovere il tuo business, sarò felice di collaborare al tuo progetto. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Sfatiamo il mito secondo cui per iniziare a fare un podcast basti avere un microfono. Se hai letto i miei precedenti articoli sai bene che fare podcast significa a tutti gli effetti progettare un prodotto di marketing. E se sei un professionista sai anche che per un nuovo progetto non basta avere l’idea, bisogna renderla possibile e capire cosa serve per attuarla. Tra questi due passaggi, idea-realizzazione, potrebbero passare mesi o forse anni se ti fai bloccare dalle 3 paure che ti spiego tra poco. Tutto ciò che è nuovo e non appartiene ai nostri strumenti di lavoro può spaventare. Ma spesso siamo noi l’ostacolo più grande perché ci facciamo fermare da ciò che non conosciamo. Forse anche tu, come me agli inizi, stai facendo lo stesso errore. Ma voglio rassicurarti, perché si tratta di paure superabili se sai come affrontarle. In questo articolo mi rivolgo soprattutto a chi ha un’attività e vuole iniziare a fare un podcast per posizionare il proprio brand nel mercato. Ti porterò anche la mia esperienza diretta su quanto ho riscontrato lavorando al mio primissimo progetto podcast La Gabbia. Quali sono queste paure? Vediamole insieme e poi se ti va condividimi le tue riflessioni con un messaggio. 1. Non so di cosa parlare Quante volte ho sentito dire questa frase e quante di queste si è risolta più facilmente di quel che si pensava. Quando si ha un’attività di business, che tu sia un libero professionista o abbia un’impresa, ci si raffronta ogni giorno con i bisogni e i problemi dei clienti. Le loro domande, i loro dubbi sono di per sé una grande fonte di ispirazione per i tuoi contenuti. Spesso pensiamo che certi argomenti siano scontati e che non interessino a nessuno perché per noi sono pane quotidiano. Ma quanti di questi potrebbe essere utile spiegare al tuo potenziale cliente? La tua esperienza sul campo e anche la tua visione su certi argomenti possono rassicurare chi ti ascolta e far loro comprendere in che modo lavori e trovare risposta ai loro dubbi. La mia esperienza Quando ho iniziato a fare podcast non avevo una mia attività di business. Lavoravo in azienda come dipendente e la ricerca degli argomenti è stata inizialmente una barriera. Poi ho riflettuto sui motivi per cui avrei voluto fare un podcast: volevo condividere un messaggio che mi stava a cuore e raccontare una parte del mio vissuto su quell’argomento. Ero alla volta di un cambiamento dopo un periodo difficile e la rinascita personale e professionale smuoveva riflessioni forti che potevano essere di ispirazione a qualcun altro. Suggerimenti per te: Se hai un business e vuoi promuovere il tuo brand, parti dai problemi dei tuoi clienti e parla di soluzioni: quali sono le domande frequenti che ricevi? quali sono i motivi che frenano i tuoi prospect nel prendere certe decisioni? come li hai aiutati in passato? Porta esempi semplici in cui le persone possano ritrovarsi.Parla della tua esperienza, delle difficoltà che hai incontrato in prima persona e come le hai superate. L’immedesimazione è una potente arma persuasiva perché significa entrare in connessione con gli altri. Parla di una tua passione, porta in campo ciò che sai e desideri condividere con appassionati come te di un particolare argomento.Trasforma i contenuti che hai già prodotto per la tua comunicazione online e usali per creare contenuti audio per il podcast. 2. Non ho tempo per fare podcast Per qualunque progetto ci vuole tempo. E il tempo è denaro. Il podcast è content marketing un po’ come il blog e, anche se non è un canale diretto di vendita, può convertire gli ascoltatori in potenziali clienti. Ti parlerò di conversione in uno dei prossimi articoli, ma intanto voglio fare una riflessione. Pensare di sprecare tempo in qualcosa che non sai a priori se funzionerà è comprensibile ma è allo stesso tempo limitante. Si spendono tanti soldi in advertising per parlare a potenziali clienti che non è detto siano interessati ai nostri prodotti o servizi. Il podcast raggiunge audience ben targettizzate perché è un contenuto on demand che è l’utente stesso a scegliere di voler ascoltare. Di sicuro è più disposto di altri a prestarci la sua attenzione. Perché non sfruttarla? Se gli obiettivi sono chiari e desideri davvero comunicare, spesso è solo una questione di buona organizzazione. Lo so che non è facile e ci sono sempre mille priorità. Credimi, ho le stesse difficoltà anche io. Tuttavia sai che nessun progetto prende vita da solo se non lo si pianifica e ci si attiene a un programma. Il segreto è considerarlo una task al pari di altre attività e darsi una scadenza sostenibile ma non procrastinabile. La mia esperienza Considerando che durante la preparazione di La Gabbia lavoravo full time e facevo spesso orari straordinari, il tempo era davvero risicato. Ho ragionato sulla mia effettiva disponibilità in termini di tempo e poi: ho stilato un planning che tenesse conto di tutto: lavoro, famiglia, svago e preparazione del podcast. Mi sono data delle scadenze e ho inserito in agenda dei momenti da dedicare esclusivamente al podcast, proprio come per altre attività. Ho diluito nel tempo la pubblicazione delle puntate facendole uscire ogni 15 giorni anziché settimanalmente così da avere una gestione più ragionevole. Cosa ti suggerisco: Ragiona in ottica di investimento, non di costo: il podcast non è un contenuto volatile, resta online fino a che lo vorrai tu. Ci sarà sempre chi ti ascolterà anche a distanza di anni. Fai un programma dettagliato di tutte le attività che dovrai gestire e valuta cosa puoi ricalibrare per ritagliarti tempo per la creazione di un podcast.Sperimenta un processo ideale e poi aggiusta il tiro: un programma serrato se non è sostenibile ti porterà inevitabilmente allo sconforto, con il rischio di abbandonare a metà strada il progetto.Fatti ispirare da chi ha già sperimentato il podcast con successo e chiedi loro consigli al riguardo. Il confronto è sempre efficace per capire come procedere. 3. Non so da dove cominciare Tra tutti, penso che questo sia il problema più grande di chi vuole iniziare a fare podcast per sé o la propria impresa. È comprensibile ed è legata al fatto che non si conosce così bene il podcast come mezzo di comunicazione e non si vuole sbagliare. Fortunatamente, in questi ultimi anni sul podcast si è scritto molto e ci sono molti strumenti a disposizione per imparare: corsi online e in presenza, tutorial, libri. Questi strumenti sono utili per approcciarsi al podcast e capire quali dinamiche ci sono dietro e quali abilità abbiamo già e possiamo mettere a frutto e quali invece bisogna fortificare. Passare dalla teoria alla pratica autonomamente richiede tuttavia una buona dose di motivazione, chiarezza di obiettivi e sperimentazione. La mia esperienza Ho iniziato con un corso per principianti per avere le basi di partenza e conoscere i tipi di format, l’uso degli strumenti, la scelta dell’attrezzatura e la distribuzione del podcast. Da lì ho sperimentato in autonomia mettendomi letteralmente in gioco. Non avevo obiettivi di business ma solo obiettivi personali. Ho preparato un piano editoriale, scritto i testi, scelto la musica, comprato gli strumenti giusti e poi mi sono buttata. È stato un grande arricchimento personale adoperarmi in una avventura del tutto nuova ed è l’esperienza che mi ha cambiato sotto tanti punti di vista. Tuttavia, col senno di poi, ho capito che certi errori avrei potuto evitarli e sfruttare meglio le potenzialità del progetto. Ecco perché ho poi deciso di farmi affiancare da chi ne sapeva più di me sulle parti tecniche e sulla strategia. Questo salto mi ha permesso di perfezionarmi, di creare altri podcast e specializzarmi. È stata questa esperienza a portarmi dove sono oggi. Ed è questo vissuto che mi permette di capire le dinamiche di chi inizia da zero e le difficoltà che si incontrano. Avere un Podcast Coach che ti segue passo passo per me è stato fondamentale. Per cui il mio suggerimento è: formati e informati: iscriviti a newsletter o frequenta blog che trattano questo argomento;chiedi supporto a un professionista per farti seguire o per alleggerirti il carico nelle attività che non riesci a gestire in autonomia. Per iniziare a fare podcast, i corsi sono utili a sapere cosa serve per attuare l’idea in progetto. Il passo successivo è farsi seguire da chi può concretamente aiutarti a realizzarlo. Questo ti consentirà di: focalizzare meglio gli obiettivirisparmiare tempo nella progettazione e realizzazionepuntare a un prodotto professionale. Ti sei ritrovato in uno o più di questi 3 problemi? Se stai pensando di iniziare un podcast e non sai da dove partire, posso aiutarti a valutare la tua idea, progettarla e seguirti in tutto il processo di realizzazione. Contattami per una call conoscitiva! Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » FAQ Podcast » Distribuire il podcast su più piattaforme crea contenuti duplicati? La value proposition è forse l’aspetto di comunicazione marketing più importante per il tuo business. In essa sono contenuti tutti gli elementi che determinano in cosa ti differenzi nel mercato e perché i potenziali clienti dovrebbero scegliere te anziché i tuoi competitor. Parte sempre da una vision chiara del tuo business ed è il punto di incontro tra la tua offerta e il pubblico a cui ti rivolgi. È una delle primissime analisi che ogni imprenditore e libero professionista deve fare prima di posizionarsi sul mercato.  Dalla sua definizione derivano di conseguenza le scelte strategiche in termini di comunicazione, relazioni e investimenti. Ciò significa che si riflette in ogni singolo prodotto o servizio che proponi, e a loro volta essi concorrono a concretizzare la tua value proposition.  Il podcast è un prodotto che offri al mercato e perché sia uno strumento di marketing efficace deve avere una sua value proposition chiara ed essere esplicita. A maggior ragione se stai usando il podcast per promuovere il tuo business. In tal caso, la proposta di valore dovrà essere allineata a quella del tuo brand. In questo articolo vedremo insieme il significato di value proposition nel podcast, quali strumenti usare per costruirla e un esempio per capirla bene. Cos’è la value proposition Prima di declinare la definizione nel podcast, partiamo dal concetto generale. Ci servirà per comprendere meglio l’applicazione specifica. Letteralmente, value proposition significa proposta di valore e indica quali sono i benefici che il tuo brand offre ai tuoi clienti. È una vera e propria dichiarazione di intenti che racchiude in sé i punti di forza del tuo brand, gli elementi caratterizzanti e la risposta ai bisogni o ai desideri del tuo target di riferimento. In pratica, spiega in modo sintetico la tua unicità e risponde a quella domanda pungolante, a cui tuttavia devi saper rispondere se hai (o vuoi lanciare) un business:  “Perché una persona dovrebbe acquistare qualcosa proprio da te e non da altri?”. Non importa se hai appena aperto la partita IVA o se sei in attività da tempo. Se non lo hai già fatto, ora è davvero il momento di determinare quale sia la tua promessa di valore. Sappi però che se non hai ben chiara qual è la tua vision, beh… difficilmente potrai farla percepire ai tuoi futuri clienti.  Definire la value proposition richiede un lavoro di analisi e di ricerca, di sé e del proprio mercato. Capire, in sostanza, quali sono i tuoi punti di forza e il tuo elemento differenziante.  Sulla carta sembra una cosa piuttosto semplice da fare, ma ti assicuro che è una delle cose che mette più in crisi quando si inizia a lavorare a un proprio progetto. E sai perché? Perché anche quando siamo consapevoli del nostro valore facciamo una gran fatica a comunicarlo.  Eppure è necessario farlo perché è uno dei fattori più importanti per la conversione. Serve a: far capire immediatamente ai tuoi clienti cosa offri;puntare su ciò che ti differenzia dai tuoi competitor;uscire dalla morsa della “leva del prezzo”;attrarre i clienti “giusti”, che condividono i tuoi valori e probabilmente ti seguiranno nel tempo;incrementare di conseguenza le tue vendite. Per farti capire l’importanza di definire la value proposition, considera questo: la percezione del valore che una persona attribuisce a un prodotto o servizio va sempre oltre le caratteristiche intrinseche degli stessi. È legata ai significati che ad essi conferisce sulla base dei personali bisogni e desideri. Riguarda le emozioni che prova, l’esperienza che vive e l’impatto che quel prodotto o servizio avrà nella sua vita.  Nota: l’impatto che i tuoi prodotti hanno nella vita delle persone… cioè cosa appaga? e in che modo lo fa? Facciamo qualche esempio: sentirsi più al sicuro, più in forma, più esclusivi, avere la sensazione di risparmiare tempo o denaro. Questi sono esempi calzanti delle sensazioni che può evocare una value proposition ben definita. Ora, tenendo a mente tutti questi aspetti, trasliamo la definizione di value proposition nel podcast. Come fare un podcast da zero: guida introduttiva Leggi tutto Proposta di valore nel podcast Fin qui tutto bene, ma… se parlo di podcast cambia qualcosa? No. La value proposition del podcast indica in modo chiaro e sintetico qual è il beneficio per l’ascoltatore. È la promessa trasformativa che offri con i tuoi contenuti audio. Include l’essenza del messaggio, il target a cui si rivolge e il motivo per cui dovrebbe ascoltarlo.  Il podcast può essere un ottimo canale di comunicazione per far conoscere il tuo brand. È un prodotto di marketing a tutti gli effetti e, in quanto tale, anch’esso deve avere la sua value proposition. Per quale motivo? Facciamo un gioco: immagina che il podcast sia una prodotto novità esposto in mezzo agli altri sullo scaffale del supermercato. Se il packaging è studiato bene probabilmente catturerà la tua attenzione e poi, se stuzzica il tuo interesse, prima di acquistarlo leggerai tutti i lati della confezione per capire di che si tratta e se è adatto a te. In pratica valuterai la proposta di valore che quel prodotto sta dichiarando. Darai un occhio al prezzo e se per te il valore percepito è superiore, lo acquisterai.  Ora, a parità di tipo di prodotto, perché compreresti o non compreresti proprio quello? È chiaro. Esattamente come succede per qualunque altra cosa in vendita sul mercato, una persona sceglie di ascoltare un podcast quando è chiara la sua proposta di valore. Dunque, ecco cosa succede quando dichiari esplicitamente nel podcast la tua proposta di valore: i tuoi ascoltatori capiscono subito cosa offri;in cosa ti differenzi da altri podcast dello stesso argomento;riesci ad attirare gli ascoltatori giusti;puoi incrementare più facilmente i tuoi ascolti. Ecco perché possiamo dire che definire la tua value proposition è il primo passo per creare un podcast efficace.  Come puoi costruirla e con quali strumenti? Usando anche in questo caso lo stesso metodo applicato per definire la value proposition di un brand. Value proposition canvas Il modello che sta alla base della definizione di una proposta di valore è il Value Proposition Canvas. Si tratta di uno strumento che ti permette di analizzare in modo sintetico i tuoi segmenti di clientela e la tua offerta per trovarne i punti di incontro. Questo schema ti aiuta ad avere una visione d’insieme e focalizzarti su come rispondere ai bisogni dei tuoi clienti. È spesso usato per la definizione di uno dei blocchi del Business Model Canvas in fase di analisi strategica di un business. Vediamo come declinare la versione originale di questo modello per ricavare la value proposition del tuo podcast. Specifico che il metodo che ti propongo è pensato in modo particolare a un podcast marketing di supporto al tuo business. Tuttavia, i principi su cui si basa sono validi per qualunque tipo di podcast. Parti sempre dalle tre sezioni del cerchio, cioè dal profilo dei tuoi potenziali ascoltatori. Questo è un passaggio fondamentale. Il podcast funziona quando mette al centro l’utente, non noi stessi. Per cui tutto ciò che decidi di realizzare va pensato per essere a loro utile, in funzione di bisogni, desideri ed emozioni (paure) che li muovono.  Un suggerimento: parti pensando a chi sono i tuoi attuali clienti, che caratteristiche li accomuna, cosa cercano nei tuoi servizi e cosa acquistano. Dopo di che esplora eventuali profili correlati a cui potresti dedicare il tuo podcast. Nel compilare le sezioni del quadrato, lavora su questi tre aspetti: il modo in cui il messaggio del podcast risponderebbe alle esigenze del tuo pubblico, come la tua specifica esperienza sull’argomento potrebbe fare la differenzache tipo di benefici ne ricaverebbe l’ascoltatore in termini di maggiori vantaggi o minori problemi. Ora traduci in una o due frasi il succo della tua analisi. Immagina la value proposition del podcast come l’elevator pitch del tuo progetto: cosa diresti al tuo potenziale ascoltatore per convincerlo ad ascoltarti? Attenzione, proprio perché si chiama elevator perché dev’essere breve come una corsa in ascensore! Esempio di proposta di valore podcast Per comprendere bene cosa si intende per value proposition di un podcast, prendiamo come esempio il mio Podcast per il Business. Quando ho iniziato a progettarlo volevo che per i miei ascoltatori fosse ben chiaro il messaggio che intendevo trasmettere.  La promessa che stavo facendo sarebbe stata un vantaggio per loro? E se sì, in quale misura? In una sola frase sintetica, ho racchiuso tutto: messaggio e beneficio. “Podcast per il Business è lo spazio in cui condivido idee e spunti pratici per aiutarti a rendere il podcast un alleato strategico per il tuo business.” Di cosa parlo? di un podcast, lo strumento che ho scelto per comunicare;di come farlo diventare anche il tuo alleato;lo farò utilizzando nozioni ma anche spunti concreti e pratici;di come puoi integrarlo nel business e quindi nella tua strategia di marketing;strategico per il business, per far crescere la tua attività. Momento tips: se stai affrontando un blocco nel tradurre in parole la tua proposta di valore, prova ad ascoltare altri podcast o quelli che ascolti abitualmente. Scoprire qual è la loro value proposition, ti sarà di aiuto.  Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » FAQ Podcast » Distribuire il podcast su più piattaforme crea contenuti duplicati? Il processo d’acquisto con il podcast e come attivarlo, rappresentano una fase importante per tutti gli imprenditori che vogliono approcciare questo strumento di comunicazione. Se vendere è l’imperativo, trovare un metodo efficace per farlo lo è altrettanto. Naturalmente, noi imprenditori, vorremmo che ogni metodo fosse a rischio zero e con un ritorno economico certo, in modo che possa contribuire ad aumentare il nostro fatturato.  Ciò di cui dobbiamo tenere conto è come si sia modificato negli ultimi mesi il processo di acquisto. Le nostre personali abitudini di acquisto sono cambiate e, tra l’altro, succede continuamente: stanno ancora cambiando. Dunque quale potrebbe essere il ruolo del podcast in tutto ciò e, soprattutto, in quale fase del processo di acquisto è utile? Te ne parlo in questo articolo. Il podcast nel funnel di acquisizione di un cliente Nel funnel di acquisizione di un nuovo cliente, il podcast rappresenta uno strumento di content marketing per promuovere il nostro brand. Ho parlato di questo tema nelle prime puntate: dall’importanza della Value Proposition e di Come differenziarsi dalla concorrenza. Inizierei anche però abbattendo qualche credenza, evidentemente errata, sul podcast stesso. Non è uno spot pubblicitario di lunga durata ma un canale di comunicazione a tutti gli effetti.  In modo diretto, non vende nulla. Così come non lo fa un articolo di blog. Deve essere considerato, pertanto, come un canale di ingresso del nostro funnel. Molto potente! Ora vedremo perché e in che modo.  Quando parliamo di processo di acquisto ci riferiamo al comportamento decisionale che le persone adottano dal momento che prendono consapevolezza di un proprio bisogno, sino ad arrivare all’acquisto. Comportamento che senza dubbio è cambiato nel corso degli anni e, indubbiamente, ancora di più nell’ultimo biennio.  L’importanza per qualsiasi brand di comprendere come funziona questo processo decisionale è indiscussa. Infatti, per mettere in atto una strategia di marketing efficace, (hai già ascoltato l’episodio precedente che parla proprio di questo?!) bisogna tenere conto di quali sono le leve che oggi guidano un consumatore nella scelta di un brand piuttosto che di un altro.  Attenzione. Ho parlato di scelta del brand e non del suo prodotto o servizio. Vuoi sapere perchè?  Perché ciò che oggi fa la differenza non è solo la qualità del prodotto ma anche tutto ciò che ruota intorno ad esso: la storia, le persone, i valori, le percezioni. Segui il mio ragionamento perché tornerò su questo punto tra poco.  Le 4 fasi del processo d’acquisto Nel processo d’acquisto, anche io e te, in qualità di consumatori, attraversiamo queste 4 fasi ben precise: appuriamo di avere bisogno (che potrebbe essere anche latente) o un desiderio; cerchiamo più informazioni su ciò che ci interessa; acquistiamo il bene o servizio; diventiamo clienti fidelizzati.  Proviamo a riflettere sulla prima fase: ci rendiamo conto di avere un desiderio o un (nuovo) bisogno e vogliamo a tutti i costi soddisfarlo. Quante volte mi è capitato?… Beh, tante ma si dice che a desiderare non c’è mai fine dopo tutto! Sei d’accordo con me che, a volte, questa consapevolezza può essere innescata da elementi esterni? Per esempio quando vediamo, leggiamo o ascoltiamo qualcosa che stuzzica la nostra curiosità si accende un desiderio che forse non sapevamo nemmeno di avere. Può anche essere legato ad un’esigenza personale per la quale non abbiamo ancora trovato la soluzione giusta per noi. Quei momenti in cui sappiamo di cosa abbiamo bisogno ma non sappiamo a chi rivolgerci. Questo è il primo touchpoint tra consumatore e brand. Ora, se togli il cappello del consumatore ed indossi quello dell’imprenditore, questo è il primissimo momento in cui una persona ha modo di fare conoscenza con il tuo brand.  È ovvio che ciò può accadere solo se: hai comunicato qualcosa (per esempio online);  se sei presente esattamente dove si trovano i tuoi potenziali clienti; se hai comunicato qualcosa, o in un modo, che ha attratto il nostro interlocutore.  Potrebbe essere uno post sui social, un video su Youtube, un articolo di blog o una puntata podcast. A volte una combinazione di questi.  Il primo “gancio” è fondamentale perché è quella scintilla che fa suscitare nella persona la consapevolezza di un bisogno e di quale possa essere una potenziale soluzione. Ma non basta.  A questo punto entra in gioco, infatti, la seconda fase del processo d’acquisto: la ricerca di ulteriori informazioni. Nulla è scontato ed è uno step molto importante che può durare pochissimo oppure mesi. Ecco i 3 fattori determinanti che caratterizzano la nostra ricerca di informazioni: senso di urgenza: cioè la necessità di trovare subito risposta ad un bisogno impellente; coinvolgimento emotivo: quanto il nostro potenziale cliente si sentirà attratto da ciò che offriamo e questo lo spingerà a desiderare il nostro prodotto o servizio come soluzione al suo problema; fiducia: quella persona si fida di noi per poterci scegliere come brand? Io e te sappiamo bene quanto il consumatore oggi sia molto più consapevole rispetto al passato. Noi stessi, prima di fare un acquisto (sia online che offline), ci documentiamo, leggiamo le recensioni e confrontiamo le proposte di mercato. Abbiamo bisogno di rassicurazioni prima di acquistare qualcosa. Eccoci arrivati al nocciolo della questione. Come innescare il processo d’acquisto: l’ecosistema del podcast È proprio in queste due prime fasi che il podcast può fare la differenza, innescando il processo di acquisto. Il podcast è un ottimo canale di ingresso del nostro funnel di vendita. Può rispondere a uno stimolo, un bisogno, può essere il primo touch point con cui un potenziale cliente viene a conoscenza del nostro brand. È, tuttavia, molto più facile che questa fase di scoperta sia attivata dai social o da un traffico organico nel nostro sito web.  Il momento più importante in cui il podcast innesca il processo di acquisto è la fase di approfondimento: quando l’utente vuole saperne di più. Cerca maggiori informazioni su quello che facciamo, sul nostro modo di lavorare, sulla nostra personalità, sulla nostra filosofia e approccio.  È il momento in cui è disposto ad ascoltarci, a dedicare del tempo per capire meglio chi siamo e cosa abbiamo di diverso dagli altri. In questo frangente si costruisce la fiducia e quel legame che, probabilmente, lo spingerà a sceglierci come brand.  Dicevo poco fa che il podcast in questo è molto potente. I motivi sono sostanzialmente 3: usa la tua voce, che è un potente mezzo per parlare a tu per tu con le persone e trasmettere la personalità del brand molto più di un testo scritto; innesca un’abitudine, che è il modo migliore per essere presenti costantemente nella mente degli ascoltatori; offre contenuti verticali su un tema specifico, permettendo al tuo pubblico di informarsi e, a te, di donare a chi ti segue informazioni più dettagliate di quelle che potrebbe trasmettere un post sui social; crea accoglienza per il tuo pubblico, nel tuo mondo. Quando le persone cominciano ad entrare in relazione con te e con il tuo brand, hanno tutti gli elementi di cui necessitano per sceglierti (o meno). A parità di servizi o prodotti, a chi pensi che una persona sceglierebbe di affidarsi? Ad un perfetto sconosciuto oppure a chi gli ha dimostrato apertamente chi è e come lavora? Io credo proprio che la risposta tu la sappia già.  È esattamente così che si innesca il processo di acquisto grazie al podcast. Non vende in modo diretto ma lavora su tutti quei touch point che generano una vendita: motivazione, personalità e percezioni.  Ma voglio essere sincera con te. Il podcast non è la panacea di tutti i mali. È una tattica, come abbiamo già detto nella puntata 6 di Podcast per il Business. Essa concorre cioè alla realizzazione di una strategia più ampia. È un mezzo potentissimo da inserire nel tuo funnel di vendita ma non è probabilmente l’unico che, da solo, può portarti al compimento di tutti i tuoi obiettivi di business.  Affinché esso attivi un processo di acquisto, ha bisogno di essere inserito in un progetto di comunicazione più strutturato, in base all’obiettivo di marketing. Ti serve creare un ecosistema in cui più elementi, come il blog, i canali social, la newsletter, il tuo sito web, adv e tutto ciò che ritieni uno strumento efficace per sostenere una persona nel suo processo di acquisto.  Il podcast è parte dell’ecosistema e, allo stesso tempo, ti aiuta a costruirlo. Una persona può scoprirti sui social e approfondire con il podcast, o viceversa. Può seguire i tuoi contenuti audio per mesi, affezionarsi a te e poi visitare il tuo sito per capire quali servizi offri, iscriversi alla tua newsletter e contattarti per acquistare un tuo prodotto.. Ti sembra un processo lungo e articolato? Capisco questa sensazione. Ti assicuro, però, che è quello che nel lungo periodo ti ripagherà di più. Ricorda che tu per primo/a, scegli prima di tutto un brand. Solo dopo il suo prodotto o servizio. Dunque, se il brand fossi tu, fatti scegliere per ciò che sei! Mi hai letta fino a qui e non posso che ringraziarti per il tuo tempo. Posso chiederti come hai trovato questa puntata? Mi farebbe molto piacere se volessi lasciarmi una recensione su Apple Podcast e su Spotify.   Qui sul blog puoi trovare tutti gli articoli delle puntate di Podcast per il Business mentre se sei decisamente social, possiamo seguirci a vicenda su Instagram, Facebook e Linkedin. A seconda del canale, condivido tips sul podcast, o notizie sul mondo dell’audio. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » FAQ Podcast » Distribuire il podcast su più piattaforme crea contenuti duplicati? In che modo un podcast di letteratura può trasformarsi in uno strumento di personal branding? Quando si ascolta questo genere di podcast, spesso ci si aspetta di trovare format divulgativi in cui semplicemente si raccontano le opere letterarie oggetto di trattazione e nulla di più. L’esempio che ti porto in questo articolo è quello della serie podcast Letteratura Passepartout, di cui Silvana Poli, insegnante e divulgatrice letteraria, è autrice. Lei ha usato il podcast per parlare di ciò che la appassiona, di ciò che insegna nelle aule universitarie ma in un modo del tutto nuovo e assolutamente non scontato. Nel podcast è riuscita a far emergere la sua esperienza, la sua vision, la sua mission accompagnando il pubblico in un viaggio di scoperta e di rivelazioni di grandi testi letterari, come nessuno mai ce li ha spiegati. Questo è uno dei progetti podcast che ho prodotto nel 2022 con il percorso di Podcast Coaching dedicato ai liberi professionisti che vogliono usare il podcast come strumento di personal branding. Intervista a Silvana Poli autrice del podcast Letteratura Passepartout Qui ti riporto l’estratto dell’intervista audio fatta a Silvana Poli nella puntata 33 del mio Podcast per il Business. Chi è Silvana Poli Silvana Poli è un’insegnante appassionata, che si è innamorata della magia della letteratura e che prova un gran piacere nel condividere con gli altri questa magia. Oggi mi definisco divulgatrice letteraria e narratrice. Come sei arrivata al podcasting? Ci sono arrivata un po’ per caso. Avevo cominciato nel tempo della pandemia a fare lezioni su YouTube per i miei studenti, e ho pensato che forse avrei potuto misurarmi coi podcast. Come mai hai deciso di usare proprio il podcast per comunicare la tua passione letteraria? Eugenio Finardi, in una sua canzone intitolata “La Radio” spiega quante cose si possono fare ascoltando la radio, mentre seguire i video è più vincolante. Io da sempre amo fare più cose contemporaneamente e quindi ho pensato che il podcast poteva davvero essere lo strumento che io stessa avrei amato. Di cosa parla Letteratura Passepartout? Letteratura Passepartout presenta la letteratura come se si trattasse di uno scrigno ricco di tesori nascosti. Spesso la scuola ci ha fatto pensare che i testi letterari siano solo una noiosa e inutile perdita di tempo. Eppure, percorrendo i corridoi della letteratura italiana ho trovato piccole e grandi rivelazioni in grado di rischiarare i pensieri che affollano la nostra mente. Si tratta di semplici o curiose, piccole o grandi verità che gli autori nascondono tra le righe delle loro opere, che, solitamente a scuola non vengono svelate, ma che, se scovate, ci aiutano a trovare la strada per uscire dalle situazioni spinose della vita. Perché secondo te ancora oggi c’è bisogno di conoscere i segreti della letteratura? A volte siamo travolti dalle emozioni e perdiamo lucidità nella gestione della nostra vita. A volte questa condizione è tale per cui abbiamo bisogno di farci aiutare da un terapeuta. A volte non comprendiamo gli altri, non sappiamo comunicare e questo rende più complicata la nostra vita. A volte ci raccontiamo delle bellissime storie che ci permettono di continuare a replicare comportamenti che sono dannosi per noi. Insomma capita che nella vita abbiamo bisogno di aiuto. Se io ho bisogno di un consiglio chiedo a persone fidate e affidabili, che hanno già dimostrato di avere strumenti utili. Se devo andare a cena in un nuovo ristorante, vado a guardare le recensioni. Bene, le opere della letteratura sono recensite da secoli, sono opere che hanno aiutato e sostenuto, allietato e consigliato, nutrito e consolato generazioni di lettori. Ecco perché la letteratura è preziosa, perché nelle sue pieghe ci sono risposte a tutte le situazioni che oggi noi dobbiamo sbrogliare. La letteratura costituisce un serbatoio straordinario di esempi, di modelli, di riferimenti, che ci possono venire in aiuto, e si tratta di esempi e modelli che hanno superato il vaglio dei secoli. Questo è il motivo per cui la letteratura è preziosa. Non ti è mai stato mostrato l’utile della letteratura? A dire il vero neppure a me. Però quando mi sono trovata a dover insegnare la letteratura a studenti a cui le mie lezioni non interessavano, ho tirato fuori il coniglio dal cappello e ho cominciato a mostrare quello che i libri non scrivono. Quali sono gli obiettivi che ti sei posta con il podcast di letteratura? Gli obiettivi sono molti e diversi e riflettono la mia mission. Innanzitutto voglio raccontare la bellezza e l’utilità della letteratura. Molte persone pensano che la letteratura sia solo noiosa e pesante: io ho l’ambizione di far cambiare idea a chi ha vissuto la letteratura come un insieme di nozioni inutili. Poi mi sono resa conto che quando faccio qualcosa di piacevole io sto meglio: allora ho la timida presunzione di pensare di poter far qualcosa di buono. Le mie letture e le mie spiegazioni possono regalare un piccolo momento di piacere, e se è così, sento di dare il mio umile contributo al benessere delle persone. Il podcast Letteratura Passepartout diventa libro Come hai combinato questi due canali di comunicazione così diversi tra loro? Anche se si tratta di due canali di comunicazione diversi, entrambi hanno dato voce a due parti di me, in cui unisco due delle mie dimensioni: quella di narratrice di letteratura che racconta per il piacere di condividere; quella della docente di letteratura che insegna, ma che allo stesso tempo sostiene e motiva, come una counselor o coach che aiuta le persone a guardare la vita con altri occhi. Il libro è in vendita dal 17 gennaio su Amazon e si intitola Letteratura Passepartout, come il podcast. Tuttavia i contenuti sono diversi. Nel podcast affronto un piccolo testo alla volta, lo colloco nel suo contesto storico e culturale e poi rivelo il Passepartout, il prezioso segreto di benessere che i grandi vi hanno nascosto.  Invece il libro ha un respiro più ampio. Parto spiegando cosa sia la letteratura, poi ne spiego l’utilità, Quindi parlo di amore, di fiducia, di considerazione e di rispetto utilizzando i testi letterari e gli insegnamenti che ci vengono dai grandi maestri della letteratura.  Scrittura per l’audio vs scrittura per l’occhio: quali differenze? La differenza sta nel fatto che il podcast prevede un percorso che si conclude in uno spazio di tempo limitato. Deve iniziare, concludersi e tutte le puntate devono avere più o meno la stessa matrice: citazione, contesto storico, contesto dell’opera e dell’autore, e poi il mio messaggio. Mi sono resa conto di cosa vuol dire pensare a tutto un progetto molto ampio. Ragionare sulle motivazioni, trovare il target e il senso del podcast. Questa riflessione è stata molto utile. Però è stata anche faticosa. Ci sono stati dei momenti di difficoltà nella creazione del podcast? Sì. Prima è stato necessario capire dove io avrei voluto andare con i miei podcast, quindi ho dovuto capire quale era il senso di questo lavoro e focalizzarmi. Poi quando è stata l’ora di registrare ho fatto una certa fatica a capire tecnicamente quello che mi aspettava. Ma la fatica poi, quella vera, è stata occuparmi del montaggio.   C’è bisogno di costanza e di attenzione. Ho superato le difficoltà abbracciando la fiducia, che sarei riuscita a farlo, e mi sono appoggiata a Ester che mi ha spinta e sostenuta nei momenti difficili. Cosa ti ha lasciato questa esperienza di podcaster? Facendo podcast mi sono messa in gioco molto di più di quanto fosse successo quando ho cominciato a registrare i miei video su YouTube. La ricerca che ho dovuto fare è stata utile e preziosa anche per me perché dopo aver focalizzato i miei obiettivi, questi mi sono stati chiari. Il progetto editoriale e come abbiamo lavorato Se ti piace l’idea entrare nel passato per trarre qualcosa di prezioso per il tuo presente, ti aspetto su Letteratura Passepartout. Qui sotto puoi ascoltarne il Trailer. Con Silvana Poli ho lavorato con un percorso di Podcast Coaching che ho raccontato nei dettagli in questa pagina dedicata al progetto editoriale. Se sei interessata o interessato a conoscere come possiamo lavorare insieme e realizzare podcast per il personal branding che ti aiuti a valorizzare e promuovere la tua attività come libero o libera professionista, scrivimi una mail all’indirizzo contattami@estermemeo.it Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » FAQ Podcast » Distribuire il podcast su più piattaforme crea contenuti duplicati? La risposta veloce è No, ma ora vedremo il perché partendo dallo spiegare cosa sono i contenuti duplicati.  Contenuti nascondi 1 Contenuti duplicati: cosa sono? 2 Contenuti duplicati e podcast: qual è il legame? Contenuti duplicati: cosa sono? Il termine contenuti duplicati riguarda la disciplina della SEO. Si tratta di testi o blocchi di testo completamente identici pubblicati su pagine web diverse, quindi accessibili da URL differenti. Si parla di contenuti duplicati interni, se questi differenti link si trovano all’interno dello stesso dominio, oppure esterni se sono presenti su domini diversi. Dal punto di vista SEO i contenuti duplicati rappresentano un problema in quanto di fronte a una medesima query di ricerca esistono più contenuti con la stessa risposta. Google non capisce quale URL offre il contenuto più rilevante per l’utente e potrebbe considerare questa pratica un inganno nel tentativo di generare più traffico verso i propri siti. Infatti, a causa dei contenuti duplicati Google potrebbe penalizzare il dominio e far perdere dunque visibilità e posizionamento.  Ecco perché è altamente rischioso usare gli stessi contenuti su più pagine di uno o più siti, anche se appartenenti alla stessa fonte. I contenuti duplicati non sono solo il testo una pagina web o di un articolo blog, ma anche il titolo e la sua meta description, che sono di fatto tra gli elementi più rilevanti nell’ottimizzazione SEO on-page. E per evitare ricadute in ambito SEO dovute alla duplicazione, è giusto che anche questi due elementi siano unici. Descrizioni episodi podcast: come scriverle in modo efficace Leggi tutto Contenuti duplicati e podcast: qual è il legame? Nell’articolo su come ottimizzare le descrizioni podcast per i motori di ricerca, spiego che la distribuzione della stessa puntata su più piattaforme podcast, crea di fatto link diversi per ciascuna app di ascolto ma con il medesimo titolo e la medesima meta description, che ereditano dal hosting provider con il quale è stata distribuita. Per esempio: se hai prodotto una puntata podcast che risponde alla query di ricerca come creare una sigla podcast, e quella stessa puntata l’hai distribuita su Apple Podcast, Spotify, Spreaker e altre app, nella SERP di Google compariranno tutti i link di queste piattaforme e tutti avranno lo stesso titolo e la stessa descrizione. Potenzialmente saremmo in presenza di un contenuto duplicato. È davvero così? Come dicevo all’inizio no. In questo caso si tratta di una semplice distribuzione su più piattaforme di uno stesso contenuto e non la pubblicazione di contenuti identici su più siti. Questo infatti non è penalizzante, ma anzi presidiare la SERP con più link sullo stesso argomento non fa altro che aiutare il tuo posizionamento. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » FAQ Podcast » Distribuire il podcast su più piattaforme crea contenuti duplicati? Numero episodio nel titolo podcast: vale la pena inserirlo? Pur non essendoci una regola ferrea a tal proposito, la maggior parte delle volte non è un’informazione necessaria e non aggiunge valore al titolo.  Il titolo dell’episodio deve attrarre gli ascoltatori e comunicare subito l’argomento di cui si parlerà. Questo è lo scopo principale, ancor prima di leggere il numero della stagione o dell’episodio. I motivi per cui molti podcaster usano inserire il numero dell’episodio o della stagione è per orientare l’ascoltatore. In particolare quando si ha un podcast seriale in cui il contenuto ha un certo ordine cronologico, oppure in presenza di un podcast continuativo con numerose puntate. In quest’ultimo caso, qualora il podcaster durante lo show rimandi l’ascoltatore a contenuti presenti in determinate puntate, potrebbe essere più semplice identificarle con un numero episodio.  Tuttavia, a meno che non rientriamo in una di queste casistiche, l’inserimento del numero dell’episodio nel titolo potrebbe essere superfluo o addirittura controproducente. Specie se è la prima informazione che scriviamo. Il perché è presto detto: In ottica SEO, tutto ciò che è a sinistra ha più rilevanza per Google. Quindi se nel titolo c’è una parola chiave è sempre buona regola scriverla per prima. Ma se per prima cosa mettiamo il numero dell’episodio, ci stiamo giocando l’ottimizzazione. Nella maggior parte delle piattaforme, il numero dei caratteri visibili del titolo episodio sono limitati. Perciò sarebbe poco utile all’ascoltatore leggere una sfilza di numeri e simboli senza riuscire a leggere l’argomento della puntata. Infine, l’URL del vostro episodio è sempre bene che contenga solo le parole rilevanti della puntata, al pari di quello che si farebbe con un articolo blogo, senza l’indicazione del numero dell’episodio che non serve a nulla. Per concludere, se proprio desideri inserire il numero dell’episodi nel titolo, è una tua scelta, ma almeno inseriscilo alla fine del titolo stesso. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Una domanda ricorrente che ancora oggi mi sento rivolgere quando creo un progetto audio riguarda proprio la scelta della musica nei podcast. Il sound è un elemento importante all’interno di una serie audio: determina il mood, crea atmosfera, definisce l’identità e scandisce i ritmi dei contenuti.Senza musica, anche il podcast con il format più semplice sarebbe meno coinvolgente per chi l’ascolta. Se poi pensiamo ai formati narrativi, il sound diventa determinante. Ma come ci si regola con la scelta della musica nel podcast? Immagino che a tutti piacerebbe inserire una canzone famosa nel proprio progetto audio che magari si adatta alla perfezione al contenuto che stiamo creando. Ma, se pur lecito, non è proprio così semplice e forse nemmeno la scelta più consigliata. Ora ti spiego perché, partendo dalle ricerche che ho fatto in tema di diritto d’autore e copyright, per poi darti qualche soluzione alternativa. Cos’è il diritto d’autore Il diritto d’autore e il copyright servono a tutelare le opere creative di valore artistico realizzate dall’autore. Anche se i due termini sono spesso usati come sinonimi, in realtà c’è una differenza. Senza entrare nei meriti giuridici che non sono il mio ambito, possiamo semplificare dicendo che il copyright tutela l’aspetto economico che può derivarne dalla diffusione dell’opera, mentre il diritto d’autore mira a tutelarne la paternità. Il diritto d’autore nasce nel momento stesso in cui viene creata l’opera. Da quell’istante, l’autore ha il diritto di usarla, riprodurla, autorizzare o negarne la riproduzione e distribuirla. In Italia, tale diritto è regolato dalla legge n. 633 del 1941 e la sua violazione può far incorrere in sanzioni, sia civili che penali. Le registrazioni audio e le composizioni musicali, e quindi tutta la musica, rientrano tra le opere tutelate dal diritto d’autore. Il podcast è considerata un’opera derivata dalla legislazione, in quanto è l’unione di più opere d’ingegno, già esistenti o originali, che insieme ne creano una trasformata o adattata. Ma questa trasformazione non libera dalla legge sul diritto d’autore, in nessun caso. Come regolarsi con l’uso della musica nel podcast Considerando quando stabilisce la legge in tema di copyright, hai tre soluzioni: chiedere l’autorizzazione ad usare una musica coperta da diritto d’autorecreare una musica inedita per il tuo podcastusare musica libera da diritti d’autore. Usare nel proprio podcast una musica sui cui vige il diritto d’autore, come dicevo all’inizio, è lecito ma non è sempre la strada più semplice da percorrere. Tieni presente che per farlo devi ricevere l’autorizzazione da tutti gli aventi diritto, ovvero: autore dell’operainterpreti che la eseguonoproduttori fonografici (casa discografica). La liberatoria, necessariamente scritta, deve specificare il tipo di diritto autorizzato e anche la destinazione di quella musica (sigla, colonna sonora, sottofondo). L’autorizzazione va richiesta anche se si tratta di pochi secondi. L’autore, infatti, potrebbe non gradire gli argomenti trattati nel podcast a cui vorresti abbinare il brano musicale da te scelto e quindi negare il rilascio della licenza. Puoi rivolgerti direttamente alla casa discografica per chiederne l’autorizzazione. La procedura spesso è lunga ed è oggetto di trattative tra le parti anche per stabilirne il compenso, per cui è meglio affidarsi ad un esperto. Qui puoi trovare altri utili informazioni per la gestione delle autorizzazioni. Se ti sembra un iter complicato, in effetti lo è, e forse vale la pena considerare le altre due soluzioni. A meno che tu non sia musicista e voglia realizzarti in autonomia un pezzo musicale, puoi optare per la musica libera da copyright. Intervista a Avv. Martina Lasagna su Copyright e Podcast Musica royalty free e Creative Commons La soluzione più frequentemente applicata dai creator per ovviare ai limiti imposti dalla legge sul diritto d’autore è l’uso di musica royalty free o Creative Commons. Nel primo caso, un contenuto royalty free può essere liberamente utilizzato ma bisogna acquistarne la licenza d’uso con un compenso minimo. Nel caso di contenuti Creative Commons, l’autore rinuncia a parte dei suoi diritti e concede l’uso delle sue opere liberamente o con alcune limitazioni. Esistono diversi tipi di Creative Commons (CC) a seconda delle combinazioni di licenza concesse dallo stesso autore. Sono identificate da sigle che ne condizionano i termini di distribuzione. È importante accertarsi del tipo di licenza concessa prima di inserirla nel proprio podcast per non incorrere in violazioni. Ecco l’elenco delle sigle Creative Commons, come le sintetizza Wikipedia, che potresti trovare quando scarichi musica: CC0: pubblico dominio, utilizzabile per tutti gli usi senza limitiCC BY: si può distribuire, modificare e creare opere derivate anche a scopi commerciali a condizione che ne venga riconosciuta la paternitàCC BY-SA: si può usare per le stesse finalità della precedente ma alla nuova opera deve essere attribuita la stessa licenzaCC BY-ND: si può distribuire anche per scopi commerciali riconoscendone la paternità ma non può essere usata per opere derivate (no podcast)CC BY-NC: si può distribuire, modificare e creare opere derivate a condizione che ne venga riconosciuta la paternità, ma non per scopi commercialiCC BY-NC-SA: si può distribuire, modificare e creare opere derivate non per scopi commerciali a condizione che ne venga riconosciuta la paternità e all’opera finale venga attribuita la stessa licenzaCC BY-NC-ND: si può distribuire ma non per scopi commerciali e non per opere derivate (no podcast). Dove trovare musica per podcast Ecco un elenco non esaustivo a cui puoi fare riferimento per scaricare musica o effetti sonori per il tuo podcast. Librerie di musica per podcast gratis: FreesoundAudio library YoutubeDanoSongsFree stock musicPacDVccMixter Librerie di brani a pagamento: JamendoAudiojungleShutterstockEpidemic SoundBeeto music La scelta di usare cataloghi musicali a pagamento rispetto a musica free per podcast sta sia nell’ampia varietà di brani scaricabili che nella qualità della musica stessa. Personalmente uso Epidemic Sound per i miei progetti personali perché ha il vantaggio di poter scaricare separatamente gli stems, ovvero le tracce dei singoli componimenti della melodia (voce, bassi, batteria, ecc.), per un uso ancora più flessibile. Ester MemeoPodcast Coach e Producer. Curiosa tanto per cominciare, ma anche volitiva e tenace. Motociclista per passione, milanese per nascita. Ha stravolto la sua carriera aziendale per dare vita a un suo progetto personale che poi è diventato molto altro. Oggi il podcast è il suo lavoro e aiuta chi inizia da zero a realizzare il suo progetto. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » FAQ Podcast » Distribuire il podcast su più piattaforme crea contenuti duplicati? La comunicazione non è fatta solo di parole. È fatta anche di linguaggio del corpo, di espressioni facciali e di tanti altri segnali non verbali che comunicano il nostro stato d’animo e le intenzioni. Il tono della voce è tra questi e può avere un impatto enorme su chi ci ascolta al pari di ciò che si dice. Uno stesso contenuto può comunicare agli ascoltatori del podcast cose diverse a seconda del tono della voce usato. Possiamo risultare rassicuranti, amichevoli, provocatori, istituzionali, professionali o ironici. Questa componente, insieme a ritmo, volume, intensità e intenzione, influenza il tipo di rapporto con il nostro pubblico.  Quale tono della voce è meglio usare quando si fa podcast? Eh sì perché spesso succede che ci preoccupiamo tanto della qualità dei contenuti e della qualità dell’audio (come è giusto che sia, ovviamente!), ma poi non pensiamo che il modo in cui esprimiamo quegli stessi contenuti è altrettanto importante. Cosa rivela di noi il tono della voce Il tono della voce rivela di noi molto più di quello che rivelano le nostre parole. Se dicessimo “non sono affatto arrabbiata” ma dalla nostra voce trapela irritazione, rigidità e distanza, nessuno crederebbe alle tue parole. La voce è un importante mezzo di comunicazione e di espressione. E, almeno nella nostra cultura occidentale, La voce esprime e trasmette le nostre emozioni attraverso mille sfumature; riesce a comunicare gioia, tristezza, paura, collera, disprezzo, tenerezza, indipendentemente dal significato delle parole. Questo vuol dire che fa trapelare le nostre intenzioni, i nostri stati d’animo e la personalità. La voce è uno strumento identitario, che quasi ci mette a nudo e mostra agli altri chi siamo.Ecco perché il podcast è considerato un media più autentico, in grado di stabilire più connessione con gli altri, nonostante sia quasi del tutto uni direzionale.  Ecco, il tono di voce influisce sulla percezione che gli altri hanno di noi. Ci identifica. Il che non significa che noi siamo davvero solo quella roba lì. Ma in un contenuto audio, dove la voce è lo strumento principale che usiamo per comunicare, il tono della voce significa moltissimo. User experience e podcast: checklist per migliorare l’esperienza di ascolto Leggi tutto Gli effetti del tono della voce nella comunicazione audio Il modo in cui parliamo, oltre a quello che diciamo, influisce sulla percezione che gli altri hanno su di noi e può attrarre, respingere, stimolare azioni o lasciare indifferenti.  Non possiamo piacere a tutti, e questo lo abbiamo detto più volte anche in altre puntate. E non è nemmeno questo l’obiettivo. Ma come per tutta la comunicazione, a noi interessa attrarre le persone giuste per il nostro brand e il nostro business.  Il tono di voce che usiamo dunque deve poterci aiutare a raggiungere questo risultato. Come? Ecco 3 fattori su cui il tono della voce influisce nella comunicazione di brand: Posizionamento Riconoscibilità Performance Intenzione e posizionamento Il primo è lavorare sulla nostra presenza al microfono, sulla personalità. Come vogliamo essere percepiti dagli altri? Un amicone, un compagno di viaggi, un punto di riferimento nel settore, una persona assertiva, oppure una presenza neutra?  Questo è un concetto importante perché il posizionamento è fortemente influenzato dal modo in cui comunichiamo. Solo che a volte noi crediamo di comunicare un certo tipo di posizionamento ma il percepito è diverso.  Ascoltiamoci e chiediamo a qualcuno di ascoltarci e restituirci un feedback al riguardo. Può essere utilissimo per misurare l’eventuale gap tra la nostra intenzione e la percezione reale. Autenticità e riconoscibilità Non commettiamo l’errore di replicare la personalità al microfono di qualcun altro. Per almeno due semplici ragioni: non riusciremo a mantenere a lungo questa pantomima non risulteremo riconoscibili e autentici nei confronti del pubblico.  Le persone non sono stupide, se ci seguono in altri contesti comunicativi, sanno qual è il nostro modo di comunicare, ci conoscono. E se risultiamo diversi al microfono, non saremo riconoscibili e si creerebbe quella distanza che farà sembrare il tutto una finzione.  È invece importantissimo mantenere la propria identità, il proprio stile comunicativo e, forse è il caso di dirlo, essere coerenti anche con il proprio tone of voice. Creerà sicuramente un legame più duraturo e autentico con i nostri ascoltatori e saremo coerenti in tutta la nostra comunicazione. Aircheck podcast: come migliorare la performance al microfono Leggi tutto Equilibrio tra performance e personalità Essere se stessi sempre ma con la consapevolezza che stiamo parlando a un microfono e a un pubblico, per cui la qualità della performance non può essere la stessa di quando parliamo al bar con i nostri amici. È importante metterci l’energia giusta. Usare un tono della voce energico, sorridente, che trasmette sensazioni positive e renda la nostra performance piacevole. Sulla qualità della performance al microfono ne ho già parlato ampiamente, e ti rimando a quei contenuti per approfondire meglio l’argomento.  Quello che però bene sempre ricordare che l’equilibrio tra performance e personalità è ciò che premia sempre. Come podcaster non è richiesto essere attori o doppiatori, né tanto meno speaker radiofonici, ma espressivi e coinvolgenti sì. E anche in questo caso il riascolto è essenziale per misurare la performance. Lo hai trovato utile? 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Home » FAQ Podcast » Distribuire il podcast su più piattaforme crea contenuti duplicati? Ogni progetto creativo nasce da un’idea, ogni podcast nasce da un’idea. Ogni episodio nasce da un’idea. Ma come nascono le idee per un podcast? Come si attiva quel processo creativo che accende la nostra mente e ci porta a trasformare un’intuizione in qualcosa di concreto? Trovare l’idea giusta per un podcast non è sempre così facile. Alcuni dei miei lettori mi hanno confidato di desiderare da mesi di fare un podcast, ma restano bloccati nel trovare l’idea giusta. Mi è capitato di frequente di ascoltare frasi come “non sono sicura di quello di cui voglio parlare”, “ho paura che l’idea sia banale” oppure, addirittura “esiste già un podcast che parla di questo argomento e mi hanno rubato l’idea?”. E così, passano le settimane, mesi e il progetto di fare un podcast resta nel cassetto. Dunque quali sono alcuni modi per trovare l’idea per un podcast? Dove possiamo attingere per stimolare nuove idee? In questo articolo parleremo di idee e di alcuni modi per trovarne di interessanti. 10 modi per trovare idee per un podcast 1. Pesca dalle tue passioni o dai tuoi interessi Per interessi e passioni mi riferisco a un argomento che senti davvero tuo. Qualcosa di cui sai abbastanza e per il quale senti di poter sostenere delle argomentazioni e condividere punti di vista, insomma qualcosa che ti entusiasma e ti carica di energia. Non è detto che la tua passione debba per forza essere l’argomento fulcro del podcast. Potrebbe però essere uno spunto da cui attingere per darti una direzione e sviluppare argomenti correlati o associati a quell’ambito. Qui mi viene in mente il podcast La Festa dei Folli di Gianluca Kamal. Lui è uno studioso e un appassionato di storia, anche se svolge una professione del tutto diversa. Ha attinto da questa sua passione per realizzare un progetto che racconta la vita e le vicissitudini di personaggi considerati “Folli”, che hanno segnato la nostra storia. Un altro esempio di come una passione possa diventare il frutto di un progetto è A tavola con Giulio Cesare di Daniela Zeziola. Lei mixa sapientemente la sua passione per la storia con le abilità in cucina. In ogni puntata narra un contesto storico e poi dona una ricetta legata proprio al personaggio, alla cultura o al periodo storico appena narrato. Ascoltalo! È davvero interessante e curioso. 2. Concentrati sui valori di cui vuoi farti portavoce Quali sono le cause di cui sei un convinto o convinta sostenitrice? Quelle per cui senti di poterti battere o che appoggi perché affini alla tua visione del mondo. Creare un podcast che si poggia sulla nostra identità valoriale è un ottimo modo per portare all’attenzione del pubblico un messaggio profondo in cui crediamo e ci posiziona in modo netto sui temi che scegliamo di condividere. Su questo aspetto per esempio si basano molti branded podcast, cioè podcast realizzati da aziende e usati come strumento di branding e di posizionamento. Un esempio di idea podcast sui valori aziendali? Le Alleate, il branded podcast prodotto per il progetto benefit LeRosa, il cui payoff è “Ascoltare. Collaborare. Sorridere”. Proprio su questi tre verbi, che riassumono la vision dell’intera community, è stato progettato il podcast. Attraverso le storie di alcune delle donne che la compongono, ogni episodio esprime in concreto cosa significa vivere una comunità femminile basata su questi tre valori e quali ne sono i vantaggi. 3. Valorizza le tue competenze Un’idea podcast basata sul valorizzare le tue competenze personali e professionali, può tradursi nella scelta di creare un podcast di divulgazione o content marketing, focalizzato sui temi che nel tuo business già affronti in modo diretto. Questo è un metodo molto usato e utile ai liberi professionisti che vogliono posizionarsi nel proprio settore e usare il podcast come leva di marketing. In alternativa, potresti far emergere le tue competenze personali e professionali anche in modo molto più creativo e meno diretto, uscendo dai soliti schemi. Facciamo qualche esempio? Te ne propongo due. Il primo è il podcast Dai Nonna di Valeria Battaini. Lei è attrice, voice over e speaker professionista e in questo podcast si diletta ad usare la voce in modo fantastico ricreando diversi personaggi. Ogni puntata è una fiaba raccontata proprio da una nonnina alla sua nipotina, con tanto di personaggi di volta in volta diversi e magistralmente interpretati da Valeria stessa. Beh, lei attraverso questo podcast valorizza molto bene le sue abilità e usa il podcast anche come allenamento all’uso della voce. L’idea del suo podcast in questo caso attinge alle sue competenze. Il secondo esempio è Canzone della Buonanotte di Annalisa Giansante, alias Annalu, cantante, cantautrice, insegnante di canto. Nel suo podcast, insieme al co-conduttore Francesco, raccontano la storia di una celebre canzone e poi ne cantano e suonano una versione live pazzesca. Te li lascio da ascoltare. 4. Trai spunto dalle tue esperienze personali La vita può riservarci esperienze intense e che ci portano a gradi di consapevolezza profondi, che ci cambiano e ci migliorano. Queste esperienze sono spesso fonte di grande ispirazione sia per chi sta vivendo situazioni simili, sia per chi non conosce la realtà di alcuni contesti e a cui potrebbe essere utile conoscere. Se hai vissuto esperienze personali che ti hanno segnato in modo particolare e che hanno influito sulla tua vita attuale, prova a pensare a come possono essere di aiuto a chi ti ascolterà. Cosa raccontano di te e di quello che sei oggi? Anche in questo caso voglio citarti qualche esempio concreto di podcast. È il sesso bellezza di Giulia di Quilio, attrice e performer di burlesque, parla in prima persona di tabù, rapporto con il proprio corpo e con il sesso, tra ironia e distacco. Il secondo è Lendas, di Loretta da Cosa Perrone, Content Manager e Copywriter italo-brasiliana, che ci porta in un viaggio tra Brasile e Italia tra folclore, leggende e la sua infanzia. Infine, non posso non citare Ponti Invisibili di Teresa Potenza, giornalista ed esperta in Medio Oriente, che racconta la sua vita in Siria prima e durante i primi conflitti di guerra, portando alla luce il suo approccio giornalistico di Slow Journalism. 5. Lasciati contaminare da ciò che leggi, ascolti e osservi I libri sono una grande fonte di ispirazione, soprattutto se riguardano temi specifici sul tuo settore professionale, ma non solo. A volte l’ispirazione non riguarda solo l’argomento in sé, ma anche il modo in cui viene sviluppato o raccontato. Oltre ai libri, anche le serie TV o altri podcast possono rivelarsi scintille per accendere un’intuizione e da trarre l’ispirazione giusta che ti serve per sviluppare l’idea del tuo podcast. Usa poi questi spunti per adattarli al tuo tema e al tuo modo di comunicare. L’importante è che non sia la replica di un altro podcast. 3 idee podcast per liberi professionisti Leggi tutto 6. Ascolta le persone con cui ti relazioni Restando in tema di podcast per il tuo business, pensa a cosa si chiedono i tuoi clienti. Quali sono le domande e gli argomenti più frequenti che ti rivolgono? Sono persone che appartengono ad una profilo preciso che ha bisogni, dubbi o esigenze specifiche? Il pubblico è sempre il vero protagonista del podcast. Ciò significa che è un contenuto che deve essere utile agli ascoltatori non solo a te. Tenendo a mente questo, credi possano esserci curiosità o aspetti che nessuno racconta ma che tu conosci molto bene e che puoi svelare in un podcast? Su questo punto ti porto l’esempio della seconda stagione del podcast Diventare Wedding Planner di Elisabetta Bilei, wedding planner e mentore per aspiranti e futuri professionisti del settore. Nel suo podcast ci porta dietro le quinte del suo lavoro raccontando vere storie di matrimoni con tutti gli imprevisti possibili e di come sono stati gestiti. Insomma una divulgazione resa concreta. 7. Restringi il campo Usa il podcast per parlare solo a un profilo specifico di cliente o interlocutore tipo, oppure per trattare argomenti molto verticali in profondità. Offrirai così un contenuto di alto profilo diversificando la tua comunicazione rispetto ad altri canali esistenti. Potresti approfondire tematiche che tratti nel tuo blog, ma argomentando e integrando i contenuti con interviste, casi studio, contributi audio esterni, storie, aneddoti, curiosità. Addirittura potresti creare una sorta di spin off del tuo blog. In questo modo crei una sinergia con altri canali senza duplicarne i contenuti, ma trattandoli in modo del tutto diverso o focalizzato. Podcast per blogger: le idee per cominciare Leggi tutto 8. Rendi accessibili e fruibili le informazioni A molte persone piace imparare cose nuove, ma non sempre hanno la possibilità di accedere a informazioni attendibili o di qualità su determinati argomenti. Se sei per esempio un giornalista, un divulgatore, uno studioso e hai accesso a fonti o documentazioni divulgabili, non riservate ma che possono diventare di utilità per il pubblico, perché non essere un facilitatore di queste informazioni? Semplificare, rendere chiari concetti poco comprensibili, attingere a fonti autentiche e di valore di cui disponi a beneficio della cultura. Tra questi cito il podcast di Alessandro Barbero, curato da Fabrizio Mele. Una raccolta non ufficiale a scopo divulgativo delle sue conferenze sulla storia. 9. Definisci l’intento della tua comunicazione Riflettere sull’intento comunicativo è un’altra leva per stimolare nuove idee podcast. Con quali finalità vuoi creare il podcast? Educare, informare, formare, diventare opinion leader, intrattenere, ispirare, sensibilizzare su temi sociali, sono alcuni esempi. Forse hai già scelto il tuo tema portante, ma l’idea giusta del podcast potrebbe risiedere nella forma con la quale lo tratti. Il taglio, lo stile, la prospettiva con cui si affronta l’argomento può cambiare radicalmente il progetto e quindi darti la possibilità di sfruttare un’idea già adottata da altri ma con una veste nuova e personale.  10. Sviluppa temi complementari Hai mai pensato di fare un podcast in coppia? Magari con professionisti che operano in ambiti correlati al tuo? Questa è sia un’ottima soluzione per creare un podcast a budget ridotto, in quanto ti consente di ripartire le spese di produzione, sia per offrire al pubblico un contenuto diverso e di grande valore aggiunto. Cerca partner con cui collaborare e che possano ampliare le tue conoscenze o apportare un punto di vista nuovo e correlato al tuo. ConTanti Saluti è uno degli esempi podcast che ha combinato due figure professionali diverse ma complementari. I due conduttori sono Emanuela Rinaldi, sociologa e docente universitaria sui temi legati alla cultura finanziaria, ed Enrico Bertolino, comico ma anche un professionista con anni di lavoro in banca alle spalle. Entrambi si occupano o si sono occupati di finanza, ma grazie alle esperienze diverse pur se affini portano punti di vista nuovi e le idee si mescolano e si contaminano. Conclusioni Questi sono i miei 10 spunti per stimolare nuove idee per il tuo podcast e tirare fuori dal cassetto quel progetto che ancora non ha visto la luce. Nessuno ti vieta di mixare questi consigli, abbinarli tra loro e sollecitare la produzione di altre idee.  Stimolare nuove idee podcast è il primo passo quindi iniziare a lavorare a qualcosa di concreto. E se dopo che hai trovato un’idea volessi sapere se è quella giusta, contattami e ti aiuterò a progettare il podcast adatto a te. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » FAQ Podcast » Distribuire il podcast su più piattaforme crea contenuti duplicati? I parametri UTM sono uno strumento importante in fase di analisi della strategia di marketing. Servono a capire la reale efficacia dei canali di comunicazione usati nel proprio business. Ci consentono di monitorare l’impatto di ciascuno di essi, conoscere gli interessi del proprio target, valutare le performance dei contenuti pubblicati e persino misurare le conversioni.  Il podcast è uno dei canali di comunicazione che completano l’ecosistema comunicativo di un brand, piccolo o grande che sia. Come tale, se usato come strumento di marketing, contribuisce a sostenere il business portando traffico verso i canali di conversione, come ad esempio il sito web.  Tuttavia, essendo il podcast un contenuto audio e per certi versi quasi più immateriale di un contenuto visivo e testuale, come si fa a misurarne l’efficacia, a tracciarne l’impatto e a isolarlo rispetto a tutti gli altri canali di comunicazione? Usando i parametri UTM. In questo articolo ti spiegherò cosa sono e come usarli per tracciare il traffico verso il tuo sito web, proveniente dal podcast. Tracciamento dei dati: a cosa serve Se hai un sito web e questo è anche il tuo canale di conversione diretta, è importante capire anche quali sono le fonti di traffico in entrata, ovvero è importante capire da dove le persone arrivano verso il nostro sito web. Il traffico in entrata potrebbe arrivare da: motori di ricerca, magari in risposta a una query di ricerca dai social, se hai condiviso link diretti verso il tuo sito newsletter campagna di advertising. Ma in che misura ciascun canale di comunicazione contribuisce al traffico in entrata verso il nostro sito? Quali pagine visitano gli utenti? Sono tutti aspetti importanti da conoscere perché ci consentono di misurare l’efficacia della nostra strategia di marketing e monitorare le aree di miglioramento. Google Analytics per tracciare i dati A questo proposito, Google Analytics (G.A.) è uno strumento potentissimo, anzi direi LO strumento di analisi per eccellenza: è gratuito ed è messo a disposizione da Google per monitorare il proprio sito web. Ti consente di analizzare tutte le tue fonti di traffico e il comportamento degli utenti.  Infatti sulla base di alcune logiche di aggregazione, G.A. classifica in modo schematico la provenienza del traffico, permettendoti di analizzarli in modo mirato.  Può capitare che G.A. non riesca a determinare in modo corretto alcune fonti di traffico o non abbia elementi sufficienti per classificarle e quindi alcune informazioni confluiscono tutte in una voce di traffico indiretto che, di fatto, fa perdere la capillarità delle analisi. Tra questi dati “non censiti” potrebbero esserci anche quelli provenienti dal podcast, ovvero dai link inseriti nelle descrizioni del podcast.  Ti ho già parlato dell’importanza delle descrizioni degli episodi del podcast sia per il posizionamento sui motori di ricerca, sia per il coinvolgimento degli ascoltatori, che per canalizzare il traffico verso i tuoi canali di conversione diretta. Il podcast infatti è un ottimo strumento per raggiungere un pubblico in target e fidelizzarlo. Ma poi per poter convertire concretamente quegli ascolti in qualcosa di più, è necessario convogliare gli ascoltatori verso un sito web o un altro canale. Tutto questo è possibile farlo, appunto, attraverso i link diretti inseriti nelle descrizioni. Ora, e qui arriviamo al fulcro dell’argomento di oggi: come si fa a isolare l’impatto di queste fonti di traffico e monitorarne l’efficacia? Parametri UTM: cosa sono I parametri UTM non sono altro che tag, o pezzettini di codice che, se aggiunti alla URL da monitorare, consentono di tracciare in maniera corretta la provenienza del traffico web. Infatti gli UTM sono spesso usati per monitorare le singole campagne di advertising. Per individuare quali specifici annunci portano maggiori conversioni e quali campagne invece presentano scarse performance. Se non mastichi molto questo tipo di informazioni, ti aiuto facendoti un esempio semplice. Immagina di attivare due campagne di advertising su Facebook con parametri diversi tra loro (ad esempio per grafica o copy differenti, oppure gruppi di target diversi), che puntano entrambe sulla stessa pagina web del tuo sito.  Su GA, il traffico proveniente da queste campagne sarà identificato tutto come fonte Facebook, senza la spaccatura per singola campagna. Come fai a sapere quale delle due campagne ti ha portato più traffico? Qui intervengono i tag UTM che ti consentono di personalizzare la URL e isolare il traffico di ogni singola campagna. Questo in sostanza il loro funzionamento. In modo simile, i parametri UTM possono essere usati anche per tracciare il traffico web proveniente dagli ascoltatori del podcast. In che modo? Come si creano QUESTI parametri? Impostare i parametri UTM per il podcast Lo strumento gratuito più comunemente usato per impostare gli UTM, si chiama Campaing URL Builder. Funziona in modo semplice perché è una struttura guidata attraverso la compilazione di un modulo online. Ti basta inserire l’URL della pagina web che vuoi monitorare e aggiungere le informazioni inerenti la fonte di traffico alla quale collegarla.  Una volta che hai compilato questo modulo, lo strumento ti genera una nuova URL che tu potrai copiare e incollare nelle note degli episodi in corrispondenza della pagina web che stai comunicando agli ascoltatori. Facciamo un esempio. Se volessi tracciare il traffico web di uno dei miei articoli di blog e inserire il link nelle note dell’episodio corrispondente, dovrò copiare la URL originale e inserirla nel modulo come primo elemento. Dopodiché dovrò identificare gli estremi della destinazione del link. Nell’immagine qui sotto vedi un esempio di compilazione. Come vedi, alcuni campi sono contrassegnati da un asterisco perché obbligatori. Altri invece sono opzionali e puoi compilarli se li reputi applicabili al tuo caso. Sembra tutto complicato ma, una volta capito il meccanismo è super semplice.  Il toocreerà un link personalizzato, come puoi vedere nell’immagine sottostante, che sarà tracciato da GA in modo corretto e separato dalle altre fonti di traffico. Questo ti permetterà di capire quanti utenti hanno visitato il tuo sito web provenendo proprio dal podcast.  Il consiglio che posso darti è di usare uno standard per tracciare il traffico proveniente dal podcast. Raccogli i dati dei tracciamenti in un foglio excel per costruire e mantenere un format chiaro. È un lavoro aggiuntivo da fare, non lo nego. Ma se vuoi sapere quanto il podcast incide sul tuo traffico web e capire se sta funzionando come strumento di marketing, è tempo ben speso.  Come dico sempre, non sono gli ascolti il parametro per capire se il tuo podcast sta avendo successo. Gli ascolti sono una condizione necessaria per raggiungere i tuoi obiettivi. Ma il vero successo si misura in KPI. Sapere che azioni compiono gli ascoltatori dopo averti ascoltato, ti aiuterà a capire se il podcast sta portando valore al tuo business e sta funzionando come canale di comunicazione. Il tracciamento dei dati è un ottimo modo per canalizzare queste informazioni ed è gratuito. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » FAQ Podcast » Distribuire il podcast su più piattaforme crea contenuti duplicati? Nei diversi libri e contesti di marketing in cui mi sono imbattuta fino ad oggi sul tema della multicanalità, pochi, se non pochissimi, menzionano il podcast tra i canali di marketing. Un gran peccato visto che è uno dei trend in forte crescita degli ultimi 5 anni in Italia, nonché mezzo di comunicazione innovativo. Ritengo sia opportuno parlarne, sia per stimolare una maggiore consapevolezza sulle potenzialità del podcast in una strategia di multichannel marketing, sia per fornire esempi utili alle aziende e ai liberi professionisti che vogliono usare il podcast per promuovere il proprio business. In questo articolo partiremo dal significato di multicanalità, sviscereremo le differenze rispetto a omnicanalità e cross-canalità per poi concentrarci sull’utilità di inserire il podcast in questo tipo di strategia di comunicazione e fornire qualche esempio (che non guasta mai!). Cosa si intende per comunicazione multicanale Per multicanalità si intende un approccio marketing che usa diversi canali di comunicazione a fronte di un’unica strategia. In pratica il messaggio è uno solo ma è declinato su piattaforme e contesti differenti. Nella logica multichannel ogni canale funziona separatamente dagli altri, non c’è dialogo tra di essi. La comunicazione è replicata in ciascun ambiente tenendo conto dei rispettivi linguaggio, regole, tempi, tono e talvolta audience. Di base, quindi, declinare lo stesso messaggio non significa necessariamente fare un copia-incolla di esso senza criterio. Significa trasmettere la stessa strategia (in alcuni casi anche il medesimo calendario editoriale) rendendo coerente la comunicazione a prescindere dal luogo in cui l’utente ne fruirà. Per canali digitali e offline, organici e a pagamento, mi riferisco ad esempio a: blogsito webSEOtutti i social mediavideo marketingapp mobilenewsletterGoogle AdsDigital PRsocial Advpodcast marketing. Quando nella tua attività, grande o piccola che sia, implementi il marketing multicanale stai facendo due cose: aumenti le tue opportunità di interazione con i prospect;offri agli utenti la possibilità di seguire i tuoi contenuti sulle loro piattaforme preferite. Gestire più canali contemporaneamente con criteri di comunicazione diversi richiede tempo, certo. Quel che però devi considerare è che oggi il Customer Journey di ogni utente è molto più complesso rispetto al passato. La quasi totalità delle decisioni di acquisto avvengono dopo diversi step e interazioni su canali differenti sia a livello online/offline, sia web/social. Zmot Handbook Research Ciascun utente, me e te compresi, combinano percorsi sempre diversi in base ai canali che ritiene più idonei o che preferisce. Questo porta ai cosiddetti Multi-Channel Funnels. Dunque, per fare qualche esempio, una persona può intercettare i tuoi contenuti sul blog a seguito di una ricerca organica specifica, scoprire che hai un podcast trovando il player delle tue puntate, ascoltare gli audio per approfondire un argomento, seguirti sui social, tornare sul sito web, iscriversi alla tua newsletter, seguire altri contenuti, appassionarsi al tuo brand e acquistare. Ovviamente, se sei presente su tutti questi canali. Differenze tra Multicanalità, Omnicanalità e cross-canalità Con la multicanalità è la strategia ad essere al centro di tutto, mentre l’utente si sposta tra un canale e l’altro o ti intercetta nei vari touchpoint seguendo un suo personale customer journey. Tanti canali separati, un unico messaggio. Come vedremo più avanti, il multichannel si sposa molto bene con il podcast marketing. Con la omnicanalità è l’utente al centro di tutto. I canali sono comunicanti tra loro e lavorano all’unisono seguendo l’utente nei vari touchpoint. In pratica una persona potrebbe iniziare un’operazione su un canale e terminarlo su un altro senza soluzione di continuità. I canali si aggiornano in base all’ultima azione dell’utente, riducendo di molto i tempi di conversione. Il marketing omnichannel è ormai una prerogativa per certi contesti, ma non è una strategia applicabile al podcast, almeno non per ora.  La cross canalità è invece interessante per chi vuole integrare il podcast tra i propri canali di comunicazione. In questo contesto, l’utente inizia un’azione su una piattaforma e poi la conclude in un altra ma con azioni separate e ben distinte. Nel mondo del retail ne è un esempio il click & collect in cui il cliente acquista online e poi ritira la merce in un negozio fisico. Nel mondo del podcast, potrebbe essere l’inserimento nell’audio di parole chiave specifiche da usare poi su altre piattaforme per la conversione. Podcast e multicanalità: esempi Il podcast marketing è un canale dalle grandi potenzialità che ben si inserisce nella strategia di comunicazione di qualunque brand. Che tu sia libero/a professionista oppure azienda, con i contenuti audio lavori sia in termini di brand marketing che di content marketing. Podcast Marketing: cos’è e quali sono i vantaggi per il tuo business Leggi tutto Come abbiamo visto, in una logica di multicanalità lo stesso messaggio è diffuso su più canali, seguendo un piano editoriale univoco ma tenendo conto delle specificità di ciascuna piattaforma. Nota bene: tanti canali, un’unica strategia, per cui prima di tutto ne serve una. Questo è il motivo per cui spingo molto sul fatto che gli obiettivi del podcast devono essere allineati agli obiettivi del tuo business. La comunicazione deve essere sempre coerente con la tua identità, messaggio e valori, senza spiazzare l’utente. Come usare il podcast in una strategia di multichannel marketing? Facciamo qualche esempio pratico: Blog e podcast Scrivi un articolo blog in modo strutturato secondo le logiche SEO. Lo stesso tema lo affronti con una puntata podcast in cui argomenti il tuo punto di vista, le tue riflessioni in modo naturale e spontaneo e senza la rigidità di un testo scritto. Quello stesso episodio lo incorpori nel tuo articolo blog. Dall’altro lato, nelle descrizioni degli episodi podcast inserisci i link del tuo blog post in cui trovare altro materiale correlato. In questo caso ha intercettato due tipi di utenti: chi ha trovato il tuo contenuto da una ricerca organica ha letto l’articolo e scoperto il podcast;chi ha ascoltato il podcast sulle piattaforme di ascolto viene a conoscenza del tuo articolo blog. Newsletter e podcast Nelle puntate podcast puoi invitare gli ascoltatori a iscriversi alla newsletter magari a fronte di una risorsa gratuita da scaricare oppure per ricevere contenuti di approfondimento riservati alla tua community che non troverebbe altrove. Viceversa, nella tua newsletter puoi condividere i tuoi nuovi episodi podcast su argomenti a cui la tua community è interessata. Social e podcast La puntata podcast può facilmente essere declinata sui social in diverse modalità: Reels Instagram, TikTok, short YouTube: estrapola gli highlight audio della tua puntata e condividili sotto forma di video con immagini statiche, audiogrammi e/o video intervista se presenti.Instagram post e caroselli: spacchetta i contenuti in tips, citazioni, riflessioni inerenti gli argomenti da te affrontati in puntata.LinkedIn: fai una sintesi dell’argomento trattato nella puntata e condividila con la tua rete professionale sotto forma di post, newsletter, documenti pdf. TIPS: I contenuti presenti nella newsletter di Linkedin sono indicizzati da Google e possono comparire nella SERP se rispondono a un intento di ricerca. Inoltre, puoi persino incorporare al suo interno il player di Spotify per l’ascolto diretto delle tue puntate. Vantaggi e svantaggi della multicanalità A questo punto dell’articolo possiamo tirare le somme sui pro e contro della multicanalità e farci un’idea di come e perché operare in tal senso nella nostra strategia di marketing. In parte ne abbiamo già parlato, ma sintetizzando i vantaggi del multichannel sono: ampliare la propria target audience: avere più touchpoint significa avere più opportunità di intercettare un utente laddove si trova e preferisce stare.generare traffico verso altri canali: chi ti scopre su un canale potrebbe entrare nel tuo contesto comunicativo e conoscere altri contenuti.offrire un’esperienza utente diversificata: anche se lo stesso utente frequenta più canali, potrebbe essere più propenso a fruire dei tuoi contenuti in modalità diverse in base al momento della giornata, alle sue abitudini, al tempo a disposizione. Non sottovalutare questo aspetto.attivare i funnel marketing: alcuni canali sono più orientati a lavorare sulla consapevolezza e la conoscenza del brand, altri lavorano di più sul nurturing e la fidelizzazione. Ma tutti concorrono a creare il customer journey che porta alla conversione. Podcast Marketing: come creare la strategia giusta per il tuo business Leggi tutto Più che di svantaggi della multicanalità parlerei di punti di attenzione da tenere presente: pianificazione: non puoi prescindere da questo step fondamentale che richiede visione a breve, medio e lungo termine. Potrebbero volerci tempo e magari l’aiuto di un digital strategy che ti segua nella preparazione di un piano marketing adeguato.Organizzazione: tanti canali, formati diversi, linguaggi diversi. Ciò significa che per fare tutto devi organizzare bene le attività. Su questo fronte ho personalmente ritenuto utile dedicare in agenda momenti precisi (e non barattabili) da dedicare alle attività di marketing.Disciplina e costanza: niente arriva in tempi brevi e con poco sforzo, anche se a tutti piace il detto “poca spesa, massima resa”. Per i risultati migliori ci vuole pazienza. Il posizionamento è un processo lento ma duraturo se fatto con costanza. Per cui non mollare. Ricorda che più touchpoint hai a disposizione, maggiori opportunità hai di conversione. Conclusioni Il podcast marketing ti offre l’opportunità di entrare in connessione con le persone e attrarle con modalità che altri canali non ti danno. Pensa solo alla durata di ascolto che supera i 30 minuti di media giornaliera (dati IPSOS 2021): quanto contenuto puoi divulgare in un periodo così lungo? Se vuoi sapere come implementare il podcast nella tua strategia multicanale, scrivimi direttamente e fissiamo una telefonata conoscitiva. Nel frattempo ti invito a seguire il mio podcast per il business pensato esattamente per chi vuole usare il podcast come alleato strategico per il proprio business. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » FAQ Podcast » Distribuire il podcast su più piattaforme crea contenuti duplicati? Se stai pensando anche tu di realizzare un podcast, sappi che una delle prime cose che dovrai fare è occuparti della definizione del format del podcast. Dovrai decidere, in sostanza, quale struttura generale dovrà avere il tuo progetto audio. Ogni podcast ha un format ben preciso che lo definisce e ne disegna i tratti essenziali. Un po’ come succede per i format dei programmi televisivi o radiofonici.  L’obiettivo di questo articolo è capire: cos’è un format podcast e perché è importante per il successo del tuo progetto; quali sono gli elementi che lo compongono, in particolare ne ho identificati 8. Una volta analizzati questi due punti, sono sicura ti sarà più chiaro come strutturare il format del tuo progetto. Cos’è il format di un podcast? Parto subito col dirti che il format podcast è la struttura del progetto audio, ossia lo schema che lo definisce. È una sorta di compagine che, in modo chiaro, determina tutti gli elementi identificativi che lo compongono e che dettano il suo svolgimento, sia dal punto di vista stilistico, sia narrativo che tecnico. Ciò che contraddistingue un format podcast da un altro è la sistematicità di alcuni elementi che si ripetono puntata dopo puntata e che ne definiscono la riconoscibilità. Per estensione, possiamo paragonare il format di un podcast a quello di un programma televisivo, dove sono chiari: tipologia di programma, palinsesto, scelte tecniche e stilistiche, conduttori e via dicendo. È da queste caratteristiche che derivano i vari tipi di podcast e con essi le strutture editoriali. Quello di cui ci occuperemo in questo artivolo riguarda la predisposizione del format generale che possiamo considerare come lo scheletro del nostro progetto.  È fondamentale che tu definisca in anticipo la struttura del tuo podcast per due motivi: ti aiuterà a delineare i confini entro cui sviluppare la tua idea;  aiuterà il tuo futuro ascoltatore a seguirti meglio durante l’ascolto perché avrà una sorta di guida, un percorso chiaro che lo accompagnerà puntata dopo puntata.  I podcast che ascolti abitualmente hanno un loro format ben preciso anche se, forse, non ci hai mai fatto caso. Vorrei proporti un esperimento.  Dopo aver letto questo articolo, prova ad individuare quali sono tutti gli elementi che caratterizzano il tuo podcast preferito. Dopodiché, prova ad identificare il format sulla base del quale è costruito.  Se ti fa piacere condividere con me la tua analisi, sarò davvero felice di leggerla.  Se, invece, non sei un frequentatore abituale delle piattaforme audio, qui trovi una raccolta dei podcast per i quali ho personalmente seguito la produzione come Podcast Coach. Vediamo ora cosa serve per definire un format podcast.  Come definire un format: 8 elementi chiave Ci sono degli elementi chiave da considerare per definire un format podcast in modo efficace: ne ho identificati esattamente 8. Premessa: la definizione del format è un’attività da fare necessariamente dopo aver definito gli obiettivi e il target del tuo progetto audio. Senza prima non lavori su obiettivi di marketing e di podcast non riuscirai a definire la struttura del tuo futuro progetto. Analizziamo ora i diversi elementi che compongono il format.  La definizione del concept, cioè l’idea centrale su cui si basa l’intera progettazione e da cui deriverà il piano editoriale. Può essere definito come il soggetto, il fulcro del progetto stesso, nel quale è sintetizzata la Value Proposition del podcast. Il numero degli speaker. Quante persone interverranno come host nel podcast? Ci sarà un unico conduttore che argomenterà le singole puntate o sono previsti degli ospiti o dei co-conduttori? A queste domande bisogna dare una risposta prima di iniziare un podcast perché, per esempio, la scelta del numero di speaker può determinare un diverso impatto dal punto di vista organizzativo e tecnico. La tecnica narrativa o modalità di svolgimento. Ad esempio: sarà un talk a una voce oppure una conversazione libera tra più co-conduttori? Hai intenzione di realizzare un podcast narrativo oppure vuoi sviluppare gli argomenti sotto forma di intervista? La finalità di utilizzo. Definisci se il tuo podcast sarà formativo, informativo oppure un contenuto di intrattenimento. Questo ti porterà a trovare il mood. Il mood del podcast. È inteso sia come tono di voce, stile di comunicazione e linguaggio, sia come atmosfera sonora, quindi con riferimento al genere musicale che accompagnerà il tuo testo. Per aiutarti a capire quale mood scegliere, prova a pensare a che tipo di emozioni vuoi suscitare nel tuo ascoltatore e al pubblico a cui ti rivolgi. La struttura interna delle puntate. Suddividi in blocchi la singola puntata e per ciascuna di esse indica cosa accadrà e quanto durerà. Questa metodologia ti aiuterà a preparare la tua scaletta o il tuo copione. Decidi se ci sarà un intro, una sigla oppure un contributo audio esterno e quali e quanti elementi sonori ricorrenti. Le caratteristiche strutturali di ogni puntata. Saranno puntate episodiche auto-conclusive in cui ogni episodio verterà su un argomento diverso di volta in volta oppure saranno puntate seriali in cui la storia si svolgerà a cavallo di più episodi? Ci saranno momenti seriali ossia ricorrenti, che si ripetono in ogni puntata? Tutti elementi che è bene definire a priori nel format del progetto di podcast. Il tipo di pubblicazione cioè rifletti bene su: durata, numero di puntate e frequenza di pubblicazione (ad esempio giornaliera, settimanale, quindicinale o mensile). Queste tre voci saranno fondamentali per organizzare il tuo processo di produzione e far sì che il tuo progetto si basi su un criterio di sostenibilità, un concetto di cui parlo ampiamente anche nell’articolo sul Podcast Model Canvas. Conclusioni Sono certa che, giunti fino a qui, ora per te sia più chiaro il concetto che scrivere il format del tuo podcast significa elaborare tutta una serie di caratteristiche che concorrono a costruire l’identità precisa del tuo progetto audio. Ecco perché un format che è strutturato secondo questi 8 elementi chiave è, a tutti gli effetti, una vera e propria bussola per l’ascoltatore che si sente guidato nell’ascolto del tuo podcast.  Tornando all’esperimento che ti ho proposto all’inizio di questo articolo, hai avuto modo di identificare quale format ricalca il podcast che hai preso in esame? Aspetto una tua mail per conoscere la tua risposta così come puoi scrivermi per richiedere una consulenza personalizzata se stai pensando di progettare il tuo podcast.  Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » FAQ Podcast » Distribuire il podcast su più piattaforme crea contenuti duplicati? Ha senso creare un sito web per il podcast: sì o no? Sono la prima ad essermi interrogata su questo tema quando ho creato il mio primo show. Da allora ho sperimentato, analizzato, testato diverse alternative, e alla fine sono arrivata alla conclusione che sì, creare un sito web per ospitare il tuo podcast è senza dubbio una scelta strategica. I vantaggi sono tanti, specialmente se vuoi usare il podcast marketing come asset strategico per il tuo business. Creare un sito web per il podcast ti permette di: accogliere e comunicare con i tuoi ascoltatori incrementare il traffico organico raccogliere dati utili alle tue strategie di marketing offrire altri contenuti di valore monetizzare il tuo podcast. Approfondiamo insieme questi punti. I vantaggi del creare un sito web podcast Il sito web è uno dei canali di comunicazione fondamentali per un brand, anche in ottica di strategia multi-channel. Multicanalità e podcast: come creare una strategia multi-channel Leggi tutto Se mi segui da un po’ sai che uno dei miei pilastri è strutturare un ecosistema comunicativo che possa aiutarti ad amplificare le tue opportunità commerciali in modo sostenibile. Diversificare anziché avere una sola fonte di traffico. In altre parole, podcast e sito web sono un ottimo connubio, anche perché si coadiuvano a vicenda. Vediamo come. Creare un sito web per accogliere i tuoi ascoltatori Se i tuoi ascoltatori vogliono sapere qualcosa in più su di te e il tuo progetto, senza dubbio la prima cosa che fanno è cercarti sul web. Ancora prima dei social, il sito web è il canale principale che un utente naviga per approfondire la tua conoscenza. Qui puoi accentrare tutte le informazioni che ti riguardano: chi sei, di cosa ti occupi, quali altri podcast o progetti porti avanti, cosa offri loro. È una casa virtuale in cui accogliere i tuoi ospiti ed è l’ingresso principale attraverso cui gli ascoltatori entrano nel tuo mondo. Dal sito, le persone possono accedere ad altri tuoi contenuti e risorse, scoprire altri canali, entrare nel tuo funnel marketing e iscriversi alla tua newsletter. Nel creare il sito web, assicurati di avere una pagina in cui racconti il tuo progetto podcast, i temi che tratti e anche il player per ascoltare direttamente le tue puntate. Indica infine in che modo possono comunicare con te. Questo è un aspetto importante per creare una community. Migliorare il posizionamento SEO del podcast Come si posiziona un contenuto audio nella SERP di Google? Ad oggi è ancora necessario sfruttare i testi scritti per rendere visibili i nostri contenuti nei motori di ricerca. Per cui, al di fuori delle piattaforme di ascolto, bisogna fare in modo che il podcast venga scoperto dagli utenti attraverso l’uso della SEO.  Tutto ciò che è testuale va ottimizzato con l’uso di parole chiave affinché i contenuti vengano proposti da Google in risposta agli intenti di ricerca degli utenti.  SEO podcast: come aumentare la visibilità sul web Leggi tutto Cosa c’è di testuale in un podcast? Titoli e descrizioni delle puntate sono le prime cose da ottimizzare in ottica SEO. Ma non basta. Google lavora per offrire la migliore risposta alle domande degli utenti di sicuro un contenuto corposo ed esaustivo si posiziona meglio di una semplice descrizione ottimizzata.  Questo significa che il sito web diventa un canale utilissimo per incrementare il traffico organico verso i propri canali.  Pagine del sito contenenti note e trascrizioni delle puntate scritte in chiave SEO possono aiutarti a comparire tra i risultati di ricerca. E a quel punto, anche i visitatori del sito possono diventare ascoltatori del podcast.  Analizzare il traffico organico Il traffico che transita sul sito web è facilmente monitorabile dagli analytics e in termini strategici questo è un fattore da non sottovalutare.  Creare un sito web legato al podcast ti permette di capire quali temi e puntate hanno maggiore impatto di altri e qual è il comportamento degli utenti. Puoi monitorare quali pagine vengono visitate e quali altre risorse sono scaricate. Tutte informazioni utili a gestire il tuo posizionamento e la tua strategia di marketing.  Creare un sito web per monetizzare il podcast Monetizzare un podcast non è semplice. Serve avere una community disposta a supportare il tuo lavoro, servono ascolti e quindi serve tempo.  La monetizzazione può essere diretta (ad esempio operando come publisher o usando piattaforme di crowdfunding come Patreon o Tipeee) oppure indiretta. La modalità indiretta sfrutta l’inbound marketing per convertire potenziali ascoltatori. Questi ultimi, una volta sul sito, possono innescare un percorso di customer journey e infine acquistare i tuoi prodotti o servizi. Dunque creare un sito web per il podcast ti permette di monetizzare sia i contenuti che convertire gli ascoltatori in clienti.  Meglio creare un sito web podcast dedicato o legarlo al sito personale? La risposta diretta è dipende: dal progetto, dagli obiettivi, dalle risorse. Un sito web ha bisogno di attenzioni continue affinché produca i risultati attesi. Crearne uno separato dal tuo sito web personale potrebbe essere un lavoro aggiuntivo e una dispersione di energie e di traffico organico.  Ma è ovvio che per prima cosa dovrai stabilire qual è la tua strategia legata al podcast e al sito web. Spesso è sufficiente creare una landing page ottimizzata all’interno del proprio sito personale per migliorare il posizionamento del podcast. Anzi, questa soluzione è auspicabile qualora il tuo podcast sia creato a supporto del tuo brand.  Diversa invece è la situazione in cui il podcast è un progetto a sé stante e non hai né la volontà né la possibilità di legarlo ad un sito web personale. In questo caso potresti creare un one-page site come quelli realizzabili con Carrd.co, oppure un sito WordPress più strutturato. Al suo interno inseriremo tutte le informazioni del podcast, i tuoi contatti e tutto ciò di cui abbiamo parlato in questo articolo.  Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » FAQ Podcast » Distribuire il podcast su più piattaforme crea contenuti duplicati? L’Aircheck è una tecnica molto usata in ambito radiofonico da parte di speaker, direttori artistici e editori per valutare e migliorare la performance al microfono dei vari conduttori. È un metodo efficace che se svolto con regolarità dà i suoi frutti sulla crescita professionale degli speaker radiofonici. Ti parlo di Aircheck perché è uno strumento efficace applicabile anche al podcast oltre che alla radio. Se sei già un podcaster o sei alle tue prime esperienze e vuoi migliorare la tua esposizione al microfono, in questo articolo troverai spunti pratici per l’auto-apprendimento. Cos’è l’Aircheck L’aircheck consiste nel riascolto della propria performance al microfono. Questo è il metodo più semplice ed efficace per valutare gli aspetti positivi e negativi della tua esposizione orale. È una tecnica importantissima che ti permette di concentrarti sui dettagli e capire cosa va bene e cosa devi migliorare.  Più spesso la applicherai, più riuscirai ad affinare tutti quegli aspetti che impattano sul risultato finale che il tuo pubblico ascolterà. Che tu sia un podcaster in erba oppure già navigato, sei la prima persona che deve riascoltare le proprie puntate con un orecchio critico. È un’attività da fare in fase di post produzione (se te ne occupi tu), ma soprattutto dopo, a distanza di qualche qualche giorno o qualche settimana da che hai registrato la tua puntata. Lasciar scorrere un po’ di tempo, ti permetterà di essere più oggettivo e riuscirai a valutare meglio quei dettagli che magari al momento della registrazione non hai notato e che invece, come vedremo, possono fare la differenza. Questo non significa diventare perfezionisti. Significa sottoporsi a un’autocritica oggettiva per analizzare cosa si può migliorare per diventare podcaster migliori. Cosa significa fare una buona performance al microfono Partiamo dal significato di performance. Cosa intendiamo con questo termine? In linea generale la performance ha attinenza con la capacità di esecuzione di un’attività, con il suo rendimento. Spesso si parla di buona o mediocre performance a indicare i risultati che si sono ottenuti dallo svolgimento di una certa attività. Quando parliamo di podcast, in ultima analisi chi determina se abbiamo fatto una buona performance o una mediocre performance è il pubblico, che come dico sempre è il vero protagonista del podcast. Quando il pubblico gradisce i nostri contenuti, otteniamo riscontri, sotto forma di commenti, interazioni, condivisioni. Oppure, ancora meglio, conversioni se abbiamo creato un podcast come strumento di marketing e se lo abbiamo progettato con dei KPI chiari e definiti. Podcast Marketing: come creare la strategia giusta per il tuo business Leggi tutto Il numero degli ascolti è uno degli indicatori per misurare il livello di gradimento del pubblico, ma non è il più importante. Dunque, avere una buona performance al microfono significa due cose: riuscire a coinvolgere il pubblico e creare un prodotto gradevole all’ascolto In pratica, registrare un podcast che le persone non fanno fatica ad ascoltare, che non annoia, che non disturba dal punto di vista della qualità audio, che non spinga le persone a interrompere l’ascolto perché incomprensibile. Perché è importante valutare la propria performance orale Nella mia esperienza come podcaster professionista, ho incontrato due diversi approcci al podcasting: persone consapevoli dell’impatto che una buona performance ha sulla riuscita del proprio podcast, ma non conoscono gli strumenti per migliorarla; persone senza alcuna consapevolezza della qualità della propria performance al microfono, e soprattutto ignari del suo impatto sul pubblico e quindi sugli ascolti. In entrambi i casi, valutare la propria performance al microfono può fare la differenza sui risultati che puoi ottenere con il tuo podcast, sia in termini di gradimento del pubblico, sia in termini di conversioni, che di nuove opportunità. Il pubblico oggi è molto più attento di qualche anno fa a ciò che ascolta. Non siamo più agli albori del podcasting quando bastava davvero mettersi al microfono, improvvisare qualcosa per fare podcast e magari avere anche dei discreti risultati.  Oggi il numero delle produzioni podcast è aumentato, è aumentata la qualità sia dei contenuti che dell’audio, grazie all’ingresso nel mercato di aziende e realtà più o meno grandi. L’ascoltatore non si accontenta più di ascoltare e basta. Vuole vivere un’esperienza di ascolto piacevole. Il tempo non è una risorsa infinita. Se le persone devono scegliere cosa ascoltare, tra migliaia di proposte, a parità di tematica di interesse ascolteranno ciò che donerà loro l’experience più piacevole. Quindi oggi è molto più importante di qualche anno fa puntare a una buona performance. Serve ad aumentare il tuo indice di gradimento. Ora la domanda è: come fai a capire se stai facendo una buona performance al microfono? Riascoltandosi con metodo. Come applicare la tecnica dell’Aircheck nel podcast Affinché funzioni, il riascolto va fatto con uno spirito critico e mirato al miglioramento continuo. Niente manie di perfezionismo e niente superficialità. Altrimenti diventa contro produttivo. Prenditi il giusto tempo per riascoltarti in tranquillità, anche più di una volta se occorre, e concentrandoti via via su aspetti diversi. Ecco su quali punti soffermarsi: La qualità della tua comunicazione Valuta se la tua comunicazione risulta efficace. Hai trattato gli argomenti in modo logico? Il messaggio che volevi trasmettere risulta chiaro? Oppure è confusionario, pieno di incisi e digressioni che rendono complicato seguire il filo del discorso? È importante questo aspetto, soprattutto se siamo abituati ad andare a braccio e non abbiamo uno script da leggere. In questi casi può essere facile divagare e perdere il filo del discorso. Inoltre, punta l’attenzione sui concetti che hai espresso. Non prendere per scontato che le persone conoscano tutto ciò di cui parli, né il significato di termini specifici che fanno parte del tuo ambito di attività. Anche se il target fosse una nicchia, meglio chiarire i punti. La modulazione della voce Il riascolto ti aiuta a capire se la tua esposizione risulta monotona e noiosa. Com’è il tuo tono di voce? Riesci a dare enfasi ai punti principali della tua argomentazione? Riesci a creare dinamicità con la variazione di tono e di timbro oppure risulti monotono e piatto? Ritmo della voce Se siamo troppo veloci rischiamo di mangiarci le parole, diventare incomprensibili e non dare neanche il tempo agli ascoltatori di recepire e interiorizzare il messaggio. Peggio ancora, rischiamo di trasmettere tensione quando magari non ce n’è bisogno. Le pause sono importantissime per fissare i concetti. Purché non siano troppe e fuori luogo. Essere troppo lenti potrebbe annoiare l’ascoltatore. Quindi se notiamo che all’ascolto il ritmo non è adeguato ai concetti e alle emozioni che vogliamo trasmettere, annotiamoci questi aspetti e facciamo delle prove per migliorare nelle successive registrazioni. Logicità e coerenza Evita di passare di palo in frasca senza dare logicità al pensiero. Ci sono le giuste premesse che aiutano l’ascoltatore a seguire il tuo contenuto? Oppure alcuni passaggi andavano chiariti meglio? Nella nostra testa potrebbe essere tutto chiaro, ma non è detto che siamo davvero riusciti a trasmetterlo in modo altrettanto chiaro per gli altri. Per fare il check di questo punto, il riascolto a posteriori è fondamentale. Manierismi Espressioni automatiche e troppo ripetute come “ehm“, “appunto“, “dunque“, “allora“, “diciamo“, “ovviamente“, ecc ecc, sono pesanti all’ascolto. Il bello del podcast è che si può fare post produzione. Ma se si lavora a priori sulla fluidità di pensiero e di esposizione orale, si risparmiano tempo e fatica. Qualità audio Quanto è piacevole ascoltare la tua voce in cuffia? La qualità audio è buona oppure risulta fastidiosa, poco chiara e disturbata? È un aspetto da non sottovalutare e ne parleremo in un articolo dedicato. Sappi che a volte basta davvero poco per migliorare la qualità della registrazione e del montaggio audio. E quel poco può davvero fare la differenza quando si ascolta un podcast. Competenze chiave per fare un podcast Leggi tutto I vantaggi dell’Aircheck  Ci sono ottimi podcast dal punto di vista del contenuto e del concept, ma poi perdono tutto il loro valore nel momento in cui si tralascia la cura dei dettagli. Manca attenzione nella qualità della registrazione, nell’esposizione orale, nella personalità al microfono, e i risultati tardano ad arrivare. Il perché è molto semplice. Come dicevamo prima, a parità di tematica di interesse, le persone dedicano il loro tempo ad ascoltare qualcosa che offre loro un’esperienza di ascolto piacevole. L’aircheck è il segreto per crescere come podcaster e per far crescere il proprio podcast. Rendere il più possibile quell’esperienza di ascolto piacevole. Ricordiamoci che se stiamo usando il podcast come strumento di marketing a supporto del nostro brand, non possiamo continuare a credere che la qualità non conta. Il nostro pubblico è fatto di potenziali clienti. Come dedichiamo cura e attenzione al feed di Instagram o al sito web e alle grafiche che usiamo sui social, anche la user experience del podcast è importante. Tu sei la prima persona che può fare un’autocritica sul tuo lavoro. Perciò usa l’Aircheck, riascolta tutte le puntate del tuo podcast a distanza di qualche tempo, segna gli aspetti su cui pensi si debba intervenire e poi esercitati per applicare questi miglioramenti nelle puntate successive. Se hai un amico che sai può darti un feedback sincero e onesto, chiedi un parere per migliorare. Cosa possiamo fare insieme Al di là della tua prima analisi, un parere professionale può essere la chiave di volta per migliorare efficacemente la tua performance al microfono. Potrai avere un confronto più ampio e completo da parte di professionisti dell’audio. A questo proposito, come Podstar Media abbiamo un servizio dedicato all’analisi del podcast che si chiama Podcheck e valuta vari aspetti: dalla struttura al format, dal piano editoriale alla qualità audio. Lo scopo è darti un feedback onesto e professionale e fornirti gli strumenti giusti per migliorare la tua performance. Se vuoi saperne di più scrivermi a contattami@estermemeo.it e ti darò tutti i dettagli. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » FAQ Podcast » Distribuire il podcast su più piattaforme crea contenuti duplicati? Scegliere il miglior format del podcast da usare nel tuo progetto non è affatto una decisione banale. Una scelta piuttosto che un’altra può stravolgere completamente lo sviluppo di un intero progetto. Ora, immagina di avere a tua disposizione una guida per capire come scegliere quello giusto e quali sono i fattori determinanti che devi considerare in questa fase. Tieni presente che, la scelta del format podcast influisce su: organizzazione del progetto tempi di realizzazione budget investito coinvolgimento del pubblico autorevolezza del brand. Ecco perché in fase di definizione di un progetto audio è bene mettersi a tavolino e chiarirsi le idee. E per farlo, in questo articolo ti fornisco le linee guida per scegliere il format del tuo podcast in modo corretto, per te e il tuo progetto. Cosa si intende per format del podcast Il termine format podcast indica la struttura o lo schema con il quale un programma audio è confezionato. In pratica, ne definisce la modalità di svolgimento.  È più facile comprenderlo se prendiamo come esempio i programmi televisivi e i programmi radiofonici. Ognuno di essi si basa su un format che ne definisce: regole tempi scaletta palinsesto interventi numero di conduttori stile di conduzione tecniche di montaggio. Questi sono gli stessi elementi che ritroviamo anche nel podcast. Ciò che contraddistingue un format podcast da un altro è la sistematicità di alcuni elementi che si ripetono puntata dopo puntata e che ne definiscono la riconoscibilità. Ogni programma, dunque, ha un suo schema identitario, sebbene sia possibile (e persino utile) clusterizzarli sulla base di caratteristiche comuni. Così come per la Tv esistono talk show, talent show, reality e via dicendo, anche nell’audio esistono varie tipologie di podcast, come spiego in questo articolo.  Format podcast: cosa sapere per prepararlo Leggi tutto I fattori determinanti per la scelta del format podcast La bussola per definire in modo corretto il format del tuo podcast è tenere presenti questi 7 elementi e la relazione tra ciascuno di essi: scelta editoriale stile narrativo numero di voci struttura editoriale stile di conduzione risorse a disposizione obiettivi del progetto. Ogni format podcast infatti risente di una molteplicità di fattori e spesso è il frutto di una combinazione di questi 7 elementi. Vediamoli uno per uno. Scelta editoriale La scelta editoriale è ciò che determina la direzione del progetto, e ricalca le idee e la visione dell’autore o del brand committente. Per il tema che si decide di sviluppare può essere più adatto un format invece che un altro. Pensiamo ad esempio a tutti i podcast di divulgazione e di informazione: difficilmente si adatterebbero a una fiction. La docuserie, ad esempio, è un format basato su una scelta editoriale ben precisa. Stile narrativo e numero di voci Lo stile narrativo indica il modo in cui vengono raccontati e strutturati gli argomenti. Questo implica anche la definizione del ruolo del narratore o speaker all’interno delle puntate e il suo livello di interazione con altri ospiti o personaggi. Potrebbe trattarsi di una interazione diretta, come nel caso delle conversazioni a due o più voci, oppure indiretta, come la raccolta di contributi audio esterni.  Se nella definizione del concept è prevista la partecipazione di più voci, devi determinare la modalità e il livello di coinvolgimento. Ad esempio, se sei un conduttore che intervista un ospite, il livello di interazione sarà diverso tra le due voci. Se invece sei un co-conduttore, la conversazione viaggerà su uno stesso livello.  Struttura editoriale La struttura editoriale risente molto dello stile narrativo. Potresti scegliere di raccontare una vicenda che si sviluppa su un arco temporale distribuito su più episodi e sviluppare una trama orizzontale. In tal caso la scelta di un format seriale è l’unica possibile.  Quando invece il singolo argomento si esaurisce in un unico episodio è più facile adottare un format episodico, come possono esserlo un podcast divulgativo o informativo. Sulla differenza tra podcast seriale e podcast episodico, ho scritto un articolo dedicato. Qual è la differenza tra podcast seriale e podcast episodico? Leggi tutto Stile di conduzione Nello stile di conduzione c’entrano molto non solo la personalità dello speaker stesso, ma anche del brand che viene con esso  rappresentato. Rientra in questo ambito anche il mood del podcast, ovvero l’atmosfera che si desidera ricreare: intima, ironica, formale, didattica, colloquiale. Alcuni format esprimono meglio di altri il carattere che si sceglie di adottare. Non è necessario essere doppiatori o professionisti della dizione per poter acquisire un buono stile di conduzione. La formazione specifica unita alla pratica sul campo e a un buon aircheck insieme a un professionista del podcasting, ti aiuteranno a migliorare le tue qualità oratorie. Aircheck: come migliorare la performance al microfono Leggi tutto Risorse a disposizione Tra le risorse necessarie per fare un podcast includo: tempo, per creare i contenuti, organizzare le attività con gli eventuali ospiti, gestire la comunicazione, monitorare i dati; competenze tecniche e strategiche oltre che relazionali; budget per acquisire nuove competenze, per produrre e delegare alcune attività. Al di là del gusto personale con cui vorrai realizzare il tuo podcast, sappi che devi inevitabilmente fare i conti con le implicazioni legate a ciascun format. Mi spiego meglio. I format narrativi o le fiction richiedono abilità di scrittura, tempo e budget più elevati di un un format free talk. Questo perché hanno una struttura editoriale complessa, un sound design ricercato e richiedono competenze che non sempre si possiedono.  Viceversa, un free talk o un format intervista potrebbero richiedere meno abilità tecniche ma più capacità organizzative per gestire tutti gli speaker coinvolti. Valuta bene vantaggi e svantaggi di ciascun format prima di imbatterti in un progetto che non potrai portare a compimento. Come creare un podcast a budget ridotto Leggi tutto Obiettivi di progetto Il format podcast è strettamente legato agli obiettivi di progetto e agli obiettivi personali. Se sei un libero professionista e vuoi lavorare sul tuo posizionamento, potresti scegliere di creare un podcast che ti rappresenti e tiri fuori i tuoi punti di forza.  La scelta può essere diversa da caso a caso: un doppiatore potrebbe scegliere un format narrativo che gli permetta di evidenziare le sue doti espositive. Un giornalista potrebbe essere più propenso a gestire un format intervista oppure una docuserie.  Come vedi ciascun format potrebbe essere il mix di tutti questi fattori. Ciò che devi ricordare è che la scelta è da fare già in fase progettuale. Vediamo ora alcuni tra i format podcast più usati e qualche esempio. I format podcast più popolari Come dicevo nei precedenti paragrafi, proprio come accade per i programmi Tv, esistono diversi format di podcast. Sebbene talvolta si assista a format davvero molto originali, la maggior parte di essi si possono catalogare in base ad alcune caratteristiche ricorrenti, ad esempio per stile di conduzione, per scelta editoriale, per stile narrativo, o un mix di tutti questi elementi. Per questo possiamo identificare facilmente alcune tra le tipologie di podcast più usate dai produttori. Ecco l’elenco dei più popolari formati podcast: Talk a una voce Conversazione libera o free talk Intervista Repurposed content Fiction Narrazione Docuserie Miniserie Rubrica Podcast live Video podcast Audio dramma. Naturalmente, alcuni di questi format sono come abiti su misura per alcuni generi podcast, tanto che spesso i termini usati per identificare le tipologie di appartenenza spesso coincidono tra loro. Per esempio, i podcast fiction sono sia un genere che un format, così come le docuserie identificano spesso podcast di indagine giornalistica. E questo a volte crea confusione sulla corretta classificazione. Conclusioni Il mio consiglio su quale format scegliere per il tuo podcast è innanzitutto ascoltare altri podcast per capire cosa ti piace e cosa non ti piace. Dopodiché è importante analizzare le tue competenze e le tue risorse, in modo da bilanciare tutte le energie e creare un podcast che sia sostenibile per te lungo tutto il processo. È questa la strategia che insegno e che uso nei progetti dei miei clienti, insieme a tutte le altre valutazioni di progettazione per evitare di imbarcarsi in progetti più grandi di noi che rischiano poi di naufragare. Ecco perché il corso di podcast online che ho progettato parte proprio dal mindset e dalla strategia. Qui puoi scoprire tutti i livelli di apprendimento e iniziare fin da subito a lavorare a un podcast davvero realizzabile per te. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » FAQ Podcast » Distribuire il podcast su più piattaforme crea contenuti duplicati? Il topic cluster è una tecnica usata in ambito SEO (Search Engine Optimization) per organizzare i contenuti di un sito web e ottimizzarli per i motori di ricerca. Se hai un blog è probabile che tu abbia sentito parlare di questo metodo. Quello che forse non sai è che puoi applicare questa tecnica SEO anche nel tuo podcast, con i dovuti accorgimenti. Di SEO e Podcast ne abbiamo già parlato ampiamente sia in questo blog che in due episodi del mio podcast, precisamente nell’episodio 27 in un’intervista a Luisella Curcio, Consulente SEO e Podcaster, e nell’episodio 28 quando ho parlato di ottimizzazione dei contenuti. Se non li hai ancora ascoltati ti consiglio di recuperarli così avrai una panoramica più completa dell’argomento. In questo articolo ci concentreremo su come organizzare e ottimizzare i contenuti del tuo podcast, usando una tecnica efficace chiamata Topic Cluster Model, utile soprattutto a chi ha un podcast divulgativo e continuativo che tratta argomenti attinenti al proprio business. Cos’è il Topic Cluster Model Come ho scritto all’inizio, il Topic Cluster Model è una tecnica molto usata in ambito SEO perché  ti permette di classificare gli argomenti del tuo sito in modo da creare una struttura gerarchica di contenuti facilmente navigabile e intuitiva sia per il lettore che per i motori di ricerca. È un modello che riguarda quindi in modo specifico i siti web. Quello che però ho compreso e analizzato lavorando su diversi progetti è che questa tecnica si può adattare anche alla creazione dei piani editoriali del podcast, migliorando sia il suo posizionamento sui motori di ricerca che la fruizione dei contenuti da parte degli ascoltatori. Per spiegarti meglio come puoi usare questa tecnica nel podcast faccio prima una breve spiegazione del modello applicato a un sito web e poi analogamente trasferiamo questo metodo nel podcast. Il modello si compone di 3 elementi fondamentali: Le pillar page I cluster content I link interni. SEO e Podcast: gli impatti sul posizionamento online Leggi tutto Le pillar page, chiamate anche pagine pilastro, sono contenuti che trattano in modo ampio e generale un argomento centrale del tuo sito web. Danno quindi una panoramica completa dell’argomento. Sono pagine o post blog piuttosto articolati e lunghi che fungono da base per altri articoli correlati più approfonditi. I cluster content sono proprio gli articoli correlati alla pillar page che approfondiscono ed entrano più nel dettaglio dell’argomento. Di solito questi contenuti rispondono a chiavi di ricerca a coda lunga, cioè più specifici rispetto a una keyword generica. I link interni, lo dice la parola stessa, sono tutti i collegamenti tra pagine pillar e cluster article che si inseriscono all’interno dei testi per dare all’utente la possibilità di ampliare la conoscenza su un argomento di interesse. In un sito web possono esserci quindi un numero definito di pillar page che trattano gli argomenti centrali del tuo business e poi una serie di articoli cluster che approfondiscono questi temi. La tecnica Topic Cluster applicata al podcast Ora, se volessimo trasferire questo metodo nell’ottimizzazione dei contenuti di un podcast, la logica è pressoché la stessa. Si tratterà di creare degli episodi pilastro, degli episodi cluster di approfondimento a quello principale e poi tutta una serie di rimandi e collegamenti che aiutano l’ascoltatore a recuperare facilmente altre informazioni correlate allo stesso argomento. Certo, questa è una tecnica che non si può applicare a tutti i tipi di podcast, perché se stai creando ad esempio un genere narrativo, questa tecnica ha poco senso. Però è molto utile se invece stai creando o vorresti creare un podcast divulgativo con contenuti informativi o educativi. Di solito, quando facciamo content marketing, e quindi Podcast Marketing, in qualunque settore si operi, ci sono sempre 4 o 5 argomenti chiave su cui si basa la nostra comunicazione. Questi sono i nostri pillar, cioè i contenuti fondamentali che definiscono la struttura portante del nostro messaggio. Da questi derivano contenuti più specifici che entrano in profondità e ampliano gli argomenti. Immagina una struttura ad albero, in cui il tronco è il messaggio principale del tuo podcast, da esso si estendono 5 o 6 rami grossi che sono i tuoi argomenti fondamentali che si ramificano a loro volta in cluster topic. Esempio di Topic Cluster per podcast Se vogliamo fare un esempio pratico, la puntata sviluppata su questo articolo e che puoi ascoltare nel player in alto è l’episodio cluster della puntata pillar n. 27 su SEO e Podcast dove io e Luisella parliamo in modo completo ma non approfondito di tutte le implicazioni della SEO nel Podcast e viceversa. Nella puntata 28 ho invece approfondito l’argomento sull’ottimizzazione dei contenuti e nella puntata 30 ti parlo della struttura del piano editoriale in ottica SEO. Affronto dunque il tema in modo molto più dettagliato, cosa che non avrei potuto fare nell’episodio 27: sarebbe stato lunghissimo e forse poco utile. Allo stesso tempo, citandoti i vari episodi ad esso collegati, ho creato dei link interni, ovvero dei rimandi ad altri episodi. Li potrai ascoltare per avere una panoramica più ampia e dettagliata dell’argomento SEO e Podcast. I link veri e propri, li puoi inserire nella descrizione dell’episodio. In modo l’ascoltatore avrà tutti gli strumenti necessari per accedere alle informazioni che gli servono. Crea una content strategy Diciamo che a livello organizzativo è tutto sommato un’attività piuttosto semplice. Ciò che in realtà presuppone l’adozione del Topic Cluster Model è un’accurata pianificazione delle parole chiave e dei contenuti, nonché la creazione di una struttura di navigazione logica per il cluster.  In pratica ti serve una strategia, meglio ancora se fatta insieme a un consulente SEO. Tuttavia, se vuoi cominciare a strutturare i tuoi contenuti già in questa ottica organizzativa posso darti alcuni suggerimenti per partire. Per prima cosa mappa 5 o 10 problemi macro che riscontra la tua audience. Se hai già una tua attività di business saprai già quali sono i bisogni principali del tuo target. Puoi partire da quelli. Questa se vuoi è la fase più delicata perché richiede una visione strategica del tuo business e una conoscenza approfondita delle tue buyer personas. Il secondo step è quello di classificare ciascun bisogno in macro argomento. Dopo di che, fai una ricerca di parole chiave per ciascun argomento. Tira fuori le keyword correlate, in modo che i tuoi contenuti rispondano a intenti di ricerca specifici e a coda lunga. Infine mappa tutti i contenuti correlati che possono derivare da ciascun argomento principale. Crea una struttura di sotto-temi che puoi sviluppare per approfondire i vari argomenti. Per fare questa attività può esserti utile usare una mappa mentale, in modo da avere uno schema grafico immediato. Successivamente, però, ti consiglio di usare un foglio excel per strutturare tutti i contenuti. Così avrai una visione chiara e definita degli episodi pillar, dei relativi episodi cluster e dei vari link interni tra di essi.  Ammetto che inizialmente può essere un lavoro complesso. Ma ti assicuro che farlo in fase di progettazione di un podcast ti aiuta ad avere una visione più chiara di tutto il tuo progetto. Avrai meno difficoltà a creare contenuti nel tempo perché il grosso del lavoro sarà già fatto a monte. Inoltre fare una content strategy di questo tipo ti aiuta anche a comunicare meglio i tuoi contenuti sui vari canali e, se hai già un tuo sito, portare questa struttura nel tuo blog. Ribadisco però che il supporto di un consulente SEO a tal proposito è la scelta migliore da fare. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » FAQ Podcast » Distribuire il podcast su più piattaforme crea contenuti duplicati? Creare un podcast ti stuzzica, ma non hai la più pallida idea di come iniziare a muovere i primi passi? Allora sei nel posto giusto. Questa è la guida introduttiva su come fare un podcast partendo da zero. Qui ti spiegherò tutte le fasi di creazione: dal progetto agli strumenti, dalla scelta editoriale fino alla pubblicazione e promozione. Tutti elementi che ti serviranno se vuoi implementare il podcast nella tua strategia di business o anche solo per realizzare un prodotto audio personale. Creare un podcast per il proprio brand, personale o aziendale, significa entrare in un mercato ancora poco affollato rispetto ad altri canali di comunicazione. Il che è una grande opportunità. Pensa che all’inizio del 2021 si contavano quasi 600 milioni di blog (dato Internet Statistics Facts) contro i poco più di 4 milioni di podcast a metà del 2022 secondo i dati di Podcast Index. Questo significa che con il podcast puoi sfruttare un vantaggio competitivo non indifferente se lo inserisci in modo efficace nella tua strategia di marketing. Se il tuo intento è iniziare con il piede giusto, lascia che ti guidi passo passo. Sulla base di quanto ho sperimentato personalmente con i miei clienti, ti fornirò alcuni consigli utili su come fare un podcast che ti permetteranno di diventare podcaster anche se sei alle prime armi. Cos’è un podcast? Prima di darti tutte le informazioni necessarie su come fare podcast voglio stabilire dei punti fermi. Nel corso di questa guida userò dei termini e un linguaggio che presuppone che tu sappia cos’è un podcast. Ma meglio partire avendo condiviso effettivamente le nozioni base su significato di podcast. La definizione che io uso è quella ben esplicitata dallo IAB (Associazione dedicata all’advertising interattivo) e poi ripresa da IPSOS. Il podcast è un contenuto audio inedito, e ascoltabile online e on demand. Questo significa che nasce per essere audio e non è la trasposizione di contenuti originariamente creati per altri canali di comunicazione. Tutto ciò che nasce in forma video, testo scritto (es. audiolibri), programmi radio, non rientrano in questa categoria. Questo è un concetto purista, se vogliamo. Ma è la definizione di podcast che adotteremo in questa guida. Se vuoi conoscere la storia del podcast e approfondire questo argomento, leggi l’articolo qui sotto. Cos’è un podcast e come ascoltarlo Leggi tutto Come fare un podcast di successo: le 5 fasi Per realizzare un podcast di successo è importante che tu lo veda come a un progetto vero e proprio. Partire in quarta senza un minimo di basi potrebbe portarti a una grande dispersione di tempo e denaro. E sono sicura che non è ciò che vuoi. Senza contare che modificare in corso d’opera un podcast è un tantino più difficile rispetto a evisionare un articolo blog o un post sui social. Con questo concetto in mente, è chiaro che il podcast deve essere ideato e costruito senza lasciare nulla al caso. Il rischio altrimenti è quello di iniziare con grande entusiasmo per poi abbandonare il progetto non appena ci si rende conto che non è più sostenibile, sia in termini di risorse che di fattibilità. Per porre le giuste basi e capire come creare podcast di successo, bisogna conoscere le 5 fasi del processo: progettazione pre-produzione produzione pubblicazione promozione. Fase 1: Creare il progetto podcast Proprio come faresti per la creazione di un tuo prodotto o servizio, prima di fare un podcast bisogna mettere nero su bianco cosa ti serve per realizzarlo. Non parlo solo di strumenti e attrezzature, ma anche di risorse, tempo, partner e molto altro. Avere una visione d’insieme del tuo progetto è molto utile per mettere a punto la tua strategia. A questo proposito ti suggerisco di usare il Podcast Model Canvas per tracciare il tuo board visivo e procedere alla fase di progettazione. Con il progetto avrai un’idea chiara e precisa della direzione da prendere e soprattutto mantenerla fino alla fine. Il più delle volte si tralascia questa fase iniziale perché ci si focalizza subito sulle attività operative, mentre invece la progettazione è quella più importante. È qui che decidi, dati alla mano, tempi, modi e risorse da impiegare sulla base della tua disponibilità. Parti dagli obiettivi Potresti già avere un’idea di podcast che ti piacerebbe realizzare. Ma ti sei soffermato davvero a pensare al perché vuoi fare un podcast e cosa vuoi ottenere? Che il tuo intento sia promuovere il tuo brand oppure creare un podcast per un progetto personale, poco importa. Avere obiettivi ti aiuterà a focalizzarti sulle motivazioni reali che ti spingono a farlo. È un podcast per il tuo business? Poniti degli obiettivi in linea con la tua strategia di comunicazione. Ricorda che devono essere specifici e sotto il tuo controllo. Spoiler: il numero degli ascolti non è un obiettivo perché non è sotto il tuo controllo e non necessariamente porta valore al tuo business. Piuttosto, pensa a come il podcast possa aiutarti a convertire gli ascoltatori in potenziali clienti. Costruisci una sorta di percorso cliente e valuta i touchpoint che potresti sfruttare. Obiettivi di marketing e di podcast: perché è importante allinearli? Leggi tutto Chi è il tuo ascoltatore ideale? Pensa subito a chi vuoi parlare e sii specifico. Avere in mente un ascoltatore ideale ti aiuta a calibrare contenuti e linguaggio. Se ti rivolgi a un pubblico di esperti o a di principianti tutto cambia. Idem se il tuo pubblico è di giovani oppure senior. Questo forse può sembrarti limitante, ma in realtà ti aiuta a fare delle scelte ed essere più incisivo e focalizzato. Inoltre, ricorda sempre che esiste un target principale che è quello a cui ti rivolgi e uno secondario, magari apparentemente non correlato ma altrettanto interessato al tuo messaggio. Scegli l’argomento del podcast Qual è il tema centrale del tuo podcast? Ci hai già pensato? Se hai un’attività come libero/a professionista e il podcast è un canale di promozione del tuo business, la scelta dell’argomento potrebbe seguire l’essenza stessa della tua attività. Potresti parlare di ciò di cui sei esperto e farà gioco al tuo posizionamento e al tuo personal branding. Se il podcast è un progetto personale, potresti concentrarti ad esempio su qualcosa che ti appassiona, su un valore che ti appartiene o una causa che senti tua. Quello che ti consiglio è concentrarti su un tema per te forte, un unico filo conduttore da approfondire nel corso delle puntate. L’ascoltatore ti ringrazierà! Identificare ora il messaggio chiave ti aiuterà anche a preparare un piano editoriale sostenibile e coerente con i tuoi obiettivi di progetto, quelli di cui abbiamo già parlato e che potenzialmente hai già identificato, ma ti aiuterà anche a differenziarti dai tuoi competitor qualora ad esempio esistessero altri podcast che trattano lo stesso argomento. Qual è la tua proposta di valore? La value proposition, che possiamo definire anche promessa all’ascoltatore, è un touchpoint molto importante tra te e lui. È strettamente legata agli obiettivi e al target che hai identificato. Altro non è che la risposta alla domanda “perché dovrei ascoltarti?”. In pratica comunica in modo chiaro la trasformazione, il beneficio che avrà il tuo ascoltatore ideale dopo l’ascolto. Ha due scopi fondamentali: rende subito chiare le aspettative all’ascoltatore: se genera curiosità o incontra i suoi interessi sarà un elemento di ingaggio forte; ti aiuta a mantenere il focus puntata dopo puntata senza il rischio di virare su argomenti o intenti che non hanno attinenza con quanto hai promesso di dare al pubblico. Scrivi un pitch Sapresti condensare in due o tre frasi al massimo la tua idea di podcast? Il pitch è la sintesi della tua proposta di valore. Contiene gli elementi fondamentali per capire subito in cosa consiste il tuo podcast. chi sei di cosa parla il podcast a chi parla perché dovrei ascoltarti. Questo è un passaggio a volte difficile perché richiede una grande capacità di sintesi. Ma è anche una grande prova del nove. Se non riesci a condensare questi concetti, vuol dire che l’idea non è ancora così chiara neanche per te. Quindi devi lavorarci un po’. Crea il piano editoriale podcast Hai scelto tema centrale, target, value proposition. Ora serve sviluppare questa idea. L’argomento che tratterai potrebbe essere affrontato in modi diversi a seconda dell’uditorio a cui ti rivolgi. Ecco un altro motivo per cui è bene sapere subito a chi stai parlando. Prima di cominciare a scrivere di getto il testo della prima puntata, specie se si tratta di una storia che si sviluppa su più episodi, meglio definire anche solo a grandi linee il piano editoriale. In questo modo hai un quadro della situazione più chiaro e sai come sviluppare e distribuire i contenuti sulla serie audio. Concentrati prima sui macro argomenti e poi via via scendi nel dettaglio con la stesura dei titoli delle singole puntate. Trovare gli argomenti giusti mette sempre un po’ in difficoltà all’inizio. Ciò che può aiutarti è avere ben chiaro dove vuoi portare gli ascoltatori. Immagina di accompagnarli nel tuo mondo, qualunque esso sia, legato al tuo business o a una passione o a un valore. Traccia la strada perché possano scoprire pian piano il viaggio che intraprenderanno e stabilisci con quale ritmo. Dai un titolo al tuo podcast Consiglio sempre di arrivare alla scelta del titolo solo dopo aver ragionato su obiettivi, target e tema centrale perché questi passaggi ti aiutano ad attribuire ad esso la sfumatura più corretta. Ideare il nome per un podcast forse è più difficile di quanto si possa immaginare. Deve contenere il messaggio principale del tuo podcast in pochissime parole e ingaggiare il potenziale ascoltatore. Puoi orientarti verso un titolo podcast: descrittivo: chiarisce subito il tema senza lasciare dubbi suggestivo: evoca un’immagine, un concetto senza esplicitarlo di brand: si allaccia al nome del tuo brand, progetto o sito. Come scegliere il titolo giusto del tuo podcast Può darsi che tu abbia già in mente un nome che ti piace e vorresti usare. Nel caso, verifica se rispetta queste caratteristiche. ti saranno utili per trovare quello giusto: breve e sintetico; facile da scrivere e da ricordare; inedito, così non crei sovrapposizioni e confusione; SEO friendly, se possibile, per sfruttare al meglio il motore di ricerca interno delle app di ascolto. Suggerimento: No ai titoli con termini troppo generici che non rimandano a nessun reale messaggio di fondo, no a titoli che contengono la parola “podcast” (a meno che non trattino esattamente quell’argomento come il mio Podcast per il Business), no a titoli con punteggiatura.  Prenditi il giusto tempo per decidere, usa carta e penna per buttare giù le idee e scrivi quanti più titoli o termini possibili ti vengono in mente sull’argomento. Lascia riposare le idee e tornaci su dopo qualche giorno. Se puoi fai brainstorming e confrontati con qualcuno per capire se quello che hai scelto può davvero funzionare. Il titolo deve essere memorabile e memorizzabile. È sempre il naming di un prodotto! 7 regole per scegliere un titolo podcast efficace Leggi tutto Quale sarà il genere del tuo podcast? Per genere intendo la modalità con cui viene esposto il contenuto a prescindere dal format. Ecco alcuni esempi: Docuserie: documentario o inchiesta su temi di attualità o di interesse pubblico. Ne è un esempio il podcast Veleno che ha documentato un fatto di cronaca nera italiana. Divulgativo: per comunicare e rendere comprensibili temi specifici in modo diretto. Di Intrattenimento: può essere ironico, cinico, divertente, può usare lo storytelling o le storie per trasmettere un messaggio. Questo genere può a sua volta includere podcast monografici, di auto narrazione. Nel ragionare sul genere di podcast pensa anche al mood che vuoi ricreare: ironico? leggero? serio? intimista? Quale di questi si presta di più al tuo argomento o senti più vicino al tuo stile? Ascolta diversi podcast per capire cosa ti piace e cosa risuona meglio in te.  Scegli il format podcast più adatto Il format podcast identifica la struttura predefinita della serie. È il modello in base al quale vengono sviluppati i contenuti. I formati possono essere di diversi tipi. Qui ti elenco i più popolari e le differenze che li contraddistinguono. Talk a una voce o monologo Lo speaker conduce la puntata in modo autonomo in una conversazione diretta con l’ascoltatore. Utile per creare una forte connessione con l’utente e per avere autonomia nell’organizzazione dei contenuti. Richiede una buona oratoria per non sembrare “monotoni”. Questo format è molto versatile e si presta a diversi generi podcast. Conversazione libera Due o più speaker conducono la puntata attraverso un dialogo tra di loro. È un format dinamico che può diventare brillante se c’è sintonia tra le parti. Richiede buona organizzazione per la preparazione e la registrazione delle puntate. Intervista Un conduttore principale e un ospite si alternano al microfono. Uno dei format più usati per approfondire tematiche con gli esperti o portare testimonianze rilevanti. L’intervista può essere organizzata in remoto oppure in presenza. Ibrido È frequente mixare i formati tra di loro, ad esempio alternando puntate di talk a una voce e una di intervista. Oppure in una stessa puntata alternare una voce narrante a inserti audio di intervista e/o fonti esterne. Altri formati includo tra questi il catch-up, ovvero la trasformazione in audio di un contenuto nato per altri formati (come il video), e il podcast live, cioè una puntata trasmessa in streaming. Definisci la struttura del podcast I podcast possono essere pensati per sviluppare i contenuti su un numero di episodi definito oppure indefinito. Nel primo caso avremo una serie autoconclusiva, ad esempio di 6-10 episodi, in cui la storia o il tema su cui verte il podcast si esaurisce in un numero di puntate già stabilito.Solitamente questo tipo di struttura si adatta alle serie serializzate, ovvero quando la trama dell’arco narrativo complessivo si distribuisce su più episodi. Ma può benissimo essere una serie episodica in cui ogni puntata esaurisce e conclude l’argomento senza essere legata alle altre. Durata del podcast Sebbene le statistiche di podcast diano indicazioni sulla durata media di ascolto di un utente, ciò non significa che questi dati siano legge e che determinino quanto deve essere lungo ogni tuo episodio. Stima tempo medio dedicato all’ascolto dei podcast giornalmente – Fonte Digital Audio Survey Ipsos 2021 La durata delle singole puntate è da decidere tenendo conto di più elementi: la struttura dell’intero podcast il format la profondità con cui affronterai i temi di ciascun episodio il pubblico a cui ti rivolgi il budget il tempo a tua disposizione l’esperienza. Creare un podcast narrativo seriale di 10 puntate da un’ora ciascuna e ricco di sound design richiede un effort decisamente maggiore rispetto a un podcast divulgativo episodico da 10 minuti. Frequenza di pubblicazione Sulla base degli stessi fattori sopra elencati, decidi con che frequenza pubblicare le puntate. Certo, come ogni contenuto, la costanza e la regolarità sono premiate sia dal pubblico che dalle piattaforme. Però va da sé che riuscire a preparare e pubblicare ogni giorno un podcast di due ore è impensabile rispetto a puntate da due minuti. A meno che tu non sia Joe Rogan e non abbia a disposizione un’entourage di persone a tua disposizione che si occupino di riprese audio, testi, montaggio e tutto il resto. Per cui tieni presente sempre il concetto di podcast sostenibile, e non buttarti a capofitto in imprese titaniche che non puoi portare avanti nel tempo. Struttura della puntata Impostare uno schema della puntata prima ancora di scrivere i contenuti ti aiuta a creare una mappa concettuale utile sia a te che all’ascoltatore. È un’ottima bussola di orientamento, specie se prevede elementi ripetibili e comuni tra una puntata e l’altra. È prevista un’introduzione o una sigla iniziale? Ci saranno degli ospiti? Hai ipotizzato delle rubriche fisse? In quale momento della puntata inserirai le tue call to action? Ci sarà un coming up? Organizza in modo schematico questi momenti in modo che siano replicabili tra una puntata e l’altra. Format podcast: cosa sapere per prepararlo Leggi tutto Fase 2: Pre-produzione podcast A questo punto hai pronto il tuo progetto podcast. Ora è il momento di preparare tutto ciò che ti occorre per iniziare la vera e propria produzione. Scrivi un trailer L’episodio trailer è la presentazione dell’intera serie audio. Si tratta di una breve puntata di 90-120 secondi che racchiude il fulcro del tuo podcast. Lo scopo principale è ingaggiare gli ascoltatori anticipando quel tanto che basta per capire cosa aspettarsi. Per cui presentati, presenta il tuo podcast, spiega perché dovrebbero ascoltarlo, fornisci gli elementi necessari per capire come intendi sviluppare gli argomenti e con che frequenza. A questo proposito ho preparato un articolo con altri suggerimenti su come creare un trailer efficace. Scegli la musica Scegliere la musica per il podcast richiede tempo, ma è anche una parte divertente del lavoro. Il sound è un elemento importante all’interno di una serie audio: determina il mood, crea atmosfera, definisce l’identità e scandisce i ritmi dei contenuti. Se poi ci sono elementi sonori caratteristici e unici, innesca quell’elemento di familiarità che attiverà subito nell’ascoltatore una forte associazione mentale. Senza musica, anche il podcast con il format più semplice sarebbe meno coinvolgente per chi l’ascolta. Se poi pensiamo ai formati narrativi, il sound diventa determinante. Probabilmente quando hai pensato al mood da associare al tuo podcast hai immaginato anche una colonna sonora, magari pescando da brani musicali di artisti già noti.Questo è un inizio, e ti aiuta a identificare il tipo di impronta che vorresti dare al tuo contenuto. Sappi però che quella musica è senza dubbio coperta da diritto d’autore, che in Italia è regolato dalla legge n. 633 del 1941. Quindi a meno che non detieni il diritto d’uso, non puoi disporne a tuo piacimento. Una via più semplice e sicuramente meno costosa è quella di usare musica royalty free o Creative Commons. Nel primo caso ti basterà acquistare una licenza (a prezzi contenuti) per usarla dove e quando vuoi. Nel secondo caso puoi usare brani musicali in cui l’autore rinuncia a parte dei suoi diritti e concede l’uso delle sue opere liberamente o con alcune limitazioni. Per saperne di più puoi approfondire su questo articolo: Musica Podcast e Diritti d’Autore. Crea la tua copertina podcast Insieme al nome del podcast, la copertina è uno dei tre elementi visivi più ingaggianti per il tuo potenziale ascoltatore, soprattutto nella fase di scoperta del tuo contenuto. Possiamo paragonarla al packaging di un prodotto commerciale. Per cui la sua importanza non è da sottovalutare. Anzi, fa’ in modo che sia curata e trasmetta professionalità. Tieni presente che le icone dei singoli show podcast sulle app di ascolto sono molto piccole, per cui la visibilità si riduce. Scegli colori e font adatti a far risaltare il titolo in modo che sia leggibile. Se hai dimestichezza con alcuni programmi di grafica potrai dare libero sfogo alla tua creatività. Si possono ottenere buoni risultati anche con tool freemium come Canva o Crello. In alternativa puoi affidarti alle mani esperte di un graphic designer. Non te ne pentirai! Scegli l’attrezzatura giusta per te Siamo arrivati alla scelta degli strumenti che trasformeranno in audio i tuoi contenuti. Di solito l’acquisto dell’attrezzatura podcast è uno dei primi pensieri che attraversano gli aspiranti podcaster. In realtà, come hai potuto vedere, prima di pensare al microfono c’è molto altro! Il motivo è presto detto. Fino a che non hai le idee un po’ più chiare su come creare un podcast, che format usare e su quali risorse puoi contare, potresti scegliere strumenti non adatti al tuo progetto e buttare via soldi. Anche con poco budget puoi acquistare prodotti di buona resa. Il set up base è composto da: microfono (per praticità meglio se con attacco USB) supporto per il microfono cuffie filtro anti pop un computer un software di registrazione eventualmente una scheda audio (se microfono con cavo XLR). Il software di registrazione serve a trasformare in traccia audio il segnale acustico inviato dal microfono. Se non hai dimestichezza con questi strumenti, opta per software semplici, gratuiti e open source come Audacity oppure Garage Band (solo per sistemi IOS). Fase 3: Produzione podcast Una volta stabilite le basi di progettazione e preparati tutti gli strumenti, si entra nel vivo della realizzazione. La produzione di un podcast inizia con lo sviluppo dei contenuti e prosegue con la registrazione audio degli stessi. Ancora una volta non è accendere il microfono la prima cosa da fare. Il podcast va preparato al pari di qualunque altro contenuto. Non importa se scriverai ogni singola parola che dirai o userai una scaletta. Se vuoi raggiungere l’obiettivo che ti sei prefissato, la preparazione è fondamentale. Come si fa a catturare l’attenzione? In questo caso la logica della piramide rovesciata che si usa con i contenuti del web non è consigliata. Meglio dare un accenno, stuzzicare l’interesse sugli argomenti che si tratteranno, lanciare una domanda a cui si darà risposta o anticipare la voce di un ospite per poi svelarne identità e argomento. Insomma, crea un po’ di suspance. Scrittura del copione Come si scrive il testo di un podcast? La scrittura a voce è molto diversa da quella usata per il web o per un libro. In un articolo per il blog o in un romanzo, la parola scritta segue regole sintattiche adatte a una lettura endofasica, con tanto di subordinate, incisi, e via dicendo. Anche il linguaggio è diverso. Le parole che useresti in uno scritto non sono necessariamente le stesse che useresti in una conversazione. Chi ti ascolta non ha modo di rileggere, e non può perdersi in frasi contorte e ragionamenti complessi. Il messaggio deve essere reso semplice, chiaro e comprensibile in modo che si possa facilmente ricordare. Puoi scegliere di preparare un copione fully scripted da leggere pedissequamente durante la registrazione oppure, se hai un po’ di piglio e coraggio, usare solo una scaletta con i punti principali da argomentare. Prepara l’ambiente di registrazione Se hai la fortuna di poter registrare in uno studio di registrazione, beh allora puoi saltare a pie’ pari questo paragrafo. Se invece hai scelto l’home recording, leggi alcuni consigli su come registrare un podcast. Trova un posto silenzioso e tranquillo: niente animali da compagnia mentre registri, né altre persone che possano transitare nella stanza. Elimina tutte le possibili fonti di disturbo: notifiche su telefono e computer, braccialetti, penne, sedie scricchiolanti. Insomma fai attenzione. Suggerimento: la qualità dell’audio influisce tanto sulla resa di un podcast. Anche se in post produzione si possono eliminare alcuni elementi di disturbo, la fase di registrazione è ciò che fa davvero la differenza. Configura il set up di registrazione podcast Per registrare dovrai tecnicamente collegare il microfono al computer affinché la tua voce venga trascodificata in un segnale digitale. Se hai scelto un microfono USB il collegamento è diretto, altrimenti dovrai usare una scheda audio che faccia da tramite tra la fonte acustica e il software di registrazione. Indossa le cuffie durante la registrazione in modo che tu possa avere una migliore percezione della tua voce e monitorare che tutto sia collegato a dovere e non si crei quel fastidiosi “fischio” chiamato effetto larsen. Preparare la voce Lo strumento più importante di tutti in realtà è la tua voce. Quindi, trattala bene. Sii presente con tutto il corpo. Ricorda sempre che attraverso la voce trasmettiamo emozioni, positive e negative, per cui dedica qualche minuto a questo momento di preparazione. Bevi acqua per idratare le corde vocali, respira e non andare in affanno o in iperventilazione, non impostare la voce, sii spontaneo e rilassato. Sorridi e divertiti. I tuoi ascoltatori ti ringrazieranno. E ora che tutto è pronto, puoi iniziare! Registra il tuo primo episodio Dopo aver configurato il tuo set up, avvia il software di registrazione, posiziona la tua bocca a 2-3 centimetri dal microfono per avere un suono migliore e vai! Fai qualche prova generale registrando piccoli pezzettini di audio. Riascoltati e verifica che i volumi e la qualità audio siano corretti. Se durante l’esposizione ti accorgi di aver sbagliato una parola o un concetto, ripeti sempre l’inizio dell’intera frase. Altrimenti potrebbero risultare diversi tono e intenzione. Post produzione audio La post produzione audio è la parte più tecnica, quella che richiede un minimo di dimestichezza e tanta pazienza. È un lavoro certosino che all’inizio porterà via tempo. Se inizi da zero, non essere perfezionista, concentrati su un format semplice e facile da montare. In questa fase tecnica, la prima cosa è l’editing della voce, ovvero la pulizia degli errori, delle pause troppo lunghe e dei rumori di fondo, e poi l’applicazione di compressione ed equalizzazione. Il tutto serve a rendere più bella la voce stessa. A questo punto, si procede al montaggio audio aggiungendo musica e/o altre tracce voce. Può esserci una sigla, un jingle identificativo, un tappeto sonoro, sound effects o musiche di atmosfera. Il tocco sonoro caratterizza l’intero podcast, come se fosse una sua identità. La musica va scelta con cura: deve esprimere il mood e accompagnare le parole senza sovrastarle. Lo step finale della post produzione audio è il mastering, cioè il bilanciamento sonoro di tutte le tracce per ottimizzare la qualità di riproduzione stereo. La sigla del podcast Quasi tutti i podcast hanno una sigla, un breve motivo sonoro che funge da elemento introduttivo al programma. Alcuni la inseriscono in apertura, altri subito dopo un breve incipit. La sigla è  composta da un breve testo, una musica di sottofondo e dura in genere tra i 10 e i 15 secondi. Il motivo è ricorrente, ossia si ripete com’è in ogni singola puntata podcast, e racchiude tutto il senso del podcast. Puoi realizzarla con la tua stessa voce oppure delegarne la produzione a un professionista con un servizio di voice over, creando così uno stacco ben definito con la tua narrazione. La scelta è puramente stilistica oltre che di budget, ma puoi sempre approfondire in questo articolo. Come creare la sigla del podcast Leggi tutto Fase 4: Pubblicazione del podcast Siamo a uno degli step finali di questa guida su come fare un podcast: la pubblicazione. Per pubblicare un podcast serve appoggiarsi a un hosting provider, cioè un fornitore che ti metta a disposizione uno spazio sul web su cui caricare i tuoi audio mp3. Sarà l’hosting a trasmettere a tutte le piattaforme audio i tuoi file perché siano ascoltati dagli utenti. L’hosting crea un feed RSS, cioè un file strutturato al cui interno sono racchiuse tutte le informazioni del tuo podcast: autore, copertina, titolo, titoli episodi, contatti, ecc. Ogni volta che caricherai un nuovo episodio, il feed si aggiornerà automaticamente senza che tu debba fare nulla di più. L’hosting è uno solo, ma le piattaforme di ascolto sono tante. L’utente sceglierà di ascoltarlo sull’app che preferisce e potrai monitorare gli ascolti dalle statistiche messe a disposizione dall’hosting. Come scegliere l’hosting Di hosting ne esistono tanti, con piani gratuiti o a pagamento, e con caratteristiche differenti. Tra i più conosciuti ci sono: Spreaker  Anchor Buzzsprout Podbean Simplecast Castos Captivate Soundcloud. Nella scelta, ti consiglio di valutare sia il costo mensile che i servizi resi disponibili. In particolare il livello di assistenza, le statistiche, le ore di audio incluse, le integrazioni con altri tool e via dicendo. Ad esempio, Spreaker è italiano, ti permette di creare più podcast sotto lo stesso account,  ha una funzione di podcast live e ti permette di attivare la monetizzazione in Italia. Per contro il piano free ha funzioni limitate e le statistiche sono disponibili solo dai piani PRO. Invece, Anchor è totalmente gratuito e ti offre statistiche dettagliate. Ti dà la possibilità di fare un editing semplice dell’episodio, di caricare video podcast (visibili però solo su Spotify), raccogliere messaggi o domande scritte e audio dei tuoi ascoltatori, ma non puoi creare più show sotto lo stesso account. Se per il tuo business hai la necessità di convogliare tutto sotto lo stesso cappello, allora potrebbe non essere la scelta migliore. Distribuzione automatica e manuale sulle piattaforme audio A regime, la distribuzione del tuo podcast sulle piattaforme audio è automatica e avviene tramite il feed RSS che l’hosting comunica loro. Nel giro di qualche giorno dall’invio del tuo file, sarà possibile ascoltarlo nelle app dedicate. Le principali piattaforme audio sono: Apple Podcast Spotify Google Podcasts Spreaker Amazon Music Alexa YouTube Podcasts (coming soon). Oltre a queste ci sono piattaforme minori, chiamate podcatcher, che recuperano il feed RSS da quelle principali per veicolarlo sulle loro app. In questo caso il passaggio è automatico e non necessita di alcun intervento manuale. Non è un errore distribuire il podcast su più piattaforme. Per il podcast non esiste il problema dei contenuti duplicati, come ad esempio capita se lo stesso articolo di blog viene pubblicato su più siti. Più piattaforme ti consentono di raggiungere più pubblico, perché ogni ascoltatore sceglie dove ascoltare il contenuto. Solo per il primo caricamento è buona prassi procedere anche con la distribuzione manuale sulle piattaforme principali. In questo modo avrai accesso alle statistiche di ciascuna piattaforma con un livello di dettaglio che l’hosting non potrebbe rilasciarti. In pratica dovrai aprire un account su ciascuna di queste app principali e caricare manualmente il feed RSS. Una volta avvenuto il corretto riconoscimento, avrai accesso a una dashboard con tutti i dati statistici. Scrivi una descrizione podcast ingaggiante Nella fase di creazione del tuo show sul profilo hosting ti sarà chiesto di inserire una descrizione del tuo podcast. Il testo descrittivo sarà visibile su tutte le app di ascolto appena sotto l’immagine di copertina e il titolo. Esempio descrizione podcast “Storie nel Carrello” prodotto per Bennet S.p.A. È il terzo dei tre elementi visivi che devi sfruttare a pieno per conquistare il cuore del tuo ascoltatore e spingerlo a premere play. Dunque non puoi lasciarla al caso. Ricordi la proposta di valore e il pitch? Bene, parti da quegli elementi e scrivi in una descrizione di massimo 100 parole che riesca a convincere il pubblico che quel podcast non possono proprio perderselo. Suggerimento: questa descrizione, così come tutte quelle degli episodi e i relativi titoli, sono indicizzate da Google, per cui usa bene le parole chiave. Potresti sfruttare la SEO a tuo vantaggio. Pre lancio e lancio del podcast Il momento del pre lancio e del lancio sono fondamentali per il podcast esattamente come lo sono per qualunque altro prodotto o servizio che riguarda il tuo business. La fase di prelancio è utile per creare aspettativa, per anticipare quello che poi sarà rivelato nell’ascolto (senza spoilerare troppo!), in modo da scaldare il pubblico fino al momento del lancio. Sarebbe un peccato lavorare a un progetto che poi nessuno sa che esiste. Crea il giusto hype per favorire l’attesa, suscitare curiosità e interesse. Quindi, nella tua strategia di comunicazione pianifica le attività di lancio podcast con il giusto anticipo. Inizia con il pre lancio almeno una settimana prima della data che hai stabilito per il lancio, tenendo conto del periodo di tempo necessario a tutte le app per aggiornare il caricamento del feed RSS. Anticipa qualcosa sul progetto, racconta la tua esperienza, parla del motivo che ti ha spinto a crearlo. Insomma, coinvolgi la tua community in modo attivo. E il giorno del lancio? Beh, intanto festeggia!!!  Poi, divulga il più possibile il tuo contenuto. Fase 5: Promozione di un podcast Dopo la fase la lancio però non perdere la costanza nel parlare del tuo podcast e continuare a promuoverlo. Come tutti i contenuti, anche il podcast deve essere promosso perché venga ascoltato. Come aumentare gli ascolti di un podcast? Creando altri contenuti che lo promuovano e usando tutti i tuoi canali di comunicazione. Ma la promozione non è sinonimo di spam. Le persone si avvicinano quando c’è coinvolgimento, comunicazione. Condividere il link di un episodio su Linkedin e Facebook senza nemmeno creare un contesto, è come non aver fatto nulla. Per questo è importante raccontare il tuo progetto, raccontare le singole puntate, spiegare come è nata l’idea, perché hai scelto quell’argomento o quell’ospite, chi sarà coinvolto nelle puntate successive e via dicendo. Ecco qualche best practice che puoi adottare per promuovere il tuo podcast sia in fase di lancio che a regime: crea articoli di blog sulle singole puntate e inserisci il player per sfruttare il traffico organico verso il tuo sito; inserisci nella tua firma e-mail il link per l’ascolto; usa i comunicati stampa per divulgare sui media di settore il tuo contenuto audio chiedi di essere ospite di altri podcaster per essere intervistata e allargare la tua fanbase; partecipa ad eventi di settore e fai conoscere il tuo podcast; stampa sui tuoi supporti cartacei un QRcode con il link diretto per l’ascolto e cogliere anche occasioni offline; candida il tuo podcast emergente all’edizione annuale del Festival del Podcasting creare delle sponsorizzate social; proporre o acquistare un annuncio promo su un altro podcast; apri una newsletter su Linkedin e crea contenuti sui temi che affronti nel podcast e incorpora in essa il player di Spotify. Esistono tool gratuiti che ti consentono di creare card grafiche per i tuoi post sui social al cui interno è caricato uno spezzone di audio. Ad esempio Headliner o Jupitrr riproducono anche un’onda sonora grafica che si attiva nell’ascolto. Così puoi rendere più accattivanti i tuoi post sui social. Lo stesso Spotify ti permette di condividere il podcast o il singolo episodio sui tuoi social con una promo card grafica. Inizia subito a fare il tuo podcast Complimenti per aver completato la lettura di questa guida pratica su come fare un podcast partendo da zero. Riepilogando, abbiamo visto le 5 fasi del processo di creazione di un podcast, dalla progettazione alla promozione, seguendo gli step fondamentali per partire da zero. Ogni inizio sembra una montagna, ma con questi consigli puoi iniziare a delineare il tuo progetto. Se vuoi metterti subito alla prova, qui puoi trovare il mini corso podcast per trasformare la tua idea in un podcast in 7 giorni. Se poi avrai bisogno di un supporto per elaborare e sviluppare la tua idea, contattami e scopri il mio servizio di Podcast Coaching e Consulenza personalizzata. Contattami Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
L’autore di 100 € Bastano è Chris Guillebeau: appena trentenne ha già visitato oltre 175 paesi, imparando di volta in volta a tradurre in reddito le proprie idee. Il suo sito racchiude tutte le storie delle oltre 1.500 persone che ha intervistato negli anni, le quali hanno intrapreso un’attività in proprio. Tutti sono partiti da un’idea, con nulla o poco più di 100 €. La domanda che mi viene posta ogni volta che parlo o scrivo di questo libro è sempre la stessa: “Sono idee e strategie applicabili anche alla realtà italiana?”. Te lo svelo fra un paio di paragrafi. Trama di 100 € Bastano per reinventare la tua vita La trama di 100€ Bastano racconta svariati aneddoti di migliaia di persone, di diversa estrazione e nazionalità che, per necessità o per desiderio, si sono costruite una valida alternativa nella vita. Chi non aveva il lavoro e chi l’aveva al mattino e la sera lo ha perso. Tuttavia, il libro svela storie di professionisti che, pur avendo studiato per anni per esercitare la professione, una volta con le mani in pasta, sul campo, si sono resi conto di non avere passione alcuna per quel che facevano. Quindi è una finestra sulla speranza e sull’opportunità. Che il punto di partenza sia l’uno o l’altro estremo, lungo questo segmento non si enumerano dati statistici ma storie vere. Traslato ai giorni nostri, più che di passione potremmo parlare di restrizioni e limitazioni. Di vere e proprie necessità di doversi reinventare e creare nuove opportunità, se cercarle non basta. Ecco 3 strategie per trovare nuove idee, suggerite dall’autore: la dottrina del valore, aspira a creare prodotti o servizi di valore per qualcuno, affinché esso sia ciò a cui ambiscono e che considerano di pregio non tanto per il valore monetario ma per quello da essi percepito;fai del tuo cliente un eroe, procura loro qualcosa che faccia accrescere una loro competenza e far sì che sia stimato e apprezzato da amici e colleghi;vendi ciò che le persone vogliono davvero e non quello di cui tu pensi che abbiano bisogno, scava a fondo nei loro valori. Un altro strumento utile è sicuramente la griglia decisionale che in realtà può essere utilizzata a mio avviso anche per altri scopi. Nella colonna di sinistra elenchiamo le idee che abbiamo in mente, per esempio: idea 1, idea2, idea 3, … Lungo la linea delle colonne inseriamo i seguenti criteri: impatto, impegno, redditività, immagine, somma. Vediamo insieme cosa significano: che impatto avrà questa idea/iniziativa sulla tua clientela attuale o futura? quanto tempo e lavoro ti richiederà realizzare questo progetto?realisticamente parlando, quanto pensi che potrà renderti questo progetto? immagine: ti rappresenta questo progetto? 100 € Bastano è una fonte ricchissima di spunti pratici, strategie, piani d’azione, come per esempio il capitolo su come sondare il mercato in 7 mosse, fare il piano aziendale in una pagina piuttosto che la tua dichiarazione d’intenti in 140 battute. La mia recensione 100 € Bastano io lo chiamo “il libro delle lampadine”. A me ne ha accese tante. Ma come si cercano delle idee? Quella che può farti diventare una Mucca Viola? Il libro, come detto, è un manuale per produrre idee e le storie di chi lo ha fatto ci testimoniano che è possibile. La frase di Chirs Guillebeau che mi ha colpita, nella sua semplicità e grande verità, è quella in cui ci invita ad avere sempre l’obiettivo di far stare bene le persone perché nelle iniziative che portano beneficio a chi le compra risiede il seme della tua nuova attività. Come dicevo all’inizio dell’articolo, l’obiezione ricorrente su questo libro riguarda il fatto che le idee e attività proposte da avviare in proprio, siano effettivamente replicabili in Italia e non siano solo appannaggio della cultura americana. In effetti non tutte, questo è ovvio. Probabilmente non solo in Italia. Forse ci sarà pure qualcuno in Italia che possieda un ranch da affittare o che si voglia dedicare alla tostatura del caffè. Molte delle attività raccontate, dall’aprire un sito per vendere un e-book o uno stock di materassi, riflettono un modello che oggigiorno non è effettivamente replicabile secondo certi canoni. Vero è anche che se avessimo letto questo libro due anni fa, probabilmente avremmo creduto meno fattibile l’idea di diventare insegnante di yoga per dare lezioni online a donne in carriera e casalinghe. Oggi, in seguito allo stravolgimento globale dovuto alla pandemia, molte di queste ed altre attività online sono fiorite. Le piattaforme di videoconferenza hanno registrato il boom di download nella storia! Quel che negli anni è decisamente cambiato è anche il modo in cui le persone utilizzano internet, le possibilità che presenta e l’avvento dei social. Il vero messaggio di 100 € Bastano risiede nell’osservazione, senza giudizio, della realtà e delle potenzialità, guardando alle soluzioni. A chi consiglio il libro Lettura consigliata a tutte quelle persone che sono alla ricerca di uno spunto per reinventarsi, iniziare, tracciare una riga o un punto a capo. A chi, in questo momento, vuole trovare una via per (ri)adattarsi ad un mondo del lavoro cambiato, stravolto, tra remote e smart working. Il libro è esattamente questo: una guida per anime che vogliono decollare. Ti ritrovi in una di queste persone? Frasi indimenticabili di 100 € Bastano “Il segreto di una nuova e significativa professione e far sentire bene la gente”. “Per riuscire in un progetto commerciale, soprattutto uno di cui siete entusiasti, è consigliabile concentrarsi su tutte le attitudini in vostro possesso, probabilmente utili ad altri, e sulla loro combinazione”. “Lo scopo non è arricchirsi velocemente, ma realizzare qualcosa a cui le persone attribuiranno un valore tale da volerlo acquistare”. Letture e Podcast consigliati Sempre di Chirs Guillebeau potresti leggere The Money Tree, un libro che parla di come trovare fortuna nel proprio giardino. Per capire da quali meccanismi sono influenzati i nostri acquisti – e quindi quali idee possano trovar terreno fertile in un determinato gruppo di persone – ti consiglio il libro di Richard Shotton: La fabbrica delle scelte, edito da Roi Edizioni. Se sei su questo sito tuttavia forse preferirai anche ascoltare qualcosa! A questo link troverai proprio il Podcast di Chris Guillebeau, con le sue 101 storie per avere un guadagno extra. Francesca LucenteInnamorata della mia famiglia, del digital marketing e dei libri. Bookblogger per passione. Attraverso il mio blog sulla lettura voglio diffondere l’amore per la cultura, i libri e la formazione. I miei valori sono la condivisione e la collaborazione, soprattutto fra donne. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » FAQ Podcast » Distribuire il podcast su più piattaforme crea contenuti duplicati? Sigla e Trailer podcast: cosa sono e a cosa servono Per spiegare la differenza tra sigla e trailer di un podcast, partiamo dal dare una definizione di questi due elementi. La sigla è un breve motivo che funge da elemento introduttivo al podcast stesso. È composto da un testo conciso e una musica di sottofondo. Lo scopo della sigla è presentare sinteticamente il podcast e orientare l’ascoltatore dando coordinate precise, anche e soprattutto se è la prima volta che ci ascolta. Per questo la durata indicativa è tra i 15 e i 30 secondi. Non serve che sia molto prolissa. Una buona sigla contiene: il nome del podcast il nome dell’autore o del narratore il messaggio del podcast il pubblico a cui è rivolto il beneficio per l’ascoltatore. La sigla è un elemento identitario del podcast, ed è bene che crei un effetto di familiarità e riconoscibilità. Ecco perché solitamente ha un testo e una musica sempre ricorrenti. D’altra parte, il trailer è l’anteprima di tutto il progetto podcast, che sia esso una serie autoconclusiva oppure episodica. Lo scopo del trailer è sempre lo stesso: presentare il podcast, incuriosire e coinvolgere il pubblico, fornire elementi essenziali ma esaustivi per far capire di cosa si parlerà, quale format si è scelto, con quale punto di vista si affronterà l’argomento, chi è l’autore o il narratore, in che veste ne parla e quali sono obiettivo e target del podcast. Il trailer in genere è una breve puntata del podcast della durata indicativa che va dai 90 ai 120 secondi. Può essere esposto dalla voce del narratore oppure essere un middle di voce o pezzetti di altre puntate che lascino intravedere una piccola trama senza però svelare troppo. Come creare la sigla podcast Leggi tutto Sigla vs trailer podcast Sigla e trailer, sebbene servano entrambi a presentare il podcast, hanno scopi e durata differenti. La prima è una sintesi estrema, di solito bastano due o tre frasi per circoscrivere tutto il messaggio contenuto nel podcast. Il secondo è una espansione più dettagliata dell’argomento ma allo stesso tempo sintetico e accattivante. Sulla durata e sullo stile di sigla e trailer non ci sono regole precise. Puoi decidere tu come strutturarle, tenendo conto delle diverse finalità di entrambi. Per altri approfondimenti, ti consiglio la lettura dell’articolo su come creare la sigla podcast e come fare un trailer accattivante. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » FAQ Podcast » Distribuire il podcast su più piattaforme crea contenuti duplicati? Fino a pochi anni fa non sapevo neppure cosa fosse. Oggi non potrei farne a meno. Mi sono resa conto che, anche se è un fenomeno in crescita, non sono molte le persone che sanno davvero rispondere alla domanda cos’è un podcast. Prima dell’arrivo di internet non esisteva questa tecnologia, mentre oggi si sta creando un ecosistema che vede molti player coinvolti. Pertanto, inizia ad esserci la necessità di fare chiarezza e dare al podcast un significato, raccontarne la storia e lo sviluppo. Te ne parlo in questo articolo. Cos’è un podcast: la definizione Partiamo dal significato di podcast. Il termine podcast nasce nel 2004 dal connubio di due parole iPod — che significa letteralmente “baccello” o “capsula” — e Broadcast — che indica la diffusione massiva di una trasmissione radio—. È il giornalista del “Guardian” Ben Hammersley ad usarlo per la prima volta in un articolo dedicato all’evoluzione dell’ascolto on demand delle trasmissioni radio in seguito all’introduzione sul mercato del lettore mp3 di Apple. Lo sviluppo della tecnologia RSS (Really Simple Syindication), uno dei formati di distribuzione più popolari di contenuti tramite web, insieme al nuovo dispositivo iPod danno vita alla diffusione di un nuovo format di contenuti audio. Da qui si comprende quanto Apple sia stata determinante nello sviluppo dei podcast. È infatti la prima a crearne una sezione dedicata all’interno di iTunes. Feed RSS: definisce una struttura adatta a contenere un insieme di notizie, ciascuna delle quali sarà composta da vari campi (nome autore, titolo, testo, riassunto, …). Quando si pubblicano delle notizie in formato RSS, la struttura viene aggiornata con i nuovi dati; visto che il formato è predefinito, un qualunque lettore RSS potrà presentare in una maniera omogenea notizie provenienti dalle fonti più diverse. – Fonte Wikipedia Questo però non spiega cos’è un podcast. Per darne una definizione di podcast più completa possiamo dire che è un contenuto audio inedito nativo fruibile via internet tramite un computer o un dispositivo mp3. Per contro possiamo dire cosa non è un podcast: una trasmissione radio in differita, in quanto non sarebbe inedita;la trasformazione in audio di un video, perché non è nativa;un audiolibro, perché il contenuto nasce con uno scopo diverso. Le caratteristiche del podcast possiamo riassumerle così: asincrono: la produzione e l’ascolto dell’audio avviene in momenti diversi, quindi non come succede con la radio.Offline: l’audio è scaricabile sui propri dispositivi e fruibili in altri momentiOn demand: è l’ascoltatore che decide quando ascoltare e riascoltare il contenuto La storia del podcast Dopo averti spiegato cos’è un podcast, voglio fare un accenno alla sua storia che, se pur molto recente, è di per sé interessante e contrassegnata da momenti decisivi. Agli inizi degli anni 2000, in seguito alle due grandi innovazioni tecnologiche, iPod e feed RSS, sono soprattutto le emittenti radiofoniche a mettere online alcuni programmi del palinsesto per l’ascolto in differita. Accanto a queste repliche, compaiono poi i primi esperimenti di produzioni editoriali per lo più giornalistiche che dimostrano un primo interesse del pubblico verso contenuti on demand. La vera svolta è nel 2014 con l’uscita di Serial, una serie podcast true crime che racconta un fatto di cronaca avvenuto negli Stati Uniti nel 1999. Il racconto a episodi, sapientemente realizzato con un mix di voci, suoni, musiche e racconti, ottiene un riscontro tale da riaccendere l’attenzione sul questo nuovo mezzo, il podcast. Dagli USA arriviamo in Italia con un fenomeno simile. Nel 2017 esce Veleno, l’inchiesta giornalistica in formato audio prodotta da La Repubblica incentrata su un fatto di cronaca vera italiana. Le puntate sono così accattivanti da innescare quel bulimico desiderio di ascoltare immediatamente i successivi, tipico delle serie TV. Questa è infatti la prima serie podcast in italiano a creare un boom di ascolti e lanciare il fenomeno nel nostro Paese, se pur ancora limitata per lo più agli utilizzatori Apple. Ci pensa Spotify nel 2018 a contribuire ad allargare il mercato degli ascolti per gli utenti Android. Dopo l’acquisizione di Gimlet Media e Parcast si inserisce di fatto come player in un mercato in forte espansione. Il podcast però non è mai stato così popolare come negli ultimi mesi. Le statistiche rese note da Voxnest a fine 2019 già dimostravano un forte incremento degli ascolti in Italia rispetto ai precedenti 12 mesi ma il trend è continuato a crescere a doppia cifra nel 2020 con un +15% rispetto al 2019 (fonte Nielsen). Come ascoltare podcast La prima cosa che consiglio a chi vuole iniziare a fare podcast è essere ascoltatori. Sembra una cosa scontata, ma non lo è. Ascoltare podcast ti aiuta a conoscere lo strumento, capire cosa funziona e cosa no. Come si ascolta un podcast? È molto semplice: ti bastano uno smartphone e un paio di cuffie. Questo è il modo migliore per fruirne quando e dove vuoi. Le piattaforme di raccolta e distribuzione accolgono i feed RSS caricati dai creator e rendono disponibile il contenuto audio per l’ascolto. Ora che sai cos’è un podcast, anche il funzionamento non avrà segreti. Sui dispositivi IOS è presente in modo nativo l’applicazione Apple Podcast dai cui è possibile accedere ai contenuti gratuiti selezionando il nome del podcast o la categoria, ascoltarli online oppure scaricarli per fruirne offline. Per seguire gli aggiornamenti puoi iscriverti alla serie preferita, ma solo quest’app consente di recensirne il contenuto. Su Android è Spotify che fa da piattaforma principale di ascolto. Puoi cercare il podcast dallo stesso motore di ricerca della musica e inserirlo in una playlist insieme ai tuoi artisti preferiti. Anche qui la funzione “follow” ti consente di ricevere le novità pubblicate dai podcaster. Tra i player gratuiti si sta posizionando anche Google Podcasts con un’app dedicata per l’ascolto, ma esistono molte altre piattaforme minori di distribuzione di podcast con un catalogo simile. La differenza la fanno i contenuti creati in esclusiva per la piattaforma di riferimento, un po’ come fanno Netflix o Amazon Prime Video per la TV. Le piattaforme di ascolto non sono le uniche fonti per ascoltare podcast. Grazie alla vocal search puoi chiedere agli smart speaker di farti ascoltare il tuo podcast preferito. Ti basterà lanciare il comando di azione del tuo dispositivo per attivare la riproduzione degli episodi. Non tutti i contenuti podcast però sono gratuiti. Esistono realtà come Audible o Storytel che prevedono un accesso su abbonamento per l’ascolto. La modalità garantisce contenuti di alto livello ed esclusivi.Ciò non toglie che moltissime produzioni di qualità, professionali e non, siano disponibili gratuitamente. A te la scelta e la voglia di scoprirne. Conclusioni Le nuove tecnologie hanno dato la possibilità di ascoltare podcast on demand e in mobilità sui propri dispositivi personali: questa è la chiave di successo di questo media. Lo hai trovato utile? 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Quando ho pensato di scrivere questo articolo sulle idee podcast per i liberi professionisti, sono partita da una riflessione. Chi inizia a creare contenuti per promuovere il proprio personal branding, sa che deve scontrarsi con una dura realtà, ovvero l’abbassamento del livello di attenzione da parte delle persone. Un po’ perché di contenuti sul web ne è pieno il mondo, un po’ perché siamo tutti fruitori più fugaci. Il tempo è una risorsa scarsa e chi ce lo dedica andrebbe ricompensato. Per attirare l’attenzione dovremmo senza dubbio produrre contenuti utili e di qualità. Ma anche valutare nuovi approcci. Il podcast si annovera ad oggi (ma chissà per quanto tempo sarà così) tra i mezzi di comunicazione con un trend in ascesa e un mercato ancora da esplorare. Mi ricorda il periodo in cui facevano capolino i primi blog: poca concorrenza e un oceano blu da navigare. Ecco, oggi succede la stessa cosa con i contenuti audio: la competizione nel settore è ancora bassa e la possibilità di distinguersi molto alta. Si può ancora giocare d’anticipo ed entrare in contatto con i potenziali clienti usando il podcast come strumento di content marketing. A maggior ragione se consideriamo che, a differenza di altri contenuti, la durata media di fruizione è molto alta (si parla di 22,9 minuti di sessione media di ascolto secondo la ricerca Nielsen 2019). Oggi alle persone non basta il contenuto, vogliono sentirsi partecipe, entrare in relazione, fidarsi di qualcuno. La voce, da questo punto di vista, è un ottimo alleato. Con il podcast lavori sulla brand awareness, la tua autorevolezza e porti le persone a fidarsi di te. Se non sai come usare il podcast per promuovere il business, ti mostro qualche idea di podcast come spunto di riflessione per alcune delle professioni più conosciute: il bloggeril fotografoil personal trainer. Sei blogger, ecco il podcast che fa per te Se hai un blog, questo potrebbe essere il momento per rilanciarlo affiancandolo a un podcast. Non intendo solo una rielaborazione dei tuoi testi scritti per il formato audio, ma concept nuovi da integrare nel tuo piano editoriale dei contenuti blog. Tim Ferriss, business man tra i più conosciuti d’oltreoceano, fu uno dei primi a farlo. Ha iniziato la sua carriera con un blog e qualche anno dopo lo ha rilanciato in chiave podcast, anticipandone le tendenze. Oggi il suo show è conosciuto in tutto il mondo occidentale e ascoltato da milioni di persone. Lui ha scelto il format intervista per sviluppare le sue argomentazioni. Se non lo hai mai ascoltato ti suggerisco di seguirlo nel suo “The Tim Ferriss show”. Che tipo di altre idee podcast potresti usare se sei blogger? Ti faccio due esempi. Se sei travel blogger, potresti narrare storie o racconti legati alle terre che ti appartengono o di cui parli nel tuo blog, che portino l’ascoltatore ad esplorare luoghi nuovi. Lo storytelling, insieme al sound design, è capace di trasportare le persone in un evocativo molto coinvolgente. Se invece preferisci creare un podcast a carattere divulgativo, potresti includere interviste a persone legate a quelle terre, raccontarne la loro storia, promuovere un turismo di nicchia insieme a enti locali. Stesso discorso se pensiamo a un blog di ricette: i sapori, i cibi, la cultura enogastronomica sono elementi di un viaggio alla scoperta del territorio in cui tradizione e storia si fondono. Portare l’ascoltatore in questi luoghi narrando ciò che si nasconde dietro la nascita di un piatto, insieme a consigli, espedienti e trucchi del mestiere, potrebbe dare un tocco in più ai tuoi contenuti. Podcast per fotografi La fotografia è un’arte visiva. Come potresti raccontarla in un contenuto audio? Ad esempio raccontando il proprio lavoro e tutto ciò che scorre intorno. Un contorno fatto di tecniche ma soprattutto di storie, persone, luoghi. Tra le idee podcast potresti creare un piano editoriale come tutorial per spiegare come usare gli strumenti, ricreare la luce giusta o preparare un set fotografico. Oppure focalizzarti sull’uso di tecniche fotografiche particolari per determinati contesti. Ma perché non raccontare te stesso dietro l’obiettivo o cosa ti trasmette la fotografia? Ciò che però il tuo ascoltatore non conosce è chi o cosa si cela dietro uno scatto: come nasce un progetto fotografico, oppure perché scegli un determinato stile o soggetto. Le emozioni che riuscirai a far provare ai tuoi ascoltatori saranno ciò che ti farà ricordare. Personal trainer, fai business con i podcast La figura del personal trainer non adempie solo il ruolo di allenatore della forma fisica in palestra. C’è molto di più. Il personal trainer che è riuscito a reinventarsi durante la chiusura forzata ha adottato nuovi modi per comunicare la propria professione promuovendosi online grazie alla divulgazione di informazioni utili su fitness e salute, ma anche una maggiore consapevolezza del proprio corpo. Alcune idee podcast in questo ambito potrebbero riguardare approfondimenti su alcuni temi basandoti sulla tua esperienza e su altre fonti attendibili, come studi scientifici o interviste a personaggi dello sport ed esperti del settore. Ad esempio: educazione a una corretta posturai segreti di una buona respirazioneil ruolo dell’allenamento in un processo di dimagrimentol’uso di integratorii falsi miti legati al mondo del fitness. La cultura dell’informazione spinge l’utente a voler sapere oltre che fare. Conoscendo i benefici di una determinata pratica che tu stesso hai adottato nel tuo lavoro e con i tuoi clienti, può spingerlo a volerli applicare e contattarti per chiederti consigli specifici sulla sua situazione. Conclusioni L’era digitale ha aperto nuovi confini e nuove opportunità a chi fa business o ha un’attività professionale. Quelli citati sono solo alcune idee podcast per i liberi professionisti che vogliono emergere online. Non limitarti a osservare ciò che accade intorno a te. Sii parte del cambiamento ed esplora nuovi modi di comunicare. Se vuoi saperne di più e scoprire come il podcast può dare una scossa al tuo business, contattami per una breve consulenza gratuita. Sarò lieta di accompagnarti nel mondo dell’audio. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » FAQ Podcast » Distribuire il podcast su più piattaforme crea contenuti duplicati? Per podcast marketing si intende l’uso di contenuti audio come strumento per accrescere il proprio business. Una strategia che si sta rivelando vincente, sia per l’impatto del podcast sul mercato italiano, sia per la natura stessa del mezzo. Negli ultimi anni il podcast in Italia ha raggiunto tassi di crescita tra i più alti della comunicazione digitale, in termini di produzione e ascolti, aprendo così nuove opportunità per aziende e liberi professionisti. I brand più attenti hanno cavalcato l’onda e hanno sfruttato questo nuovo media a loro vantaggio per presidiare piattaforme non ancora affollate. Se stai leggendo questo articolo forse non sei ancora tra questi, ma l’argomento ti interessa e vuoi capire come e perché il podcast è uno strumento da prendere in considerazione se hai un business. Fare marketing con il podcast ha i suoi vantaggi. Come vedremo, le caratteristiche intrinseche del podcast lo annoverano di fatto come un format del tutto nuovo, capace di colmare gap di fruizione che altri canali non possono soddisfare. La chiave sta nel capire in cosa si differenzia e quando diventa davvero uno strumento vincente. Iniziamo col dare un significato alla parola podcast marketing. Cos’è il podcast marketing Se vogliamo darne una definizione esaustiva dobbiamo partire dal significato di content marketing: “Il content marketing è un processo di business che si basa sulla creazione e la diffusione di contenuti di qualità capaci di attrarre, coinvolgere e accompagnare un pubblico ben definito nel percorso decisionale, dalla scoperta del brand alla fase di acquisto.” L’obiettivo del content marketing è quello di aumentare le vendite dei tuoi prodotti o servizi grazie alla diffusione di informazioni, consigli utili, esperienze o risposte ai problemi comuni del tuo target di riferimento. E quindi, rispondere ai bisogni delle persone e dare loro ciò che vogliono. Probabilmente anche tu, che ora stai leggendo questo articolo, sei arrivato qui perché stavi cercando una risposta. Il content marketing fa questo: informa, educa, ispira e coinvolge per poi portarti a scegliere con più consapevolezza. Il fatto è che di contenuti ne siamo ormai sommersi ed emergere è davvero difficile. Basti pensare a quanti risultati compaiono quando fai una domanda sui motori di ricerca. Sarai d’accordo con me che oggi non è più solo la qualità di un prodotto o di un servizio a determinare le vendite. Se ci mettiamo per un attimo il cappello del consumatore, la risposta è chiara: tu e io acquistiamo spinti anche da altri fattori. Cerchiamo risposte ai nostri bisogni, consigli utili, esperienze in cui riconoscersi, cerchiamo soluzioni ai problemi. Ma soprattutto cerchiamo persone a cui affidarci. E come facciamo a fidarci se non sappiamo chi c’è dietro a quel brand? Se non conosciamo i valori di cui si fa portavoce e quale etica porta avanti? Questo è ciò che si chiama marketing di relazione. Ed è questo su cui si basa il podcast marketing. Dunque, qual è il segreto? Citando le parole dell’esperto di comunicazione d’impresa Salvatore Russo “un brand non deve essere perfetto, ma vero”. Questo vuol dire farsi conoscere per ciò che siamo, la personalità, il nostro tono di voce. Non in modo asettico. La perfezione non fa innamorare nessuno. Piuttosto, diventiamo attrattivi quando siamo veri. È questa la chiave di successo: essere autentici. L’autenticità è ciò che porta ad instaurare una relazione con il tuo pubblico. Una relazione che giorno dopo giorno ti farà scegliere, grazie ai contenuti, fino a far diventare clienti i tuoi utenti. Ed è qui che entra in gioco il podcast marketing. Ma prima di addentrarci nei vantaggi di usare questo strumento, diamo uno sguardo al panorama italiano del podcast. I numeri del mercato podcast italiano Il podcasting è in continua crescita, anche in Italia. Ha avuto il primo vero slancio a fine 2017, grazie alle inchieste giornalistiche di Pablo Trincia su un caso di cronaca italiano, con la serie Veleno. Questo succedeva solo tre anni dopo il boom registrato negli USA, con una serie altrettanto famosa dal titolo Serial. Da quel momento, il mercato del podcasting in Italia non si è più fermato. Anzi, continua ad avanzare. Per farti comprendere la portata di questo fenomeno, facciamo parlare i dati.Qui sotto ti riporto un estratto di quelli divulgati nell’ultima Digital Audio Survey 2021 di Ipsos, che prende in considerazione solo esclusivamente il podcast nell’accezione più vera, cioè contenuti audio inediti nativi. Per capire meglio cos’è un podcast ti rimando all’articolo dedicato. Nel 2021, la crescita degli ascoltatori è stata del +9,4% rispetto al 2020, anno che tra l’altro aveva già registrato un’impennata di ascolti e di produzioni trainata dall’effetto pandemia. fonte Ipsos 2021 L’81% degli utenti ascolta podcast in casa, il restante si suddivide tra auto, mezzi di trasporto o nei tragitti in generale. Ma ciò che più trovo interessante è il fatto che il podcast si ascolta mentre si svolgono altre attività. Questo è spiegato dal fatto che la caratteristica del podcast è quella di essere: nomadico, cioè lo ascolto ovunque mi trovo;on demand, lo ascolto tutte le volte che voglio;hands and eyes free: ho sguardo e mani libere. Il che significa che si innesta in contesti finora non attraversati da nessun altro tipo di contenuto: mentre guido, mentre faccio la spesa, mentre faccio sport, mentre cucino o sbrigo le faccende di casa, mentre porto a spasso il cane. Tutti questi touch point sono preziosissimi in termini di marketing. Quanti altri canali ti consentono di assimilare informazioni mentre fai altro? Forse nessuno. Infine, la durata degli ascolti medi di podcast è davvero notevole: fino a 20-30′ al giorno. Considerate le abitudini degli utenti quando navigano sui social e il livello di distrazione a cui siamo soggetti, è un dato molto interessante. La ricerca completa puoi trovarla qui, ma ciò fa comprendere come ci sia in Italia una vera e propria “podcast revolution” che apre le porte a nuove opportunità sia in termini di posizionamento che di nuovo pubblico raggiungibile. Indubbiamente, presidiare fin da subito un mercato in espansione è già di per sé un vantaggio. Anzi possiamo dire è la base di una strategia di podcast marketing vincente. Cos’è un podcast e come ascoltarlo I vantaggi del podcast marketing Se volessi riassumere in pochi concetti quali sono i vantaggi del podcast in una strategia di content marketing, li definirei così: il potere della voce nel creare il massimo coinvolgimento dell’ascoltatore;la flessibilità di fruizione di un contenuto audio mentre si svolgono contemporaneamente altre attività;la relazione che si instaura con l’ascoltatore e la fiducia che ne deriva. Sono tutti elementi che stanno alla base di una comunicazione efficace in termini di marketing. Riuscire a catturare l’attenzione dell’ascoltatore in un contesto sociale in cui la distrazione è componente preponderante, significa coinvolgere attraverso parole e suoni che stimolino immagini mentali immersive, fidelizzare un pubblico con contenuti utili e di valore per chi ascolta. Tutto questo accade, però, quando il podcast è realizzato con una strategia ben precisa, progettato nei dettagli e adatto al target di riferimento. Non è sufficiente accendere un microfono e parlare. Il podcast marketing è un’altra cosa e presuppone un piano. Quando podcast e marketing diventano una sinergia vincente Per farsi strada nel cuore degli ascoltatori, facendo conoscere il brand, i prodotti e i servizi offerti, bisogna creare una strategia di marketing podcast. L’errore che spesso sento fare è credere che il podcast sia uno spot pubblicitario. Sebbene il podcast marketing abbia come finalità un messaggio commerciale, non usa la push strategy per raggiungerla. Questo vale anche se il podcast è usato come strumento di personal branding.È l’utente a scegliere di ascoltare quel contenuto, e non viceversa. Quindi la dinamica è rovesciata. Il punto di forza è la relazione intima ed empatica con l’ascoltatore a generare fiducia e quindi vendite. Dunque, il podcast diventa vincente se: mette l’utente al centro con contenuti utili e nei quali possa immedesimarsi e sentirsi coinvoltoparte dalla definizione di obiettivi chiarisi rivolge a un target precisodà voce a un’identità aziendale o personale e ai valori che racchiude. Tutto questo nasce da una progettazione iniziale che non si improvvisa ma si studia in funzione di ciò che si vuole raggiungere. Conclusioni In una strategia di successo, il podcast si inserisce come elemento innovativo, distintivo. Funziona e diventa vincente se si tengono conto gli asset su cui si poggia e si progetta fin dall’inizio. P.S.: Potresti scoprire persino di non poterne più fare a meno! Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » FAQ Podcast » Distribuire il podcast su più piattaforme crea contenuti duplicati? Una decina d’anni fa forse nessuno in Italia avrebbe saputo spiegare cosa fosse un corporate podcast. Anzi, a dirla tutta forse neanche cosa fosse un podcast in generale. Eppure oggi questo media, apparentemente così giovane, sta avendo il suo picco di popolarità, come indicano i report annuali di statistica. Non sorprende, quindi, che piccoli e grandi brand stiano iniziando a inserirlo nella loro strategia di comunicazione.  Di fatto, i podcast si stanno rivelando utili per ampliare il proprio pubblico di riferimento, presidiare nuovi contesti comunicativi e migliorare la brand awareness verso i potenziali clienti. Ma pochi sanno che possono anche supportare le aziende nel favorire una migliore comunicazione interna.  I corporate podcast sono una risposta efficace proprio alle nuove esigenze comunicative che i modelli organizzativi odierni hanno fatto emergere con l’adozione di smart e remote working. Un’applicabilità sicuramente più estesa e interessante di quella a cui siamo abituati. Come un’azienda può usarlo e con quali vantaggi? Te ne parlo in questo articolo portandoti esempi utili da cui trarre spunto. Cos’è il corporate podcast Partiamo col dire che il corporate podcast è un contenuto audio ad uso interno destinato a collaboratori e manager di vari livelli gerarchici. È un podcast aziendale privato fruibile esclusivamente attraverso canali riservati, come ad esempio: intranet aziendale;piattaforme proprietarie;piattaforme di e-learning.  A differenza del Branded Podcast che si rivolge a un pubblico esterno e ha come obiettivo quello di promuovere l’immagine aziendale, il corporate podcast ha ambiti di applicazione più funzionali. In particolare è usato per: diffondere conoscenza;promuovere la cultura aziendale;creare engagement tra i dipendenti;trasferire messaggi e informazioni chiare a tutta la popolazione aziendale.  Dunque è un canale di comunicazione interna particolarmente interessante per HR Manager e per chi è responsabile della gestione formativa e informativa aziendale. Soprattutto se consideriamo come sono cambiati i modelli organizzativi con l’estensione dello smart working. Perché usare un podcast aziendale per la comunicazione interna? Le caratteristiche del podcast, in termini di fruibilità, distribuzione e capillarità, lo rende adatto ad assolvere le esigenze comunicative delle aziende odierne. Arriva in modo agile dove altri canali non arrivano. Il modo di lavorare è cambiato, così come i modelli di comunicazione e quelli organizzativi. Il nostro modo di interagire con i colleghi è diverso e abbiamo un diverso approccio alla tecnologia. Non a caso, secondo gli osservatori più autorevoli e Forbes, la trasformazione digitale è uno dei principali trend HR per il 2022. Il lavoro da remoto ha decentralizzato tante attività e ha reso necessaria una grande capacità di comunicazione interna. Allo stesso tempo ha creato un distacco sociale collettivo che ha alzato una sorta di barriera invisibile tra le persone. Cosa impensabile fino a un paio di anni fa, quando la condivisione era il cuore pulsante delle relazioni professionali e personali.  Vivere in un contesto simile significa prendere atto del fatto che non è possibile interagire direttamente con tutta la popolazione aziendale con le stesse modalità del passato. Ripristinare lo stesso clima di interazione e coinvolgimento di un tempo, adattandolo alle nuove metodologie di lavoro – in smart working o miste – è oggi una sfida ancora più grande. Se già è difficile farlo in contesti piccoli, immaginiamo come questo possa essere attuato in un contesto complesso e multiforme come quello delle grandi aziende, in cui spesso i dipendenti sono dislocati in aree geografiche molto distanti tra loro. È chiaro, quindi, quanto sia fondamentale il ruolo della comunicazione interna per restare aggiornati sulle attività, sugli obiettivi e sulla strategia dell’azienda, ma soprattutto per mantenere alta la motivazione dei dipendenti. Un buon flusso comunicativo rafforza i legami, diffonde la cultura e i valori dell’azienda, migliorandone l’immagine e la credibilità.  Diciamo che svolge anche un ruolo sociale. La qualità della comunicazione aziendale interna impatta in modo diretto e deciso anche sul clima generale in cui si lavora. Di conseguenza, anche sui risultati che si raggiungono. Ho sempre immaginato i flussi comunicativi di un’azienda come una linfa. Parte dalle radici, che possiamo paragonare al management, e raggiunge capillarmente ogni singola foglia, cioè ogni singolo collaboratore, e poi ritorna in modo circolare. La linfa è un nutrimento e, se mai dovesse mancare, la pianta ne morirebbe. Così come l’azienda subirebbe seri danni se la comunicazione non raggiungesse capillarmente tutta la rete di dipendenti. Questo può accadere quando gli strumenti che si sono sempre usati, per esempio, non sono più adeguati al contesto attuale. Ma è proprio qui che il corporate podcast può subentrare. Come usare il podcast aziendale interno Ecco alcuni modi in cui è possibile usare il corporate podcast in azienda: per attività formative, come ad esempio l’e-learning, una delle modalità più usate e più diffuse. Spesso i contenuti audio possono essere usati ad integrazione di altri percorsi di formazione, sotto forma di approfondimenti, follow-up o esercizi individuali.Per informare i dipendenti su alcune iniziative o progetti posti in atto dall’azienda.Per creare un percorso conoscitivo dell’organizzazione, della struttura e della cultura aziendale. Per esempio per i nuovi dipendenti, come fosse un vero e proprio servizio di accoglienza per chi inizia a lavorare in azienda e ancora non conosce come è organizzata. Per includere nelle attività aziendali tutti quei dipendenti che, per via della natura del lavoro che svolgono, sono ubicati presso gli stabilimenti, nei punti vendita o viaggiano sul territorio. Un modo per sentirsi parte del grande team. Per divulgare procedure interne, condividere best practice o principi di etica aziendale.  Questi sono solo alcuni esempi che, tuttavia, rendono l’idea dell’applicabilità di un corporate podcast come strumento di comunicazione interna.  La produzione di contenuti audio aziendali può essere gestita da personale interno all’azienda supportato da professionisti esterni per le fasi più tecniche, oppure commissionata interamente. A seconda poi delle finalità e dei contenuti, il corporate podcast può avere portare voce dei propri dipendenti o dell’amministratore delegato oppure quella di speaker professionisti. In ogni caso, la scelta migliore dipenderà dal progetto stesso. Vantaggi del corporate podcast I vantaggi che derivano dall’utilizzo del corporate podcast sono diversi: i podcast umanizzano il contenuto. Non c’è niente da fare, la voce ha il potere di connettere emotivamente le persone, molto più di una mail o di una circolare interna. Questo tipo di connessione sarebbe già sufficiente ad accorciare quella distanza sociale di cui parlavo prima.Facilità di fruizione: i podcast per definizione sono on demand e nomadici, cioè possono essere ascoltati anche in contesti diversi da quelli lavorativi, per esempio mentre si è in viaggio. Immaginate un commerciale o un capo area che è in continuo movimento, magari in macchina, tra un cliente e l’altro o tra i punto vendita. Potrebbe sfruttare gli spostamenti per tenersi aggiornato con le informazioni dell’azienda e sentirsi parte della squadra, anche a distanza.Facilità di gestione: possono essere raggruppati per tematica di interesse, per progetti o finalità, costruendo una comunicazione più ordinata e fruibile. Ben catalogata, in sostanza.Misurazione degli ascolti: rispetto a tanti altri strumenti come le mail, gli articoli del blog aziendale, ecc… è più facile misurarne la fruizione. Un metodo utile per capire quanto la comunicazione prodotta arriva alle persone, di conseguenza, quanto viene fruita.  Diventa, di fatto, un canale riservato a chi è abilitato e rafforza il legame tra i dipendenti stessi perché crea anche quel senso di community.  I contenuti audio per l’azienda, creati ad hoc da professionisti, permettono di parlare a tutti i collaboratori in una modalità decisamente più vicina e flessibile rispetto ad altri strumenti di diffusione delle informazioni tradizionali.  Conclusioni Insomma, i vantaggi non mancano e sono tante le applicazioni di un podcast aziendale per migliorare la comunicazione rivolta a tutti i collaboratori. Una carta in più da giocare per migliorare sia la qualità del lavoro che i risultati. Oltretutto, potresti fare la differenza e venire incontro ai nuovi bisogni dei tuoi collaboratori.  Se sei un manager o un imprenditore e vuoi accorciare le distanze tra azienda e dipendenti, posso aiutarti a integrare il corporate podcast nella tua strategia di comunicazione per evolvere e migliorare l’engagement dei collaboratori. Contattami direttamente scrivendomi a ester@estermemeo.it per una call gratuita. Sarò lieta di aiutarti. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » FAQ Podcast » Distribuire il podcast su più piattaforme crea contenuti duplicati? Parlare di SEO e Podcast sembrava quasi un’utopia fino a qualche tempo fa. Molti podcaster, me compresa agli esordi del mio primo progetto, ignoravano che i meccanismi di questa strategia si potessero applicare anche al mondo dei podcast. Eppure, oggi anche i contenuti audio possono beneficiare di una visibilità organica sul web, e restituirla a loro volta ad altri contenuti online. Basta adottare qualche piccolo accorgimento in fase di creazione e distribuzione del podcast per ottenere già dei risultati. Risultati che possiamo ora dimostrare grazie a un test durato quattro mesi e realizzato in collaborazione con la SEO Specialist Luisella Curcio su un progetto reale di podcast. L’obiettivo del test era semplice: misurare in che modo una disciplina come la SEO si comporta con un trend del momento, il podcast, e capirne i reali impatti. Le domande a cui risponderemo in questo articolo sono queste: Impatta più la SEO sul podcast o il podcast sulla SEO? Il podcast può lanciarsi da solo senza azione SEO e social? Il podcast ha effetto sulla SEO? Ha senso una strategia multicanale? Entriamo nel vivo dell’analisi. Le premesse del test SEO e Podcast Osservare il rapporto fra un trend emergente come il podcast e la SEO ci ha permesso di capire due cose importanti. Da un lato, su quali leve lavorare per migliorare il posizionamento e, dall’altro,  intravedere nuove interessanti applicazioni utili sia per chi usa già il podcast nella propria comunicazione online che per i SEO specialist che lavorano sulla comunicazione organica dei propri clienti. La SEO, acronimo di Search Engine Optimization, è l’insieme di strategie volte a ottimizzare il tuo sito web affinché sia più facile per i motori di ricerca trovarlo, leggerlo, comprenderlo e proporne i contenuti in risposta agli intenti di ricerca delle persone. In pratica l‘obiettivo della SEO è aumentare la visibilità organica del tuo sito e quindi il traffico. Sono davvero tanti i fattori di ranking su cui si basa Google per posizionare i siti web nella SERP. Tra i principali ci sono: l’autorevolezza del dominio l’ottimizzazione dei contenuti la user experience del sito i backlink. Ciò vuol dire che quando si parla di SEO il risultato delle strategie applicate su un sito possono variare rispetto ad un altro, proprio per effetto dell’azione sinergica di questi o più fattori. Fatta questa premessa, ciò che in questa sede prenderemo in esame è la parte relativa ai contenuti e il rapporto tra sito web, podcast e gli altri canali di comunicazione. Dovresti creare un sito web per il podcast? Leggi tutto Come abbiamo sviluppato il test SEO Podcast Ci serviva una base dati vergine su cui operare per evitare che i risultati fossero inficiati, se pur indirettamente, dagli impatti legati al posizionamento di un podcast già esistente. Quindi, Luisella Curcio ha creato un podcast totalmente nuovo, con chiaro riferimento alla sua professione di SEO specialist, volutamente semplice dal punto di vista del sound design e della qualità audio. L’intento in questo caso era spingere sui contenuti e soprattutto sulla strategia per vederne gli effetti. I risultati del test sono stati presentati in anteprima nel web talk condotto da Fabio Antichi e Antonio Mattiacci nella loro rubrica Aperiweb. Ecco in sintesi gli step seguiti nel test: Creazione di un podcast sulla SEO con Anchor di Spotify; Ottimizzazione di tutti gli episodi; Distribuzione del podcast su tutte le piattaforme podcast come Spotify, Apple Podcast, Amazon Music, Google Podcasts; Monitoraggio delle performance del podcast con Google Podcast Manager e Anchor; Embedding del player Spotify in articoli specifici del blog e coerenti con le puntate; Inserimento dei dati strutturati nelle risorse in cui è stato pubblicato il podcast; Monitoraggio delle performance di tutti gli episodi e dell’andamento degli articoli interessati dall’embedding. Il podcast è stato creato usando l’hosting provider Anchor il quale, oltre a creare il feed RSS e distribuirlo sulle piattaforme, permette anche di registrare una traccia audio, editarla e fare un montaggio basico. Tutti gli episodi sono stati ottimizzati in chiave SEO lavorando a monte su un piano editoriale che rispondesse agli intenti di ricerca degli utenti sul tema centrale del podcast stesso. Questo è uno step importante da tenere presente che ti spiegherò meglio più avanti. Una volta fatta la distribuzione sulle piattaforme, il monitoraggio dei dati ci ha restituito informazioni utili per i resoconti. I tool usati per monitorare le performance sono stati: Anchor Semrush Google Podcast Manager Google podcasts manager Google Podcasts Manager (GPM) è la piattaforma Google di ascolto dei podcast cui è possibile trasmettere il feed RSS per la distribuzione online. Anche se non è ancora la piattaforma più utilizzata per gli ascolti, ha funzionalità interessanti che a mio avviso avranno grandi potenzialità nel prossimo futuro. Se un podcast è distribuito su GPM, Google potrebbe proporlo tra i contenuti in risposta agli intenti di ricerca dell’utente direttamente nella SERP per l’ascolto immediato.Questo è un aspetto utile per la discoverability dei podcast, punto di attenzione su cui le piattaforme si spera facciano progressi. Oltre a questo, i podcaster che distribuiscono i loro contenuti su GPM possono accedere a dati statistici rilevanti quali: numero di ascolti per puntata, durata media di riproduzione, dispositivo utilizzato, clic, impression e soprattutto l’indicazione dei termini di ricerca attraverso cui gli utenti ti hanno trovato sulla SERP. 1. Gli effetti del podcast sulla SEO Primo test Per prima cosa, in data 18 giugno 2022 Luisella crea una puntata pertinente ad un articolo del blog, in particolare sul posizionamento SEO. Dopo di che: fa l’embedding della puntata podcast nell’articolo esistente inserisce i dati strutturati del podcast nel sito. Cosa è successo dopo il 18 giugno al suo articolo? Il traffico e il posizionamento dell’articolo sono aumentati. Lo stesso articolo era posizionato in 26° posizione per la parola chiave “competenze SEO” prima di queste operazioni. Nel giro di poche settimane, l’articolo è passato dalla 26° posizione all’8° ed è poi rimasta stabile. Secondo test In data 2 agosto Luisella ha revisionato e inserito il podcast dedicato all’argomento struttura del sito web nell’articolo. Ecco cosa è successo dopo il 2 agosto: Dall’immagine notiamo che da quella data il posizionamento e il traffico sono migliorati. Terzo test In data 11 luglio ho inserito il podcast dedicato a “content strategy” nell’articolo https://www.luisellacurcio.it/seo/posizionamento-seo/content-strategy/ Ecco cosa è successo: La parola “content strategy” è passata dalla 10° posizione alla 6° posizione. In sintesi, abbiamo visto come il podcast abbia influito positivamente sulla SEO in termini di posizionamento. Le operazioni di embedding del podcast all’interno di ogni articolo hanno aumentato il posizionamento delle singole parole chiave. Inoltre, nelle descrizioni di ogni singola puntata del podcast sono stati inseriti link in entrata agli articoli del suo blog che sono apparse non solo in Anchor, ma anche in Spotify, Amazon Music, Google podcasts, Apple Podcast. Infine, una piccola spinta, l’ha data anche l’inserimento dei dati strutturati, implementati però successivamente. Come implementare i dati strutturati per il podcast: segui le indicazioni contenute al link per l’inserimento dei dati strutturati:  https://schema.org/PodcastEpisode. Inserisci i dati strutturati e convalidali con https://validator.schema.org/. 2. Gli effetti della SEO sul podcast Dopo aver visto i risultati dei test degli effetti del podcast sulla SEO, verifichiamo se è vero anche il contrario, cioè se la SEO ha effetti sul podcast. La risposta è sì. Per spiegarlo, facciamo questa prova. Digitiamo su Google la parola chiave “calendario editoriale SEO”. Appare in prima posizione l’articolo del blog di Luisella dove è stato fatto l’embedding di una puntata pertinente. In pratica, il contenuto in cui è stata collocata una risorsa ha ottenuto una visibilità maggiore e immediata rispetto ad altri contenuti. Un po’ quello che accade con l’embedding dei video di YouTube degli articoli. Google posiziona i podcast nella SERP? Sì, e lo si evince proprio dal risultato in SERP per la ricerca della parola chiave Podcast SEO. Il podcast si è posizionato nel box di Google dedicato ai podcast.  Inoltre lo si deduce dai dati rilevati da GPM a una settimana dopo dalla pubblicazione. Come Ottimizzazione il podcast per la SEO Ottimizzare un podcast per la SEO vuol dire intercettare le richieste degli utenti in Search e rispondere a quello che cerca l’utente finale. Questo si traduce in un aumento della visibilità del tuo brand, ed è di fatto un metodo per promuovere il proprio podcast. Nella descrizione degli episodi del podcast è possibile inserire link che portano verso il tuo sito web, il tuo blog e i tuoi canali social: questo si traduce nei primi due casi in aumento dei link in entrata al tuo sito web. L’ottimizzazione del podcast è un processo importante che inizia molto prima della pubblicazione delle puntate sulle piattaforme di ascolto. Significa lavorare a un piano editoriale che risponde ai tuoi obiettivi ma anche ai bisogni degli utenti. Questo si traduce nello scegliere con cura l’argomento, il titolo, la descrizione, nonché la trascrizione degli episodi. Ottimizzando questi elementi per i motori di ricerca attraverso la strategia SEO aumenta visibilità, posizionamento e autorevolezza del tuo brand. Perché implementare una strategia multicanale? Facendo un breve recap dei test effettuati, si comprende che gli effetti del podcast sul posizionamento non sono immediati. Se un podcast non viene trainato dalla SEO oppure da strategie di social media marketing è molto difficile trovarlo singolarmente in Google Search o in una qualsiasi piattaforma di podcasting. Specie in presenza di chiavi di ricerca molto competitive. Podcast e SEO se lavorano in sinergia hanno impatto l’uno sull’altro sul miglioramento della visibilità online di un brand. Ma il podcast ha bisogno di altre strategie social e SEO per essere veicolato. Google sta lavorando molto sui contenuti audio e presto dovrebbero essere inseriti nello stesso Knowledge graph nella tool bar di immagini, video, maps… Speriamo presto!Quando ciò succederà avere un podcast sarà importante per la spinta sulla visibilità del brand. D’altro canto, la SEO per il podcast si dimostra essenziale e può aumentare la visibilità del podcast attraverso l’embed delle puntate e l’inserimento dei link nelle risorse pertinenti. Questo dimostra quanto già ribadito ampiamente nell’articolo sulla multicanalità. Il podcast ha bisogno di essere inserito in un ecosistema comunicativo fatto di sinergie tra le diverse discipline digitali: SEO, Social Media Marketing, Newsletter, ecc. Questo perché ogni canale ha un suo linguaggio, raggiunge target diversi e soddisfa esigenze del pubblico diverse. Multicanalità e podcast: come creare una strategia multi-channel Leggi tutto Dunque, se hai già un podcast e non hai ancora un tuo sito web, valuta attentamente i benefici che ne avresti in termini di posizionamento e visibilità. Se invece non hai ancora un podcast ma hai un sito web, sfrutta il podcast per incrementare il tuo posizionamento sul web. In entrambi i casi, come Podcast Coach posso aiutarti a mettere in piedi una strategia marketing su misura. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...
Home » FAQ Podcast » Distribuire il podcast su più piattaforme crea contenuti duplicati? Si è appena conclusa la settima edizione del Festival del Podcasting 2022 e io sono ancora nel vortice di emozioni, stanchezza, novità e sorrisi, tanti sorrisi. Sì perché quando podcaster di tutta Italia, editori, piattaforme, brand del settore e sponsor si riuniscono per il più grande evento italiano dedicato al mondo del podcast e dello streaming audio, non può che essere altrimenti. Sensazioni condivise da chi lo frequenta da anni, da chi era lì per la prima volta, ma anche (e soprattutto) da chi lo vive da dentro e contribuisce a dargli forma fin nei mesi precedenti. Il Festival del Podcasting è organizzato da Giulio Gaudiano, patron dell’evento, e da una schiera di volontari podcaster che mettono a disposizione la loro professionalità e il loro tempo per attivare la macchina organizzativa. Io sono alla mia quarta edizione come membro dello staff organizzativo e ogni anno è un crescendo di novità, livello, partecipazione. Se ti sei perso il Festival, seguimi e scopri con me i momenti salienti visti da chi era nello staff organizzativo. Il festival del podcasting oggi Com’è andata questa edizione 2022? Partiamo dai numeri. Si sono susseguiti sul palco fisico e virtuale ben 115 speaker che hanno animato 16 tavole rotonde, 10 workshop, 22 “FocusOn” di approfondimento, 4 talk ispirazionali, 4 podcast live, 2 presentazioni di libri e 13 “Storie di podcaster”. Più di 100 podcast sono stati candidati e presentati nella sezione dedicata ai Podcaster Emergenti, un momento sempre molto atteso sia da chi entra nel mondo del podcasting da neofita, sia da chi lo vive da più tempo. Ben 900 persone tra podcaster alle prime armi, professionisti del mondo digital audio, editori e rappresentanti delle piattaforme, hanno preso parte al programma che si è svolto lungo l’intera settimana dal 3 ottobre all’8 ottobre 2022: cinque giorni online e nella giornata conclusiva in presenza presso Le Village by CA di Milano. ASSIPOD – Associazione Italiana Podcasting, l’ente no-profit impegnato nella diffusione della cultura del podcasting in Italia, ha presentato la creazione della Casa del Podcast a Roma, all’interno di Technotown, struttura del Comune di Roma dedicata all’applicazione delle nuove tecnologie alla creatività e all’innovazione. Numerosi gli sponsor dell’evento che, nell’edizione 2022, sono stati Amazon Music, Spreaker from iHeart, Patreon, Vois, Goodmood e Voxyl voce gola. Ad aprire il festival lunedì 3 ottobre Amazon Music con il discorso di Craig Strachan, Head of Podcasts per Europa, Australia e New Zealand, sulla visione che Amazon Music ha del Podcast e del suo ruolo in Italia e nel mondo: promuovere il podcast come strumento per portare alla luce le storie individuali e i movimenti che promuovono la diversità e l’inclusione. Dj LoQi Libri del Festival Visione che si sposa in pieno con i valori e la cultura del Festival espressi proprio dal fondatore Giulio Gaudiano. Nel suo speech d’apertura ha infatti sottolineato l’importanza di promuovere il podcasting indipendente e sostenerlo creando occasioni di crescita e condivisione, mettendo in connessione altri podcaster e realtà editoriali. “Non ci dimentichiamo che il podcasting nasce indipendente e nasce libero. È stata questa libertà a stimolare la creatività ed è stata questa creatività e questa abbondanza di contenuti, di idee…” a renderlo grande oggi.Giulio Gaudiano Le novità dell’edizione 2022 Questi i numeri del Festival del Podcasting oggi, che confermano quanto sia cresciuto l’evento nel corso degli anni. Ricordo la mia prima partecipazione nel 2019 da podcaster emergente: poco più di 300 partecipanti e una sola giornata in presenza al Talent Garden di Milano. Nel 2022 il Festival dura una intera settimana e dà spazio a un programma molto più fitto e ricco di contenuti. Questa la prima importante novità di questa settima edizione. Lunedì 3 ottobre la giornata era dedicata a creatività e creazione di contenuti: concept, format, scrittura o improvvisazione. Il Martedì 4 ottobre, giorno dedicato a produzione e sound design, si è parlato di ciò che è necessario per creare un podcast di qualità: dall’attrezzatura, registrazione, sound design e montaggio. Mercoledì 5 ottobre gli incontri online si sono concentrati su piattaforme e tecnologie di distribuzione mettendo a fuoco le migliori strategie di marketing per far crescere una podcast. Giovedì 6 ottobre si è parlato di modelli di business e monetizzazione: dall’advertising al crowdfunding per capire quanto e come si guadagna con un podcast nel mercato italiano. Venerdì 7 ottobre, l’ultima giornata online, è stata dedicata al branded podcast. Qui hanno parlato sia le aziende che hanno scommesso sul podcasting per raccontare il proprio brand, sia i produttori ed editori che hanno creato branded podcast di successo. Tra questi c’ero anche io insieme al Direttore Marketing di Bennet S.p.A., Simone Pescatore, per presentare i risultati ottenuti con il nostro podcast Storie nel Carrello e promuovere il podcasting nel mondo della GDO. Sabato 8 ottobre, infine, la giornata dal vivo è stata interamente dedicata ai trend, all’ispirazione e al networking. Ma non solo. Infatti, tra le novità di quest’anno ci sono state proprio le esibizioni dal vivo di 4 tra i migliori podcast italiani dell’ultimo periodo: Bistory, il podcast che dal 2018 racconta storia dal punto di vista dei personaggi meno conosciuti. L’autore Andrea W. Castellanza, insieme al sound designer Paolo Righi e al doppiatore Edoardo Daltin hanno portato una puntata speciale dedicata alla genealogia del podcast.È il sesso bellezza, ideato, scritto e prodotto da Giulia Di Quilio, attrice e performer burlesque che in una dimensione intima e personale affronta i temi caldi del sesso. Qui ha presentato un’anteprima della sua seconda stagione in uscita nei prossimi mesi.Storie di economia finanziaria, il podcast realizzato dai fondatori della startup Bankstation, Luca Dann e Francesco Namari. Insieme alle voci di Giorgio Namari e Anna Caterina Helm e al sound designer Andrea Roccabella, la puntata speciale parlava dell’accesso al credito raccontato con le app di incontri.Architettura di una canzone, il podcast che scompone e ricostruisce le canzoni che hanno fatto la storia della musica attraverso tecnica e narrazione. Giuliano Dottori, musicista e cantautore insieme a Loretta Da Costa Perrone, hanno presentato una versione inedita della puntata dedicata a David Bowie con i suoni live di chitarra e basso. Performance live Ester Memeo Inoltre, sempre nella giornata di sabato 8 ottobre il palco ha ospitato la consegna del Premio Podscar al giornalista Carlo Annese e l’annuncio del riconoscimenti Pod24 di Radio 24 a Francesca Zanni per il podcast “Rumore” e a Sofia Nardacchione e Angelo Miotto per il podcast “Operazione infinito”. Infine, ad allietare tutti gli ospiti presenti nella giornata del Sabato, la musica del Dj LoQi che in una performance livestream ha dato un tocco magino all’intera atmosfera del festival. Dietro le quinte dell’organizzazione La macchina del festival si mette in movimento mesi e mesi prima, e chi ha già organizzato eventi sa che le attività da coordinare sono davvero tante. Se l’edizione 2019 per me rappresentava l’inizio di una carriera nel mondo del podcasting, oggi nel 2022, sono parte dello staff organizzativo e in questa edizione anche presentatrice delle performance live del Festival. I 18 volontari, membri a loro volta dell’Assipod, hanno messo a disposizione le loro personali competenze per creare il programma, sviluppare i software di gestione degli interventi, coinvolgere gli speaker, organizzare incontri di network, scegliere e allestire la location, preparare i comunicati stampa e accogliere con il sorriso ogni partecipante. Ringrazio tantissimo ciascuno di loro proprio per come insieme abbiamo lavorato. Parte dello staff del Festival del Podcasting 2022 Ciò che contraddistingue il Festival del Podcasting è la cultura stessa del podcast, libera e indipendente, scevra da ogni sovrastruttura competitiva e aperta a ciò che offre valore a chi ascolta i nostri podcast. Credo sia proprio questo il segreto del suo successo. Un successo misurato non solo nei numeri che ogni anno evidenziano una crescita esponenziale, ma anche e soprattutto nel sentiment che si respira in ogni giornata tra addetti ai lavori, professionisti, emergenti e aspiranti podcaster. Prevale la componente umana, non la performance fine a se stessa. Ed è proprio la componente umana a dare alla performance ciò che la rende grandiosa. Questo è ciò che ogni anno portiamo avanti come team organizzativo del Festival e ciò che spinge tutti noi a creare un evento di tale portata. I valori che ci accomunano sono la condivisione e la libertà di espressione. Che poi, sono gli stessi che mi contraddistinguono come podcaster professionista. Il Festival del podcasting non finisce mai Se l’edizione 2022 ha appena lasciato la sua scia, noi siamo già proiettati alla prossimo appuntamento. Il Festival del Podcasting 2023 si terrà dal 25 al 30 settembre, sempre in versione online e in presenza. La decisione di anticipare di qualche giorno l’evento è finalizzata a festeggiare tutti insieme la giornata mondiale del podcasting che cadrà appunto sabato 30 settembre 2023. Come non esserci? Se non vuoi perdertelo e anzi, vuoi entrare a far parte del mondo del podcasting, iscriviti alla newsletter Prospettive e sarai tra i primi a conoscere le novità del settore e chissà, magari diventare uno dei prossimi podcast emergenti. E se così fosse, scrivimi, sarò lieta di accompagnarti come Podcast Coach a realizzare il tuo desiderio. Lo hai trovato utile? Iscriviti alla newsletter per accedere ai contenuti riservati. [...] Read more...